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Autore: Maia Scott    22/09/2013    1 recensioni
Robyn è disposta a tutto per realizzare il suo sogno, anzi, i suoi sogni. Lei vuole diventare qualcuno, ma soprattutto vuole ritrovare una parte del suo passato.
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dal capitolo 8:
"Lui, il mio migliore amico, mio fratello, il ragazzo che sa tutta la mia vita. Adesso è qui, sta scendendo dalla platea, il pubblico urla, le ragazzine stanno impazzendo e posso capirle… è come se provassi la loro sensazione, avere una delle persone per cui si è davvero pronti a fare tutto, una di quelle persone che si impossessano della tua vita e la migliorano, provo le loro sensazioni, ma moltiplicate per cento, mille e anche di più."
Avevo iniziato questa ff sulla mia pagina facebook, ma ho pensato di pubblicarla qui.
Spero vi piaccia :)
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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YOU'RE THE MISSING PIECE I NEED 

*sto cercando di fare un banner decente*

-----Robyn-----

N- Harry è andato a Manchester da Alexys. – aggiunge Niall come se si fosse appena liberato da un peso.
R- Cosa?? – sono sconvolta.
Forse non si rendono conto che Lexy non ha alcuna intenzione di incontrare Harry, però alla fine sono anche molto sollevata.
Significa che lui ci tiene molto a lei, sinceramente non ho idea di come faccia.
Potrebbe avere tutte le ragazze sulla faccia della Terra, e invece fa di tutto per farsi notare da Lexy, non si è mai arreso da quando l’ha conosciuta.

 

Jawaad interrompe i miei pensieri richiamandomi nella realtà. Sorridendo, mi avvio verso l’ingresso del locale, seguita dagli altri quattro.
Entriamo e chiediamo ad un signore anziano di poter avere un tavolo appartato. Subito ci scorta in un angolo remoto della sala, arredata con lampadari moderni fissati al soffitto che illuminano le pareti color panna. È un posto molto accogliente e il personale è molto disponibile.
Ci accomodiamo e cominciamo a discutere del più e del meno, continuando tranquillamente anche quando arrivano le nostre pizze, preparate direttamente dal pizzaiolo italiano.
Scopro così che nella loro agenda è in programma un tour mondiale, dove cercheranno di raggiungere veramente ogni paese.
L- Ci verrai a trovare, vero? – esclama Liam assumendo un’espressione tipica dei neonati quando vogliono ottenere qualcosa.
Scoppio in una fragorosa risata contagiosa alla vista della sua faccia e contemporaneamente annuisco vigorosamente.
R- Ovvio, non vi libererete di me. –annuncio con fare poetico e malvagio allo stesso tempo.
Ecco perché con loro sto bene, posso essere me stessa e mi diverto tantissimo.
Durante la serata le nostre risate fanno da sfondo a ogni discorso, rendendo tutto più allegro.
Al termine della cena paghiamo il conto e lasciamo la pizzeria, dirigendoci verso il centro della città.
Arriviamo in un bar e ordiniamo tutti un gelato, io adoro quello con cioccolato e pistacchio.
Ritorniamo a piedi di fronte alla pizzeria per prendere le auto e, una volta arrivato il momento, ci salutiamo.
A bordo dell’auto di Lou partono verso l’hotel anche Niall e Liam, mentre Zayn mi accompagna a casa.

 

Lungo il tragitto cominciamo a ricordare tutti i nostri momenti, da quel primo giorno di scuola, in cui per la prima volta ci incontrammo.
Avevamo sette anni ed eravamo entrambi troppo timidi per parlare. Era il mio compagno di banco, diventato presto migliore amico e fratello.
Riguardando indietro al passato, la nostra strada è così lunga, da quel giorno ad oggi. Abbiamo affrontato ogni cosa, sempre insieme, anche quando eravamo lontani fisicamente, inconsapevolmente eravamo uno accanto all’altra e viceversa.

 

Invece di imboccare la via che porta alla mia abitazione, optiamo per una passeggiata sul mare.
È veramente tardi, ma noi arriviamo indisturbati sulla spiaggia e, dopo aver lasciato l’auto, ci rechiamo sulla riva e percorriamo un po’ di strada, sempre senza smettere di ricordare.
All’improvviso si ferma e mi guarda, poi mi stringe in un abbraccio protettivo, fraterno. Ricambio la stretta e poi proseguiamo la passeggiata.
Z- Secondo me, il destino aveva già deciso di farci incontrare ancora. – rompe il silenzio che si era creato.
R- In che senso? –chiedo non riuscendo a seguire il filo del suo ragionamento.
Z- Non credi che sia strano il fatto che ci siamo riavvicinati dopo anni proprio su un palco? Ricordi quante volte avevamo sognato di poterci esibire insieme? –mentre parla gli brillano gli occhi, so che per lui è stato un periodo molto importante così come lo è stato per me.
R- Io so solo una cosa per certo, ed è che ovunque andrò, non troverò mai un amico così speciale come te. – di solito odio le cose sdolcinate, ma questa volta avevo bisogno di dirlo.
Torniamo all’auto abbracciati, poi ci rechiamo finalmente a casa. Per questa sera rimane qui, domani rggiunge la sua famiglia in albergo.

 

Entriamo senza far rumore e saliamo verso la mia camera. Fortunatamente è isolata rispetto alle altre, quindi non dovrei disturbare i miei genitori.
Mentre Zayn va direttamente in camera mia, io passo dalla stanza di Nate e trovo un bigliettino poggiato sul letto. Riconosco la sua calligrafia, quindi lo prendo e ne leggo il contenuto.
"Stasera non aspettatemi, rimango fuori tutta la notte. A domani. Nate."
Ho sempre apprezzato la capacità di riassumere tutto in poche parole di mio fratello, anche se presumo dovrà spiegare le motivazioni ai nostri genitori, nonostante l’età.
Raggiungo Jawy e lo trovo comodamente steso sul mio letto che gioca con il cellulare.
Non indossa più i vestiti di prima, ma solamente un pantalone di una tuta e una maglia bianca presi dalla sua valigia poggiata ai piedi della scrivania.
Mi cambio anche io nel bagno della mia camera e poi finalmente posso dormire.
Mi lancio accanto a lui e, incurante del mio sonno, continuo con lui il discorso di prima.
Alla fine non ci accorgiamo dell’orario e ci addormentiamo esausti uno accanto all’altra, esattamente come quando eravamo piccoli.

 

Mi sveglio e subito noto che non siamo più separati, bensì nel sonno ci siamo abbracciati. Attenta a non svegliarlo, rivolgo lo sguardo all’orologio e noto che sono le nove. Molto probabilmente i miei saranno già al lavoro e Nate sarà già tornato e uscito di nuovo.
Decido di alzarmi e prepararmi, così corro a farmi una doccia fredda e poi indosso un paio di jeans e una felpa qualunque. Mi chiudo in bagno per non svegliare Zayn con il rumore dell’asciugacapelli e in poco tempo sono pronta.
Scendo al piano di sotto e cerco qualcosa per fare colazione. Essendo mancata per un po’ non so bene cosa ci sia nella dispensa, quindi comincio ad aprire ogni anta e a raccogliere tutto ciò che trovo di mio gradimento.  Alla fine sul tavolo ci sono delle fette di pane e della Nutella, dal frigo prendo del succo di arancia e mi siedo comodamente pronta ad iniziare un nuovo giorno.
Assaporo la mia colazione fino all’ultima briciola e poi sistemo la cucina.
Torno al piano di sopra e noto che dorme ancora. Mi lavo e opto per starmene davanti alla tv finchè non si sveglia.
In salotto mi lascio cadere a peso morto sul divano e accendo il televisore abbassando il volume.
Su itv trasmettono un programma dove parlano di tutti i concorrenti di Xfactor, di nuovo, ripetendo per l’ennesima volta le solite cose.
Dire che non sanno più cosa inventarsi è poco. Sul serio, ormai so tutto a memoria.

 

Dopo una buona mezz’ora trascorsa così, facendo zapping tra i diversi canali, dei passi mi fanno staccare gli occhi dal televisore.
Z- Giorno mondo! – esclama ad alta voce mentre scende l’ultimo gradino.
Per me è un fratello, ma adesso che si presenta solo con i pantaloni della tuta, capisco cosa ci trovano tutte le ragazze del mondo.
 Posso dire di avere un migliore amico figo, anzi, un dio greco ha preso il suo posto. La cosa che mi sconvolge sono tutti i suoi tatuaggi.
Non ne sapevo niente, se non di quelli che i suoi maglioni invernali rendevano visibili fino ad ora.
R- Giorno Jawy! – rispondo a mia volta scattando in piedi e dirigendomi verso di lui, lasciandomi andare tra le sue braccia.
Ok, no, ricomincio. Detta così sembra chissà quale scena romantica! In realtà ci scambiamo un semplice abbraccio fraterno.
Z- Che si fa oggi? – domanda mentre versa del succo di frutta in un bicchiere di vetro.
R- Non lo so, decidi tu. – il mio invidiabile entusiasmo mattutino è pazzesco, alla fine non faccio quasi mai programmi per le mie giornate di ozio, ma una mezza idea forse l’ho avuta.
Termina la colazione e va a prepararsi, mentre io lo aspetto ancora una volta sul divano in pelle nera nel mio salotto.

 

Quando si siede accanto a me, l’orologio appeso alla parete indica le undici. Ormai è troppo tardi per pensare a qualcosa di impegnativo, per questo decido di mettere in pratica la mia idea.
Con una scusa banale ma credibile, mi allontano quanto basta e compongo freneticamente il numero di Liam.
Dopo qualche squillo sento la voce del mio amico.
L- Ciao Rò, successo qualcosa? – è sempre molto premuroso nei miei confronti, nonostante sia più grande di me solo di una settimana, questo non mi dispiace affatto, anzi, adoro Leeyum.
R- Mi serve un favore, devo fare alcune cose e dovete occupare Zayn. – Diciamo che si annoierebbe a seguirmi in giro per la città, oltre al fatto che non mi permetterebbe mai di attuare qualche piccolo cambiamento.
L – Va bene, arriviamo. – santo Liam, sul serio, sarei persa senza di lui.
Come promesso, in una ventina di minuti i tre sono dietro la mia porta, pronti a nascondere a Malik le mie strane idee.
Esco di casa utilizzando un’altra delle mie infallibili motivazioni.

 

Mi reco da Marie, la parrucchiera a due isolati da qui. Per fortuna non è impegnata, così le spiego le mie intenzioni e si mette subito al lavoro.
Un’ora dopo posso finalmente guardarmi allo specchio, osservando i miei capelli e notando le sfumature tendenti al blu.
Ringrazio e pago, per poi dirigermi in fretta verso il negozio di un mio amico.

 

Ho deciso di farmi tatuare sul polso un piccolo pezzo di un puzzle e dentro una z, come segno del nostro legame, anche se quello che conta sono i sentimenti.
Entro nel negozio e subito vengo travolta da stampe di ogni tipo appese alle pareti rosse, solo in un secondo momento noto una porticina socchiusa da cui proviene della musica metal.
Può sembrare strano, ma io adoro quel genere di musica, nonostante molti la classificano ancora come rumore, io la reputo un’ottima cura al nervosismo.
Tornando al discorso, dalla porta esce improvvisamente Anthony, cambiato tantissimo rispetto agli anni del liceo. Adesso è sempre alto, ma la sua figura snella è stata rimpiazzata da un fisico da modello, che la tshirt nera aderente lascia intravedere. Le sue braccia sono ormai ricoperte da innumerevoli disegni e scritte di diverso genere.
A- Robyn! Da quanto tempo! – esclama prima di stringermi in un abbraccio caloroso. Era il mio vicino di banco, spesso ci passavamo le risposte dei compiti e chiacchieravamo durante le noiose lezioni di chimica.
R- Ciao Tony – soprannome con cui l’ho sempre chiamato - come va?
In breve, ripercorriamo i due anni trascorsi all’università e alla fine conclude anche lui, come tutti d’altronde, facendomi i complimenti per il percorso intrapreso nella musica.
Quando gli porgo la mia domanda comincia a ridere come ogni volta che ne parlavamo in classe. Mi ha sempre detto di non vedermi bene con dei tatuaggi, diceva che era forse perché vedeva la mia pelle leggermente tendente all’olivastro troppo perfetta per poterla “rovinare” così, oppure cercava di convincermi che una ragazza non dovrebbe avere certi desideri. Io invece continuavo a ripetergli imperterrita che prima o poi avrei avuto dei disegni, ricchi di significati, su di me. Ogni volta che lui se ne faceva uno nuovo, ricominciavo la storia.
A- Quindi non hai cambiato idea? – mi chiede ancora sorridendo.
R- Assolutamente no! – rispondo con voce da bambina, per poi scoppiare di nuovo in una fragorosa risata.
Dopo avergli spiegato cosa avevo deciso di “incidere” su di me, mi accompagna nella saletta adiacente e si mette al lavoro. Osservo attentamente ogni sua mossa, mentre proseguiamo il nostro discorso.
Quando ha finito il polso destro è completamente rosso, ma si vede il disegno. È bellissimo. In questo momento mi passa per la testa un’altra idea.
Spiego anche questa al ragazzo di fronte a me, che pazientemente cerca di dar vita alla mia immaginazione su un foglio. Appena raggiunge esattamente quello che desidero, ricomincia a copiare con attenzione il disegno sulla parte superiore del braccio sinistro, provocandomi solo un po’ di prurito. Ho sempre creduto di avere una soglia del dolore fin troppo alta, e questa ne è la prova, anche se non è affatto una buona cosa.

 
Termina anche questo e subito prendo ad esaminare il mio braccio. Un pò più in alto del gomito si trova una specie di braccialetto, è un pentagramma su cui sono disegnate delle piccole note.
Ringrazio per la millesima volta Anthony, pago il lavoro ed esco sorridente dal negozio coprendo con il maglione le bende che mi fasciano il braccio ed il polso.

 

 Arrivata davanti alla porta di casa, estraggo le chiavi dalla tasca della mia giacca in pelle nera e ne approfitto per controllare l’orario sul display del mio cellulare. Sono le due, ho fatto bene a fermarmi a comperare qualcosa da mangiare.
Dall’interno dell’abitazione giunge uno strano silenzio, come se fossero tutti addormentati. 
Meglio, non si sa mai cosa può succedere lasciando quattro ragazzi soli in casa.

HOLAAAAA!!!!
*vipregononuccidetemi*
Allora, non so con quale coraggio mi ripresento dopo più di due mesi, ma ho una spiegazione:
a luglio sono stata fuori con gli scout e a agosto non ho avuto il pc per l'intero mese, a settembre poi 
è iniziata la scuola.
Comunque, che ne pensate? Il capitolo precedente non ha ricevuto nemmeno una recensione e solo 27 visite,
se vi va di farmi sapere qualcosa su questo ve ne sarei grata.
Detto questo, vado. Cercherò di aggiornare prima sia questa che le altre due.
Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qui, questo capitolo è solo di passaggio, poi succederanno 
nuove cose!
Un bacio a tutti :)

  
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