YOU'RE THE MISSING PIECE I NEED
*sto cercando di fare un banner decente*
-----Robyn-----
N-
Harry è andato a Manchester da Alexys. – aggiunge
Niall
come se si fosse appena liberato da un peso.
R- Cosa?? – sono sconvolta.
Forse non si rendono conto che Lexy non ha alcuna intenzione
di incontrare Harry, però alla fine sono anche molto
sollevata.
Significa che lui ci tiene molto a lei, sinceramente non ho
idea di come faccia.
Potrebbe avere tutte le ragazze sulla faccia della Terra, e
invece fa di tutto per farsi notare da Lexy, non si è mai
arreso da quando l’ha
conosciuta.
Jawaad
interrompe i miei pensieri richiamandomi nella
realtà. Sorridendo, mi avvio verso l’ingresso del
locale, seguita dagli altri
quattro.
Entriamo e chiediamo ad un signore anziano di poter avere un
tavolo appartato. Subito ci scorta in un angolo remoto della sala,
arredata con
lampadari moderni fissati al soffitto che illuminano le pareti color
panna. È
un posto molto accogliente e il personale è molto
disponibile.
Ci accomodiamo e cominciamo a discutere del più e del meno,
continuando
tranquillamente anche quando arrivano le nostre pizze, preparate
direttamente
dal pizzaiolo italiano.
Scopro così che nella loro agenda è in programma
un tour
mondiale, dove cercheranno di raggiungere veramente ogni paese.
L- Ci verrai a trovare, vero? – esclama Liam assumendo
un’espressione tipica dei neonati quando vogliono ottenere
qualcosa.
Scoppio in una fragorosa risata contagiosa alla vista della
sua faccia e contemporaneamente annuisco vigorosamente.
R- Ovvio, non vi libererete di me. –annuncio con fare
poetico e malvagio allo stesso tempo.
Ecco perché con loro sto bene, posso essere me stessa e mi
diverto tantissimo.
Durante la serata le nostre risate fanno da sfondo a ogni
discorso, rendendo tutto più allegro.
Al termine della cena paghiamo il conto e lasciamo la
pizzeria, dirigendoci verso il centro della città.
Arriviamo in un bar e ordiniamo tutti un gelato, io adoro
quello con cioccolato e pistacchio.
Ritorniamo a piedi di fronte alla pizzeria per prendere le
auto e, una volta arrivato il momento, ci salutiamo.
A bordo dell’auto di Lou partono verso l’hotel
anche Niall e
Liam, mentre Zayn mi accompagna a casa.
Lungo
il tragitto cominciamo a ricordare tutti i nostri
momenti, da quel primo giorno di scuola, in cui per la prima volta ci
incontrammo.
Avevamo sette anni ed eravamo entrambi troppo timidi per
parlare. Era il mio compagno di banco, diventato presto migliore amico
e
fratello.
Riguardando indietro al passato, la nostra strada è
così
lunga, da quel giorno ad oggi. Abbiamo affrontato ogni cosa, sempre
insieme,
anche quando eravamo lontani fisicamente, inconsapevolmente eravamo uno
accanto
all’altra e viceversa.
Invece
di imboccare la via che porta alla mia abitazione,
optiamo per una passeggiata sul mare.
È veramente tardi, ma noi arriviamo indisturbati sulla
spiaggia e, dopo aver lasciato l’auto, ci rechiamo sulla riva
e percorriamo un
po’ di strada, sempre senza smettere di ricordare.
All’improvviso si ferma e mi guarda, poi mi stringe in un
abbraccio protettivo, fraterno. Ricambio la stretta e poi proseguiamo
la
passeggiata.
Z- Secondo me, il destino aveva già deciso di farci
incontrare ancora. – rompe il silenzio che si era creato.
R- In che senso? –chiedo non riuscendo a seguire il filo del
suo ragionamento.
Z- Non credi che sia strano il fatto che ci siamo
riavvicinati dopo anni proprio su un palco? Ricordi quante volte
avevamo
sognato di poterci esibire insieme? –mentre parla gli
brillano gli occhi, so
che per lui è stato un periodo molto importante
così come lo è stato per me.
R- Io so solo una cosa per certo, ed è che ovunque
andrò,
non troverò mai un amico così speciale come te.
– di solito odio le cose
sdolcinate, ma questa volta avevo bisogno di dirlo.
Torniamo all’auto abbracciati, poi ci rechiamo finalmente a
casa. Per questa sera rimane qui, domani rggiunge la sua famiglia in
albergo.
Entriamo
senza far rumore e saliamo verso la mia camera.
Fortunatamente è isolata rispetto alle altre, quindi non
dovrei disturbare i
miei genitori.
Mentre Zayn va direttamente in camera mia, io passo dalla
stanza di Nate e trovo un bigliettino poggiato sul letto. Riconosco la
sua
calligrafia, quindi lo prendo e ne leggo il contenuto.
"Stasera non
aspettatemi, rimango fuori tutta la notte. A domani. Nate."
Ho sempre apprezzato la capacità di riassumere tutto in
poche parole di mio fratello, anche se presumo dovrà
spiegare le motivazioni ai
nostri genitori, nonostante l’età.
Raggiungo Jawy e lo trovo comodamente steso sul mio letto
che gioca con il cellulare.
Non indossa più i vestiti di prima, ma solamente un
pantalone di una tuta e una maglia bianca presi dalla sua valigia
poggiata ai
piedi della scrivania.
Mi cambio anche io nel bagno della mia camera e poi
finalmente posso dormire.
Mi lancio accanto a lui e, incurante del mio sonno, continuo
con lui il discorso di prima.
Alla fine non ci
accorgiamo dell’orario e ci addormentiamo esausti uno accanto
all’altra,
esattamente come quando eravamo piccoli.
Mi
sveglio e subito noto che non siamo più separati,
bensì
nel sonno ci siamo abbracciati. Attenta a non svegliarlo, rivolgo lo
sguardo
all’orologio e noto che sono le nove. Molto probabilmente i
miei saranno già al
lavoro e Nate sarà già tornato e uscito di nuovo.
Decido di alzarmi e prepararmi, così corro a farmi una
doccia fredda e poi indosso un paio di jeans e una felpa qualunque. Mi
chiudo
in bagno per non svegliare Zayn con il rumore
dell’asciugacapelli e in poco
tempo sono pronta.
Scendo al piano di sotto e cerco qualcosa per fare
colazione. Essendo mancata per un po’ non so bene cosa ci sia
nella dispensa,
quindi comincio ad aprire ogni anta e a raccogliere tutto
ciò che trovo di mio
gradimento. Alla
fine sul tavolo ci sono
delle fette di pane e della Nutella, dal frigo prendo del succo di
arancia e mi
siedo comodamente pronta ad iniziare un nuovo giorno.
Assaporo la mia colazione fino all’ultima briciola e poi
sistemo la cucina.
Torno al piano di sopra e noto che dorme ancora. Mi lavo e
opto per starmene davanti alla tv finchè non si sveglia.
In salotto mi lascio cadere a peso morto sul divano e
accendo il televisore abbassando il volume.
Su itv trasmettono un programma dove parlano di tutti i
concorrenti di Xfactor, di nuovo, ripetendo per l’ennesima
volta le solite
cose.
Dire che non sanno più cosa inventarsi è poco.
Sul serio,
ormai so tutto a memoria.
Dopo
una buona mezz’ora trascorsa così, facendo zapping
tra
i diversi canali, dei passi mi fanno staccare gli occhi dal televisore.
Z- Giorno mondo! – esclama ad alta voce mentre scende
l’ultimo
gradino.
Per me è un fratello, ma adesso che si presenta solo con i
pantaloni della tuta, capisco cosa ci trovano tutte le ragazze del
mondo.
Posso dire di avere
un migliore amico figo, anzi, un dio greco ha preso il suo posto. La
cosa che
mi sconvolge sono tutti i suoi tatuaggi.
Non ne sapevo niente, se non di quelli che i suoi maglioni
invernali rendevano visibili fino ad ora.
R- Giorno Jawy! – rispondo a mia volta scattando in piedi e
dirigendomi verso di lui, lasciandomi andare tra le sue braccia.
Ok, no, ricomincio. Detta così sembra chissà
quale scena
romantica! In realtà ci scambiamo un semplice abbraccio
fraterno.
Z- Che si fa oggi? – domanda mentre versa del succo di
frutta in un bicchiere di vetro.
R- Non lo so, decidi tu. – il mio invidiabile entusiasmo
mattutino è pazzesco, alla fine non faccio quasi mai
programmi per le mie
giornate di ozio, ma una mezza idea forse l’ho avuta.
Termina la colazione e va a prepararsi, mentre io lo aspetto
ancora una volta sul divano in pelle nera nel mio salotto.
Quando
si siede accanto a me, l’orologio appeso alla parete
indica le undici. Ormai è troppo tardi per pensare a
qualcosa di impegnativo,
per questo decido di mettere in pratica la mia idea.
Con una scusa banale ma credibile, mi allontano quanto basta
e compongo freneticamente il numero di Liam.
Dopo qualche squillo sento la voce del mio amico.
L- Ciao Rò, successo qualcosa? – è
sempre molto premuroso
nei miei confronti, nonostante sia più grande di me solo di
una settimana,
questo non mi dispiace affatto, anzi, adoro Leeyum.
R- Mi serve un favore, devo fare alcune cose e dovete
occupare Zayn. – Diciamo che si annoierebbe a seguirmi in
giro per la città,
oltre al fatto che non mi permetterebbe mai di attuare qualche piccolo
cambiamento.
L – Va bene, arriviamo. – santo Liam, sul serio,
sarei persa
senza di lui.
Come promesso, in una ventina di minuti i tre sono dietro la
mia porta, pronti a nascondere a Malik le mie strane idee.
Esco di casa utilizzando un’altra delle mie infallibili
motivazioni.
Mi
reco da Marie, la parrucchiera a due isolati da qui. Per
fortuna non è impegnata, così le spiego le mie
intenzioni e si mette subito al
lavoro.
Un’ora dopo posso finalmente guardarmi allo specchio,
osservando i miei capelli e notando le sfumature tendenti al blu.
Ringrazio e pago, per poi dirigermi in fretta verso il
negozio di un mio amico.
Ho
deciso di farmi tatuare sul polso un piccolo pezzo di un
puzzle e dentro una z, come segno del nostro legame, anche se quello
che conta
sono i sentimenti.
Entro nel negozio e subito vengo travolta da stampe di ogni
tipo appese alle pareti rosse, solo in un secondo momento noto una
porticina
socchiusa da cui proviene della musica metal.
Può sembrare strano, ma io adoro quel genere di musica,
nonostante molti la classificano ancora come rumore, io la reputo
un’ottima
cura al nervosismo.
Tornando al discorso, dalla porta esce improvvisamente
Anthony, cambiato tantissimo rispetto agli anni del liceo. Adesso
è sempre
alto, ma la sua figura snella è stata rimpiazzata da un
fisico da modello, che
la tshirt nera aderente lascia intravedere. Le sue braccia sono ormai
ricoperte
da innumerevoli disegni e scritte di diverso genere.
A- Robyn! Da quanto tempo! – esclama prima di stringermi in
un abbraccio caloroso. Era il mio vicino di banco, spesso ci passavamo
le
risposte dei compiti e chiacchieravamo durante le noiose lezioni di
chimica.
R- Ciao Tony – soprannome con cui l’ho sempre
chiamato -
come va?
In breve, ripercorriamo i due anni trascorsi
all’università e
alla fine conclude anche lui, come tutti d’altronde,
facendomi i complimenti
per il percorso intrapreso nella musica.
Quando gli porgo la mia domanda comincia a ridere come ogni
volta che ne parlavamo in classe. Mi ha sempre detto di non vedermi
bene con
dei tatuaggi, diceva che era forse perché vedeva la mia
pelle leggermente tendente
all’olivastro troppo perfetta per poterla
“rovinare” così, oppure cercava di
convincermi che una ragazza non dovrebbe avere certi desideri. Io
invece
continuavo a ripetergli imperterrita che prima o poi avrei avuto dei
disegni,
ricchi di significati, su di me. Ogni volta che lui se ne faceva uno
nuovo,
ricominciavo la storia.
A- Quindi non hai cambiato idea? – mi chiede ancora
sorridendo.
R- Assolutamente no! – rispondo con voce da bambina, per poi
scoppiare di nuovo in una fragorosa risata.
Dopo avergli spiegato cosa avevo deciso di
“incidere” su di
me, mi accompagna nella saletta adiacente e si mette al lavoro. Osservo
attentamente ogni sua mossa, mentre proseguiamo il nostro discorso.
Quando ha finito il polso destro è completamente rosso, ma
si vede il disegno. È bellissimo. In questo momento mi passa
per la testa
un’altra idea.
Spiego anche questa al ragazzo di fronte a me, che
pazientemente cerca di dar vita alla mia immaginazione su un foglio.
Appena
raggiunge esattamente quello che desidero, ricomincia a copiare con
attenzione
il disegno sulla parte superiore del braccio sinistro, provocandomi
solo un po’
di prurito. Ho sempre creduto di avere una soglia del dolore fin troppo
alta, e
questa ne è la prova, anche se non è affatto una
buona cosa.
Termina anche questo e subito prendo ad esaminare il mio
braccio. Un pò più in alto del gomito si trova
una specie di braccialetto, è un
pentagramma su cui sono disegnate delle piccole note.
Ringrazio per la millesima volta Anthony, pago il lavoro ed
esco sorridente dal negozio coprendo con il maglione le bende che mi
fasciano
il braccio ed il polso.
Arrivata davanti alla
porta di casa, estraggo le chiavi dalla tasca della mia giacca in pelle
nera e
ne approfitto per controllare l’orario sul display del mio
cellulare. Sono le
due, ho fatto bene a fermarmi a comperare qualcosa da mangiare.
Dall’interno
dell’abitazione giunge uno strano silenzio, come se fossero
tutti addormentati.
Meglio, non si sa mai cosa può succedere lasciando quattro
ragazzi soli in
casa.
HOLAAAAA!!!!
*vipregononuccidetemi*
Allora,
non so con quale coraggio mi ripresento dopo più di due
mesi, ma ho una spiegazione:
a
luglio sono stata fuori con gli scout e a agosto non ho avuto il pc per
l'intero mese, a settembre poi
è
iniziata la scuola.
Comunque,
che ne pensate? Il capitolo precedente non ha ricevuto nemmeno una
recensione e solo 27 visite,
se
vi va di farmi sapere qualcosa su questo ve ne sarei grata.
Detto
questo, vado. Cercherò di aggiornare prima sia questa che le
altre due.
Grazie
a tutti quelli che sono arrivati fin qui, questo capitolo è
solo di passaggio, poi succederanno
nuove
cose!
Un
bacio a tutti :)