Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Moon eclipse    22/09/2013    3 recensioni
Ciao ragazziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Sono di nuovo io moon eclipse!
Allora vi ripropongo la storia che era stata cancellata... Ora l'ho aggiustata!
Si tratta della revisione della fic ad OC "La storia di tutta una vita!"
Qui reinserisco il prologo corretto e ho già in atto il secondo capitolo, solo che mi servono altri due ragazzi! Tutte coloro che mi hanno inviato prima gli OC (le ringrazio) partecipano, ma mi servono anche due ragazzi quindi fatevi sotto!
Se per un qualche oscuro motivo il calcio volesse essere distrutto da qualcuno, e solo i nostri Inazumiani in compagnia di pochi ragazzi potessero riportare l'rodine... voi cosa fareste?
Sperereste nella loro riuscita o stareste lì a vedere la distruzione più totale dello sport del nostro cuore? Non ci resta che scoprirlo!
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ma ciao ragazzi sono felice che mi seguite! Spero che i capitoli precedenti vi siano piaciuti i capitoli seguenti, dopo scherzi, un accenno alla morte, ora vorrei un po’ di romanticismo,  gli OC che mi avere dato non si metteranno insieme  almeno no per il momento. Vi lascio scoprire chi sono. Ciao!!!!!!!!!!!
 
 
Il giorno della luna rossa, un dì importante

Dopo la brutta mattinata del giorno precedente, tutta la nazione si svegliò alla solita ora; giravi la testa e ciò che vedevi era uguale alla mattina precedente. I soliti anziani del parchetto che davano da mangiare ai piccioni, le bancarelle che si facevano concorrenza, i bambini che gridavano felici… Ma lui non era felice, Mark non riusciva ad esserlo.
Solo perché un tizio con troppo potere in mano ha deciso di cancellare il calcio. Stava camminando immerso nei suoi pensieri cosi tanto, da non sentire la dolce voce di Nathan, che lo stava chiamando da quasi un quarto d’ora. Il velocista si avvicinò al ragazzo e lo fissò per qualche istante; poi si avvicinò e gli diede un bacino sulla guancia, cosa che fece riprendere il portiere da quella specie di stato catodico in cui era caduto; girò di scatto la testa e vide il responsabile. “Nathan!” Il castano aveva con una voce dolce nei riguardi dell’amico, e spontaneo nacque un sorriso.
“Che fai?” Una lieve velo di rossore imporporò le guance del capitano. Il velocista in tutta risposta con voce altrettanto dolce disse: “Niente, sto camminando con te per andare a scuola! E tu che fai? Sembri preoccupato.” A quella domanda al portiere spari quel tenero rossore che lo aveva accompagnato fino a pochi secondi fa e il suo volto s’incupì nuovamente assieme a quello dell’azzurro. “Capisco.”
I due continuarono il loro percorso nel silenzio totale e senza che se ne accorgessero si ritrovarono in un vicolo cieco. Appena Mark se ne accorse disse al compagno: “Nathan, guarda ci siamo infilati in un vicolo chiuso!”
“Mark, e da un po’ che ti volevo chiedere una cosa…” sul volto del velocista comparve un gran rossore. Il castano incuriosito lo spronò a continuare. “Su dimmi, cosa c’è?”
A quelle parole il ragazzo dai capelli azzurri con occhi chiusi si fiondò sulle carnose labbra del compagno, dando vita a un dolce bacio che ricambiò subito.
Dopo quel piccolo momento di intimità, il castano lasciò le sottili labbra del compagno. “E questo? Cosa vuole dire?”
Nathan lo rispose con uno sguardo basso “ Ecco… io… non so come dirtelo…” fece un piccolo sospiro. “TU MI PIACI, E PURE PARECCHIO!” Glielo disse tutto d’un fiato, anzi urlò, con il solito rossore sul volto e Mark fece un sorrisino, ma non proferì parola; non sapeva cosa dire. Nathan lo guardò in modo scioccato. “Lo sapevo, non dovevo farlo! Ora crederai che sia uno stupido!”. Dal sul volto scesero mille lacrime e stava per andarsene, se non che l’altro afferrò per il polso, e lo tirò a sè dando vita ad un nuovo appassionante bacio. Il velocista era confuso, non capiva che stesse accadendo.
“PERCHE’?” Il portiere gli sorrise e gli disse: “Ammiro moltissimo la tua sincerità! E… anche tu mi piaci, da impazzire!”. I due dopo la loro dichiarazione, se ne andarono a scuola, mano nella mano. Appena arrivati a scuola, videro vicino al campo da calcio delle enormi ruspe gialle giunte fin li per abbattere il campetto, ma Mark sorpreso che il compagno non lo bloccasse, anzi lo incoraggiasse a fermarli lui e tutto il club di calcio e addirittura i nuovi studenti si misero all’erta e li bloccarono in ogni modo. “NON ABBATTERETE QUESTO CAMPO!” rlò Mark.
 “Sparite di qui marmocchi!”
“Scordatevelo! Nessuno ci farà spostare!”Nikki pareva decisa e determinata a impedirglielo.
 “Troviamo un modo per bloccarli. Qualcosa riusciremo a fare!” Propose Caroline, che si guardava intorno con circospezione. Tutta la squadra aveva creato un blocco davanti all’ingrasso del campo, impedendo il passaggio delle gru. “Come dovremmo fare?” chiese Kou (il gemello di Ryu), abbastanza confuso.
 “Potremmo usare delle catene.” propose Yoru.
 “Scusa, che hai detto?”
“Ho detto catene Nikki.”
“Non ti sento, cavolo, alza la voce!””
“Catene! Ca-te-ne!” Il tono di voce di Yoru rimaneva comunque basso, per quanto tentasse di alzarlo. “ALZA LA VOCE!” All’unanime tutto il gruppetto glielo urlò contro, al che esasperato disse: “Al diavolo!” orse verso il suo zaino e ne estrasse diverse catene, sotto gli occhi straniti degli altri.
 “E quelle?!” Kou le indicò con fare accusatorio. “Volevo fare qualche scherzo, niente di che!” Stranamente quella frase la sentirono bene, rimanendo tanto scioccati quanto impauriti dal sorriso innocuo che manteneva sul volto. “Non fa nulla, leghiamoci ai pali delle porte e creiamo una catena che impedisca di passare alle gru!” Seguirono tutti gli ordini di Mark e, legatisi tra loro per i polsi, crearono un’enorme catena umana da un lato all’altro del campo, impedendo agli operai di fare quanto stabilito; tanto disse tanto fece Mark, che fu rimandata la distruzione del campo. Tutti erano soddisfatti del loro operato e decisero di andare a festeggiare. Mentre stavano camminando passarono vicino al porto e lì videro due gruppetti di cinque persone che si mischiavano l’ uno con l’altro: i ragazzi gridavano, da lontano non si capiva cosa facevano e cosi, incuriositi, s’avvicinarono e videro con loro grande gioia che stavano giocando a…
“CALCIO!” grido Mark felicissimo, e si buttò tra i ragazzi beccandosi una pallonata in faccia. In quel momento una ragazza vestita con un top giallo maculato di marrone, un pantalone a bassissima vite che faceva intravedere di che colore erano le mutandine, sempre giallo maculato di marrone, un capello nero con una scritta giallo e scarpe da ginnastica nere con dei decori gialli s’avvicinò e disse con tono di rimprovero verso Mark: “Ma che diamine vuoi? Per colpa tua abbiamo perso un goal!”. Nessuno riconobbe quella voce, perché nessuno l’aveva mai sentita, tranne Axel che disse: “Ti chiedo scusa per il comportamento del mio amico! Ma scusa la domanda noi ci conosciamo??” a quella domanda ragazza si ritrasse.


BRAVI, AVETE CAPITO DI CHI STO PARLANDO!
… … …
MA COME NO?!?!? SI CAPISCE! ELENA STA PARLANDO!
… … …
BUON GIORNO!



Axel, non vedendo bene il volto di chi stava parlando per via del cappello, lo levò e vide che la ragazza con cui stavano parlando era…
“ELENA!” Dissero tutti in coro. A quel punto intervennero le compagne, che si misero davanti a lei a mo’ di scudo dicendo: “Che volete dal nostro capitano?”
“CAPITANO???”. Gridò sorpreso Mark. A quel punto Elena ruggì verso i compagni di scuola con un fare minaccioso. “Che volete? Chi vi manda? E stato mio padre non è cosi? Quanto vi ha pagato? Cosa via promesso?” Subito Shawn rispose con tono dolce e gentile. “Siamo venuti per caso! Non ci manda nessuno! E poi nessuno conosce tue padre! Questo fa capire direttamente che le altre risposte sono negative!” Accompagnando il tutto con un sorriso. lena prese il pallone e in quel momento si sentirono delle sirene in lontananza, sempre più vicine.
 “Gli sbirri! Presto scappate! A riparo!” In pochi secondi la squadra della ragazza sparì ed Elena vedendo che quel gruppo non scappava e che gli sbirri si stavano avvicinando sempre più, corse da loro, prese la mano di Axel e gridò rivolto al resto del gruppo con voce allarmata “Scappiamo! Sparpagliatevi!”
In me che non si dica il gruppo si divise in coppie e scomparve. Subito dopo arrivarono gli sbirri a perlustrare la situazione; se ne stavo per andare, ma uno vide un pallone e disse: “Guarda una palla: non se ne sono andati, sono ancora qui! Cerchiamoli!” Si misero alla ricerca e ad un tratto videro qualcosa muoversi, dirigendosi in quel punto. “Oh no! Ci hanno visti!” Axel un po’ preoccupato disse: “Che facciamo Elena?”
“Non, lo so!” S’avvicinarono al loro nascondiglio e uno sbirro stava per levare un foglio di metallo: il tempo era alle strette. “So come posso farlo sviare, ma ho bisogno del tuo consenso!”
“Ok, fai tutto ciò che ti viene in mente, basta che lo fai andare via!” Axel non se lo fece ripetere e la baciò appena il poliziotto levò il foglio di metallo; vedendo i due che si baciavano divenne tutto rosso, richiuse delicatamente il foglio e se ne andò via. Appena non sentirono più i passi i due subito si staccarono immediatamente; Elena arrossita vivamente sulle guance disse: “Ma che ti è saltato per la mente?!”
“Ti ho salvato le penne! E tu mi ha dato il consenso di fare qualsiasi cosa, bastava che se ne andasse!” Lei abbasso lo sguardo e il puntaspilli sorrise. “Forza possiamo andare, se ne sono andati!” Lei annui e anche gli altri la scamparono. Dopo pochi minuti tutti si ritrovarono nella piazza e una volta che tutti in gli Inazumiani si ritrovarono iniziarono una caterva di domande, tra cui “Che ci fanno qui gli sbirri?” o “Che vogliono da voi? E come vi chiamate?” e anche “E cosa fate qui? Come si chiama il vostro sport?” Così il portiere della squadra, affiancando Elena, affermò onorata: “Ci chiamiamo le Jiaguar! Gli sbirri vengono tutte le volte per cercare di catturarci!” S’aggiunse un'altra ragazza, che affermò divertita: “Ma non succede mai! Siamo venuti a giocare una partita con i Serpenti, comunque il nostro sport si chiama Palla a strada! Si tratta di un antenato del calcio!”
A quelle parole a Mark s’illuminarono gli occhi e disse: “Vi va di fare una partita con noi?” Tutta la squadra sorrise, tranne Elena che con tono serio rifiutò. “Spiacente è troppo pericoloso potrebbero ritornare! Facciamo domani nella fabbrica abbandonata alle 5 del pomeriggio, dopo la scuola. Prendi cinque componenti della tua squadra e due per riserva!” Detto questo le Jiaguar se ne andarono via, lasciando esultare Mark e tutto il resto del gruppo.

Giunta la notte inoltrata, verso le due del mattino, nel celo brillava una luna di un insolito color rosso sangue. L’unica persona che stava per strada era Yoru, intento a godersi quello spettacolo un po’ lugubre. Dopo una ventina di minuti, come attratto da quella vista, venne avvolto da un impercettibile fascio di luce bianca, che subito s’interruppe dopo pochi secondi. Era andato nel mezzo della strada, Yoru, senza accorgersene, come ipnotizzato dalla luna. In quel momento per strada stava passando un camion da alta velocità, e lui stava proprio sulla corsia del mezzo: il suono del clacson lo riscosse, ma fece in tempo solo a voltarsi che se lo trovò a pochi centimetri di distanza. Stava per essere investito, quando improvvisamente il ragazzo si fuse col cemento diventando parte della strada e, appena passato il camion, ritornò umano in piedi nel mezzo della strada tutto sano. Non aveva idea di cosa fosse appena successo.

 ANGOLO DELLA  PAZZA SCRITICE:

Ciao! A tutti voi che mi seguite, sempre se lo fate, lo so questo capitolo è un po’ più lunghino bel precedente, ma quando si stratta sull’AMORE non mi so contenere, scusate la mia mente vi avrà fatto un po’ rimbambire, ma mi piace scrivere storie piccole medie e grandi, Non sono normale lo so lo dicono tutti. Penso, credo, spero, vivamente che vi sia piaciuto il fidanzamento di Mark e Nathan non sono un amore? Lo so dopo molte tempo di riflessione cioè due secondi ho deciso che  SONO GAY! Ooh… che volete stanno bene insieme. Beh… dopo questa dichiarazione, NON DI FIDANZAMENTO! Io vado ci si sente al prossimo capitolo che non ho ancora scelto come al solito, ma non importa alla prossima, io vado!!
Ciao vostra MOON-CHAN!!
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Moon eclipse