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Autore: ashtonsdimples    22/09/2013    6 recensioni
Quando due cuori sono fatti per battere all'unisono, devono farlo e basta, lasciando perdere il passato, il presente od il futuro. Devono amarsi sempre, come se ogni giorno fosse l'ultimo.
Corinne aveva bisogno del suo cuore, ma ormai era troppo tardi: lui gliel'aveva strappato dal petto senza pietà, e l'aveva portato via con sè, dentro quella saga, dentro quella storia.
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Questa è la mia seconda fan fiction sui 5sos, e spero veramente che possa piacervi.
In questa ff la saga di Harry Potter dà un senso alla storia, per cui se siete Potterheads, dovrebbe interessarvi.
Un bacione.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco, questo è il secondo capitolo.
Come al solito questo non è lo spazio autrice, questo si trova in fondo alla pagina.
Vi consiglio di ascoltare "Kiss me" di Ed Sheeran, canzone che, personalmente, amo
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Chapter one.

  - Ron?



L’androne e le varie aule erano piene zeppe di schiamazzi, urla e commenti sul suo ritorno, così tanti che pensò le stesse per scoppiare la testa dal troppo rumore e dalle troppe attenzioni.
Prima di mettere nuovamente piede dentro quel liceo ripercorse con la mente tutti i bei momenti lì passati, ed un sorriso timido le si formò in viso. Era tutto come l’aveva lasciato: la spontaneità delle persone, il calore e l’umore euforico non erano assolutamente cambiati.
Le sembrava tutto così familiare, lì dentro. Si sentiva a casa, in pace con sé stessa. Inspirò profondamente ed entrò, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro stampato in viso. Entrò con disinvoltura e sicurezza, nemmeno lei seppe se fossero emozioni vere o finte, ma comunque provò ad essere ricca di buon umore.
Vide Darcy, la cronista della famosa radio scolastica e Cam, il suo ragazzo, che le dava sempre una mano con il suo lavoro, fianco a fianco.
Spostò lo sguardo verso la mensa e vide la signora Brams iniziare a predisporre i piatti ed i tovaglioli nei tavoli.
Quella scuola era veramente molto grande, divisa in diversi piani. I colori erano il suo forte, infatti ogni stanza era pitturata con un colore differente. I
l Preside della scuola, sebbene potesse sembrare molto severo, era socievole con gli studenti e cercava sempre di farli ragionare, o di salvarli da sospensioni causate da ragazzate. Ricordò perfettamente i casini in cui lei si cacciava, e quante volte il Preside Soulver l’avesse salvata.
D’altronde, era tutta colpa di quella testa di rapa, che non le dava mai ascolto.
Proseguì il giro, andando nell’aula di biologia, tutta colorata di verde. Le vetrine presenti contenevano rane pronte per essere sezionate e vari utensili per le operazioni, modelli di vulcani e via dicendo.
Successivamente c’era l’aula di chimica, dipinta di un giallo canarino, profondamente acceso. I banchi erano uniti per tre, e i trii in genere li sceglievano gli studenti, a meno che non facessero troppo baccano: allora la McGunnon, l’insegnante di chimica, li separava all’istante.
Era la professoressa più severa dell’intero istituto, e alla sua ora non volava mai una mosca. Non era così per l’insegnate di musica, che non si faceva rispettare da nessuno, nemmeno dai secchioni.
Subito dopo entrò in palestra, e la tristezza non mancò ad accentuarsi nel suo volto.
Sospirò, ed uscì dalla stanza completamente grigia. Evitò gli spogliatoi, perché pensò che sarebbe potuta scoppiare a piangere da un momento all’altro.
Si diresse verso la segreteria, quella dipinta di un rosso carminio, dove la signorina Smith le consegnò l’orario dopo averle dato un caloroso bentornato.
Era popolare in quella scuola per i corsi di danza, di cui era la più brava, e poi anche per via della sua compagnia. Insieme a Lui era decisamente popolare nella scuola. Controllò le varie lezioni e diresse verso l’aula di recitazione, colorata di un rosa pastello.
Si guardò intorno, sentendo lo sguardo dei curiosi corroderle la pelle, e facendola arrossire. Quello sarebbe stato il suo mondo, avrebbe dovuto rivivere mille esperienze emozionanti dentro quella scuola.
Tornata da Los Angeles, avrebbe dovuto combattere con il proprio passato, avrebbe dovuto rivivere dei momenti speciali, avrebbe dovuto semplicemente essere Corrine Granger, la ragazza pazza che viveva nel mondo dei maghi insieme a quelli che erano i suoi migliori amici. Si sedette nel suo banco, e guardò al suo fianco.
Era vuoto, nudo.
Pensò che potesse sentire i brividi di freddo contorcerlo un poco, e vedere il colore del legno che si mutava in una tristezza contagiosa. Quel posto non era mai vuoto, quando c’era lei. Era il suo quarto anno, i volti erano famigliari e lei si sentiva tranquilla e un poco più sicura.
Darcy entrò lasciando un caloroso “bentornato” a tutti gli alunni, ma soprattutto a lei, mettendola leggermente in soggezione. Non ci diede caso e sorrise, come faceva sempre.
Pensò che quell’anno sarebbe stato abbastanza difficile.
Alla fin fine non aveva profonde amicizie, doveva affrontarne nuove senza cadere in tranelli o in prese in giro, e doveva stare molto attenta a tutto ciò che la circondava. Conosceva quell’edificio quasi quanto sé stessa, ma poteva sempre aspettarsi chissà quali grandi cose.
Camille, una ragazza del terzo anno, aveva sbagliato aula, ed era entrata per sbaglio in quella di recitazione convinta fosse quella di danza. Tutti risero vedendola imbarazzata, persino lei stessa.
Chiese scusa, salutò velocemente Corinne e uscì strattonando pesantemente la borsa.
Tutti scambiavano sempre una parola con Cori – così tutti la chiamavano – perché la trovavano una ragazza solare e piacevole. Era molto conosciuta soprattutto da quel punto di vista.
D’un tratto, il professor Cooper entrò in classe sbattendo con forza la cartella piena di foglietti svolazzanti di qua e di là sulla cattedra. Sbuffò, per poi salutare gli alunni.
«Buongiorno ragazzi, oggi inizieremo recitando delle battute semplici ma ricche di significato, scelgo qualcosa di classico sulla letteratura ingl.. Oh, ma guarda un po’!» disse, guardando animatamente la “nuova arrivata”.
«Chi non muore si rivede, vero, signorina Granger?» le chiese, sorridendole. Corinne annuì, ricambiando il saluto del professore.
«Sei andata a fare un giro a Diagon Alley e sei tornata, cara? Ti sei divertita?» la prese un po’ in giro.
Tutti in quella scuola sapevano che lei era molto più che appassionata della saga di “Harry Potter”.
Aveva addirittura il cognome di Hermione, la famosa maghetta!
Arrossì a quella frase, e il cuore le sobbalzo. Lei aveva un suo trio, proprio come quello di Harry, Ron ed Hermione. Ma dov’erano quei due, adesso? Inghiottì rumorosamente, amareggiata, ma si sforzò di sorridere ancora più visibilmente.
«E’ stato molto entusiasmante, grazie, professore. Sa, mi sono permessa di portarle delle cioccorane, sono sempre squisite» ci scherzò su, lei, senza far notare quanto la nostalgia si stesse impossessando del suo cervello, in quel momento.
Sentì le lacrime incominciare a pizzicarle gli occhi, ma inghiottì ancor più forte tanto da far girare molte persone verso la sua parte, arrossire imbarazzata a quelle attenzioni e sospirare profondamente.
Si spostarono ed andarono nell’aula del palco, dipinta di un blu notte. Lì provarono delle battute di Shakespeare, si cimentarono in ogni atteggiamento e in sguardi ricchi di passione l’uno con l’altro.
Quell’ora passò molto velocemente, sapeva bene che durante i primi giorni il professore non li caricava, per cui era tranquilla.
Si diresse verso il suo armadietto, cercando la lettera “G”, del suo cognome, tra i vari corridoi. Arrivata, sistemò parte della sua roba e scelse dei quaderni a caso per l’ora di matematica, in cui per la maggior parte delle volte non stava mai attenta perché leggeva i libri della sua saga preferita. Per l’appunto, scelse dalla sua pila poggiata nel ripiano superiore dell’armadietto “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”, posizionandolo sotto il braccio sinistro, e tenendolo ben stretto, come se fosse un tesoro.
Andò nell’aula e si posizionò nell’ultima fila di banchi. Davanti a lei vide Darcy all’opera insieme a Cam, girovagando per internet su alcuni scoop interessanti da raccontare alla scuola.
Si girarono verso di lei e le chiesero come stesse andando.
«Oh, benone, grazie tante» rispose lei, sempre più sorridente.
La professoressa Vins si avvicinò zoppicando alla cattedra, il cardigan stretto nelle spalle e la gonna che le arrivava alle caviglie: era sempre uguale, quella donna. I capelli erano raccolti saldamente in uno chignon, che le fece ricordare vagamente la professoressa McGrannit.
Sorrise a quel pensiero.
Si nascose bene tra i due piccioncini, e appena vide che la professoressa aprì il libro ed iniziò a spiegare lei prese il suo tesoro e si cimentò a leggerlo, perdendosi in ogni aggettivo e descrizione ben fatta. Amava quella saga più della sua stessa vita. Era il suo rifugio, il suo modo di esprimersi.
Era tutto ciò che poteva capirla. Amò talmente tanto la scrittrice che quando la incontrò si mise a piangere, ringraziandola a più non posso. Si, Corinne incontrò colei che chiamava:”zia Row”, ovvero Joanne Kathleen Rowling. Pensò per un momento a quel ricordo, e le si appannarono gli occhi.
Sorrise, continuando a perdersi tra le pagine di quel libro, fino a quando fu interrotta da un tonfo sordo: la porta si era aperta di scatto.
«Scusi tanto professoressa, ho cercato di arrivare puntuale ma il cane di Ashton Irwin mi ha inseguito per tutto il viale. Io gliel’ho sempre detto di tenerlo dentro casa la mattina, ma quello stupido del mio migliore amico non mi ascolta mai. La prego prof, mi faccia assistere alla lezione» disse il ragazzo nella porta, con il respiro affannato e la pelle più scura di come Corinne la ricordava.
Occhi a mandorla, capelli alzati dolcemente in una cresta nera, carnagione decisamente scura: si, era sicuramente lui, era l’Harry della banda. Lui era Calum, Calum Hood.
Cori sentì un colpo al cuore, in quel momento. La salivazione era sparita di punto in bianco dalla sua bocca, come per magia.
Sentì il cuore accelerare.
Voleva essere in ogni luogo di quel mondo, anche di quello magico, ma non in quella classe, non in quel momento.
«Signor Hood, cosa devo fare con lei? Mi auguro che il signor Irwin sia in un altro corso, in questo momento» disse la professoressa, alzando gli occhi al cielo dopo aver sentito la serie di scuse pronunciate dal ragazzo ansimante nella porta.
Acconsentì a lasciarlo entrare, segnandoli il ritardo. Lui prese posto in una fila davanti. Corinne non potè non notare il bracciale che si erano regalati lei, lui ed Ashton quando erano bambini: il bracciale con lo stemma dei doni della morte.
Tutti e tre erano dei grandissimi fan della saga di Harry Potter, e loro tre formavano un trio simile a quello presente nei libri, o almeno, tutti li definivano così.
Sorrise alla vista del bracciale, era come se il suo cuore avesse fatto un tuffo di dieci metri senza farsi un graffio.
Aveva trovato Harry, ed era felice di vederlo.
L’unico vero problema, in quel momento, era Ron.
Il suo, Ron.  




Spazio autrice:
ed eccomi, con il primo capitolo di questa nuova fan fiction.
Come avrete ben capito sono una Potterhead e, si, amo tantissimo quella saga. Non so da come l'idea di creare un'amicizia che c'entri con i tre maghetti protagonisti mi sia passata per la testa, sinceramente. Spero comunque, che amiate la saga o meno, che vi piaccia.
Ovviamente penserete che il prologo non c'entra niente con il primo capitolo ma, appunto: era solo il primo capitolo! Lungo andare avrete delle sorprese; degli avventimenti si plasmeranno a poco a poco e vi mostreranno come stanno realmente le cose.
In questo capitolo troviamo Corinne Granger - la protagonista che "casualmente" ha il cognome uguale a quello di Hermione - ritorna alla sua vecchia scuola, che si trova a Sydney. Qui durante le prime lezioni incontra Calum, il presunto "Harry" della sua compagnia.
Per coloro che leggono la fan fiction:Sunshine, si chiederanno: "
ma perchè questa stupida fa incontrare alla protagonista sempre Calum, per primo?". Bè, questa volta non l'ho fatto di proposito, anzi. Vedrete bene cosa succede.
Spero che vi piaccia e di trovare parecchie recensioni,
scusate se ci sono errori, un bacione.
Se avete spoiler o qualsiasi cosa da chiedermi, sono
@hemmosdiary su twitter.
  
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