Mi avevano scoperta e adesso mi stavano inseguendo almeno in dieci.
Portavo con me i più importanti piani del mio gruppo, e se li avessero trovati potevamo anche andare a cogliere cavolfiori in mezzo all'oceano.
Entrai in uno di quei tunnel-scivolo che servivano da strade più veloci, ma che spesso erano stati modificati da noi ribelli. Questo aveva una botola sul soffitto circa a metà; io pensavo i poterci nascondere i piani e, se mi fosse bastato il tempo, anche di scappare. Se ci fossi riuscita sarei stata in salvo, perché loro non sapevano dell'esistenza della botola.
Arrivai, riuscii a fermarmi, sollevai la botola e vi nascosi i piani, ma sentii arrivare il mio inseguitore e dovetti chiudere la botola e rinunciare a quella fuga. Non avrei mai fatto in tempo, infatti, a scappare: mi avrebbero vista, catturata e avrebbero scoperto i piani e il passaggio.
Continuai dunque a scendere per il tunnel. Sentivo arrivare il mio inseguitore: stranamente era solo uno. Probabilmente mi stavano preparando una trappola, ed io non potevo farci niente.
Uscii dal tunnel, il mio inseguitore mi saltò improvvisamente alle spalle e un altro, che mi attendeva all'uscita, mi piombò addosso. Lottai con tutte le mie forze, riuscii a liberarmi dai due aggressori e saltai di nuovo nel tunnel, risalendolo faticosamente. Raggiunsi nuovamente la botola, l'aprii con le mani tremanti e, proprio mentre stavo per uscire, arrivò lui.