"La forza di
una donna la si misura
dalla sua debolezza:
più è debole e più è
forte."
{KibaHina}
Era in
corso la festa per la promozione dei Jonin dell'anno in corso.
Nessuno
conosceva come gli anziani eleggessero i Ninja degni a raggiungere quel rango,
così ogni anno puntualmente qualcuno si ritrovava una gradita sorpresa... o non
se la ritrovava.
Ino e Tenten erano state promosse, mentre Sakura era già
Jonin dall'anno prima. Le tre ragazze stavano festeggiando, allegre di imboccare
una nuova fase della loro vita, decisamente più spericolata e movimentata della
loro ormai trascorsa fanciullezza.
Qualcuno, in disparte, si domandava con
quali criteri eseguissero quelle discutibili scelte.
Non che non volesse bene
alle sue compagne, solo che riteneva di aver fatto molto più di Ino o Tenten,
che avevano trascorso ogni missione affidata loro a urlare, farsi salvare e
sporadicamente curare qualche ferito.
Lei aveva fatto uno sforzo immane per
tirare fuori quel coraggio in lei a lungo assopito. Lei aveva dimostrato di
essere degna dello stimato rango di Jonin.
«Rincoglioniti»
Si spaventò
quando udì questa parola sussurrata da una figura in fuga dal luogo in cui gli
eletti stavano esultando. Si voltò: era Kiba.
Probabilmente, anche lui non
aveva ricevuto la tanto attesa promozione. E, come lui, nemmeno Shino.
Il suo
team era come non esistesse: li caricavano come asini, gli affibbiavano le
missioni più dure, ma poi quando arrivava il momento di ricompensarli, si
dissolvevano.
Lo inseguì. Se lei c'era rimasta male, Kiba doveva essere
affranto.
«Kiba-kun... aspetta»
Il ragazzo si girò. Era visibilmente
seccato e la sua delusione sul suo viso era palpabile.
«Cosa c'è?» domandò,
senza impedirsi di lasciar trasparire tale irritazione.
Hinata si fermò. Non
le piaceva infierire, ma non poteva nemmeno rimanere con le mani in mano.
«Mi
dispiace» sussurrò. «Vedrai, prima o poi capiranno che anche noi
valiamo»
«Hinata, ma non capisci?! Hanno promosso Tenten, ti rendi conto,
Tenten!! Quella ragazza non ha mai combinato nulla di buono nella sua vita!! Noi
che ci siamo rotti il culo tutta la vita siamo ancora miseri Chuunin mentre lei
può accaparrarsi missioni di livello A e S e sbandierare la sua gloria ai
quattro venti!!» urlò, preso dalla collera, afferrando la ragazza per le spalle
e strattonandola con poca delicatezza.
Hinata gli lasciò fare: seppur un po'
scossa, poteva capirlo bene e comprendeva che dovesse in qualche modo
sfogarsi.
«Il grado di Jonin è solo un nome, Kiba» continuò, con voce calma e
comprensiva. «Noi siamo dei grandi Ninja. Che siamo Chuunin, Jonin o Genin non
importa: abbiamo fatto grandi cose e continueremo a farne. Il nostro Villaggio
ha bisogno di noi, e seppur in modo più limitato rispetto ad altri continueremo
a servirlo»
Kiba liberò le sue spalle. Abbassò lo sguardo, inspirando
profondamente, e si voltò verso un punto imprecisato del paesaggio.
«Lo so
che siamo quel che siamo. Solo che però...» «Kiba» lo fermò lei, dolcemente,
prima che potesse infierire ulteriormente, «se continui a paragonarti agli altri
è ovvio che rimarrai sempre deluso. Qualsiasi cosa noi facciamo, ci sarà sempre
qualcuno che la farà meglio di noi, in ogni caso»
Il ragazzo la guardò.
Akamaru, tranquillo ai suoi piedi, guaì in direzione della giovane, che lo
guardò affettuosa. «Visto? Anche Akamaru è d'accordo con me»
Kiba si chinò
per accarezzare il suo fedele cagnolino. «Tranquillo, amico... noi siamo dei
grandi, solo che quei rimbambiti ancora non se ne sono accorti» disse allegro,
passandogli vivacemente le mani sulla testa.
Poi, i pensieri del giovane
Inuzuka passarono alla compagna. Lui non era sicuramente l'unico a non essere
stato promosso, e, da come lei si atteggiava, sembrava che invece ci fosse
riuscita. Ma le sue parole dicevano il contrario...
Era evidente che anche
lei non era stata promossa, ma non voleva dare a vedere quanto ci fosse rimasta
male. Ecco, era il solito egoista: stava sempre a struggersi per sè stesso,
senza mai chiedersi come stessero gli altri.
Si rialzò e abbracciò l'amica,
stretta stretta. «Sei una sciocchina, lo sai?»
Hinata avvampò; le braccia le
mancarono e non riuscì a ricambiare il gesto affettuoso. Kiba si staccò e
abbassò il viso quel che bastava per guardarla dritta negli occhi. Sorrideva,
sereno. «Guarda che lo so che anche tu andresti volentieri a rivoltargli le
sottane e mostrare i loro mutandoni per tutta Konoha...»
La ragazza scoppiò
in un divertito risolino. «Kiba... come puoi pensare tali atrocità!»
«Come
no?! E tu a cosa pensavi, allora??» «Veramente, pensavo a esporli, i loro
mutandoni... ma la tua idea è anche migliore» ridacchiò, anche se un'idea del
genere non le sarebbe mai nemmeno passata per l'anticamera del cervello.
Kiba
la prese a braccetto e cominciò ad ululare in giro, usando una mano ad imbuto
«Avete sentito, rimbambiti che decidete chi deve diventare Jonin e chi no?!
Sappiamo chi siete, sappiamo dove trovarvi, e i vostri mutandoni sono in
pericolo, muahmuah!!!»
Hinata si liberò dalla stretta e finse di non
conoscerlo, volgendosi dall'altra parte e fischiettando. Kiba brontolò offeso
«Che c'è, vuoi farmi accaparrare la gloria tutto da solo?!»
La abbracciò da
dietro, posando il mento sulla sua testolina corvina. Hinata, oltre a sentirsi
una gnoma in suo confronto, arrossì nuovamente, ma lo diede meno a
vedere.
Kiba rimase qualche secondo in silenzio, contemplando quel paesaggio
che solo dalla testolina di Hinata aveva di Konoha.
«Sai, devo ammettere che
da quando ci conosciamo siamo cambiati un sacco... ma se c'è una cosa che ho
imparato, è mai giudicare un libro dalla copertina»
Hinata alzò piano la
testa, facendola alzare di riflesso anche al ragazzo dietro di lei. «E come
mai?»
«Ho scoperto che le persone fragili in realtà sono forti... e quelle
forti in realtà fragili. Alla fine, le une hanno bisogno delle altre, in ogni
occasione... e sono complementari proprio perchè si rispecchiano a vicenda, e
insieme ognuno completa ciò che nell'altro manca»
Hinata non disse nulla. Le
sembrava strano un ragionamento del genere da un ragazzo come lui... ma in fondo
aveva ragione: Kiba era forte ma in realtà aveva bisogno di protezione... e lei
aveva bisogno di donarne.
"La forza di
una donna la si misura
dalla sua debolezza:
più è debole e più è
forte."
NDA: Stavolta è venuto un capitolo corto, ma come
vedere il lasso di tempo è molto breve ^^'
Dedico questo capitolo a
Bea alias HopeToSave che mi ha chiesto questa coppia quando già
l'avevo decisa!! Complimenti per la telepatia ^O^
Ringrazio
per le rece bambi88, muppello, stefy90, lilithkyubi, HopeToSave,
vimar, Lily_90 e Talpina Pensierosa! *_*
Prossimo
proverbio: "La donna ha
un istinto materno e un istinto infantile, ma non ha l’istinto della moglie. Il
suo istinto di moglie è dato dalla combinazione del suo istinto materno e
infantile".
Un po' lungo come proverbio
vero? o.o" Però a me è piaciuto, e poi rispecchia una certa persona ^,^
Un
bazo!! Niraw^^