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Autore: Frecchan    25/03/2008    5 recensioni
Quando la mente di Light non regge più a tutti quegli omicidi, lo porta a riflettere sul passato... Anche per Kira, Elle forse non era così cattivo... E il suo nome...l'avrebbe voluto sapere.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Ryuuk
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Un sogno come altri - death note- cap2

*//Ecco il secondo capitolo!!! È arrivato presto perché mi ha appassionato, esattamente come il manga… Continuate a commentare vi prego!!! Anche se sono commenti negativi, non ha importanza (ora non mettetevi a tirarmi dietro pomodori però!^^)…L’importante è che siano critiche costruttive che mi aiutino a migliorare!!

 

Vi avverto le mie sono sempre storie riflessive!!!! Chu-chu >w

 

 

Un Sogno come altri…

 

 

Tante volte Light, da quando aveva preso in mano il Death Note, aveva riflettuto su sogni nel cassetto che possedeva da adolescente.

Qualche anno prima, non si poteva dire che era un ragazzo infelice: era bello, piaceva alle ragazze, molto bravo a scuola, una famiglia sufficientemente ricca che lo viziava ed era pieno di amici.

Non che fosse entusiasta: probabilmente dalla vita aveva tutto, il necessario e anche il superfluo… ma non l’indispensabile.

Lui non desiderava né tollerava la mediocrità.

Era una cosa troppo comune e monotona da accettare.

Voleva cambiare il mondo, far pronunciare alla gente più lontana il suo nome, diventare un qualcuno. E con le sue potenzialità poteva realizzare questo sogno, in effetti…Lo poteva fare. Anzi, lo doveva fare.

Fin dalle medie era cresciuto con questa mentalità; mai una volta aveva considerato l’opzione di vivere come una persona comune, con gli alti e bassi di un normale uomo.

No. Lui voleva di più.

Dopo anni da questi ragionamenti, e una vita completamente sconvolta dall’arrivo di quel quaderno, tornava a pensare di quanto ingenuo fosse da ragazzino.

Desiderare il potere era forse stata la cosa più stupida o crudele fatta in vita sua.

Ora aveva realizzato il suo sogno: di giorno un uomo stimato e apprezzato da tutti, con un lavoro da poliziotto alterno al ruolo dell’investigatore più importante dell’intero pianeta; di notte, invece, un giustiziere invincibile che eliminava la feccia dal mondo.

Cosa si poteva desiderare di più?

Aveva tutti ai suoi piedi, nessuno poteva ostacolarlo…

Anche l’unico che fosse stato degno del nome “nemico” era morto, grazie a lui.

Ma, nonostante ciò, anche se aveva tutto e anche di più, era ben lontano dalla parola felicità.

Per esperienza, in quegli anni di strazio, aveva provato che la felicità non era nel potere e nel terrore… addirittura, la sua felicità si poteva trovare in una villetta di campagna a coltivare patate, invece che stare a Tokyo e distruggere vite per degli ideali che, alcune volte, inorridivano sé stesso.

In certi momenti si domandava se avrebbe mai conosciuto cos’era l’amore.

Di certo, quello che provava per Misa non era amore… la usava e basta, solo per convenienza. L’avrebbe anche sposata, se glielo avesse chiesto; ma non certo perché sperava che un giorno si sarebbe innamorato.

A questo punto, non gliene fregava più niente dell’amore.

Però sarebbe stato bello scoprire cosa fosse, perché piacesse tanto alla gente…

Ormai, andando avanti di questo passo, sarebbe stato destinato a sprecare i suoi anni migliori in quell’assurdo progetto di diventare padrone del mondo, senza provare neanche più una delle piccole gioie che spettano ad ogni normale persona, e trascorrendo soltanto una vita miserabile e vuota, metà in luce e metà in ombra.

E poi, aveva paura di morire.

Se le ricordava bene le parole di Ryuk quando si erano incontrati la prima volta: “Per chi usa il Death Note non esiste né paradiso né inferno.”

E lui avrebbe fatto una fine che solo ad un uomo cattivo, quasi crudele come lui spettava.

Ormai sperava sempre più spesso di poter avere una vita normale, anche mediocre, pur di rientrare in possesso di un piccolo frammento di felicità… eppure sapeva che ciò era impossibile. Le scelte di un ragazzino viziato lo avevano portato, all’età di appena 20 anni, a rimpiangere della propria vita.

Era una cosa giusta?

Ma dopo ogni indecisione passava, volava via; lui apriva gli occhi, si alzava dal letto e tornava al lavoro, il piccolo quadernetto nero infilato nella 24 ore.

Appariva a tutti un uomo deciso e distaccato, eppure nessuno sapeva un briciolo di verità di lui. Non solo nascondeva un segreto tanto oscuro quanto terrificante, nell’essere Kira, ma in più celava dietro il suo sguardo gelido anche un’insicurezza terribile, che lo divorava giorno dopo giorno, riducendolo senza forze ne combattività.

E, per colpa della pericolosa attrazione di un bambino nei confronti del potere, ora, trascorrere la propria vecchiaia in una villetta in campagna a coltivar patate era diventato il sogno irrealizzabile.

  
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