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Autore: ImBritIrish    23/09/2013    0 recensioni
Serie di omicidi che porta la nostra protagonista, agente dell'FBI a lavorare con i migliori agenti su piazza. Ma succederà qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata.
Genere: Drammatico, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pov America.

Non so perchè ero andata in ufficio e averlo abbracciato.
Eravamo stati in silenzio per tutto il tempo, fin quando il suo pianto smise di essere isterico. Fin quando le sue lacrime smisero di scendere lungo le guance arrosate. 
Mi dispiaceva vederlo cosi, mi distruggeva, ma non potevo fare molto. 
E appena la ragione ha iniziato a funzionare, e ho capito che era un grosso errore stare lì, con lui, da soli, mi sono alzata di scatto e sono scappata, letteralmente, via. Facendolo guardare nel vuoto da solo, cercando di fargli capire da solo del perchè io fossi fuggita via senza una vera e propria spiegazione. 
Sono passati due giorni da allora e ogni volta che ci vediamo o parliamo non tocchiamo mai questo argomento. 
Hope è a casa, per riposarsi quest'ultimo pomeriggio, poi saremo state pronte per partire.
Il passato non avrebbe più interferito. Avrei potuto finalmente vivere la vita senza la costante ansia di qualche ritorno non voluto. E dovrei sentirmi bene, no? Dovrei sentirmi sollevata, felice. Ma no, non è cosi. Mi sento un vuoto dentro, un qualcosa partire dal centro del petto e poi espandersi lungo tutto il resto del corpo. E non ne capisco il motivo. 
E' tutto finito,  è finalmente tutto finito. Dopo anni di sofferenza posso stare tranquilla. 
E invece..

-Mamma la mia valigia è pronta.- Disse con rammarico. 

Aveva provato fino a dieci minuti prima di convincermi a restare. Ma non potevo restare ancora lì. Non potevo. O meglio non volevo. Troppi ricordi. Troppe persone. Troppe risate e pianti, qui. Non potevo starci un minuto di più. E poi gliel'avevo sempre detto di non affezionarsi a nessuno perchè ce ne saremmo andate, non è di certo colpa mia se lei ora aveva degli amici, un fidanzato e qualcuno che si prendeva cura di lei, oltre me. 
Ma lei mi aveva capito e non aveva continuato ad insistere dopo le cento volte, fortunatamente. 
Ecco di nuovo il dolore al petto. 

-Mamma mi hai sentita?-
-Si.- Dissi nervosa.
-Ok.- Rispose con freddezza. 

Mamma dai restiamo, ri-iniziamo da qui. Tutto di nuovo d'accapo, senza altri problemi. Ti prego, mamma. 
Questa frase usò per chiedermi o meglio per implorarmi di restare. 
L'ho accontentata sempre, in ogni cosa che facevamo o che voleva, ma su questa cosa, proprio non potevo. 
Caricai anche l'ultima valigia in macchina e quando mi voltai mi ritrovai il sorriso triste di Harry. 

-Mi mancherai tanto.- Aprì le braccia per poi stringermi e farmi affondare la testa nel suo petto.
-Mi mancherai anche tu.- Dissi sul suo petto. 


Ancora non mi capacitavo del fatto che quattro perfetti estranei erano diventati importanti per me. Ma neanche loro mi avrebbero fermato. Avevo deciso che dovevo andare via, lasciandomi tutto alle spalle. Lasciandomi loro alle spalle. E lasciandomi anche lui alle spalle, ancora, come l'ultima volta. Solo che questa volta mi sentivo peggio. Perchè questo non era un'arrivederci, questo era un'addio bello e buono. Però cosi nessuno dei due avrebbe sofferto. Lui avrebbe trovato qualcuna da amare, da chiamare 'piccola', qualcuna con cui fare l'amore. 
Di nuovo quel dolore al petto.

-Hope dobbiamo partire, sali in macchina!- Urlo da fuori casa. 

I ragazzi sono tutti lì, messi uno affianco all'altro in attesa del loro turno per salutarmi. Ne avevo vissuti tanti di addii, di arrivederci ma nessuno mai è stato cosi..Cosi triste per me.
E allora non andartene, perchè non farai altro che stare peggio. Giorno dopo giorno sempre peggio. 
Non potevo permettermelo. Non potevo permettermi di soffrire. Sono già crollata, non posso farlo di nuovo. 
Hope arrivò trascinandosi un ultimo bagaglio a mano. Lo tirò nell'auto e si accomodò, sbattendo poi la portiera. 
Sospirai. 
Non capisce che io sto provando le stesse cose sue, ma che per una volta sento di dovermi allontanare. 
Salutammo un' ultima volta i ragazzi e andammo.
Il fatto che lui non c'era fuori al viale a salutarmi o a fare la fila per un abbraccio prima di dirci addio per sempre, mi fece mancare il respiro. 
Almeno sedici anni fa ce lo avevamo detto, ora nemmeno questo. 
Mi ha vietato anche un ultimo abbraccio, bacio. Un ultimo istante di noi.

-E' cosi che vuoi andartene?- Sbottò all'improvviso.
-Si..- Dissi confusa.
-Andiamo in auto, non ci metteremo molto ad arrivare all'aeroporto in auto.-
-Non mi riferisco a questo. Mi sto riferendo a Niall. Volete lasciarvi cosi?-
-Già l'abbiamo fatto.- Risi per scacciare via le lacrime, il suo pensiero, il suo sorriso.
-Già ci siamo lasciati.- Una fitta al cuore. 

Qualcun'altra da chiamare piccola, da amare, da stringere, con cui fare l'amore. E non sarò io. Va bene cosi, perchè cosi almeno sarà felice. Cosi almeno non saremo entrambi a soffrire.

-Tu sei fatta cosi. Appena trovi un po' di pace e tranquillità e appena sei felice, scappi.-
-Non è vero.-
-E allora cosa stai facendo ora?

Già cosa sto facendo ora? Sto andando via, perchè? Stavo bene, avevamo risolto il caso. Perchè vado via da qualcosa che mi stava facendo sentire bene? 

-Stiamo ritornando a casa.-
-Stiamo ritornando sulle strade che ti ricordano il peggior anno di tutta la tua vita.-
-Io sto solo cercando di fare la cosa giusta!- Urlai in fine.
-Per chi? Per te? Per me? Per chi! Perchè io sul serio non ho visto nessuno felice.-
-Per Niall, ecco per chi.

Per Niall, ecco per chi. 
Questa frase mi ritornava in mente come un'uragano. Volevo renderlo felice e libero, e restando al suo fianco non avrei fatto altro che farlo preoccupare e portare ansia. 
Restai ad osservare la strada che scorreva davanti ai miei occhi, mentre Hope restava a fissare il telefono, stretto tra le sue mani, pronta a rispondere istantaneamente a qualsiasi messaggio da parte di Josh e di qualcun'altro. 

Pov Niall. 

Ero avvolto dalla penombra della mia camera, dovuta alle tende chiuse che lasciavano passare la forte luce del sole e un leggero venticello. 
Ero steso sul letto e non avevo la forza di muovermi. Restavo a guardare il soffitto in attesa di qualcosa, qualcuno, che mi faccia alzare e sorridere. Ma non c'era. Non arrivava e il perchè ancora non l'avevo capito.  
Sentì il rombo di un'auto, poi un clacson. Con un po' di forza mi trascinai fino alla finestra, spostai leggermente un lembo di stoffa bianca e vagai con lo sguardo cercando di incrociare il suo e di farle capire quanto dolore mi stava facendo provare. Ma tutto questo non avvenne e appena lei partì, io ritornai nel mio letto. 
Io non mi ero mosso dalla posizione che avevo assunto. Le braccia e le gambe si erano addormentate, iniziava quel fastidioso formicolio che sarebbe finito solo se avessi cambiato posizione e il sangue avesse iniziato a circolare bene. Ma non avevo intenzione di muovermi. 
Un lato del letto si inclinò, poichè sottoposto ad una leggera pressione. Non mi sforzai nemmeno di voltarmi per vedere chi fosse, anche perchè non era lei, ovviamente. Lei era andata via. Ed io stavo cosi per colpa sua. 

-Niall...- La voce poco convinta di Liam riecheggiò per la stanza. 
-Se sei qui per farmi un predica o per dire che lei è solo una delle tante, ti prego di andare via.- Dissi freddamente. 

Sospriò e sono quasi certo che avesse alzato gli occhi al cielo. Era cosi. Quando perdeva la pazienza non faceva nessun tipo di sceneggiata, ma sbuffava e alzava gli occhi al cielo, cercando le parole giuste da dire senza alterarsi. 

-Non vuoi sentire ciò che ho da dire?- Mi chiese scocciato. 
-No.- Risposi secco. 
-Perchè sai che sarebbe la verità.- Disse acido. 
-La verità è che lei se n'è andata lasciandomi qui in questo stato.- Mi strinsi nel cuscino. 
-La verità..- Sospirò. 
-La verità è che non stai facendo nulla per fermarla. Non le stai impedendo di prendere quell'aereo e andarsene.- Mi poggiò una mano sulla spalla. 
-La verità è che sei tu che non stai facendo nulla per non soffrire come un cane.- Mi diede dei leggeri colpi sulla spalla che precedentemente aveva stretto. 
-Questa è la verità, Niall. E' che stai cosi solo perchè tu lo vuoi e non stai facendo nulla per non farlo accadere. Proprio come sedici anni fa.- Si alzò.
-Ti avevo detto di andartene se era una predica.- Dissi offeso. 
-Ho soltanto detto ciò che penso. Non è una predica la mia.- Aprì la porta della camera e se ne andò, chiudendola poi alle spalle. 

Era un rewind questo. Sedici anni fa accadde la stessa cosa, proprio come ha detto Liam. 
Era cosi. Come sedici anni fa non ho fatto nulla, nemmeno questa volta l'avrei fatta. A quale scopo poi? Per essere mandato via? Per essere guardato come la sera dell'arresto di Leonard e tutto il resto della banda? Non avrei potuto sopportare un altro sguardo del genere. Sarebbe stato troppo. Avrei reagito, ma non ora. Magari domani, o tra qualche settimana. Forse in uno o due mesi mi sarei ripreso. Si tra qualche mese sarà passato tutto. Proprio come sedici anni fa. Vero? 

-E se invece ti alzassi da quel letto, afferreresti le chiavi dell'auto e correresti da lei?

Oh mio dio la mia coscienza aveva una voce, ora? Una voce cosi profonda e melodiosa? Come quella di Zayn? 
Cercai con lo sguardo da dove provenisse quella voce vedendo la figura di Zayn sotto l'arco della porta e feci un sospiro di sollievo. 
Come faceva a sapere cosa pensavo? Non stavo parlando ad alta voce e lui non legge nella mente. Mi conosce da tanto, è ovvio che sà cosa penso. 
Mi rigettai a peso morto sul letto, ritornando alla posizione iniziale. 
Zayn sospirò avanzando nella stanza. Si poggiò al mobile ai piedi del letto. Restava lì osservandomi e lui sapeva quanto questo mi desse fastidio.

-Smettila.- Dissi innervosito. 
-Reagisci.- Disse con un tono fermo nella voce.
-E a quale scopo?- Mi alzai dal letto ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso.
-Per farmi rifiutare? Per farmi guardare come ha fatto due sere fa?- Urlai. Il resto dei ragazzi preoccupati di quello che potesse succedere salirono frettolosamente le scale e ci raggiunsero, pronti per separarci. 
-Lo sai anche tu che non ti lascerà andare!- Urlò a sua volta spingendosi contro di me.
-E cosa te lo dice? La conosci cosi bene che ora sai anche quello che pensa?- Dissi sprezzante. 
-Me lo dice il fatto che quando non ti ha visto giù per salutarla ha fatto gli occhi lucidi. Me lo dice il fatto che ogni volta che sta con te lei è diversa è più tranquilla. Me lo dice il fatto che l'altra volta ti ha chiesto di restare per sempre al suo fianco.- Urlò scontrandosi contro il mio petto.
-E la cosa a cui più non posso crederci è che per la prima volta nella tua vita non stai mantenendo una promessa. Le avevi detto che saresti rimasto per sempre. E invece non hai nemmeno il coraggio di rincorrerla. Bel codardo.- Mi spinse e si voltò per andare via.
-Non sono un codardo.- Dissi fievolmente.
-Non sono io quello che si sta facendo scappare la donna della sua vita.- Affermò prima di uscire completamente dalla camera. 

Era come se quelle parole mi avessero trapassato, cosi afferro le chiavi dell'auto che Zayn aveva poggiato sul mobile ai piedi del letto e corsi via da quella casa, facendomi largo tra i ragazzi che stavano scendendo le scale. 

-Grazie.- Urlai continuando a muovermi velocemente per il corridoio prima di uscire dalla porta di ingresso. 

Iniziai a guidare, ma non sapevo dove si trovasse America e speravo sul serio che non fosse molto lontana da me. L'unica cosa che potevo fare era correre verso l'aeroporto. 
In un paio di secondi mi ritrovai lì, alla ricerca di qualche segnale che mi faccia capire che lei era ancora lì. E quasi come se fosse un segno sentì Hope urlare. Mi alzai su una sedia e vagai per la sala alla ricerca della ragazza. La avvistai. Corsi a più non posso, a perdifiato. Le afferrai il braccio e mi inginocchiai ai suoi piedi in attesa di prendere fiato. 

-Dov'è?- Chiesi tra un respiro e l'altro.
-Lì.- Indicò l'aereo dopo un'attimo d'attesa.  

Sentivo già le lacrime pizzicare.
Era partita senza salutarmi, darmi un'abbraccio o un bacio. Senza che la potessi convincere a restare. 
Non potevo crederci. 

-E' andata via.- Sussurrai. 

La ragazza al mio fianco rise ed io ci restai male. Perchè si stava beffando delle mie lacrime e del mio dolore? Con la madre non l'avrebbe mai fatto e mai lo fece. Non ero poi cosi importante per lei. 
Lasciai la presa che avevo intorno al suo braccio e mi voltai. Iniziai a camminare, lentamente. Sentivo i piedi e tutto il mio corpo pesante da non riuscire a fare una camminata normale o ad avere una posizione corretta. 
Hope mi bloccò per una mano. Mi  fece voltare. 

-E' lì, stupido. E' seduta lì. Non sull'aereo.

Per questo rideva. Non rideva delle mie lacrime ma della mia goffaggine. 
E spinto da non so cosa andai da lei. Il corpo non era più pesante come prima, il passo era veloce e qualcosa che partiva all'inizio della bocca dello stomaco mi fece velocizzare il passo. Le mani tremavano leggermente, mi voltai verso Hope per essere rassicurato e il suo sorriso ci riuscì pienamente. Presi fiato e poi cacciai tutto fuori. Poi mi sedetti al suo fianco. Mi sentivo il cuore in gola. Poggiai una mano sulla sua gamba e lei si voltò di scatto. Incrociai il suo sguardo per qualche secondo, poi osservai le sue mani. Stringeva una foto mia e sua. Quella dell'ultima volta che ci dicemmo addio. O arrivederci. 
Come se la sua pelle fosse fuoco ed io mi stessi bruciando allontanai la mano dalla sua gamba e guardai diritto e lei fece lo stesso. Vedemmo la preparazione di un'aereo al decollo. 

-E cosi siamo qui..- Parole senza senso.
-Già.- Mi assecondò nel mio momento di confusione.
-Insieme.- Continuai.
-Già.- Ripetè.
-Per l'ultima volta?- La voce tremava. Lei non rispose. Era straziante quel silenzio.
-Io non vorrei fosse l'ultima volta.- Sbottai.
-Non vorrei fosse l'ultima volta che stiamo insieme.- Finì. 

E' che vorrei sapermi esprimere meglio di cosi. Il concetto era chiaro ma le parole che ho usato erano orrende, sminuivano tutto e non l'avrei di certo convinta cosi. 
Sospirai.
Potevo fare di meglio, lo so. Lo sapeva anche lei. Ero uno abbastanza bravo con le parole. Mentre lei era brava nello scrivere quello che sentiva. Non era brava nei confronti diretti. 
Lei ridacchiò vedendo la mia goffaggine. Era abituata. 

-Neanche io.- Disse tra una risatina e l'altra. 

Un sorriso a trentadue denti si formò sul mio volto. 
Sentì il cuore battere più forte. I pensieri erano confusi. 
Avrei voluto urlare e saltare dalla gioia, proprio come un bambino che a Natale riceve quello che aveva tanto desiderato. 
Lei si alzò e si mise di fronte a me con il braccio teso verso di me. 
La guardai confuso. 

-Piacere America. America Bayler.- Un sorriso innocente comparve sul suo volto. 

Risi per quel suo tentativo di iniziare tutto d'accapo. Come se non ci fossimo mai conosciuti, ma io avevo un altro programma. Però decisi di assecondarla, almeno per qualche secondo. 

-Niall. Niall Horan. Piacere mio.- Afferrai la sua mano e invece di lasciarla, la tirai a me. 

Eravamo viso contro viso. Naso contro naso. Occhi negli occhi. Labbra contro labbra. Le afferrai il viso, giusto per avere un contatto in più con la sua pelle, perchè ero sicuro che non sarebbe andata via. Ed infatti non si staccò appena le nostre labbra si toccarono e le nostre lingue si scontrarono. Era dal primo giorno che la vidi nell'ufficio di Tom che volevo farlo e finalmente, dopo tanto tempo eccoci. 

-Di solito non bacio le persone appena incontrate.- Scherzò non appena le nostre labbra furono lontane le une dalle altre.
-Neanche io. Però sà ha una faccia simpatica. E poi sono sicuro che ci rivedremo.- Scherzai a mia volta, ricordando le parole che mi disse lei la prima volta che in incontrammo. 

Le afferrai la mano e ci incamminammo, insieme, verso Hope, la quale sorrise e ci abbracciò.

-Posso dire di avere finalmente un padre.-

Io padre. Chi l'avrebbe mai detto? Nessuno. Ma nessuno avrebbe detto che avrei incontrato l'amore della mia vita dopo tanti anni eppure eccoci qui insieme, in auto, pronti per iniziare una vita insieme. 
 

                                                                                                                                         
                  FINE







Spazio scrittrice.
Ed eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa ff. 
Cosa ne pensate?
Beh non mi piacciono i fanali tristi, anche se devo ammettere di aver pensato di non farla finire cosi.
Però alla fine è più bella cosi. 
Beh devo ringraziare le ragazze che hanno recensito, quelle che l'hanno messa nelle seguite, preferite e ricordate. Coloro che dopo pochi secondi che pubblicavo il capitolo prontamente lo leggevano.
Grazie di cuore, davvero! 
Alla prossima, vostra ImBritIrish xoxo.


  
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