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Autore: Vale__91    25/03/2008    4 recensioni
Tutto ciò che sappiamo di Akito Hayama e Sana Kurata non esiste. Loro non si conoscono, sono ragazzi adulti e vivono esistenze molto differenti.
Accadde però, che una sera gli occhi di lui incontrarono quelli di lei e tutto cambiò.
ULTIMO CAPITOLO
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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<< Sensei*, fa caldo. Possiamo aprire le finestre? >>
<< Non prima della fine dell’allenamento >>
<< Ma allora dovremo andare via, che senso avrebbe…la prego Sensei >>
<< Mi sembra di aver già risposto a questa domanda >>.
Con sguardo corrucciato gli allievi di Hayama ripresero gli esercizi che per il caldo afoso di maggio non erano riusciti a terminare.
Pochi istanti dopo si sentì aprire la porta principale della palestra. In molti, specialmente i più grandi, si fermarono a fissare l’entrata della ragazza che in punta di piedi cercò di non farsi notare. Una volta che anche Akito si accorse di lei si affrettò a raggiungerla e notando lo sguardo dei ragazzi ormai totalmente impalati li esortò a continuare per non ricevere degli esercizi in più come punizione alla fine dell’ora.
<< Sana, che ci fai qui? Come fai a sapere dove lavoro? >>
<< Mi sono informata ed eccomi qui, sono uscita prima dalla profumeria e avevo intenzione di passare a salutarti e a chiederti una cosa. Scusami non volevo disturbarti mentre sei impegnato con i ragazzi, ma ho pensato che chiamandoti al cellulare sarebbe stato anche peggio >>
<< Anche perché è spento >>
<< Appunto, comunque se non hai tempo ci vediamo dopo, non è un problema >>
<< Aspettami qui >>.
Una volta giratosi andò verso i suoi allievi.
<< Forza andate a fare la doccia >>
<< Ma manca ancora un quart…ahi >> disse uno dei bambini.
<< Vuoi stare zitto! >> mormorò un altro tirandogli un pugno sulla spalla.
<< Ho detto che potete andare >> continuò Hayama tranquillo.
<< Grazie Sensei >> dissero in coro i ragazzi, poi presero le loro cose e sparirono dietro la porta su cui vi era scritto “ spogliatoi ”.
<< Ti fai rispettare vedo >> disse Sana con un sorriso.
<< Beh, abbastanza…Ci sediamo qui fuori, ci sono delle panchine >>
<< Ok, anche perché qua dentro c’è un caldo soffocante, perché non apri le finestre? >>
<< È per i ragazzi, devono riuscire a superare ogni tipo di fatica. L’arte del Karate richiede molta disciplina e sacrificio, è bene che lo imparino sin da subito >>
<< Direi che è una motivazione più che valida, però li capisco poverini, avere te come insegnante >>
<< Cosa stai insinuando scusa? >>
<< Nulla, nulla…andiamo fuori? >>.
Sorrise di nuovo, poi aprì la porta a soffietto e insieme uscirono dirigendosi verso delle panchine all’ombra, riparate dal sole da degli alti alberi ormai già in fiore.
<< Allora come stai? >> chiese lei serena.
<< Bene direi, tu…con Nori tutto bene? >>
<< Stranamente direi di sì, tu con Nami, le è piaciuta la rosa? >>
<< Non fa altro che spruzzarsi quei profumi tutte le volte che esce di casa, per poco non lo fa anche per andare a buttare la spazzatura >>
<< Beh ma dovresti andare a gettarla tu, non lei, così almeno in un occasione eviteresti di vederla mettere i profumi che le hai regalato, no? >>
<< Non penso risolverei la cosa, spero solo che finiscano presto, credo mi stia venendo l’allergia a qualcosa >>.
Sana scoppiò a ridere. Non l’aveva mai vista così solare, spontanea. Spesso durante i loro incontri c’era sempre stato quel velo di insicurezza e imbarazzo che ora però sembrava essersi dissolto in un attimo.
<< Di cosa volevi parlarmi? >>
<< Ah già. Stasera sei libero? >>
<< Stasera? Credo di sì, Nami ha una cena di lavoro >>
<< Anche Nori esce, pensavo che ci potremmo vedere, mangiare qualcosa insieme o andare al cinema, fare un giro…per me non fa nessuna differenza >>
<< Anche per me è uguale >>
<< Allora è deciso, ci vediamo alle 19.30 all’ingresso del parco, sei libero per quell’ora >>
<< Sì…ci vediamo dopo allora >>
<< Ok.. >> la ragazza si alzò e prima di andare via lasciò l’impronta delle sue labbra sulle guance di Akito <<... a stasera >>.
Sentì l’odore del suo profumo, a differenza di quello della sua ragazza gli sembrò più delicato e meno soffocante. Che fosse lei a portarlo così bene?

§

Le 19.00 in punto, tra pochi minuti sarebbe dovuta uscire per vedersi con Hayama. Cosa significasse per lei ancora non era sicura di saperlo. Gli piaceva, e non poco, non le sarebbe affatto dispiaciuto poter essere vista da lui molto più che una conoscente o un’amica. Su una cosa era certa, ci sarebbe riuscita molto presto ad essere considerata qualcosa di più.
Appena prima di uscire sentì il campanello suonare.
<< Arrivo >>.
Si trovò davanti una ragazza bionda, alta, snella. Cercò di ricordarsi qualcosa del suo viso, poi focalizzò.
<< Tu sei la ragazza del bar, giusto? >>
<< Abita qui Nori, no? >>
<< Se non ti dispiace ti ho fatto una domanda >>
<< Sì ero io, contenta?! >>
<< Per nulla, cosa vuoi? >>
<< Ho bisogno di parlare con lui >>.
Per un attimo Sana provò a rincuorarsi, almeno sapeva che l’uomo che dormiva al suo fianco, in quel momento non si trovava con lei e che probabilmente non gli aveva mentito in quell’occasione e davvero si trovava al bar con dei suoi amici.
<< Non è in casa e comunque se prima non dici a me cosa gli devi dire con lui non ci parli >>
<< Senti non ho tempo da perdere io, è una cosa abbastanza seria che riguarda me e lui, quindi adesso mi dici subito dov’è, chiaro? >>
<< Aspetta tu ti chiami Saya, giusto? >> la bionda annuì << Ok, gli dirò che sei passata, ciao >>.
Sana fece per chiudere la porta ma la ragazza la bloccò prima con una mano e poi con un piede.
<< Ti ho detto che è una cosa seria, parliamo la stessa lingua? >>.
Decisamente scocciata la rossa riaprì l’ingresso e la fissò negli occhi quasi con sfida.
<< Cosa c’è di tanto importante? >>
<< C’è che il tuo ragazzo mi ha messa incinta >>.

§

Akito si guardò alle spalle, sembrava tutto in ordine. Prese le chiavi di casa e fece per uscire, quando sentì il telefonino squillare.
“ Ciao Akito, scusami non me la sento più di uscire…non so proprio cosa dire, ci sentiamo ”.
Rilesse il messaggio più volte. Doveva esserle successo davvero qualcosa di grave per annullare di punto in bianco l’uscita.
Cercò nella rubrica del cellulare il suo numero e la chiamò.
<< Perché mi hai chiamata? >> sentì la sua voce spenta, debole.
<< Volevo sapere come stavi…cos’è successo? >>
<< Niente, non mi sento molto bene, preferisco non uscire, scusami >>
<< Aspetta non mettere giù, oggi mi sembrava che stessi benissimo…è successo qualcosa? >>.
La sentì singhiozzare, quasi percepiva sul suo volto le lacrime che Sana continuava a versare su sé stessa.
<< Vengo da te, dimmi l’indirizzo >>
<< Non è il caso >>
<< C’è lì Nori >>
<< Non è questo, anzi spero non si faccia rivedere mai più >>
<< Allora non c’è motivo per cui io non possa venire, dammi l’indirizzo…Sana >>
<< Ok… >>.
Preso l’indirizzo Hayama preferì prendere la macchina per andare al suo appartamento, così sarebbe arrivato da lei molto prima del previsto.
Parcheggiò ed entrò nella palazzina che aveva il portone spalancato.
Terzo piano, ultima porta a sinistra, numero 20. Suonò il campanello.
<< Chi è? >>
<< Sana, sono Akito >>.
Senza chiedere altro aprì la porta e lo fece accomodare.
Fazzoletti di carta sparsi ovunque, due portafoto rotti e i suoi occhi rossi furono la prima cosa che lo colpirono.
<< Ti ha fatto qualcosa? >>
<< No, non lo vedo da stamattina >> disse lei sedendosi sul divano, stravolta.
<< Senti, ormai sono qui, dimmi cos’è successo, per favore >>.
Le prese le mani fredde, lei alzò gli occhi verso lui e iniziò a far cadere altre lacrime sui suoi abiti.
<< Avrei voluto che non mi vedessi così >>
<< Non è questo il problema…forza >>
<< Vedi, stavo per uscire ed hanno suonato alla porta…C’era una ragazza…Saya, quella del bar, ti ricordi? La sera che ci siamo conosciuti >>.
Akito annuì.
<< Voleva vederlo, parlargli di una cosa seria, ma lui non c’era…Stavo per sbatterle la porta in faccia, ma ha voluto per forza rimanere lì, voleva sapere dov’era…così le ho chiesto cosa doveva dirgli di così importante, ma avrei fatto meglio a dirgli dov’era e basta…Vedi…lei…è incinta >>.
Calò il silenzio. Sana riprese a singhiozzare e Hayama non sapendo cosa fare la strinse a sé e la fece piangere sulla sua spalla. Poi le parole uscirono da sole, dolci, confortanti e scaldarono il cuore di entrambi.
<< Per quanto sarà difficile, cercherò di darti tutto il bene che meriti Sana…te lo prometto >>.

*= Per chi non lo sapesse la parola Sensei è il nostro " maestro " in italiano, ed ho voluto utilizzare questa parola per riferirmi appunto al ruolo che ricopre in questo caso Hayama.
Eccoci al 6° cappy,,,spero che il colpo di scena sia stato gradevole e nn scontato...Ringrazio come sempre chi ha letto, ma soprattutto chi ha recensito la ficcy e spero di tutto cuore che continuerete a farlo...mi congedo, scusate sono di fretta gg XD un bacione a tuttiiii!!Vale

   
 
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