Quattro mesi
Di quel giorno Louis ricorda relativamente poco, perché il pianto disperato di Harry aveva coperto tutto il resto.
È una cosa progressiva, avevano detto i medici. Ma la perdita sarà totale. Le diamo quattro mesi.
Così per giorni resta sotto le coperte, senza dire una parola, a fissare qualsiasi cosa lo circonda aspettandosi di vederla sfumare davanti agli occhi. Ma tutto resta inalterato perché lui ci vede ancora.
Ci vede ancora.
La consapevolezza lo colpisce così di getto che non riesce a frenare il pianto che gli parte dalla gola. Singhiozza così forte che Harry arriva di corsa dalla cucina, preoccupato che stia avendo una crisi isterica.
Invece, quando Louis lo vede, una risata genuina riempie la stanza che per giorni è stata silenziosa. Harry è confuso, chiede spiegazioni con lo sguardo, ma Louis continua a sorridere e lo spinge sul letto.
Finché il mondo non è ancora diventato un'enorme macchia nera, vuole guardare Harry. Vuole impararlo.
Così gli sfila i vestiti e lascia vagare gli occhi su di lui, memorizzandolo un pezzetto per volta. I piedi, le gambe, l'inguine, il busto, la schiena, le braccia, la testa. Gli occhi, le orecchie, il naso, la bocca. I capelli, le ciglia, le unghie, le cicatrici.
Lo mette a nudo ogni sera per ricordarsi di lui.
Alla fine i quattro mesi sono passati e Louis non ci vede più. Niente è stato semplice, hanno dovuto cambiare totalmente impostazione alla loro vita e gli manca vedere realmente Harry. Più di quanto sia disposto ad ammettere.
Allora prende un respiro profondo e chiude gli occhi. Li chiude davvero. Ed eccolo lì, occhi verdi e fossette sulle guance.
Come se non avesse mai smesso di guardarlo.
“Partecipa al Louis!Fest di Wanki!Fic.”