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Autore: wuopkay    24/09/2013    1 recensioni
«Quando si ama una persona la si deve amare a tutto tondo, con i suoi pregi e i suoi difetti. Il punto, però, è che tu amavi Danielle con tutto te stesso, ogni parte di lei, ogni particolare, ogni sfaccettatura... Ma lei non amava te nella stessa maniera.»
Mi sembra di essere appena stato pestato pesantemente, di averne prese così tante da avere un paio di emorragie interne. Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista. Mai. Non avevo mai nemmeno pensato una cosa del genere.
«Sono sicuro, però, che prima o poi troverai una ragazza che non veda alcun difetto in te... Anzi, che li veda ma non gli interessino perché sono sciocchezze in confronto a ciò che di te trova perfetto.»
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yoo, sono tornata da Londra... Diciamo più dall'oltre tomba.

No, okay, let's be honest, mi ero presa una pausa di riflessione, perché in questo periodo ho un conflitto interiore con Mr. Liam Payne, e diciamo che l'averlo avuto ad un palmo dal naso e avergli voluto sputare in faccia (anche alla Sofy,) più che volergli parlare o fare una foto con lui mi ha abbastanza ammazzata. 

In ogni caso, non vi ho abbandonato, mi sono solo dovuta rimettere in carreggiata.

Ho già cinque o sei capitoli prontissimi, e quindi, anche se comincerò mille corsi tra scuola guida, maturità e certificazione di inglese, nessuno mi impedirà di scrivere. 

Tranne forse questo orrendo nuovo editor di EFP che mi fa sclerare e ancora non ho capito come c* farlo funzionare.

Okay, fine, sono sempre su 
twitter.

Em.


 



 

Domenica 18 Settembre 2013
 

Zayn sfumacchia soddisfatto sul balcone della nostra camera, ma solo perché le fan se ne sono andate.
Gli vado in contro sovrappensiero, finendo di sistemarmi per uscire. «Vogliamo andare, allora?» Domando poi, accingendomi ad aprire la porta.
«Sì, sì.» Mi risponde correndomi dietro, dopo aver lanciato il mozzicone oltre il parapetto del balcone. «Stasera...»
«Stasera no, Zayn, cazzo, Perrie ha le corna più lunghe di un Mammut maschio!» Sbuffa guardandomi stanco, senza nemmeno vedermi. «E poi quand’è che la smetterai? Guarda come ti riduci.» Busso alla porta di Niall, di fronte alla nostra stanza. «Niall vuoi venire?» C’è Amy con lui, con noi, anzi; doveva rimanere a Londra invece che seguirci in Australia, anche perché l’Australia è un po’ la nostra terra sacra dall’anno scorso, ma lei è venuta comunque, e nessuno sa il perché, be’ oltre che scoparsi Niall. Scopare con Niall.
Sentiamo un tramestio venire dalla stanza, qualcosa che cade e si frantuma, guardo Zayn inorridito, ma lui non sembra di averci farci più di tanto caso, come al fatto che è al mondo, in fondo. «Niall? Amy? Tutto bene?» Chiedo ancora, preoccupato, accostandomi alla porta. Sento altre cose cadere a terra, altri tonfi sordi, assorbiti dalla morbida moquette color senape dell’hotel.
«Entra e basta!» Commenta acido Zayn, aprendo la porta ed entrando come la camera fosse sua.
«Zayn ma che c...»
Il tempo sembra fermarsi per un secondo, giusto per darci il tempo di metabolizzare quel poco che si può metabolizzare. Niall è seduto ai piedi del letto con la testa fra le mani, sembra quasi stia tentando di strapparsi i capelli visto il modo ossessivo in cui li trattiene; Amy si è bloccata di botto prima di far finire in mille pezzi un altro soprammobile della suite; la camera sembra un campo di battaglia, ci sono cocci ovunque sul pavimento, ma oltre quello non sembra che sia stato rotto nulla di estremamente costoso.
Ci guardiamo tutti sbalorditi, e sorpresi. Non ho idea di cosa stia succedendo, ma è una scena parecchio surreale.
«Che cazzo sta succedendo qui?» Sbotta Zayn adirato più che mai, con uno dei suoi cambi d’umore repentini.
«Chiudi quella cazzo di porta!» Lo aggredisce Amy.
«Smettetela di urlare,» li zittisco io. Mi guardo intorno ancora mentre vado a chiudere la porta. «Bene, ora mi dici che succede qua dentro?»
Niall continua a non guardarmi, e sento che le cose non stanno andando bene, e non andranno bene. È quando uno come Niall ha un problema, che ti rendi conto che è un problema serio.
«Io...» Comincia schifata Amy, guardando accusatoria Niall. «Io...»
«Tu? Vuoi una vocale?» La sbeffeggia Zayn con il suo tono acido e sarcastico da fattone dell’ultimo minuto. Lo vorrei prendere a schiaffi e, a dire dalla faccia, anche Amy.
«Vaffanculo Zayn, vaffanculo!»
«Ricominciate?» Li zittisco di nuovo. «Comunque qualcuno si degni di dire qualcosa o vado a chiamare la neuro direttamente.»
«Niall che...» Comincia Zayn prima che il biondo alzi lo sguardo con la faccia di uno che si rende conto in quel momento, di ciò che gli sta accadendo intorno.
Ci osserva come se fossimo appena entrati, come se non avesse idea di chi fossimo. Sembra fatto quanto Zayn dopo qualche birra di troppo per metabolizzare meglio la dose della serata.
«Niall stai bene?» Gli vado in contro, e cerco lo sguardo di Amy. «Ditemi cosa è successo!» A questo punto non è più opzione dirmi qualcosa, lo devono fare.
«Io...»
Zayn sbuffa, appoggiato allo spigolo del muro. «Dai Amy, ce la puoi fare...»
«Aspetta un bambino. Lei aspetta un bambino. Lei è fottutamente in cinta. Noi siamo fottutamente... Io sono fottuto! La mia carriera è fottuta! Tutto!» Niall mi sta sbraitando in faccia, è rosso per l’esasperazione, gli occhi chiari gonfi di lacrime amare.
Amy lo guarda schifata, e ora capisco perché, per poi correre fuori dalla stanza facendo sbattere la porta sonoramente.
Niall si appoggia alla mia spalla, e sento le sue lacrime bagnarmi la maglietta, il corpo molle ed esausto.
Lo abbraccio, perché è l’unica cosa che mi viene in mente di fare. Non so cosa dire, e non capita spesso che io sia senza parole.
Zayn è rimasto a guardare la scena impassibile, rimane in silenzio lì nel suo angolo, poi esce anche lui, senza quasi farsi notare.
Non so cosa fare, e visto che l’opzione migliore mi sembra aiutare Niall, lo porto in bagno, e lo aiuto a fare la doccia, e poi gli infilo una tshirt pulita e lo metto a letto.
«Grazie.» Sussurra mentre gli tiro addosso le lenzuola fresche.
È così inerme, e volendo indifeso, che mi domando come sia possibile che lui, stia per diventare padre, che alla fine della fiera non sa badare nemmeno a se stesso. Vent’anni appena compiuti. «Il miglior regalo di compleanno di tutta la mia vita.» Sbotta con sarcasmo voltandosi dall’altra parte del letto, senza più proferire parola.
 
 
Quando esco dalla camera di Niall ed Amy mi imbatto negli altri tre, forse Zayn era uscito per chiamarli.
«Come sta?» Chiede Louis preoccupato.
«Non ne ho idea,» rispondo sinceramente. «Non ne ho proprio idea, è sarcastico, e impaurito.»
Harry mi guarda come se avessi detto una cosa ovvia. «Avrei paura anche io al suo posto. Ho diciannove anni appena, pensare di ritrovarmi con un figlio...»
«A te direi proprio che non succederà.» Lo tranquillizza Zayn. «Non nel prossimo futuro, ecco.»
Ridiamo, e di gusto, e dopo una serata del genere ci vuole.
«Comunque,» borbotta Louis, «non l’ha presa bene, e in ogni caso non ha tutti i torti per il discorso del ‘sono fottuto’ voglio dire...»
«Per Niall questo è tutto.» Conclude molto semplicemente Harry. «A lui non interessa la famiglia, o la fidanzata. Lui sta bene con la sua musica, la libertà da tutto e da tutti...»
Mi appoggio alla parete del corridoio. «È un casino. Voglio dire, cazzo, stiamo parlando di un bambino.»
«Ma dai Liam...»
«Ma dai un corno, Zayn, parliamo di un bambino! Dovremmo essere tutti felici, cazzo i bambini sono...»
«I bambini sono belli e il ‘sogno di una vita’ quando sono desiderati, e non ti scombinano i piani di una vita.» Sbotta Louis tagliando corto. «Vorrei farti notare che questo bambino non troncherà una carriera, ma ben cinque... Per come è fatto Niall...»
«Niall è uno che tiene fede ai suoi impegni. E questo farà. Mi sembra che un minimo dovremmo stargli accanto.» Gli faccio osservare tranquillamente. Zayn sbuffa, per l’ennesima volta, e la voglia di tirargli un pugno è fortissima, mi prudono le mani, ma le infilo in tasca e faccio finta di niente, ancora.
Harry mi guarda con il suo solito sguardo da pensatore mezzo filosofo. «Noi oramai siamo la sua famiglia, una seconda famiglia, è uno dei nostri migliori amici, saremo con lui qualsiasi sia la decisione che prenderà, glielo dobbiamo, e non solo per tutte le volte che è stato lui a stare accanto a noi.»
Annuisco con convinzione. «Sì. Mi sembra il minimo.»
«Come ci comportiamo con il management, adesso? Marco? Paul?»
Guardo Louis allucinato, non ci avevo ancora riflettuto, e farlo mi inquieta.
«Lasciamo questa cosa a Niall, dovrà guardare in faccia la realtà.» Sentenzia Zayn, ma ci troviamo tutti d’accordo.
«Andrà tutto bene.» Commenta Harry. «Spero.»
«Sì, deve.» Ammetto guardandolo. «Amy dov’è?» Chiedo ricordandomi di punto in bianco che era scappata dalla stanza.
Zayn mi guarda sbalordito. «Non lo so...»
Mi metto le mani tra i capelli e mi accascio al pavimento. «In ogni caso, penso che sia meglio se Amy dorme in camera nostra e io sto con Niall. Almeno per stanotte.»
«Se la troviamo.»
 
 
Io e Louis stiamo vagando da un’ora senza meta in lungo e in largo dentro l’hotel alla ricerca di Amy; Harry e Zayn sono andati fuori, sperando che lei sia rimasta nelle zone della struttura, altrimenti sarebbe un casino ritrovarla prima che lo facciano i paparazzi, o le fan.
«Io credo che non la troveremo…» Sospira Louis chiudendo la porta del terrazzo panoramico all’ultimo piano dell’hotel. «In fondo, quando non cerchi qualcosa alla fine arriva da sola, no?»
Lo guardo accigliato e non rispondo, chiamo semplicemente l’ascensore e aspetto in silenzio, cominciando ad avvertire la stanchezza.
«Ti prego parla, se no mi scende una depressione assurda.» Mi sprona Lou, mentre le porte dell’ascensore si aprono sferragliando. «Davvero…»
«Cosa ti dovrei dire, esattamente? Sono stanco e non capisco più un cazzo, sembra che il mondo si sia capovolto senza che noi ce ne rendessimo conto…» Commento con accidia. «Parla tu, se vuoi, sai che mi piace ascoltare.»
Sembra soppesare le mie parole, e poi comincia a parlare davvero, Louis è più logorroico di me, su questo non c’è dubbio. «Ieri abbiamo fatto l’amore, qui dentro.»
Lo guardo confuso. E poi sbalordito. Ed infine preoccupato.
«È stato stupendo.»
«Orgasmo?»
«Anche… Ma non solo per quello…»
«Be’ lo spero bene, cazzo!»
«Oh ma la vuoi smettere?» Sbuffa contrito. Rido, e gli faccio cenno di proseguire, voglio sentire quello che ha da dire, alla fine, è un romantico di prima categoria. «Abbiamo fatto l’amore. Non abbiamo fatto sesso, abbiamo fatto l’amore, come non lo facevamo da tanto.»
E io da quant’è che non faccio l’amore?
 
 
«Zayn, Amy, siete voi?» Domanda retoricamente Louis, raggiungendoli; sentivamo le loro voci già attraverso la porta, ora ci arrivano chiare, mentre ci inoltriamo nella camera semibuia. «Perché state al buio?» Accende la luce, e capiamo il perché.
Amy è sdraiata sul mio letto, mezza nuda, con una bottiglia di vino da quattro soldi tra le mani, e Zayn e buttato su una poltrona accanto alla scrivania della suite.
«Cosa cazzo state facendo? Amy ti si è fottuto il cervello? Torna in camera da Niall!» Urla Louis strappandole la bottiglia di vino dalle mani per scagliarla accanto a Zayn. La ragazza ubbidisce silenziosamente, barcollando un poco, scomparendo senza fare troppo rumore. «E tu che cazzo combini? Cosa le hai dato? Sei stronzo?»
«Solo strafatto…» Commento sconsolato, notando la pista di coca già preparata, sulla scrivania accanto a lui, una banconota da 50 dollari abbandonati, stropicciati e arrotolati ai piedi della sedia. «Ci risiamo, è inutile arrabbiarsi ora, Lou, è come parlare con un sacco di patate…»
«Marce, delle cazzo di patate marce!» Urla in faccia a Zayn. «Vaffanculo Zayn!»
«Ma vacci tu, Louis, cazzo! Damerino del cazzo! Ma vai a continuare la tua farsa con quella stronza di Eleanor, dai, e tu, Liam perché non cerchi di vendere anche un polmone per comprare una nuova macchina a Danielle, eh?» In tutto questo l’adrenalina di Zayn deve essere a mille, sta girando a vuoto per la stanza, e ho paura che succederanno cose che non devono succedere.
«Dov’è  Harry?» Lo aggredisce nuovamente Louis.
Zayn fa spallucce e ci guarda sarcastico, «non lo so.»
«Zayn smettila di fare lo stronzo.»
«Non lo so, era strafatto e se n’è andato. Non ne ho idea di dove sia.»
Lou ha lo sguardo terrorizzato. «Se gli succede qualcosa giuro che ti ammazzo!» Lo guardo, contraccambia, e scoppia a ridere. Il terrore è scomparso. «Anzi, no, non ti ammazzo, lo dico a Paul.»
  
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