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Autore: Miss J    25/09/2013    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen]
[http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen]Juliet è una ragazza che vive agli albori dell'800 in una grande casa, che è il suo mondo. Ma qualcosa da fuori giunge a turbarlo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina di settembre. Iniziava a fare freddo e le prime foglie cadevano dalla grande quercia in giardino. Juliet osservava dalla finestra il grande parco di Windmills Place ma a un tratto si accorse che il vetro si era appannato, perché vi si era avvicinata troppo. Allontanò il viso per qualche secondo in modo da farlo spannare, per poi tornare ad ammirare la grande fontana all’entrata. All’improvviso notò sullo sfondo di alberi maestosi una minuscola massa informe in movimento, un fantasma nero che giocava a nascondino fra i tronchi del verde. Capì che era una carrozza, ma le parve impossibile. La famiglia Spencer non riceveva mai visite in questo periodo dell’anno poiché tutta la casa era indaffarata con le pulizie per l’inverno. I suoi occhi ne rimasero rapiti finchè la vettura non varcò l’imperioso cancello e si parcheggiò a fianco della fontana. Il suo sguardo era più attento che mai, non vedeva l’ora che il maggiordomo aprisse la porta per poter scorgere la figura che vi era trasportata. Vide la mano di una donna che si sosteneva a Terence, il maggiordomo e poi…
-Julieet?-un urlo perpetrò dalle scale.
-Oh!?- lo spavento fece cadere una pila di libri dal tavolino e le urtò il piede, si abbassò un secondo per massaggiarsi ma poi si rialzò in fretta.
-Julieet?- la madre la chiamava insistentemente – JULIET?!!-
-Arrivo madre.-
-Presto, cara. Sono arrivati i tuoi zii dal Derbyshire. Corri!-
Ma certo. Gli zii dal Derbyshire, zia Elizabeth e zio Fitzwilliam. I Darcy, proprietari della metà triste del Derbyshire, o così l’aveva definita una volta la zia in modo ironico. Juliet in realtà era contenta che fossero arrivati, amava tanto stare in loro compagnia. La zia amava leggere come lei e molte volte Juliet, da piccola, si era accovacciata alle sue ginocchia mentre lei recitava qualche verso o le raccontava una favola. Lo zio era più serio, sempre impegnato negli affari e nella sua tenuta, poche volte lo si era visto ridere, tuttavia molti concordavano che da quando si era sposato con la zia era diventato molto più cordiale e gioviale.
Finito di rimettere a posto i libri al loro legittimo posto, Juliet si tirò su la gonna e si precipitò giù per le scale. Arrivata al salone li vide, la zia più raggiante che mai, lo zio leggermente affaticato ma felice di aver raggiunto la metà desiderata.
-Zia Elizabeth! Che sorpresa. Non vi aspettavamo.-
-Tuo zio doveva venire da queste parti per vedere degli avvocati, così abbiamo colto l’occasione per farvi visita-
-Avete avuto un’ottima idea. Son felicissima di vedervi­.- Juliet si strinse alla zia per qualche altro secondo come se avesse paura che, come il vento, potesse scivolarle dalle mani. Era esile e calda, i suoi capelli sapevano dei pini dei boschi di Windmills.
-Terence vai a preparare il thè e avvisa Sonia che ci saranno due persone in più a cena- disse con fomento la madre di Juliet. Terence fece un cenno e si diresse verso la scala che conduceva alle cucine.
Gli altri si spostarono tutti in salotto. Il caminetto, acceso da poco per il primo freddo, scoppiettava scintille ovunque. Le tende più pesanti erano appena state montate e le porcellane erano lucenti. La signora Spencer si era seduta al suo solito posto, continuando a tessere a uncinetto un centrino, lo zio Darcy si era seduto accanto a lei, mentre Juliet e Elizabeth si sedevano sempre vicine, dal lato verso le finestre.
-Ti ho portato dei libri.- disse Elizabeth
-Davvero? Grazie. Ho giustappunto terminato Sir Scott l’altro giorno.-
-Sono lieta che ti sia piaciuto.-
-Cara Elizabeth non dovresti dare da leggere tutti quei libri a Juliet, la distraggono dallo studio - intervenne civettuola la signora Spencer  - e poi si fa strane idee su uomini inventati.-
-Cara sorella, non dovresti essere così critica verso Juliet, se non ricordo male anche tu da giovane eri così spensierata e piena di immaginazione - intervenne lo zio Darcy.
- Sì, hai ragione Fitzwilliam, ma meglio non farsi troppe illusioni – disse la signora Spencer.
La pioggia iniziò a battere sulla finestra, colpiva forte come una serie di picchi infuriati, quasi volesse spaccare i vetri. In quel momento Juliet pensò che fosse meraviglioso poter avere un tetto sulla testa e un camino cui riscaldarsi.
-Oh no la pioggia proprio non ci voleva. John non ce la farà mai ad arrivare in tempo per la cena – disse la signora Spencer.
-Come si trova John con i nuovi mezzadri? Sono efficienti nel loro lavoro?- chiese lo zio Darcy.
-Mio caro fratello, direi che sono efficienti, ma hanno bisogno di una guida. Talvolta combinano certi disastri nella piantagione che John deve spesso andare a controllare che le sue istruzioni siano eseguite alla lettera.-
-Ma il suo amministratore non può svolgere queste incombenze per lui?-
-Sì, e lo fa nel migliore dei modi, ma sai come è perfezionista John, vuole che tutto sia approvato anche da lui.-
Mentre tutti parlavano, Juliet fu distratta da rumori insoliti nel giardino; oltre alla pioggia, sentiva un rumore distante e fragoroso, come un immergere di mani in un sacco di biglie. Era sempre più forte ma gli altri nella stanza parevano non sentirlo, troppo intenti nella conversazione. Anzi non erano mani in un sacco di biglie, ma piedi che correvano nella ghiaia del cortile.
A un tratto vi fu un forte rimbombo nel salone di ingresso. Tutti sobbalzarono e rimasero un secondo in silenzio. Il rimbombo si percepì una seconda volta. Qualcuno bussava alla porta con molta foga.
-Terence, va ad aprire.- Urlò la signora Spencer.
-Subito, madame.-
Juliet corse nel salone, incuriosità da chi potesse essere a quell’ora. Non poteva essere suo padre. Era ancora troppo presto. Appena Terence aprì la porta, Juliet fu sconcertata dalla vista di un’ombra.
  
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