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Autore: Miss J    25/09/2013    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen]
[http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen]Juliet è una ragazza che vive agli albori dell'800 in una grande casa, che è il suo mondo. Ma qualcosa da fuori giunge a turbarlo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo. Quell’ombra era un uomo. Anzi, erano due. Uno che si coricava sulle spalle l’altro. Erano completamente bagnati e indossavano abiti che facevano pensare a un lavoro nei campi. Quello che sorreggeva il peso era un giovane, dai capelli castani e gli occhi cerulei. Nonostante fosse conciato male a causa delle ferite sul volto e dei vestiti sudici, sembrava bello e forte. L’uomo sulle spalle, anch’egli ferito, era più vecchio e sembrava in fin di vita.
-Vi prego fateci entrare, quest’ uomo è ferito - disse il giovane con il fiatone.
Nel frattempo la signora Spencer era arrivata nel salone con gli zii, basita anch’ ella da tale visione.
-Oh buon Dio, cosa vi è capitato. Entrate, entrate!-
La signora Spencer accompagnò gli stranieri in salotto e zio Darcy aiutò il povero uomo a scendere dalle spalle del giovane e sdraiarsi sul divano.
 -Presto Terence - disse tutta concitata la signora Spencer - porta le medicazioni e dì a Sonia di preparare della minestra e portare delle coperte.-
-Cosa vi è capitato buon uomo?- chiese Elizabeth, anticipando di poco il pensiero di zio Darcy.
- Stavamo tornando dalla città con delle scorte per la residenza Woodhouse, quando ci siamo imbattuti in un gruppo di zingari che hanno circondato il carro e con dei forconi ci hanno minacciato dicendo che dovevamo dare loro quello che avevamo con noi.- Parlava in modo affannato cercando di riprendere fiato.
-Ah, conoscete i Woodhouse?-
-Sì, il signor Martin è un caro amico del signor Knightley, io invece sono il loro giardiniere.-
-E voi che avete risposto, quando vi hanno minacciato?- incalzò zio Darcy con fare serio. Era molto interessato a sapere l’esatto svolgimento della vicenda.
-Io avrei dato loro tutto, non avevo intenzione di finire a fare rissa, ma il signor Martin è molto orgoglioso e non voleva mollare la sua merce.-
Mentre tutti si mobilitavano, Juliet era ancora immobilizzata sulla porta del salotto. Non aveva mai avuto un contatto così diretto con la violenza, o con qualcuno che ne avesse subìta. Si sentì come di fronte a uno di quegli eroi dell’antica Grecia, quei semidei dai muscoli ben torniti che si battono con mostri mitologici. All’improvviso  fu riportata alla realtà dalla madre, che le ordinò di andare da Sonia a prendere le coperte.
Quando tornò nel salotto, vide Elizabeth che era intenta a medicare il viso del giovane.
-Juliet, vieni a sostituirmi così io aiuto tuo zio.-
Juliet si sedette sulla poltrona a fianco del giovane. Prese una garza imbevuta di unguento e iniziò a picchiettarla sul taglio del sopracciglio.
-Augh! Brucia.-
-Mi dispiace. Non sono avvezza a queste cose.-
-Lo vedo. Sembra un poco spaventata.-
-Non sono spaventata- disse Juliet alzando un po’ la voce. Si girò per vedere se qualcuno nella stanza si fosse accorto di quel cambio di tono, poi tornò alla sua mansione.
-Non mi era mai capitato di vedere un uomo sanguinante – disse abbassando la voce.
-Beh, prima o poi si prova tutto.-
-Le fa molto male?-
-Un poco, ma sono i rischi del mestiere.-
- Essere giardiniere è un incarico che prevede molti rischi?- chiese con fare ironico Juliet.
-Voi non ne avete idea, signorina.- Il giovane stette al gioco. -Bisogna tagliare l’erba ed estirpare le erbacce. Piantare le giunchiglie preferite della padrona ogni primavera e spostarle nel vivaio ogni inverno, per fare in modo che non muoiano. E inoltre è necessario potare le rose, segare i rami in eccedenza degli alberi, raccogliere le ciliegie e le castagne cadute e pulire i giardini dalle foglie morte. Direi di sì. Un lavoro alquanto pericoloso.-
Juliet stava ridendo di gusto, ma sempre a tono basso. Non voleva essere sentita dagli zii e dalla madre. Tuttavia era sconcertata che uomo nella sua condizione fosse ancora capace di poter fare dello spirito.
- Ho mandato a chiamare il nostro medico. Vive qui vicino a neanche un miglio di distanza. Sarà presto qui per visitarla, signor Martin - disse la signora Spencer.
-Non ne ho bisogno. Davvero signora, posso riuscire a tornare alla residenza Woodhouse con le mie gambe.- A quel punto tentò di alzarsi, ma zio Darcy dovette prenderlo al volo prima che cadesse per terra.
-Non credo proprio voi possiate farcela.- disse Elizabeth.
- Sì, mia moglie ha ragione- disse zio Darcy.- Meglio che restiate qui stanotte. Domani riprenderete il cammino. Georgiana, puoi metterli nella camera blu? Noi ci metteremo in quella che dà sul lago.-
-Certamente, dico subito di prepararla.- e corse velocemente fuori dal salotto.
- Io nel frattempo invierò una lettera al signor Knightley. E’ una mia vecchia conoscenza e credo che sapervi a casa di mia sorella, dopo quello che è accaduto, lo lascerà più tranquillo.-
E anche zio Darcy uscì di corsa dalla stanza.
Juliet si alzò dalla poltrona per andare a prendere le minestre preparate da Sonia, quando sentì una forte presa al polso.
-Vi prego! Ditemi il vostro nome. - le chiese il giovane con animo supplichevole. I suoi occhi erano quasi blu, con dei riflessi grigi e verdi. Erano così belli che Juliet ne rimase incantata per qualche secondo. Poi, riprendendosi da quell’incanto, disse con voce un poco sommessa -Juliet.-
-Juliet .- ripeté lui come se volesse assaporare la mellifluità di quella parola.
- E voi come vi chiamate?- chiese Juliet molto incuriosità.
-Io sono Brett, Brett White-
  
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