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Autore: Madin    25/09/2013    2 recensioni
Solitudine. Ecco cosa l'aveva spinta a cercare qualcosa di nuovo.
Aveva appena assistito alla scena più brutta della sua intera vita; il ragazzo di cui era innamorata aveva baciato quella stupida bionda dopo che aveva portato Grifondoro alla vittoria nella partita di Quidditch. La gente acclamava quel bacio e lo incoraggiava mentre a lei dava solo il voltastomaco. Vedere le labbra di Lavanda che si incollavano letteralmente a quelle di Ron era una scena raccapricciante, e, vedere che l'ingenuo di casa Weasley ricambiava il bacio, le aveva scavato un buco nel petto inguaribile.
Non sapeva quando si era accorta di provare dei sentimenti per lui, era successo e basta.
Non si sarebbe mai aspettata che una nuova avventura era proprio ad aspettarla dietro l'angolo, e neanche le era passato per la testa che avrebbe potuto coinvolgere l'ultima persona che avrebbe voluto... come, poi, rimane un mistero...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Fairytales Gone Bad

 

- Solo un sogno -

 

Si risvegliò nel giardino. Nel giardino di un castello. Ma non era Hogwarts, no, era un castello più piccolo e più deserto.

Si guardò intorno e scorse piante di ogni tipo, esemplari che non aveva mai veduto prima; rose che sembravano rose ma non lo erano, edera blu e altre cose inverosimili.

Affascinata da quello spettacolo si avviò verso l'interno del castello, seguita da un fruscio di stoffa che striscia sull'erba. Guardò in basso e vide che i suoi abiti erano cambiati: non indossava più la divisa di Hogwarts, ma un magnifico vestito di raso verde, più lungo della sua altezza e così sontuoso da sembrare finto.

Aveva le maniche lunghe e terminava con un'apertura alquanto pronunciata, il corpetto era stretto in vita e ricamato in fili oro luccicanti. La gonna scendeva lunga creando un piccolo strascico, mantenendo il motivo del corpetto.

Hermione era meravigliata, non aveva mai visto niente del genere. Stava sicuramente sognando, pensò. Mentre arrivò alla fine del giardino ed entrò sotto i portici del castello, si imbatté in un uomo che doveva essere la guardia.

Aveva una buffa uniforme color vinaccia e un cappello dotato di piume scarlatte. Indossava la calzamaglia e i pantaloni a palloncino che arrivavano alle ginocchia. Aveva enormi baffi a punta e un pizzetto ingrigito dagli anni.

«Buongiorno» le disse mentre lei gli passava accanto «Come state oggi Principessa?» per poco Hermione non scoppiò a ridere. Era tentata di farlo, credendo si trattasse si uno scherzo bello e buono, ma la serietà con cui lo disse e nel modo che aveva di guardarla, la fece ricredere.

L'aveva davvero chiamata Principessa?

Corse verso i corridoi interni, cercando a tentoni uno specchio. Corse per le scale e per le cantine. Quando trovò le camere ne spalancò una e vi trovò uno specchio.

Cautamente si avviò verso lo specchio; aveva paura di vedere il suo riflesso cambiato, di scorgere un'altra persona. Giunta al limite aprì gli occhi e guardò il suo riflesso.

Non era cambiata in niente. Il viso era sempre il suo, i suoi capelli però erano raccolti in una lunga treccia laterale bruna e le guance erano imporporate. Aveva una corona di fiori sulla testa e una collana dall'aspetto costoso al collo.

Aveva la bocca spalancata. Non era lei quella ragazza così... così... bella.

«Tesoro!» una donna bellissima si affacciò alla porta e la raggiunse, le posò le mani sulle spalle e la guardò nel suo riflesso. «Devo darti una terribile notizia, purtroppo tuo padre è morto... ucciso da un mostro.» la donna non sembrava tanto amareggiata ed Hermione non poteva fare a meno di non cambiar stato d'animo, dato che non sapeva di chi stesse parlando la donna.

«Fino a che non compirai la maggiore età, sarò io a governare il Regno. Sarò la Regina.» a quella frase, dentro di sé, Hermione, sentì una piccola vocina farsi strada nella sua mente. Quella vocina era terrificante, no, era dolce, ma era così turbata che sembrava un persistente grido nelle orecchie. E lacrime, lacrime e lacrime.

Era come se avesse assorbito le conoscenze appartenenti a quella vocina nel momento stesso in cui questa si era rivelata.

E se questa aveva ragione, l'ascesa al trono della donna, non era un motivo per essere felici.

Si voltò verso la donna con gli occhi stretti a fessura e mantenne uno sguardo fisso.

«Per tanto, da questo esatto momento, tu sarai ai miei servigi e obbedirai ai miei ordini. Dimenticati della tua stanza, dimenticati del tuo ruolo e della servitù. Delle scappatelle in giardino e degli animali nel castello. Rimarrai chiusa nelle prigioni fino alla fine dei tuoi giorni!» la donna le strinse le spalle per intimorirla e, se da una parte la vocina diventava succube, Hermione sapeva che avrebbe lottato con i denti e con gli artigli per mantenere l'orgoglio e la dignità.

La donna la guardò come se stesse per urlarle contro ma poi, all'ultimo momento, la sua espressione si rilassò e con un gesto della mano, fece perdere i sensi alla ragazza.

 

Hermione si risvegliò ad Hogwarts sotto la sua quercia. L'abito verde era scomparso e la divisa era tornata. Si alzò in piedi con le spalle ancora doloranti per la stretta che la donna le aveva inflitto.

Era strano, era stato un sogno. Sì, soltanto un sogno. Molto realistico ma un sogno. Si affrettò per raggiungere la Sala Comune dei Grifondoro, dove avrebbe cercato Ginny per raccontarle l'accaduto.

Una volta entrata nella Sala, vide la sua amica che chiacchierava allegramente con Harry accanto al fuoco. Non voleva interromperli, ma sapeva di essere costretta a farlo.

«Hermione!» dissero entrambi prima di correre ad abbracciarla. La stritolarono per parecchi secondi ma poi si ritrassero imbarazzati per essersi abbracciati a vicenda.

«Che cosa ti è successo?» chiese Ginny facendola sedere sulla poltrona. Si fermò davanti a lei e anche Harry rimase accanto a loro.

«Mi... mi sono addormentata. Sotto la quercia. Ero così spossata!»

«Pensavamo ti fosse capitato qualcosa di brutto!» rispose Ginny «Hai dormito tre ore!»

«Tre ore?! Ma come è possibile? Oh per Merlino, ho saltato le ore pomeridiane! La mia media si abbasserà di parecchi punti!» Ginny alzò gli occhi al cielo e Harry sghignazzò.

«Sta' tranquilla...» disse quest'ultimo «Tutti sapevano che avevi bisogno di riposo.»

«Cosa è successo mentre ero via? Cioè, mentre dormivo...» domandò Hermione.

«Ti ho preso gli appunti...» disse Harry «E Malfoy è stato ricoverato in infermeria.» Hermione strabuzzò gli occhi, non che la cosa le importasse, ma Malfoy non veniva mai ricoverato in infermeria, era troppo nobile e protetto da chissà chi!

«E per quale motivo?» chiese ancora.

«Si dice che si è sentito male a colazione, quando è scappato via dalla Sala, e che sia stato male a causa di un'allergia... ma sono solo voci.»

«Altri dicono che è per altri motivi che è ricoverato lì... sai, molte ragazze entrano ed escono dalla sua stanza e...»

«Per favore Ginny! Non voglio alcun dettaglio della sua vita sentimentale!»

«Ma la voce più attendibile dice che abbia bevuto una pozione potente che l'ha ridotto uno straccio...» Hermione aprì maggiormente gli occhi.

«Scusate ma devo andare a parlare con Madama Chips, ho un male alla pancia insopportabile...» la ragazza si alzò dalla poltrona e scansò i due amici «Grazie» disse prima di scomparire oltre la porta sotto gli sguardi esterrefatti dei suoi amici.

Corse a perdifiato fino all'infermeria e bussò alla porta, facendosi aprire da una Madama Chips alquanto turbata.

«Signorina Granger! Cosa ci fa qui?» chiese la donna facendola entrare.

«Ho bisogno di sapere... cosa ha colpito... Draco Malfoy...» le costò uno sforzo enorme pronunciare il suo nome e l'infermiera squadrò la ragazza con occhi spiritati e stupiti.

«Non sono informazioni che posso rivelare ad uno studente.» si allontanò lasciando la ragazza immobile e inerte

«Potrei sapere cosa l'ha fatto stare male!» continuò Hermione correndole dietro.

Madama Chips si voltò verso di lei e le fece un cenno col capo in direzione di un letto chiuso tra le tendine.

Hermione si avvicinò restia e spaventata di quello che avrebbe potuto trovarci. Poi, armandosi di coraggio, avanzò decisa e scostò le tendine, rivelando una delle immagini più terrificanti che avesse mai visto.

Malfoy giaceva supino con la fronte madida di sudore e un pallore bianco innaturale pure per lui. Aveva gli occhi chiusi e la bocca increspata in una smorfia di dolore atroce. Avrebbe dovuto poter fare qualcosa per lui, si sentiva in qualche modo responsabile pur non essendone sicura...

«Malfoy!» lo chiamò «Malfoy svegliati!» lo scosse ripetutamente finché lui non aprì gli occhi e la guardò spaventato. Erano vacui, assenti. Le pupille solitamente argentate ora sembravano solo antracite. Aveva una lunga ferita che gli correva per il braccio destro che Madama Chips gli aveva fasciato da poco. Hermione non sapeva spiegarselo...

«Malfoy...» disse di nuovo con compassione nella voce, come per consolare un amico ferito. Anche se lui non era proprio quello che di definiva “un amico”.

«Signorina Granger ha qualcosa da dirci per spiegare questa insolita malattia?» Minerva McGranitt le era affianco, spuntata da chissà dove, con il suo abito lungo e i capelli raccolti in uno stretto e austero chignon. Anche Madama Chips la affiancava e ad Hermione pareva di essere sotto accusa in un processo, che sapeva, non poteva vincere.

«Professoressa McGranitt...» non poteva rovinare tutto –la sua media, i suoi voti, il suo futuro– con la verità, non dopo aver sgobbato tutta la vita «Pensavo di sapere cosa avesse colpito Malfoy ma mi sono resa conto che non è così.» abbassò il capo, fingendo dispiacere «Tuttavia, posso propormi per vegliare sul ragazzo finché non si sveglierà per domandare a lui stesso cosa sia accaduto.» Hermione fu fiera della fermezza della sua voce all'ennesima bugia. Diventava troppo facile mentire quando c'era di mezzo Malfoy... e ripugnante.

Madama Chips sembrò rifletterci mentre la McGranitt decretò un immediato «No.»

«Ma Professoressa! Madama Chips avrà sicuramente bisogno di un aiuto extra...»

«Ammesso e non concesso che io accetti la sua offerta, signorina Granger, cosa la spinge a questo gesto di nobiltà verso un ragazzo che per lei non è altro se uno studente? E neanche uno di carattere migliore?» la McGranitt la osservava con un cipiglio curioso e inquisitorio. Hermione si sentiva morire all'idea di dover mentire alla sua insegnante preferita.

«Crediti. Crediti per i M.A.G.O.» rispose pronta. Era davvero troppo facile mentire!

L'anziana donna si voltò verso l'infermiera e lasciò un sospiro corto «Poppy, ti sarebbe di aiuto avere qui la signorina Granger a vegliare sul signor Malfoy?»

l'infermiera sembrò rifletterci e poi annuì «Con tutto quello che ho da fare» disse «Non posso continuare a vegliare su di lui e se io non ci fossi nel momento in cui si svegliasse, le sue condizioni potrebbero peggiorare.» Minerva McGranitt annuì convinta e poi si rivolse di nuovo ad Hermione.

«E va bene. Sorvegli Malfoy e scopra cosa lo ha colpito. Conto molto su di lei, signorina Granger.» le mise una mano sulla spalla e Hermione si ricordò il tocco intimorente della donna di prima, mentre questo era più delicato e benevolo.

La Professoressa abbandonò la stanza e Madama Chips tornò di corsa al suo lavoro.

Hermione si avvicinò ancora al letto di Malfoy e lo guardò attentamente. Prese una sedia e la mise affianco a lui, fece apparire un libro di Pozioni e iniziò a leggerlo...

 

 

 

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Perfetto! È ora... : Ciao a tutti! Spero stiate bene. Sì, lo so che vorreste uccidermi in questo momento. Probabilmente direte: ma se ha un sacco di storie in cantiere, perché pubblica qualcosa di nuovo? Ebbene, avete pienamente ragione. Ma questa blanda idea, è frutto di un lavoro da prima dell'estate. Nato così, dal nulla! Tuttavia, devo anche rivelarvi che non ne sono molto convinta... vedremo i vostri responsi!

Un grosso bacio, Madin

 

   
 
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