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Autore: Nuha    25/09/2013    0 recensioni
Dal primo capitolo:
La prima volta che si erano incontrati avevano 11 anni.
La prima volta che si erano incontrati non si erano guardati negli occhi.
La prima volta che si erano incontrati era stata in un treno.
La prima volta che si erano incontrati lei indossava un vestito nero e lui un completo dello stesso colore
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Draco era infastidito.
Era infastidito dalle occhiate che i ragazzi lanciavano verso la sua fedele amica in corridoio, dalle occhiate che quelle stupide e bionde oche lanciavano a lui, dalla presenza di quel nuovo ragazzo che Mel riteneva così interessante mentre lui semplicemente lo vedeva come l’ennesimo stupido ragazzo che pensava di potersi mettere tra di loro o addirittura di poter diventare uno di loro.
Draco era infastidito e glielo si leggeva negli occhi.
Era talmente infastidito da non aver neanche insultato Potter quel giorno in corridoio, da non riuscire a guardare il ben fatto didietro di una più grande, da far esplodere il calderone.
Draco Malfoy, il miglior pozionista del suo anno aveva fatto esplodere un maledettissimo calderone lasciando l’intera aula sconvolta e Piton, beh, Piton era talmente sconvolto che pareva ch un suo studente gli avesse detto di lavarsi i capelli.
Camminava per i corridoi di Hogwarts fin troppo pieni a causa del cambio d’ora con degli occhi che sarebbero stati capaci di far tremare anche suo padre.
Mel era rimasta talmente stupita nel vederlo catapultarsi fuori dall’aula di pozioni che non aveva fatto in tempo a corrergli dietro prima che Svein la raggiungesse con quel suo solito sorriso beffardo ed irritante, il sorriso di chi pensa di poter fare tutto quel che vuole ed effettivamente fa tutto quel che vuole.
Le aveva sfiorato il fianco con appena due dita eppure lei sentì una scossa elettrica passare per ogni parte del suo corpo, non era abituata al contatto fisico con chiunque che non fosse Draco.
Sobbalzò appena e lo straniero le sorrise in quel modo estremamente sensuale che ormai da due settimane faceva impazzire ogni singola studentessa di Hogwarts e talvolta anche qualche studente.

-Scusa, non volevo spaventarti.
La sua voce lo rendeva talmente sexy che ogni volta finiva per sentirsi come una qualsiasi ragazza in piena crisi ormonale ma ovviamente riusciva a non darlo a vedere neanche lontanamente, con nessuno.
Sul viso di lei che si dimostrava sempre, almeno all’apparenza, assolutamente imperturbabile comparve un sorriso cordiale seppur sempre freddo, glaciale.
-Non mi hai spaventata. Scusami ma io devo..
-Andare a rincorrere Scorpius che è scappato un secondo fa. Lo so ma potresti anche restare con me tanto  non abbiamo nessuna lezione ma immagino che andrai a trovare il tuo amichetto.
A quelle parole sentì da un lato la rabbia salire dentro di lei e dall’altro la consapevolezza di quanto avesse ragione. Restò immobile a fissarlo come sempre all’apparenza perfettamente tranquilla ed impiegò appena una manciata di secondi a decidere cosa fare.
-Dove andiamo?
La voce bassa e morbida che non l’aveva mai abbandonata fin dalla nascita colpiva sempre il loro nuovo compagno che le sorrise sembrando ancora più malvagio di prima, ecco, questa era una strana capacità di Svein: più sorrideva più sembrava cattivo.
-Sulla torre di astronomia, si sta benissimo in questo periodo dell’anno.
Disse iniziando a camminare lungo il corridoio per poi salire le scale senza dirle una parola ed arrivare finalmente alla torre. Uscì e le porse una mano che lei sfiorò appena ma lui, subito, la stringe con la propria facendo intrecciare le proprie dita e la portò al centro del ponte dal quale si poteva vedere tutta la scuola.
Soffiava contro di loro il vento e lei tremò appena per il freddo.
-Hai freddo? Prendi.-
Disse con quel fare che faceva sembrare ogni sua parola un ordine per poi togliersi il maglione e darlo alla ragazza che senza ribattere lo mise sentendo il profumo di lui quasi annebbiarle i pensieri.
Era strano essere lì con lui, soli, a dir la verità era strano essere sola con chiunque che non fosse il suo biondo preferito e si sentiva agitata seppur non ci fosse un particolare motivo per esserlo.
-Appena mi son seduto sullo sgabello per farmi smistare dal cappello parlante ti ho vista e ho pensato che mi sarebbe piaciuto finire nella tua stessa casa, sai? C’era qualcosa di magnifico in te che fino a un secondo prima confabulavi con Draco e ti sei fermata nel preciso istante nel quale sono arrivato lì, ti ho trovata bellissima fin dal primo istante.
Dicendo queste parole le si era avvicinato e lei si era sentita morire o forse vivere per la prima volta, il cuore che le esplodeva nella cassa toracica e la mani leggermente tremanti per tutto tranne che per il freddo.
Svein arrivò fino ad essere esattamente davanti alla ragazza che era poggiata al muretto. Portò le mani ai due lati del corpo di lei, ad aderire con la pietra fredda e posò la fronte contro la sua.
-Sono ormai due settimane che non riesco a pensare ad altri che a te, mi stai davvero facendo impazzire e dovevo parlartene, non ce la facevo più. Penso di amarti.
Sussurrate appena queste parole posò le labbra su quelle di lei e la ragazza, incapace di reagire, lo lasciò fare anche quando lui le morse il labbro inferiore per poi portare a lingua a toccare quella di lei e a farle danzare l’una con l’altra.
Svein le mise una mano tra i capelli e l’altra dietro la schiena avvicinandola di più a sé mentre lei posò le mani sul suo collo, impacciata.
Era il suo primo bacio e lo stava dando in modo totalmente inaspettato eppure, eppure quel calore che sentiva in tutto il corpo le aveva fatto capire di desiderare quel bacio seppur si vergognasse all’idea di non essere in grado di farlo.
La mano sulla schiena di lei si spostò ed entrò sotto la sua camicetta spingendola appena indietro, facendo aderire ancora di più il corpo al muretto, e poi salì fino al seno coperto dalla stoffa mentre la bocca del ragazzo scendeva sul suo collo a morderlo, succhiarlo e baciarlo quasi con violenza ma allo stesso tempo con attenzione.
Le scostò il reggiseno ed iniziò a torturare i suoi capezzoli mentre lei iniziava a sentire il basso ventre formicolare e l’altra mano di lui non la fece aspettare abbassandole le calze maglia e infilando una mano all’interno delle mutandine della ragazza iniziò a giocare con la sua intimità fino a sentire il suo respiro affannarsi per quanto lei facesse di tutto per non gemere.
Risalì con le labbra fino al suo orecchio e le mordicchio il lobo prima di sussurrarle un “ti voglio” perfettamente consapevole che a quel punto l’innocente Serpeverde fosse totalmente sotto il suo controllo. Nascose un perfido ghigno posando nuovamente il viso sul suo collo e sfilandole il maglione.
Mel consapevole di dover fare qualcosa iniziò a slacciare lentamente la camicia di lui ma il ragazzo sembrò essere scocciato  dal suo essere così maldestra e finì da solo il lavoro mentre lei slacciava la propria fissando i bottoni per nascondere gli occhi che mostravano quanto fosse scossa dal gesto con il quale lui le aveva fermato le mani, come se stesse sbagliando tutto.
Decise di rimediare e gli slacciò alla bell’e meglio i pantaloni per poi abbassargli le mutande.
Lui tornò su di lei come un uragano iniziando a baciarle i seni per poi indirizzare senza farsi troppi problemi la propria erezione verso la sua intimità e spinse con violenza.
Sentì un dolore talmente acuto da farle tendere tutti i muscoli e farle scappare un gemito di dolore ma lui parve ignorare totalmente la cosa tranne per un lieve bacio a fior di labbra.
Quella tortura continuò per parecchi minuti e quando finalmente lui uscì dal corpo della ragazza per lasciarsi andare agli ultimi istanti di piacere e vide del sangue sul proprio membro la guardò con disprezzo e lei sentì la sua anima, fino a pochi istanti prima nascosta sotto strati di ghiaccio talmente stratificato che quello dei poli sarebbe sembrato una schifezza a confronto, distruggersi.
-Potevi dirmelo, non t’avrei manco toccata. Datti una sistemata e torna dentro.
Disse lui con disprezzo nella voce e negli occhi per poi riprendere il maglio e sparire all’interno del castello.
Sentì le ginocchia cederle e per la prima volta da quando la madre era morta gli occhi bruciarle per le lacrime che iniziarono a scendere copiose lungo le sue guance e poi giù a percorrere il corpo della ragazza fino al ventre nudo.
Il dolore fisico era forte eppure in quel momento avrebbe preferito un cruciatus alle fitte che sentiva al cuore.
-Draco, ho bisogno di te, Draco Draco Draco
Ripeteva il nome del suo biondo come una cantilena non riuscendo però a fare nulla per chiamarlo  ma senza ,allo stesso tempo, smettere di riuscire ad invocare il suo nome e lui in un secondo era lì, a pochi metri da lei.
Si era domandato per tutta quella dannatissima ora dove potesse essere la ragazza e alla fine si era deciso a cercarla ovunque per poi arrivare fino alla torre di astronomia dove gli parve di sentire una voce familiare dire il suo nome per quanto non riuscisse a capire chi potesse essere.
Non aveva riconosciuto la sua voce perché mai lei aveva pianto davanti a lui, mai aveva sentito il rumore dei suoi singhiozzi o asciugato le lacrime con le proprie mani eppure lei ora era lì, rannicchiata a terra, nuda e con del sangue che le macchiava le cosce.
-Che succede? Chi è stato? Io lo ammazzo! Che ti hanno fatto? Ti hanno torturata? CHE COSA HANNO OSATO FARTI?
Urlava, lui, urlava con tutta la sua voce non contro di lei ma contro chiunque avesse osato toccare la persona per lui più importante al mondo eppure lei non gli rispondeva, lo guardava e basta, lo guardava e lui sentiva tutto il suo dolore.
Si decise a metterle addosso la camicetta e infilarle la gonna mettendo nelle tasche del mantello il suo intimo e le calze maglia totalmente strappate prima di prenderla tra le proprie braccia.
-Prometto di vendicarti Mel, giuro sul mio sangue di vendicarti per quello che ti è stato fatto e non troverò pace fin quando non saprò chi è il colpevole.
Le sussurrò queste parole all’orecchio e la portò nel bagno dei prefetti chiudendo la porta con un incantesimo prima di posarla a terra e di andare ad aprire l’acqua che lentamente riempì l’enorme vasca. Si tolse i vestiti posandoli su una sedia e restando in boxer per poi recuperare le mutandine di lei che scoprì essere distrutte e si maledisse per non averci fatto caso prima.
Lei ancora piangeva e ancora non parlava, riusciva solo a piangere e tremare e talvolta guardarlo avendo negli occhi solo il dolore.
Mise le braccia sotto le sue ascelle e la alzò iniziando a sfilarle nuovamente la camicetta e la gonna per poi tentare in ogni modo di non avere reazioni al perfetto corpo della ragazza. La prese nuovamente in braccio consapevole del fatto che lei non riuscisse a reggersi in piedi da sola e entrò nella vasca ormai piena d’acqua e di schiuma.
Lavò lentamente il corpo dell’amica, senza più dire una parola e cercando di calmare la rabbia per non parlare con durezza.
Prese una spugna e lentamente la passò per tutto il suo corpo come a volerla pulire da quel che era appena successo e le cantò a bassa voce quella melodia che da piccoli avevano inventato.
Non riusciva a capire cosa dovesse fare, come comportarsi davanti alle lacrime di lei che non cessavano di scendere nonostante tutto e così si mise esattamente di fronte a lei, posò le mani sul suo collo e la guardò per qualche istante per poi stringerla tra le proprie braccia incurante del corpo nudo di lei, sapendo che ne aveva bisogno e difatti appena lui la strinse la ragazza si strinse a sua volta a lui quasi lasciandosi cadere sul suo corpo e piangendo ora con più forza, singhiozzando e mormorandogli parole sconnesse.
-Non capisco Mel, se parli così a bassa voce non capisco.
-Ho fatto una cosa brutta, Draco, ho fatto sesso con Svein ma lui, lui aveva detto di amarmi e poi non so cosa sia successo, poi è stato cattivo e io, io non so cosa mi stia succedendo ma non mi ero mai sentita così.
La furia cieca si impadronì del cervello del ragazzo che lasciò andare l’amica e si allontanò dal suo corpo andando a prendere la bacchetta ed insonorizzando il bagno prima di voltarsi verso di lei con il volto mutato dalla rabbia.
-Cosa ti è venuto in mente? DIMMELO! Come hai potuto pensare di fare una cosa del genere con quel, quel coso? COSA DIAVOLO AVEVI IN TESTA?
Lei ora ancora più spaventata dalle sue urla non riusciva a smettere di singhiozzare, il corpo totalmente scosso dal dolore e dalla paura. Si coprì il viso con le mani per nasconderlo a Draco.
Lui le si avvicinò sentendosi un viscido verme, consapevole del fatto che non si sarebbe dovuto arrabbiare ma le sarebbe solo dovuto stare accanto soprattutto in quel momento.
-Scusami piccola mia, scusami ti prego ma io non posso sopportare che qualcuno faccia questo a te, non posso sopportarlo mia dolce Mel.
Quelle parole sussurrate con una dolcezza che mai lui aveva usato con nessuno dovettero calmarla moltissimo, tanto che smise di piangere e si strinse a lui mentre gli ultimi singhiozzi scuotevano il suo corpo.
-Portami in camera, ti prego, e resta con me.
Alle lezioni avrebbero pensato il giorno dopo e anche alla vendetta, in quel momento la sola cosa che fece era avvolgere il corpo di lei in un asciugamano, asciugarsi sommariamente e vestirsi per poi uscire dal bagno prendendo tutti i loro vestiti e tenendo la ragazza per mano sperando di non incontrare nessuno.
Miracolosamente nessuno era nei corridoi e i due riuscirono a raggiungere il dormitorio Serpeverde.
Appena arrivati nella stanza di Draco lei si stese nel letto senza neanche preoccuparsi di asciugare i propri capelli o di rivestirsi.
Lui recuperò una camicia e delle mutande che la ragazza aveva scordato a casa sua tempo prima e che alla fine si era sempre scordato di ridarle e le porse entrambe le cose ma lei scosse appena la testa così fu lui a sfilarle l’asciugamano e a vestirla.
Draco tolse le scarpe e si stese accanto alla ragazza stringendola con forza a sé, come se lei fosse la cosa più preziosa al mondo, la sua unica salvezza e stesse per morire, come se fosse ferita mortalmente e lui non potesse fare nulla, la strinse a sé sapendo di poter solo tentare di renderle il tutto il meno doloroso possibile.
-Io ti proteggerò sempre mia dolce Mel, noi due, solo noi due contro il mondo, ricordi?
Appena pronunciate quelle parole che si erano detti da piccoli la vide sorridere prima di addormentarsi, come se non avesse la forza di stare sveglia in tutto quel male che sentiva.
Vegliò su di lei per ore e ore finendo per addormentarsi a sua volta solo verso sera.
  
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