Amicizia e amore, una miscela esplosiva!
 
 
 
Amelia si stava dirigendo verso l’ufficio di Kumazaki con un’ingente montagna di fogli da compilare.
Le carte erano tutto il lavoro che l’uomo aveva lasciato in arretrato da quando aveva preso il posto di Fubuki, e, nonostante la manager non volesse dargli un’ulteriore ragione per prendersela con loro, ormai era giunto il momento che le compilasse.
“Lo farei volentieri io, ma è una prerogativa dell’allenatore …”
Fece una smorfia a quel pensiero. Le parole “Kumazaki” e “allenatore” insieme avevano un suono ripugnante.
“È … È orribile. Ha permesso che Seji maltrattasse i ragazzi, ha cacciato Katia, Nozomi e Diana e raggirato Yukimura!”
Avrebbe davvero voluto fare qualcosa per sollevare il morale ai suoi amici.
Quello decisamente non si poteva definire un periodo felice: le loro amiche erano state allontanate, Yukimura era diventato un SEED, di Moriko non si sapeva più niente,a Koji era successo qualcosa, Nana evitava di parlargli, Haru battibeccava con Aya-no, su quel fronte tutto filava normalmente,a dirla tutta-, e lei e Alan ricoprivano il ruolo delle spalle su cui piangere.
“Perché non posso fare qualcosa? Qualunque cosa! Io non voglio vederli tristi … E rimanere impotente!”
Si riscosse giusto in tempo per non prendere in faccia la voluminosa porta in legno.
Appena entrata notò che Kumazaki aveva apportato un po’ di cambiamenti nella stanza: le due foto sulla scrivania-che raffiguravano Fubuki insieme all’Hakuren il giorno dell’inizio dell’Holy Road-erano state rimpiazzate da una statuetta a forma di orso in legno, i diplomi sulla parete erano spariti, il tappetino bianco con lo stemma della scuola sostituito da una pelliccia tarmata d’orso, e soprattutto, la bella sciarpa bianca appesa dietro la scrivania ora era ingiallita e sporca di ketchup.
Amelia si sentì montare la rabbia. Con le mani tremanti afferrò delicatamente la sciarpa e la mise dentro la borsa.
“Non si accorgerà che l’ho presa, con la cura che le ha dedicato ..”
–Amelia!
La ragazza fece un balzo per lo spavento.
–A … Alan!
–Ti ho spaventata? Ah!-lo sguardo del ragazzo si era spostato sulla parete.-Che ne ha fatto della sciarpa?!
–Tranquillo, non l’ha distrutta, però …-gliela mostrò, e Alan aggrottò la fronte.
–Che idiota!
–Lo so, la porterò a casa e la laverò, voglio che il coach la ritrovi esattamente com’era.
–Fai bene! È davvero da te essere sempre gentile.-aggiunse sorridendo.
Amelia arrossì.
–Basta, è solamente una sciarpa …
Il ragazzo stava per aggiungere qualcos’altro, ma dal corridoio arrivarono delle voci. Una , con sommo orrore di Alan e Amelia, era quella di Kumazaki.
–Che facciamo? Se ci vede con la sciarpa la sequestrerà!
–Accidenti, non possiamo uscire, ci scoprirebbe … lì dentro!
–Dentro? Dentro dove-MMMF!
Un attimo dopo lei e Alan si erano rintanati nell’armadio di pino e Kumazaki era entrato nell’ufficio.
–Alan! Che cosa-
–Shhhh!
–Mh? Che strano,mi è sembrato di sentire qualcosa …
–Sarà stata una tua impressione, Shirosaki.
Shirosaki? Allora lui e Yukimura erano tornati!
–Guarda che sentire voci che nessun’altro è in grado di sentire non è un buon segno, portierucolo.-intervenne una voce sarcastica.
Ma quella …
–Murasaki! Non sei nella posizione di permetterti battute!
–Mi scusi, signore.-la ragazza mormorò a denti stretti.
Delle sedie sfregarono sul pavimento.
–Sedetevi, sedetevi. Bene, vorrei sapere le ultime novità riguardo la vostra missione.
Qualcuno-Shirosaki?-si mosse impazientemente sulla sedia.
–Signore! È andato tutto per il meglio!-iniziò con ardore.
–Abbiamo incontrato Fubuki. Yukimura ha avuto modo di verificare ciò che pensava.
–Ah. E allora? Ti sei convinto?
Yukimura rimase zitto per un attimo.
–Sì. Fubuki … Fubuki è uno sporco traditore, e si è venduto alla Raimon!-disse con rabbia.
 
 
–Cosa?!
–Hanno visto Fubuki?! Quando?
 
 
–Ottimo.-anche senza vederlo, Alan e Amelia erano convinti che Kumazaki stesse sorridendo per il trionfo.
–Murasaki.-adesso l’uomo aveva un tono più duro-Hai fallito miseramente gli obbiettivi che il Sacro Imperatore ti aveva affidato.
Moriko non disse niente.
–Potrei espellerti …. Ma ciò ci metterebbe in notevole svantaggio contro quei pagliacci.  D’ora in poi ritornerai in squadra, ma è una situazione temporanea. Devi esserne grata.
–…
–Hai capito?
–C … Ccccerto, signore.
–È tutto. Potete andare.
Le sedie si mossero ancora.
La porta dell’armadia sbatacchiò leggermente, e Alan la richiuse subito, non senza evitare che Yukimura lo notasse.
–Yukimura?
Il ragazzino rimase fermo davanti al mobile.
–Cosa c’è?
“Ti prego, passa oltre, esci di qua …”
–Niente. Usciamo, voglio devo andare ad allenarmi.
–Non ti vuoi perdere via via, eh? Che ragazzino giudizioso!
–Shirosaki …
–Sì?
–Sei un mio sempai, ti rispetto, ma … chiudi quella boccaccia che ti ritrovi.
Ed entrambi uscirono, mentre Shirosaki cercava di capire che cosa avesse detto di tanto strano.
–Uff! che fortuna!
–Ci ha coperti!
–Già … sembra che non sia andato del tutto.-Alan fece un sorriso compiaciuto.
–Con o senza Quinto Settore, Yukimura rimane lo stesso. È un bene.
Si guardarono, e all’improvviso assunsero entrambi un colorito molto acceso.
Erano stati così vicini, dentro l’armadio …
–I … Io devo andare, sai …
–Ah … Anche io , devo …
–Ci vediamo …
–Sì …
Alan guardò Amelia andarsene, imbarazzatissima.
“Cavolo, è bellissima …”
–Ma che diamine sto dicendo? La nostra amicizia è SACRA! CHE-COSA-HO-NEL CERVELLO?! Dei criceti?
Si mise una mano nei capelli.
–Fratellone, aiutami tu … come devo comportarmi?
Lui avrebbe avuto la risposta giusta, quella che lui cercava tanto disperatamente.
Peccato che non avrebbe mai potuto dirgliela …
 
 
 
–Seji! Cosa vuoi?
–Signore, la prego, me lo lasci fare!
–Ti ho detto di no! Aggredire una studentessa è un reato! Verrei sospettato!
–Ma quella piccola mocciosa deve pagarla! Mi ha ridicolizzato!
–Ascoltami,-sussurrò Kumazaki-sono completamente d’accordo che alla piccola Eru ci vuole una bella regolata, ma …  Non si può.
Seji ci ragionò su. Lo sforzo parve immenso.
–E … se succedesse fuori dalla scuola? Nessuno potrebbe colpevolizzarla! Ci sta, signore?
Kumazaki sorrise.
–Però … non mi aspetto che da quel tuo grosso testone uscisse qualcosa di ingegnoso.
Si chinò e Seji gli tese un orecchio.
–La ragazzina è appena uscita fuori. Sembrava diretta nel bosco … Sai cosa fare.
Il ragazzo irsuto corse nel corridoio, pregustando la vendetta promessa.
 
 
–Razza di brutto bastardo! Te lo sogni!
Haru si diresse anche lui fuori dalla scuola.
 
 
 
–Gah … Fa parecchio freddo, oggi.
Aya camminava svogliatamente tra i cespugli, fissando le chiome innevate.
Stava pensando a Yukimura, a dove fosse in quel momento, se Shirosaki gli stesse facendo qualcosa. Non riusciva a smettere di preoccuparsi.
“Hyouga … sei uno scemo. Io sono qua … perché non mi vedi? Perché non CI vedi?”
Sapeva che il ragazzo era sempre stato un tipino testardo e orgoglioso, ma adesso era troppo!
“AAARGH! Non so cosa devo fare! Ok, devo calmarmi … Anche Haru lo ha detto …”
Già. Haru. Anche lui era nei suoi pensieri, e in modi che non aveva mai preso in considerazione.
“Non in QUEI modi! Concentrati Aya, è stato carino con te, e basta! Chiunque si sarebbe comportato a tal punto! Fine!”
Il suo rapporto con il ragazzo non era mai stato idilliaco, eppure …
Eppure qualcosa stava cambiando.
Qualcosa che aveva sempre soppresso, ma che non voleva ammettere.
I cespugli dietro di lei si mossero.
–Ehi! Chi è là?
 
 
 
 
Angolo di Marie
Nel prossimo capitolo non ci saranno cose sconce, tanto per chiarire.
E approfondirò il legame tra Aya e Yukimura e quello tra Alan e Amelia.
Alla prossima!
Marie Claire