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Autore: chiarassi    25/09/2013    1 recensioni
{Pairing principali: 2min;Jongkey}
Il compito a loro assegnato sembrava semplice: trovare il traditore sarebbe stato un giochetto da ragazzi, lo avrebbero consegnato al loro capo e sarebbero tornati a svolgere i lavori che erano soliti portare a termine. O almeno così pensavano.
 
Dal capitolo terzo:
«Se questo è tutto quello che hai, sei davvero un bravo ragazzo dalle mie parti».
«Tu invece sei un vero tipaccio» lo canzonò il ragazzo caramella.
Il moro decise di sfruttare al meglio questa occasione.
«Beh, così si dice in giro. Se vuoi posso darti io la roba»
«Come ti chiami, pivello?»
«Kim Jonghyun»
«Beh, Kim Jonghyun, hai ufficialmente attirato la mia attenzione».
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Con questo trasferimento sia Jong che Taemin sapevano che sarebbe cambiato qualcosa. Il punto era scoprire se sarebbe cambiato in meglio o in peggio. Si stavano recando alla sede centrale dell'organizzazione a Seoul che sarebbe diventata, almeno per adesso, la loro nuova casa. Quando riuscirono a vedere l'edificio, la bocca si seccò ad entrambi.
Evidentemente l'organizzazione che occupava quella sede era molto più grande di come se la immaginavano e probabilmente anche più potente. 
Anche volendolo, scappare sarebbe stato impossibile per chiunque. Erano in trappola e, anche se lo sapevano ormai da tempo, il pensiero li faceva rabbrividire ogni volta.
Taemin aveva deciso di non parlare a Jinki di questo viaggio. Sicuramente si sarebbe messo in testa qualche idea strana e lo avrebbe seguito. Era convinto che avrebbe combinato qualche guaio come suo solito. 
Ignorò tutte le sue chiamate e i suoi messaggi preoccupati e si sentì meschino nei confronti dell'amico, che non sapeva e probabilmente non capiva cosa stesse succedendo. 
Scosse la testa ed entrò nell'edificio, cercando di concentrarsi sul colloquio che di lì a poco sarebbe iniziato. Lui e Jonghyun erano tenuti a partecipare per via della missione che gli sarebbe stata assegnata quel giorno. A mano a mano entrarono nella sala delle riunioni tutti i pezzi grossi dei piani alti. Il biondo attirava su di sè molta attenzione facendolo sentire nudo e indifeso sotto i loro sguardi. Molti di loro avevano offerto denaro per averlo ma nessuna delle loro proposte era stata accolta. 
Taemin passò in rassegna ogni volto, studiandolo. Oltre al ribrezzo non provava nessun sentimento, come quando era costretto a servire quei vecchi porchi le notti in cui lo affittavano. Quando finalmente fu chiamato il suo nome sobbalzò.
«Lee Taemin e Kim Jonghyun, come già sapete l'assemblea ha deciso di affidarvi un compito molto importante e non indifferente per la nostra situazione» annunciò Wu Yifan, uno dei vertici dell'organizzazione. Era un ragazzo straniero, venuto dalla cina, ma era riuscito a scalare la vetta molto in fretta, riuscendo a sorpassare molti uomini più anziani di lui grazie alla sua capacità di ragionamento e alla sua fermezza.
«E' un incarico molto semplice al quale sappiamo saprete adempiere facilmente e rapidamente, come fate sempre» continuò lanciando un'occhiata veloce ai due, ricambiata dagli sguardi attenti di questi «Vi infiltrerete nella scuola superiore dove siamo sicuri troverete un disertore. Il bastardo è riuscito a confondersi con gli altri studenti e abbiamo bisogno di voi per trovarlo senza sollevare uno scandalo. Trovatelo e portatelo da noi».
Taemin e Jonghyun annuirono. A giudicare dalla sua espressione, il loro capo non doveva essere molto contento della situazione. La fine del mese era vicina, quindi dovevano entrambi rimboccarsi le maniche per non fallire e fare chissà quale fine. Ascoltarono tutti i dettagli in silenzio. A conclusione dell'assemblea si allontanarono e vennero scortati nei dormitori della scuola che avrebbero dovuto frequentare fino a missione terminata. Furono inseriti nella stessa stanza e nelle stesse classi. Il compito a loro assegnato sembrava semplice: trovare il traditore sarebbe stato un giochetto da ragazzi, lo avrebbero consegnato al loro capo e sarebbero tornati a svolgere i lavori che erano soliti portare a termine. O almeno così pensavano.




La mattina del loro primo giorno di scuola si misero subito a lavoro. Il sole non filtrava ancora dai vetri della finestra della loro stanza che i due ragazzi erano già svegli.
«Pensi che sarà facile?» chiese Jonghyun.
Taemin guardò di sbieco il compagno.
«Stai cercando di fare conversazione?»
«Ma figurati, solo che queste liste di studenti sono infinite, mi sono già rotto le palle».
Il biondo si avvicinò alla poltrona occupata dall'altro, scorrendo velocemente lo sguardo su tutti i nomi della pagina.
«Mh, chissà se le feste che fanno qui sono migliori di quelle dell'altra scuola» sospirò Jonghyun evidentemente scocciato «Tu che ne pensi Minnie?»
«Siamo qui per lavorare» rispose quello freddamente. Strappò il foglio dalle mani del moro e si mise a esaminarlo per conto suo. 
«Secondo te perchè hanno affidato proprio a noi questo compito se non ci sono riusciti gli uomini dell'organizzazione?» domandò Jong.
«Probabilmente perchè avevano bisogno di qualcuno di interno per scoprire l'identità del disertore senza causare una strage»
«Già, forse hai ragione te» disse il moro con poca convinzione, dopo averci ragionato su per qualche secondo.
Taemin poggiò i fogli sul letto ed andò ad aprire la porta della loro stanza, uscendo nel corridoio deserto. L'edificio dei dormitori sembrava una casa stregata. Le pareti erano scrostate, le porte rovinate e i vetri avevano meno spessore della polvere che li ricopriva. Tutto in quel luogo urlava trascuratezza. Vagando per i corridoi, dove mano a mano gli studenti si riversavano, tentò di elaborare una mappa mentale del luogo e farsi un'idea sui volti dei suoi coetanei. Appena suonò la campanella della prima ora, controllò il foglio delle sue lezioni, scoprendo di dover andare nell'aula di matematica. Camminò in tondo per un po' nel tentativo di trovare la sua classe. Dopo vani tentativi di ricerca decise di chiedere informazioni. Una ragazza lo accompagnò a destinazione, portandolo davanti ad un'aula senza porta. Entrò con lo sguardo contrariato della professoressa di turno puntato addosso.
«In ritardo la sua prima lezione signorino?» esclamò lei, suscitando le risatine degli alunni.
«Mi s-scusi» biascicò Taemin, fingendosi mortificato. Alzò gli occhi per scrutarla meglio. Era una bella donna sulla quarantina, con lunghi capelli neri ed un seno prosperoso. Non c'era da stupirsi che tutti i ragazzi della classe fossero ammassati ai primi banchi. Cercò un posto nelle ultime file, possibilmente dietro la colonna al centro della classe o dietro un tipo particolarmente alto, ma non trovandolo si accontentò del banco vicino alla finestra. 
«E tu, entri senza bussare?» si arrabbiò la professoressa.
«E dove avrei dovuto bussare, sull'aria?» rispose Jonghyun lanciando uno sguardo eloquente alla porta fantasma.
«Anche lei in ritardo il suo primo giorno, fa lo strafottente ed entra in classe con una sigaretta accesa in bocca, la spedisco dal preside, sa!?»
«Yo, calmati barbie» spense la sigaretta sul muro e buttò la cicca per terra.
«Imparerà presto come funzionano le cose in questo posto» 
«Posso impararle da seduto o devo rimanere qua in piedi tutto il tempo?» 
La professoressa gli fece segno di sedersi. Si imbabolò qualche secondo per osservare il viso di Jonghyun e il suo sorriso ammiccante. A quanto pareva anche la professoressa aveva un debole per i bei ragazzi come lui.
Taemin cercò invano di ignorare i commenti del compagno per tutta la lezione, fingendosi interessato a ciò che succedeva al di fuori della finestra. 
Come era sua abitudine fare, alla fine della lezione scese in cortile.
Si sedette su una panchina, scrutando ogni persona che gli passava davanti. Un ragazzo attirò la sua attenzione. Stava giocando a pallavolo a pochi metri da lui. Non che avesse qualcosa di particolare, anzi, era normalissimo anche per gli standart esigenti di Taemin. 
Si ritrovò a fissarlo e appena l'altro ricambiò il suo sguardo abbassò gli occhi, rendendosi meno discreto di prima. 
«Di un po', non è bellissimo?» commentò Jonghyun comparendo alle sue spalle.
«Ma perchè diamine salti sempre fuori dal nulla tu?!» chiese brusco Taemin.
L'altro non gli rispose neanche e fece cenno con la testa indicando un ragazzo biondo vestito in maniera eccentrica, dove il colore rosa era dominante, sulla panchina dall'altra parte del campo.
«Voglio scoparmelo» continuò Jonghyun.
Taemin scrollò le spalle, alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo indicato dal moro si alzò in piedi e si avvicinò a quello che Taemin aveva fissato per tutto il tempo. Battè le mani in una maniera assai poco virile e afferrò il braccio dell'altro, trascinandolo via. Si alzò anche Taemin, seguito da Jonghyun. In quello stesso momento la campanella suonò e decisero che era ora di tornare in classe.



Giunta la notte aspettarono che tutti gli studenti fossero andati a dormire per entrare nell'ufficio del preside per sbirciare tra i curriculum degli studenti.
Forzarono le serrature con facilità, sia quella della porta che quella del cassetto. Rovistarono tra scartoffie varie senza trovare niente di particolare. Taemin sfogliò qualche fogliaccio e si trovò per le mani la foto del ragazzo di quel pomeriggio, soffermandosi sulla sua cartellina. 
Choi Minho, dunque era così che si chiamava... bravo a scuola e bravo negli sport. Guardò la sua foto e non potè fare a meno di pensare che era veramente bello. 
Insomma, era il classico tipo super-idolatrato dalle ragazze e dagli adulti: il ragazzo perfetto.
Lesse i suoi dati per trovare un singolo difetto in quel Minho, ma a quanto pareva quel curriculum ci teneva parecchio a sottolineare quanto fosse perfetto quel tipo sotto ogni punto di vista, quindi andò avanti con l'ispezione. L'ufficio del direttore era buio quindi ci misero due o tre ore per leggere alla bell'è meglio tutte le cartelline degli studenti. Quando tornarono nella loro stanza erano distrutti e anche un po' sconsolati. Il più grande si buttò sul letto del biondino, stiracchiandosi. 
«Giornata dura, eh?» sbadigliò mettendosi la mano sulla fronte, non coprendosi la bocca. 
«Faremo un altro giretto in quel ufficio domani»
Jonghyun lo guardò interrogativo per qualche secondo.
«Aah, ho capito cosa intendi» disse illuminandosi dopo poco. Gli fece l'occhiolino convinto della sua furbizia e Taemin gli si avvicinò sospirando.
Perchè era capitato con un tale imbecille?

*   *   * 



Annyeong~
Ecco qui la mia seconda pubblicazione, sono emozionata. Non so veramente cosa dire, tranne che grazie alle ragazze che stanno seguendo la storia e alla ragazza che ha recensito. Sarei molto felice se lasciaste qualche commento, sul serio! Al prossimo aggiornamento.≈
Ho risolto il problema con i dialoghi, yeah.
  
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