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Autore: Daf    25/09/2013    1 recensioni
« Non importava se non sarebbe riuscita a passare le selezioni per il Quidditch. Ci sono persone che hanno solo bisogno di credere in qualcosa, e Dominique, in quel preciso istante, credeva che sarebbe andato tutto alla grande. Dominique sarebbe rimasta sempre, a costo di essere giudicata come ‘la Weasley uscita male’, la vera sé stessa. »
Lingua tagliente, lo sguardo attento, le labbra arricciate nel pronunciare quel suo adorabile accento francese, di media statura e di corporatura minuta, i capelli morbidi, dorati, e poi quell'appariscente ciocca blu. Tutto questo è Dominique Weasley, figlia di Fleur e Bill Weasley, per un terzo Veela. In qualunque modo vi immaginiate questa ragazza, probabilmente vi state sbagliando. Perchè dovete sapere che a Dominique Weasley non piace essere considerata prevedibile, comune, come i suoi fratelli. In realtà, non le piace nemmeno essere considerata una Weasley. Quando porti un cognome del genere, tutti si aspettano una spiritosa ragazza dai capelli color del rame, ma poi si ritrovano davanti lei, che l'umorismo ce l'ha solo quando si tratta di battersi contro qualche Serpeverde dal brutto carattere. Dominique è fatta così, e nulla -o nessuno- potrebbe cambiarla mai. O almeno, questo è quello che crede lei.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Bill/Fleur, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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    PROLOGO

Lingua tagliente, lo sguardo attento, le labbra arricciate nel pronunciare quel suo adorabile accento francese, di media statura e di corporatura minuta, i capelli morbidi, dorati, e poi quell'appariscente ciocca blu. Tutto questo è Dominique Weasley, figlia di Fleur e Bill Weasley, per un terzo Veela. In qualunque modo vi immaginiate questa ragazza, probabilmente vi state sbagliando. Perchè dovete sapere che a Dominique Weasley non piace essere considerata prevedibile, comune, come i suoi fratelli. In realtà, non le piace nemmeno essere considerata una Weasley. Quando porti un cognome del genere, tutti si aspettano una spiritosa ragazza dai capelli color del rame, ma poi si ritrovano davanti lei, che l'umorismo ce l'ha solo quando si tratta di battersi contro qualche Serpeverde dal brutto carattere. Dominique è fatta così, e nulla -o nessuno- potrebbe cambiarla mai. O almeno, questo è quello che crede lei.
Dominique era distesa sul letto, le coperte tirate su fino all’altezza delle sue spalle, gli occhi semi-chiusi. Si trovava in uno stato di dormiveglia che le impediva di alzarsi una volta per tutte e di abbandonare il morbido materasso, poi un raggio di luce le arrivò dritto in faccia. Si maledì per aver dimenticato di chiudere le tende, la sera prima, poi, lentamente, aprì le palpebre. Spostò lo sguardo cristallino dalla parte da cui era venuto il raggio che l’aveva svegliata pochi secondi prima, per poi sbadigliare. Si prospettava una bella mattinata, dopotutto. Perlomeno sarebbe stata migliore di quella del giorno precedente, in cui la sorella più grande Victoire l’aveva tirata giù dal letto, urlandole di svegliarsi perché sarebbero dovuti andare a fare acquisti a Diagon Alley. Dominique sopportava raramente la sorella. Come poteva, d’altronde, quando si sentiva costantemente paragonata a lei? ‘Victoire ha preso Eccellente in Trasfigurazione, perché non studi anche tu così tanto?’ ‘Smettila di pensare solo al Quidditch, non è femminile. Dovresti imitare un po’ di più tua sorella.’ ‘’Toire ha fatto da baby-sitter per tutto il giorno alla figlia del vicino, perché non l’aiuti?’ Victoire di là, Victoire di qua… Ormai aveva imparato a conviverci, ma -anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura- pensava che probabilmente assomigliare un po’ di più a sua sorella non le avrebbe fatto male.
Dopo un paio di minuti, si decise ad alzarsi dal letto. Si infilò le ciabatte, stropicciandosi gli occhi, e avanzò verso il bagno. Dopo essersi lavata e vestita, entrò in cucina. Come tutte le mattine la stava aspettando sua madre, che cucinava uova e bacon, insieme al resto della famiglia. Bill teneva in mano una copia della Gazzetta del profeta, Louis mangiava in silenzio dal suo piatto e Victoire aiutava Fleur ai fornelli, conversando vivacemente.


« Buongiorno, Dom! » dissero in coro le due bionde, non appena la videro varcare la soglia della porta.

« Ehy, ‘Nique, dormito bene? » Louis le rivolse un sorrisone dei suoi, per poi ricominciare a mangiare.

« ’Nique. » suo padre staccò per un breve momento gli occhi dal giornale per darle il buongiorno.

« Famiglia. »
Dominique salutò tutti con un cenno del capo, e andò a sedersi al tavolo, vicino a Louis. Sarebbe potuta sembrare una comunissima mattina di casa Weasley, ma non era così. Tutti sapevano che giorno era, era il primo Settembre, ma allo stesso tempo, per ognuno, era diverso. Per Victoire quello sarebbe stato il primo giorno del suo ultimo anno ad Hogwarts -era persino stata nominata Caposcuola-, per Fleur e Bill era il giorno in cui avrebbero accompagnato alla stazione per l’ultima volta una dei loro tre bellissimi figli, per Louis e Dominique era il primo giorno del loro quinto anno.

« E’ incredibile. Una coppietta di babbani  ha visto loro figlio fare magie e l’ha portato all’ospedale. Immagino che li avranno Obliviati, povero bambino. » Commentò Bill, intanto che, leggendo, sorseggiava del caffè. Nessuno rispose, ognuno preso dal proprio piatto o dalla propria faccenda. Dominique visitava spesso la casa dei suoi cugini, i Potter, lì era tutto un altro mondo. Non capitava mai che ci fosse qualcuno che non sapeva cosa dire, tra la vivace Lily Luna e il sarcastico James. Suo cugino Albus, invece, era più timido dei fratelli. Tra i tre, Dominique aveva un debole per quello più grande. Erano sempre andati molto in sintonia, ma nessuno dei due lo aveva mai detto esplicitamente ad alta voce. James Potter era un ragazzo magnetico, certo, con un enorme ego, ma magnetico. E a ‘Nique questo piaceva. Persa nei suoi pensieri, non si accorse che tutti avevano già finito di mangiare, e la stavano guardando.

« Sta ancora dormendo. » disse Victoire, scuotendo la testa e gettando uno sguardo di rimprovero alla sorella.
Dominique sbuffò.

« Allora? Dobbiamo andare, o perderemo il treno! »
La ragazza finì velocemente con le ultime due forchettate e si alzò, dirigendosi in camera per prendere il baule e il necessario. Spalancò la porta di legno, e colse in pieno la gatta grigia di Victoire soffiare contro Shiva, la sua civetta.

« Sparisci! »

Puntò la mano addosso al felino, per scacciarlo, e quello corse via miagolando. Ecco un altro motivo per cui Dominique perdeva spesso la pazienza -almeno quel briciolo che aveva- con Victoire. La sua gatta, frivola e pretenziosa come lei. Ed ecco che la bionda si presentò sulla soglia della porta con l’animale tra le braccia e l’aria preoccupata.

« Ma che ti prende? Alphonsine non ti ha fatto nulla di  male. »

« Scherzi? Guarda lì. » Dominique indicò un punto del pavimento, proprio sotto la gabbia della civetta, cosparso di piume color avorio.

« Non è colpa mia se il tuo gufo perde le piume. »

« Prima di tutto, non è un gufo, è una civetta. E si chiama Shiva. Secondo, è stata Alphonsine a farle sbattere freneticamente le ali. »

« Oh, non è vero! Non farebbe mai una cosa del genere, la mia piccola. » Victoire posò lo sguardo sulla gatta bianca e le accarezzò il collo con delicatezza.

« Ragazze! Che succede qui? Su, su, dobbiamo andare ora! » La voce di una donna matura con lo stesso accento francese delle figlie, irruppe nella stanza. Victoire se ne andò, seguita a ruota da Fleur, con i suoi modi frettolosi ma allo stesso tempo così incredibilmente eleganti.
Dominique alzò gli occhi al cielo. Si buttò un’ultima volta sul letto a fissare il soffitto. Ancora poche ore e sarebbe tornata ad Hogwarts. E non importava se sarebbero ricominciati i paragoni riguardanti i suoi voti scolastici con quelli della sorella. Non importava se non sarebbe riuscita a passare le selezioni per il Quidditch. Ci sono persone che hanno solo bisogno di credere in qualcosa, e Dominique, in quel preciso istante, credeva che sarebbe andato tutto alla grande. Dominique sarebbe rimasta sempre, a costo di essere giudicata come ‘la Weasley uscita male’, la vera sé stessa.
  
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