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Autore: Lully Cullen    27/09/2013    2 recensioni
Dal secondo capitolo:
"- Come stai ? - domandò Isabella, guardando le ampie spalle del ragazzo. All'improvviso si domandò quanti anni avesse, di sicuro non poteva essere più grande di lei, perchè gli atteggiamenti che aveva rispecchiavano un adolescente immaturo.
- Bene. - Neanche un grazie, Bella non si aspettava molto, ma un minimo di cortesia gliela doveva! Si ritrovò a stringere i pugni fino a far sbiancare le nocche, con l'improvvisa voglia di farlo ruzzolare per tutte le quattro rampe di scale che ieri aveva fatto portandolo su.
- Grazie, ragazza sconosciuta che mi hai gentilmente salvato e medicato, ti devo la mia vita, ti ringrazio per esserti quasi slogata una spalla, portandomi a peso morto per quattro rampe di scale in questo palazzo senza ascensore, non so proprio come sdebitarmi - Ironizzò Isabella, dicendogli quello che si era aspettata da lui.
- Non ti devo nessun ringraziamento, nessuno ti ha detto di aiutarmi. - La voce di Edward era atona, come se non gli importasse che fosse vivo in quel momento, come se non gli importasse di nulla.
- E a te, nessuno ti ha detto di venirti ad accasciare davanti la mia macchina..."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Di solito ad Isabella non piaceva correre. A volte mentre ascoltava la sua band preferita, i Paramore, era colta da una improvvisa scossa di adrenalina, grazie alla quale, secondo la sua modesta opinione, avrebbe potuto percorrere intere miglia senza fermarsi un attimo. Nonostante avesse questa convinzione, Isabella non ci aveva mai provato, odiava correre, e la scarica di adrenalina che provava mentre la musica dei Paramore rimbombava tra le pareti di casa sua, la usava per pulire al meglio il suo appartamento.
Questo non faceva di lei una ragazza pigra, anzi, lei amava lo sport, solo che amava vederlo in tv, rilassata sul suo comodo divano con un pacchetto di pop corn al caramello tra le mani, le bastava lo " sport " che faceva alla Magnolia, andare avanti e indietro, quello si che era uno sport completo, portare i vassoi pieni di leccornie Isabella lo paragonava ad una specie di sollevamento pesi, e andare avanti e indietro era paragonabile al footing. Si insomma, lei stava bene così.
Solo che in quella occasione, Bella non poteva non correre.
Era il suo primo giorno di college alla City College of New York ed era trementamente in ritardo, come se non bastasse aveva perso tutte le coincidenze della metropolitana, e pioveva, anzi, diluviava.La pianta dei piedi era a fuoco, era come se in quel momento stesse camminando su una serie di carboni ardenti, il respiro iniziava a mancarle, e il suo aspetto non era dei migliori, non c'era modo migliore di iniziare il primo anno di college. 
Con uno scatto di adrenalina, uno di quelli che Isabella preferiva mentre puliva la casa, salì gli  ultimi tre gradini, entrò nell'atrio e si guardò un pò intorno, mentre cercava la sua aula, la individuò e si ci capultò dentro.
- Ed è quindi con mio sommo piacere che vi do il benvenuto, mie care matricole. - Un applauso partì dall'intera aula magna, Isabella si sedette sugli scalini, dato che tutti i posti erano occupati, e fissò l'uomo con il microfono in mano. Non c'era nulla da dire, era un gran bell'uomo, occhi azzurri, biondo...forse era per questo che nell'aula c'erano molte più ragazze che ragazzi. - Carlisle Cullen. Oh Dio, credo che durante le lezioni la mia mente sarà occupata a pianificare i modi in cui spogliarlo. - La voce di una ragazza seduta di fianco a lei le fece accapponare la pelle, era un bell'uomo,certo, ma era pur sempre un docente! Non che lei non avesse pensieri di  quel tipo, ma su un professore,per quanto bello, non ci sarebbe mai riuscita.
- La classica troietta - un'altra voce, la fece sobbalzare. Isabella si voltò alla sua sinistra e vide una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi che le si era appena seduta accanto. La rossa dal suo canto sorrise mestamente, rendendosi conto della pessima figura appena fatta. - Scusa, non mi riferivo a te, parlavo della biondina - Isabella scosse il capo e scrollò le spalle, dicendole di non preoccuparsi. 
- Vedo delle signorine lì infondo sedute sui gradini, beh ragazzi, so che c'è la parità dei sessi, ma dov'è finita la cavalleria? Fate sedere quelle due ragazze - La voce del docente, Carlisle, rimbombò in tutta l'aula, e tutti i ragazzi presenti, si voltarono verso Isabella e la rossa, squadrandole da capo a piedi.
- Che figura di merda - mormorò Bella, sentendo le guance andare a fuoco.
- Non si preoccupi prof, c'è più libertà di movimento sui gradini - la voce della rossa si alzò di qualche ottava, facendo in modo che Carlisle, là infondo, la sentisse. Isabella annuì, e dopo un cenno affermativo del docente, si rilassò.
- Io sono Hayley - si presentò la rossa, porgendo la mano ad Isabella, che sorrise e si presentò a sua volta.
La mattinata passò tra le spiegazioni di Diritto commerciale e Diritto Privato. Isabella voleva diventare un avvocato, difendere coloro che spesso venivano ignorati dalla società e far valere i loro diritti.
- Sento le gambe che si rifiutano di muoversi - borbottò Hayley, muovendo qualche passo verso l'uscita. - Da domani ci organizziamo, in modo da prendere i posti. Scusa, faccio programmi anche per te, è che mi stai simpatica, mi piacerebbe fare amicizia con te.. - continò, sorridendo e mostrando una schiera di denti bianchi.
- Tranquilla Hayls, farebbe piacere anche a me! - Lo sguardo  di Isabella però, in quel momento fu catturato dal professore, che stava abbracciando una donna dai capelli ramati, la stessa donna che aveva visto qualche pomeriggio prima alla Magnolia, la mamma di Cass ed Edward.
Il cuore di Isabella iniziò a pompare più infretta, ecco perchè era arrabbiato con il mondo, pensò, si sentiva tradito dalla madre.. 
- Beh, allora a domani Bella! - Ricambiò il saluto di Hayley e si incamminò verso la metropolitana, doveva recarsi a lavoro, tra mezz'ora circa sarebbe iniziato il suo turno.
--
- Ebbè, ti piace? - Lo sguardo di Jeremy era puntato su Isabella, ansioso. Lei dal suo canto continuava a  tenere gli occhi chiusi, come se fosse in preda a una visione mistica. - Giuro che sento dei brividi di piacere che stanno ballando Waka-Waka. Che stregoneria è mai questa? - Isabella si voltò verso di lui, con gli occhi luccicanti, pieni di adorazione.
- E' la Kate-Cake. L'ho creata stamattina presto, è per Kate - spiegò, fissando la sua nuova creazione a base di cocco e cioccolato. 
- Perchè non fai mai qualcosa di carino per me? Perchè non crei una torta e le dai il mio nome? Pensa che raffinatezza : " la torta Isabella ". Attirerebbe miliardi di persone. - Mormorò Bella, prendendo un altro pezzetto della Kate-Cake. Amava i dolci che creava Jeremy, era un tipo creativo, gli piaceva sperimentare, soprattutto nella sua cucina, e rimaneva a provare fino ad orari impensabili, ma alla fine riusciva ad ottenere sempre il meglio.
- Quando inizierò a provare qualcosa per te, oltre che all'indifferenza che ora c'è nel mio cuore, ti dedicherò qualcosa. - Isabella si alzò stizzita, e se ne andò, non prima di averlo mandato a quel paese.
Quel pomeriggio il locale era pieno, anche a causa della terribile pioggia che inondava le strade di New York, quindi le persone preferivano rifugiarsi e rifocillarsi con una bella cioccolata calda e un pezzo di dolce.  Bella amava l'atmosfera che c'era in quel locale, era rilassante, e le piaceva lavorare lì. Adorava stare in quel posto.
- Ciao - Una voce la fece sobbalzare, si voltò e si ritrovò davanti quello scorbutico di Edward.
Ciao - Fredda e distaccata. Non voleva essere trattata come l'ultima volta, come una pezza per i piedi. Edward aveva i capelli che sgocciolavano, e la maglietta era bagnata, sicuramente era stato sotto l'acquazzone, si disse  la ragazza. Edward dal suo canto non sapeva come intraprendere la conversazione, sapeva di aver trattato malissimo quella ragazza, ma era stata lei ad istigarlo, nessuno le aveva chiesto di soccorrerlo, e tantomeno, nessuno le aveva chiesto di parlare con la sorellina, che si ostinava a non voler parlare con lui.
Mi servirebbero due fette di “ Foresta Rossa “, da portare via. -  Isabella annuì e prese un vassoio, dirigendosi al bancone dei dolci. Il ragazzo seduto al bancone, Edward, si sentiva irrequieto, quella cameriera lo metteva a disagio, non sapeva spiegarsi il motivo, eppure quando incrociava i suoi occhioni color menta, era sempre come se camminasse su una superficie instabile, come se potesse cadere da un momento all'altro.
- Va bene così? - 
Sì, grazie... - lasciò la frase in sospeso, in modo che lei gli dicesse il suo nome. Così Edward in futuro avrebbe potuto imprecare contro la ragazza usando il suo nome.
Isabella.- terminò lei, rivelandogli ciò che voleva sapere. Gli porse la bustina e afferrò la banconota da dieci dollari che Edward le stava porgendo, afferrò lo scontrino e il resto e lo mise sul bancone.
Beh, ci vediamo. - Edward scese dallo sgabello e la fissò un ultima volta. - Grazie per l'altra sera – finì con tono freddo. Isabella scrollò le spalle, lo vide uscire dal locale,mentre con nochalance si ributtava sotto la pioggia. Sospirò e prese a pulire il bancone, sperando di non rivedere tanto presto quel ragazzo cosìEccomi!maledettaEccomi!

 

 

Eccomi! 

Allora, inizio ringraziando tutte le ragazze che leggono la storia e tutte quelle che la recensiscono.

Ho visto che Magnolia è seguita da moltissime di voi, ma le recensioni sono pochine, mi chiedevo il perchè.. certo non vi costringo mica con il fucile a recensire, ma mi farebbe piacere leggere quello che ne pensate.

Comunque, spero che questo capitolo vi piaccia, Domenica inserirò il capitolo di LIP!

Ragazze, se volete potete seguirmi su Twitter : @Lu_paramore

e su facebook: Lully Efp.

Detto ciò, vi lascio al capitolo, un bacio!

 

 

 

Capitolo 3

 


Di solito ad Isabella non piaceva correre.

A volte mentre ascoltava la sua band preferita, i Paramore, era colta da una improvvisa scossa di adrenalina, grazie alla quale, secondo la sua modesta opinione, avrebbe potuto percorrere intere miglia senza fermarsi un attimo. Nonostante avesse questa convinzione, Isabella non ci aveva mai provato, odiava correre, e la scarica di adrenalina che provava mentre la musica dei Paramore rimbombava tra le pareti di casa sua, la usava per pulire al meglio il suo appartamento.

Questo non faceva di lei una ragazza pigra, anzi, lei amava lo sport, solo che amava vederlo in tv, rilassata sul suo comodo divano con un pacchetto di pop corn al caramello tra le mani, le bastava lo " sport " che faceva alla Magnolia, andare avanti e indietro, quello si che era uno sport completo, portare i vassoi pieni di leccornie Isabella lo paragonava ad una specie di sollevamento pesi, e andare avanti e indietro era paragonabile al footing. Si insomma, lei stava bene così.

Solo che in quella occasione, Bella non poteva non correre.Era il suo primo giorno di college alla City College of New York ed era trementamente in ritardo, come se non bastasse aveva perso tutte le coincidenze della metropolitana, e pioveva, anzi, diluviava.La pianta dei piedi era a fuoco, era come se in quel momento stesse camminando su una serie di carboni ardenti, il respiro iniziava a mancarle, e il suo aspetto non era dei migliori, non c'era modo migliore di iniziare il primo anno di college. Con uno scatto di adrenalina, uno di quelli che Isabella preferiva mentre puliva la casa, salì gli  ultimi tre gradini, entrò nell'atrio e si guardò un pò intorno, mentre cercava la sua aula, la individuò e si ci capultò dentro.

- Ed è quindi con mio sommo piacere che vi do il benvenuto, mie care matricole. - Un applauso partì dall'intera aula magna, Isabella si sedette sugli scalini, dato che tutti i posti erano occupati, e fissò l'uomo con il microfono in mano. Non c'era nulla da dire, era un gran bell'uomo, occhi azzurri, biondo...forse era per questo che nell'aula c'erano molte più ragazze che ragazzi. - Carlisle Cullen. Oh Dio, credo che durante le lezioni la mia mente sarà occupata a pianificare i modi in cui spogliarlo. - La voce di una ragazza seduta di fianco a lei le fece accapponare la pelle, era un bell'uomo,certo, ma era pur sempre un docente! Non che lei non avesse pensieri di  quel tipo, ma su un professore,per quanto bello, non ci sarebbe mai riuscita.

- La classica troietta - un'altra voce, la fece sobbalzare. Isabella si voltò alla sua sinistra e vide una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi che le si era appena seduta accanto. La rossa dal suo canto sorrise mestamente, rendendosi conto della pessima figura appena fatta. - Scusa, non mi riferivo a te, parlavo della biondina - Isabella scosse il capo e scrollò le spalle, dicendole di non preoccuparsi. 

- Vedo delle signorine lì infondo sedute sui gradini, beh ragazzi, so che c'è la parità dei sessi, ma dov'è finita la cavalleria? Fate sedere quelle due ragazze - La voce del docente, Carlisle, rimbombò in tutta l'aula, e tutti i ragazzi presenti, si voltarono verso Isabella e la rossa, squadrandole da capo a piedi.- Che figura di merda - mormorò Bella, sentendo le guance andare a fuoco.- Non si preoccupi prof, c'è più libertà di movimento sui gradini - la voce della rossa si alzò di qualche ottava, facendo in modo che Carlisle, là infondo, la sentisse. Isabella annuì, e dopo un cenno affermativo del docente, si rilassò.

- Io sono Haley - si presentò la rossa, porgendo la mano ad Isabella, che sorrise e si presentò a sua volta.La mattinata passò tra le spiegazioni di Diritto commerciale e Diritto Privato. Isabella voleva diventare un avvocato, difendere coloro che spesso venivano ignorati dalla società e far valere i loro diritti.- Sento le gambe che si rifiutano di muoversi - borbottò Haley, muovendo qualche passo verso l'uscita.- Da domani ci organizziamo, in modo da prendere i posti. Scusa, faccio programmi anche per te, è che mi stai simpatica, mi piacerebbe fare amicizia con te.. - continò, sorridendo e mostrando una schiera di denti bianchi.

- Tranquilla Haley, farebbe piacere anche a me! - Lo sguardo  di Isabella però, in quel momento fu catturato dal professore, che stava abbracciando una donna dai capelli ramati, la stessa donna che aveva visto qualche pomeriggio prima alla Magnolia, la mamma di Cass ed Edward.Il cuore di Isabella iniziò a pompare più infretta, ecco perchè era arrabbiato con il mondo, pensò, si sentiva tradito dalla madre.. - Beh, allora a domani Bella! - Ricambiò il saluto di Haley e si incamminò verso la metropolitana, doveva recarsi a lavoro, tra mezz'ora circa sarebbe iniziato il suo turno.

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- Ebbè, ti piace? - Lo sguardo di Jeremy era puntato su Isabella, ansioso. Lei dal suo canto continuava a  tenere gli occhi chiusi, come se fosse in preda a una visione mistica.

- Giuro che sento dei brividi di piacere che stanno ballando Waka-Waka. Che stregoneria è mai questa? - Isabella si voltò verso di lui, con gli occhi luccicanti, pieni di adorazione.

- E' la Kate-Cake. L'ho creata stamattina presto, è per Kate - spiegò, fissando la sua nuova creazione a base di cocco e cioccolato.

 - Perchè non fai mai qualcosa di carino per me? Perchè non crei una torta e le dai il mio nome? Pensa che raffinatezza : " la torta Isabella ". Attirerebbe miliardi di persone. - Mormorò Bella, prendendo un altro pezzetto della Kate-Cake. Amava i dolci che creava Jeremy, era un tipo creativo, gli piaceva sperimentare, soprattutto nella sua cucina, e rimaneva a provare fino ad orari impensabili, ma alla fine riusciva ad ottenere sempre il meglio.

- Quando inizierò a provare qualcosa per te, oltre che all'indifferenza che ora c'è nel mio cuore, ti dedicherò qualcosa. - Isabella si alzò stizzita, e se ne andò, non prima di averlo mandato a quel paese.Quel pomeriggio il locale era pieno, anche a causa della terribile pioggia che inondava le strade di New York, quindi le persone preferivano rifugiarsi e rifocillarsi con una bella cioccolata calda e un pezzo di dolce.  Bella amava l'atmosfera che c'era in quel locale, era rilassante, e le piaceva lavorare lì. Adorava stare in quel posto.

- Ciao - Una voce la fece sobbalzare, si voltò e si ritrovò davanti quello scorbutico di Edward.Ciao - Fredda e distaccata. Non voleva essere trattata come l'ultima volta, come una pezza per i piedi. Edward aveva i capelli che sgocciolavano, e la maglietta era bagnata, sicuramente era stato sotto l'acquazzone, si disse  la ragazza. Edward dal suo canto non sapeva come intraprendere la conversazione, sapeva di aver trattato malissimo quella ragazza, ma era stata lei ad istigarlo, nessuno le aveva chiesto di soccorrerlo, e tantomeno, nessuno le aveva chiesto di parlare con la sorellina, che si ostinava a non voler parlare con lui.

-Mi servirebbero due fette di “ Foresta Rossa “, da portare via. -  Isabella annuì e prese un vassoio, dirigendosi al bancone dei dolci. Il ragazzo seduto al bancone, Edward, si sentiva irrequieto, quella cameriera lo metteva a disagio, non sapeva spiegarsi il motivo, eppure quando incrociava i suoi occhioni color menta, era sempre come se camminasse su una superficie instabile, come se potesse cadere da un momento all'altro.

- Va bene così? -

- Sì, grazie... - lasciò la frase in sospeso, in modo che lei gli dicesse il suo nome. Così Edward in futuro avrebbe potuto imprecare contro la ragazza usando il suo nome.

-Isabella.- terminò lei, rivelandogli ciò che voleva sapere. Gli porse la bustina e afferrò la banconota da dieci dollari che Edward le stava porgendo, afferrò lo scontrino e il resto e lo mise sul bancone.Beh, ci vediamo. - Edward scese dallo sgabello e la fissò un ultima volta. - Grazie per l'altra sera – finì con tono freddo.

Isabella scrollò le spalle, lo vide uscire dal locale,mentre con nochalance si ributtava sotto la pioggia. Sospirò e prese a pulire il bancone, aspettando che il suo turno terminasse, per poi andarsi a fare una bella doccia.

- Dai Bella, sei ancora arrabbiata con me per la torta? - Jeremy si infilò il giubotto di pelle nera e scosse il capo, sconsolato. 

- Scusa, hai parlato? Di solito non sento quello che hanno da dirmi le persone nettamente irrilevanti - Isabella non degnò l'amico nemmeno di uno sguardo e continuò a passare il mocho per terra, dedicandosi minuziosamente alle gocce di cioccolato che facevano sembrare il parquet a pois.

- Scherzavo, insomma, davvero te la sei presa? - Jerm la seguì, passando sulla parte appena lucidata dalla sua amica, che non appena lo notò, represse un urlo di rabbia.

- Ci ho appena lavato, vai a posare quel grandissimo culo sulla sedia! - 

- Signorsì! - con la coda tra le gambe, il biondino si sedette su uno sgabello vicino al bancone. - Dai Bells,ti prometto che prima o poi creerò una torta con il tuo nome.- 

- Davverò? - un sorriso increspò immediatamente le labbra di Isabella, che si voltò di colpo verso di lui.

- Certo. Sai, magari sarà una torta natalizia. Potremmo chiamarla Jingle Bells, cosa ne pensi? - propose, nascose una risatina vedendo la faccia che aveva fatto la ragazza.

- Fottiti - mormorò lei, riprendendo a pulire e lucidare il pavimento.

- Obiettivamete, chiamare una torta " Isabella ", è un pò scomodo. Chi ordinerebbe una Isabella-cake? -

- Io, la ordinerei io. - 

- Ma tu sei di parte Bells, porta il tuo nome! - La risata di Jeremy risuonò nel locale, mentre Bella andava a cambiarsi nello spogliatoio, afferrò la borsa a tracolla con gli appunti della mattina e si recò verso l'uscita, dove l'aspettava Jerm.

- Sai, forse potremmo chiamarla " Bell's Cake " - continuò lui.

- No, voglio una torta che si chiami Isabella. -

- Magari te la farò quando ti sposerai - finì lui. - una torta Isabella è più in pompa magna, tipica per un matrimonio. Si,la farò per il tuo matrimonio, quando ti sposerai...Se ti sposerai.

- Fottiti. - Salutò l'amico che svoltò a sinistra, mentre lei si fermò al semaforo rosso.Mentre faceva vagare il suo sguardo a destra e a manca, lo vide, vide Edward che stava facendo a cazzotti con un ragazzo grande tre volte lui.

Sospirò e si disse di lasciarlo stare.

Il semaforo diventò verde, attraversò, e si voltò verso di lui.

Fece marcia indietro e scosse il capo, anche stanotte avrebbe dormito sul divano.

 

--

 

Cosa farà questa volta il nostro Edward?

Ps: Avete letto della protesta contro la Barilla a proposito degli omosessuali? Cosa ne pensate?

 


   
 
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