Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
Segui la storia  |       
Autore: Dahmer    27/09/2013    5 recensioni
-Dannazione! Sta’ un po’ attento!- sbraitò contro chi l’aveva urtata. Alzò lo sguardo, trovandosi di fronte a un ragazzo dagli occhi celesti e lunghi capelli neri, visibilmente piastrati, che teneva per mano una ragazza di qualche anno più giovane. Lui portava degli attillati pantaloni di pelle e un gilet sempre di pelle che copriva il torso nudo.
-Dovresti essere tu a guardare dove vai!- ribatté prontamente lui. I suoi occhi esaminarono attentamente la figura slanciata davanti a loro, senza riuscire a vederla bene, essendo nella penombra.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Cristian Coma, Jake Pitts, Jinxx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IS THIS THE END?
 
Il dottore aveva detto che erano arrivati in tempo, ma non si sapeva che effetti avrebbe avuto tutto ciò che era successo sulla salute psicologica di Roxy, né se la ragazza si sarebbe concretamente ripresa.

Andy fissava il corpo inerme di Roxanne, accasciato sul letto dell’ospedale, privo di forze e coperto fino al collo da uno sterile lenzuolo bianco. Un braccio emergeva impotente da quell’oceano latteo.

Nell’avambraccio era infilata sottopelle una piccola cannula rosea, l’unico colore che si poteva vedere in mezzo a una fitta rete di tagli profondi di cui la maggior parte era stata ricucita con dei punti.

Il volto di quella ragazza stupenda ora era tremendamente pallido. Le sue iridi trasparenti non erano visibili e le lunghe ciglia nere proiettavano una lieve ombra sugli zigomi esangui.

Due occhiaie violacee le circondavano gli occhi.

La bocca socchiusa dava l’idea che stesse soffrendo. Che stesse soffrendo veramente tanto.

Gli abiti corvini di pelle e la benda che le aveva regalato le erano stati tolti, per il ragazzo era come vederla spogliata di tutto: le ferite erano i suoi unici vestiti.

Non sembrava più quella ragazza forte e strafottente che Andy aveva conosciuto. Pareva niente più che un’anima, un’anima priva di corpo, un’anima priva di vita.

Una debole luce fioca filtrava dalle persiane semichiuse, illuminandole le guance scolorite.

Andrew le strinse la mano ancora più forte, non l’aveva mai lasciata.

Quelle lunghe unghie nere erano l’unica cosa che la rendevano riconoscibile.

Lui si portò la fascia della sua fidanzata al cuore, l’adagiò allo sterno. Gli sembrò di sentire il suo battito cardiaco venire avvolto da quella striscia di stoffa scura.

Sospirò, abbassando la testa verso il ventre di lei. Le tempie gli pulsavano, e percepiva il capo tremendamente pesante: erano tre notti che non chiudeva occhio, con la speranza di rivedere quello sguardo penetrante che lo aveva fatto innamorare, ma ancora non era successo nulla e Andy iniziava a temere che non ci sarebbe mai stata una svolta, un risveglio.

Quella meraviglia gli avrebbe sorriso di nuovo? Aveva paura.

La madre di Roxanne fece irruzione nella stanza, facendolo sussultare.

La sua espressione raccontava perfettamente il dolore che stava provando quella donna.

I capelli rossicci erano raccolti in una coda scomposta ed erano visibilmente sporchi, come quelli di Andrew del resto.

I suoi occhi glaciali, proprio come quelli della figlia, erano spenti, privi di una qualsiasi emozione. Le borse sottostanti evidenziavano la loro assenza di vitalità. 

Il suo viso era scavato, scarno, segnato dal tormento. Aveva perso qualche chilo e la cosa non era indifferente.

-Ti ho portato qualcosa da mangiare- gli disse, cercando di sorridere, senza successo.

-No, la ringrazio, non ho molta fame. Lo mangi lei, ne ha bisogno- Andy declinò gentilmente il vassoio colmo di cibo che gli aveva offerto la donna.

-Non ho fame nemmeno io- sospirò la madre, Iris.

-Non dovrebbe digiunare- le fece notare lui.

-Nemmeno tu se è per questo. Vai a prendere una boccata d’aria, sei terribilmente smorto, Andrew- Iris non conosceva bene Andy, anzi non sapeva della sua esistenza fino a quella tragedia, così come non sapeva del problema della figlia.

-Non la voglio lasciare- sibilò lui. Sentiva le palpebre pesanti, assurdamente pesanti.

La donna emise un lungo respiro, sedendosi accanto a lui. Con una mano gli sfregò la schiena.

-Dovresti riposare- asserì.

-No, stia tranquilla, resisto per lei- i suoi occhi color cielo si spostarono sul viso della sua ragazza.

In quel momento i due furono raggiunti da Ashley, che bussò alla porta aperta, prima di entrare nella camera colorata di un bianco insensibile.

Portava sulla spalla destra la sua chitarra, rivestita di una custodia nera piena di cerniere e borchie.

Doveva essere appena tornato da casa di CC. Di solito, quando Jinxx e Jake non avevano tempo per le prove, si incontravano per fare musica e scrivere qualche canzone e, comunemente, c’era anche Andy.

-Ehi- sibilò il ragazzo appena arrivato. Anche lui sembrava distrutto, nonostante non avesse con Ro il rapporto che avevano Iris e Andy. Ma Roxy ormai era una di famiglia, della loro famiglia, quella formata da lui, il suo migliore amico, Jake, Jeremy e Christian.

-Ehi- lo salutò di rimando Andrew, senza alzare nemmeno lo sguardo su di lui.

-Come sta?- Ash si rivolse alla donna, impassibile davanti alla scena.

-Non lo so. Prima sono andata a cercare un dottore con cui parlare, per poter sapere di più su Roxanne, ma non ho trovato nessuno disposto a darmi delle spiegazioni- espose Iris, lanciandogli un’occhiata di gratitudine per essersi interessato della salute della figlia.

Ashley sospirò.

-Dannazione- sibilò a denti stretti, tirando un colpo secco con la mano, alla parete fredda.

-Salve- un’altra voce, più roca e profonda, li raggiunse.

Tutti e tre si voltarono verso la soglia, da dove proveniva quel tono grave. Un uomo sulla cinquantina era in piedi perfettamente eretto e perpendicolare alla  cornice della porta.

Indossava un lungo camice bianco, sotto cui portava un paio di jeans scuri, che andavano a contrastare i colori candidi della stanza.

Aveva capelli brizzolati e grigiastri. Gli occhi neri erano nascosti dietro a un paio di occhiali da vista, la cui montatura argentea dominava il viso fino agli zigomi alti.

-Sono il Dr. Craig, mi è stato riferito che ha chiesto di poter parlare con qualcuno- si riferì a Iris, ancora seduta accanto a Andy.

La donna si alzò, dirigendosi verso di lui e, quando lo raggiunse, gli strinse la mano, con pacata compostezza.

-Salve- fece un cenno con il capo in conferma di ciò che aveva appena affermato lui.

-Le spiace venire con me?- chiese il medico, indicando con un segno poco accennato della mano il corridoio alle sue spalle.

-D’accordo- la madre di Ro lo seguì, lasciando Andy e Ashley con sua figlia. Sapeva che di loro poteva fidarsi, in quei giorni aveva avuto la possibilità di conoscerli e di fare più volte affidamento al loro supporto.

Ash poggiò lo strumento a terra, adagiandolo al comodino a fianco del letto, poi occupò la sedia della donna, prendendo posto vicino all’amico.

-Ehi amico. CC, Jake e Jinxx hanno detto che ci raggiungono dopo- bisbigliò, sperando di tirargli su il morale: magari vedere dei volti cari lo avrebbe sollevato.

-Gentili- si limitò a rispondere Andy con un filo di voce.

-Già …- convenne Ash.

-… senti … ho letto su internet che in casi come questo, si deve far sentire tutto il proprio supporto- le parole di Ashley non erano perfettamente chiare. Andrew infatti non riuscì a capire a cosa si riferisse.

-Di che parli?- chiese spaesato. Tutta la preoccupazione che lo stava divorando lentamente  lo aveva reso incapace di captare anche il significato più elementare delle frasi.

-Si, insomma, dovremmo parlarle, farle sentire che siamo qui con lei, spesso funziona e i pazienti si risvegliano- spiegò l’altro, diffidente riguardo quanto aveva appena affermato.  Ecco di cosa parlava.

-Credi che se le parliamo ci sente?- domandò Andy, senza mai staccare gli occhi da quella figura statica.

-Dicono … cosa abbiamo da perdere? Ci proviamo …- sorrise l’amico, dandogli una leggera pacca sulla spalla, in segno di appoggio. 

Andrew sospirò, buttando fuori l’aria con la bocca, e chiuse gli occhi per pochi secondi. Quando li riaprì, questi erano lucidi e brillavano di una strana luce. Sentiva di essere sul punto di perdere tutto.

Guardò il polso segnato di Roxy e si chiese perché. Perché lui non era con lei in quel momento. Perché lo aveva fatto. Perché.

-Ro … ti prego … se puoi sentirmi … resisti … non ti lasciare andare. Sono qui con te, non ti abbandonerò mai. Ro, io ti amo. Non so come … Roxy, io … non ho le parole, Ash … ho paura- il suo tono era andato affievolendosi, mentre poche lacrime silenziose lo vincevano, rigandogli il viso.

‘Non ho le parole, Ash … ho paura’. Mentre si apriva completamente e ammetteva i suoi timori, l’incertezza di non poterla rivedere, aveva spostato lo sguardo verso Ash. Era come una confidenza fatta al suo migliore amico riguardo la ragazza che amava.

Sul volto di Ashley si fece largo un’espressione orgogliosa. Vedere Andy piangere era come un essere nel punto giusto e nel momento giusto per poter assistere a un’eclissi lunare. In poche parole, era un evento raro.

Il bassista si alzò, dirigendosi verso l’altro lato del letto, per prendere la sua chitarra.

-Che fai ora?- il cantante lo squadrò da cima a fondo, senza capire le sue intenzioni, mentre lui estraeva la Cort dalla custodia. 

-Dicono che anche la musica aiuti e, da quando ti conosco, so che con la musica riesci a trovare sempre le parole- Ash si risedette al suo posto, cominciando a suonare qualche nota, per accordarla.

Iniziò poi a eseguire alcuni accordi, cercando di tenere la mano leggera quando scendeva a sfiorare le corde con il plettro, per fare in modo che la musica risultasse più leggiadra, più delicata possibile.

Andy sembrava ancora titubante, tuttavia decise di seguire l’amico e prese a cantare.

-After the blood, after the tears have fallen down like rain, a loaded gun shot through the years and heaven was to blame, I’ll take on all your shattered dreams. I’d give you almost anything, a chance to rise above the fog. I swear these words are true. I believe in you. I’ll never let you down, I promise right here, right now. I won’t let you down …-

Guarda un po’. Ashley aveva ragione. Andy aveva gli occhi chiusi e si stava completamente lasciando trasportare dalla base creata dall’amico e dalle frasi che avrebbe tanto voluto urlare il suo cuore, ma non era riuscito a trovare la forza. Ora ci stava riuscendo.

-We’ll never let you down …- questa volta quelle parole non erano state pronunciate dalla voce calda e confortevole di Andrew, bensì da quelle insicure e immature di Emmett e Michael, appena arrivati in ospedale.

I due amici già lì, non si erano nemmeno accorti del loro arrivo, ma non si scomposero e continuarono il loro concertino, volto a far tornare in vita quella bellezza cupa che caratterizzava la loro Roxanne.

-We’ll promise right here, right now … we won’t let you down- altre tre persone si unirono al coro, facendo solo da sfondo a Andy, che proseguiva seguendo un ritmo che scandiva nella sua mente.

Erano Jinxx, Jake e CC. La stanza ora era affollata ma a nessuno importava di essere schiacciato addosso agli altri in quello spazio angusto. Erano lì tutti per lo stesso motivo: Roxy e il resto era poco rilevante.

Il clima teso presto si era tramutato in un’atmosfera carica di speranza e voglia di vivere, proprio ciò che stavano tentando di trasmettere a quella ragazza trasgressiva e tanto delicata.

Emmett scoppiò in un pianto isterico, non aveva smesso di singhiozzare in quei giorni ed era un ragazzo estremamente fragile.

Michael, al suo fianco, gli teneva una mano intorno alle spalle, stringendolo a sé. I due erano praticamente cresciuti insieme, per questo non si vergognavano di mostrarsi deboli.

Andy si stava trattenendo, solo una lacrima gli attraversava il viso, in una lenta discesa che sembrava non finire mai, che pareva corrodergli la pelle, proseguendo fino al mento.

CC sentiva un groppo in gola, faceva fatica a seguire gli altri nella canzone, ma si impegnava per emettere almeno qualche suono strozzato.

Lo sguardo di Ash era fisso sulle piastrelle grigie e avorio del pavimento logoro.

Jake sfoggiava un flebile sorriso triste, mentre studiava attentamente le reazioni di ognuno dei compagni.

Jinxx non smetteva di pensare al primo giorno che l’aveva conosciuta. L’immagine delle braccia lacerate di Ro continuavano a scorrergli davanti agli occhi.

Sulla soglia, ferma immobile a fissare la scena, c’era Iris con il dottore, entrambi con un sorriso dolce sulle labbra.
Roxy aveva intorno a sé tantissimo affetto, peccato che non potesse sentirlo.

-We won’t let you down … we . won’t. let . you . down.- scandirono contemporaneamente le ultime parole, affidando ad ognuna di esse un valore sempre più duro, sempre più significativo, sempre più forte.

Andrew alzò il capo, scrutando tutti i presenti, uno ad uno. Lanciava ognuno di loro occhiate di pura riconoscenza.
Sorrise alla donna sulla porta, accompagnando il sorriso con un cenno lieve del capo.

-Mi ha stretto la mano- sussurrò poi con gli occhi lucidi, rivoltandosi verso la sua ragazza, colto alla sprovvista da quel gesto inaspettato. 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides / Vai alla pagina dell'autore: Dahmer