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Autore: Cercaminelmare    28/09/2013    1 recensioni
L’insicurezza di Tayla che lui sapeva placare e la ben celata sensibilità di Louis,che solo lei aveva il permesso di vedere, le rispostacce stizzite di lei e gli abbracci sinceri e bisognosi di lui. Le chiamate alle tre del mattino di Louis troppo ubriaco per guidare e le ramanzine di Tayla mentre lo riaccompagnava a casa.
Definirla una semplice amicizia è troppo riduttivo secondo Tayla, perché tre anni fa, mentre lo aspettava al parco, si chiese se davvero lui fosse la cosa ‘giusta’, se non fosse solo una stupida distrazione, un errore.
Beh, le bastò vederlo sorridere, le bastò la sua osservazione decisamente fuori luogo a proposito del suo abbigliamento, la pace interiore che la invadeva dalla punta dei piedi fino a darle la testa quando lo aveva affianco, i mille ippopotami impazziti nello stomaco mentre lui la stringeva fra le braccia, il suo ‘arrivederci’ a fior di labbra. Perché sì, Louis poteva essere infantile,ottuso,egoista,montato ed egocentrico ma lei riusciva a vederlo solo come un tremendo e dolcissimo errore, lo sbaglio più giusto della sua vita. Il tempo passa e le cose cambiano, in che modo?
Cambiano in Harry Styles e Cece Bree
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tayla si tormentava le dita, seduta da sola su quella panchina che una volta era stata di un verde abbagliante, il suo continuo sbuffare a contatto con l’insolita aria pungente di quel giorno , creava delle simpatiche nuvolette. Lui le avrebbe di sicuro trovate divertenti e  lei avrebbe finito per prendersela permalosa com’era, poi però le sarebbe passata come sempre in sua compagnia, d’altronde quando erano insieme lei si sentiva viva e un po’ meno sfigata. Guardò per l’ennesima volta il display del suo Nokia, segnava le 19:30 del 15 Luglio 2011, ovvero il giorno di S. Swithin, il loro giorno e Louis come al solito era in ritardo.
Sbuffò di nuovo mentre gettava a casaccio il telefono nella borsa che stringeva al fianco, le sfumature calde del tramonto scemavano pian piano lasciando spazio alla notte, alla profondità  del cielo stellato di Londra. Iniziò a canticchiare la colonna sonora di un film che ricordava a malapena  nella speranza di ingannare il tempo, alla ricerca di  un pretesto per evitare di arrabbiarsi con lui ,più di quanto già non fosse. Il loro appuntamento alle 18:00, solita panchina, solito parco, il solito da tre anni ormai.
Non riusciva neanche lontanamente a concepire il fatto che se ne fosse dimenticato, come poteva?. Insomma lei contava i giorni, i minuti, i secondi, le foglie cadute in giardino e le valige dei vicini che partivano per la vacanza al mare in attesa di quella data. Possibile che il suo menefreghismo arrivasse a tal punto?.
Lo conosceva fin troppo bene, lui ha il vizio di arrivare elegantemente in ritardo in ogni dove e ci aveva fatto l’abitudine, ma insomma un’ora e mezza era un record. Ricordava il loro primo incontro come se fosse avvenuto solo ieri.
 

" Si erano appena laureati nella stessa università , lei con il massimo dei voti in lettere e lui a malapena promosso in lingue e un anno fuori corso . Marie la sua compagna di corso, aveva conosciuto Rupert il migliore amico di lui, e mentre ‘approfondivano’ il loro primo incontro, lei e Louis si erano ritrovati seduti su quella panchina.
Lei, che aveva  avuto una cotta per lui sin dal secondo anno, era arrossita violentemente, mentre lui si limitava a sorridere sornione.
<< Io sono Louis, – iniziò lui, per rompere il ghiaccio-  che programmi hai per il futuro?.>> la buttò lì disinteressato.
<< Piacere, io sono Tayla. Ti interessa davvero?.>> chiese lei, una punta di acidità nel tono di voce artisticamente camuffato da un mezzo sorriso.
Lui rise apertamente.
<< Mi piaci, sei furba.>> si limitò a dirle
<< Oh – trillò acuta lei- così arrossisco, ti prego.>> lo prese in giro, portando teatralmente una mano sul petto, alzando gli occhi al cielo terso di nuvole.
Louis strabuzzò gli occhi ridacchiando, sorpreso dalla schietta affermazione di Tayla, si voltò per osservarla  meglio. I lunghi capelli rossi le  incorniciavano sbarazzini il viso minuto e asciutto ,le labbra rosee e carnose schiuse in un piccolo sorriso, delle deliziose lentiggini coprono parte degli zigomi alti  e il piccolo naso a punta. Gli occhi di un azzurro brillante e intelligente, un colore molto simile al suo,troppo simile.
<< Ci siamo già visti, da qualche parte, per caso?.>>
Tayla lo guardò intensamente per qualche istante, finse di pensarci su arrotolando al dito indice una ciocca di capelli, per poi sistemarla dietro l’orecchio. “ E’ ovvio che ci siamo già visti idiota montato, abbiamo frequentato lo stesso corso di letteratura inglese per ben quattro anni, o meglio io ho frequentato mentre tu  più che altro ti  sei limitato a sonnecchiare indisturbato nel tuo banco in fondo all’aula.” Pensò sarcastica, si morse la lingua e gli rispose
<< Mi pare di sì. Ma certo!.– alzò l’indice inscenando alla perfezione il suo totale stupore- Eravamo nello stesso corso di letteratura inglese.>>
<< Che due palle il Professor  Aniek.- sbottò lui- durante la sua ora dormivo sempre.>>
Le lo guardò seria e disse dura.
<< Quell ‘palloso’ del Professor Aniek, è mio  zio.>>
Per la prima volta in vita sua, Louis Tomlinson arrossì violentemente, colto alla sprovvista da quella ragazza senza peli sulla lingua. Lo metteva in soggezione, quella dannata ragazza dal sarcasmo pungente, odiava trovarsi in situazioni del genere. Insomma lui  non si sente mai a disagio, è il tipo che fa le battutine squallide, lo spavaldo, il coglione eterno.
Schiuse le labbra boccheggiando, alla ricerca di qualcosa di abbastanza intelligente da dire, perché doveva ammetterlo, Tayla non è come tutte le altre a cui è abituato. No, gli ingranaggi del suo cervello funzionano alla grande, a dispetto degli altri con cui ha avuto a che fare.
Non trova nulla da dire, quando Tayla  con le gote rosse, disturba il silenzio sbottando in una fragorosa e sana risata, si regge la pancia con entrambe le mani mentre getta all’indietro la testa facendo ondeggiare i capelli.
<< Scusami, ma dovevi vedere la tua faccia,- riesce a dire tra una risata e l’altra, gli occhi lucidi-  sembravi un coniglietto impaurito!. >> s’interrompe ancora per ridere più forte di prima.
Louis che all’inizio la guardava confuso, adesso ha gli occhi semichiusi con fare minaccioso, l’ha preso per culo. Lei, quella che all’università viene catalogata come la ‘sfigatasecchiona’ di turno, ha preso per culo lui, quello ‘popolare’.
Fosse stato un ragazzo gli avrebbe di certo mollato un ceffone sul viso, forse con una ragazza sarebbe stato più delicato, ma contro ogni aspettative e con sua immensa sorpresa, Louis scoppiò a ridere, unendosi alla risata fresca e cristallina di Tayla.
<< Che programmi hai per stasera?.>> le chiese Louis, con lo stomaco sotto sopra per il troppo ridere.
<< Credo che comprerò del gelato, guarderò un film e poi leggerò qualcosa.>>  rispose lei schiarendo la voce, resa roca dalle troppe risa.
<< Mi prendi ancora per culo?.>> chiese  retorico lui.
Lei si limitò a guardarlo confusa, in attesa di spiegazioni.
Lui sgranò gli occhi e disse sarcastico
<< Tv, libri e gelato, speravo stessi scherzando. Una botta di vita insomma, eh?.>>
Lei assottigliò lo sguardo offesa, incrociò le braccia sotto il seno e Louis non poté non trovarla adorabilmente infantile.
<< E vediamo, tu che mi consigli?. Avanti illuminami.>> berciò lei stizzita.
Vide il viso di Louis illuminarsi in una smorfia maliziosa, un sorriso a mezza bocca dannatamente inquietante,“ Oh merda, in che guai mi sono cacciata?.” pensò lei mordendosi l’interno della guancia.
Louis godette immensamente quando si accorse del sincero lampo di paura che balenò nello sguardo della ragazza, “ Adesso a te ci penso io, signorinella.”
Quella sera Tayla si trovò in balia della pazzia di Louis, sotto la sua ‘guida’ fece delle cose che non immaginava potesse mai vivere in vita sua: cenò in un ristorante cinese fuori città provando il menù partendo da dolce per poi finire con l’antipasto, si intrufolarono illegalmente nella piscina di una villa lì vicino e fecero il bagno in intimo, – la poca razionalità che le era rimasta infatti, le fece contestare la proposta di Louis, che era quella di farlo nudi, il bagno.-  vennero quasi scoperti dai padroni ritornati in anticipo dalle vacanze, comprarono degli alcolici in un supermarket arabo semplicemente perché Louis voleva provare  a pronunciarne i nomi, alla seconda bottiglia era già stanco di provare, infine troppo ubriachi – ancora fa fatica a ricordare con nitidezza ,cosa sia successo- si ritrovarono a baciarsi contro la parete beige della piccola stanza da letto di Kayla.
 Erano baci famelici e dettati dall’alcol, lui le stringeva possessivamente i fianchi con entrambe le mani immobilizzandola alla parete, mentre lei continuava a baciargli  voracemente il collo,la bocca,le guance, il naso, lasciando una scia di baci caldi e umidi.
Quando lui tentò di sfilarle la maglietta,che era diventata di troppo, lei – purtroppo- ritrovò un briciolo di lucidità che le permise di allontanarlo  con un leggero spintone.
Lui la guardò per un attimo confuso, poi provò a riavvicinarsi sussurrandole “ Lo so che lo vuoi anche tu, lo sento da come mi baci.”.
Lei  fu impassibile e sgusciò via dalla sua presa appena in tempo, lui però non fu altrettanto  veloce, e in un secondo colpì a pieno viso il muro.
<< Che cazzo fai!?. >> sbottò, incazzato come una iena.
Si alterò ancora di più nel notare la totale indifferenza da parte della ragazza alla sua protesta, quest’ultima uscì dalla stanza senza dire una parola, intanto lui appoggiò la schiena al muro e si sedette sul pavimento freddo. Tayla tornò  qualche secondo più tardi con del ghiaccio avvolto in un asciugamano, Louis la guardò storcendo il naso contrariato, mentre la ragazza  si inginocchiava davanti a lui  per tamponargli delicatamente la fronte.
<< Ti faccio male?.>> chiese lei concentrata, la fronte increspata e il tocco preciso.
Louis si limitò a mugugnare, lei alzò gli occhi al cielo ma evitò di sbuffargli in pieno viso. Il silenzio impregnava i muri della stanza. Louis si focalizzò su quei piccoli particolari del viso di Tayla che non aveva  notato prima. Una piccola cicatrice sulla narice destra, le ciglia folte e lunghe, i mille disegni che poteva tracciare unendo con le dita  quelle lentiggini deliziose, le piccole iridi come pece  così profondamente in contrasto con la trasparenza dei suoi occhi tendenti al cielo d’estate.
<< E’ passato, grazie. – le sussurrò  lui- Mi spieghi che ti è preso, per favore?.>> il suo tono di voce era calmo e sinceramente curioso.
<< Ma guardaci, ci conosciamo da sì e no 5 ore  e già noi, insomma.– si interruppe alzando le spalle, sentiva le guance andare a fuoco, riprese a parlare mentre lo guardava alzare gli occhi al cielo- Senti, non voglio darti un impressione sbagliata, io non sono così. Non voglio che tu creda che sia una facile poi non sono in cerca di avventure o distrazioni, ho degli obiettivi precisi per il mio futuro e non posso permettermi di commettere errori  ma soprattutto, non voglio che la mia prima volta sia così.>> pronunciò le ultime parole in un soffio impercettibile, un sussurro che a Louis arrivò forte e chiaro.
Talya lottò con tutta se stessa per ricacciare indietro le lacrime, tenne lo sguardo basso e prese a mordersi il labbro inferiore con foga.
Louis la guardò a lungo, sembrava così triste  eppure la trovava così dannatamente dolce. Lentamente  si protese verso di lei, le sfiorò le labbra e su queste le sussurrò
<< Andiamo a letto, ti va?.>>
Tayla che continuava a tenere il labbro inferiore incastrato fra i denti, annuì rassicurata dal tono della sua voce, privo di malizia. Si lasciò prendere per mano e trascinare a letto. Louis si sdraiò dietro di lei che giaceva su un fianco, appoggiò il suo petto sulla schiena di lei  e la tenne stretta, avvolgendole il fianco con un braccio. Cullati dal flebile rumore dei loro respiri all’unisono, si addormentarono mentre fuori in cielo, il sole è alto e imponente.”
 

 
Stava per alzarsi per tornare a casa dalla sua amata tv via cavo e il suo gelato al cioccolato delusa e amareggiata, quando dei passi lenti e regolari attirarono la sua attenzione. Repentinamente si morse il labbro per impedirsi di sorridere, cercò in tutti i modi di far finta di niente ma quando lui le picchiettò la spalla per richiamare la sua attenzione, lei non poté evitare di saltargli al collo per stritolarlo in un abbraccio.
<< Sei un bastardo.>> brontolò lei, senza il minimo accenno a lasciarlo andare.
<< Sono in ritardo, scusami.>> si giustificò Louis sorridendo fra i capelli ramati di Tyala.
<< Sei un bastardo.>> ripeté lei imbronciata.
Louis alzò gli occhi al cielo e sbuffò  esasperato << Quante volte ancora dovrò scusarmi con te?.>>
<< Anche mille, – si staccò leggermente da lui per far scontrare i loro sguardi,gli occhi dello stesso azzurro cielo - ma non cambia il fatto che sei, e che resti un bastardo.>> sorrise acida enfatizzando il ‘bastardo’.
<< Sì, anche tu mi sei mancata! - disse lui sarcastico- Tu e la tua solita dolcezza che non ti abbandona mai, eh?.>> Sciolse l’abbraccio  e prese posto sulla panchina.
<< Infatti, la mattina a colazione mangio pane e limone.>> gli rispose ironicamente prendendo posto affianco a Louis.
<< Ho sentito che mangi anche i bambini, e che quelli un po’ tonti sono i tuoi preferiti!. Non manderei mai mio figlio in una scuola nella quale insegni.>> la istigò lui,sorridendo sornione. Lei le diede uno schiaffo sulla spalla – decisamente poco femminile- e piccata rispose
<< Allora stai attento, tontolone. Sei a rischio. Tranquillo comunque, lavoro ancora in quello squallido ristorante messicano all’angolo. Non credo che riuscirò ad entrare di ruolo,qui ad Londra.>>
<< Non ti abbattere, sei brava e se non ti assumono,ci perdono loro.>> le disse per confortarla, odiava vedere la sua migliore amica giù di corda. Però la notizia che stava per dargli, era certo che l’avrebbe risollevata.
<< Ho fatto tardi, – riprese  rovistando nella  tasca della giacca blu mare che indossava- perché non ricordavo dove avevo messo questa.>> disse estraendo dalla tasca una piccola busta di carta color panna, che le porse con le mani leggermente sudate, nonostante lo strano vento pungente, di quel pomeriggio d'agosto.
Lei fissò lo sguardo su quella lettera, curiosa poi  sorrise a mezza bocca .
<< Che cos’è?.>> la voce squillante, come una bambina di fronte ai regali il giorno di natale.
Louis rise apertamente e le fece cenno di aprirla.
Tayla distolse lo sguardo dalla busta per un momento e lo puntò sull’amico, era incredibile il fatto che lo trovasse così dannatamente bello e attraente dopo tutti quegli anni, le piccole rughe appena accennate che gli contornavano gli occhi tremendamente sexy.
Scosse la testa lievemente per poi afferrare la busta, l’aprì ed estrasse un piccolo foglietto piegato in due, sul quale erano tracciate delle linee color crema che formavano dei ghirigori eleganti.
Alzò un sopracciglio senza la minima idea di cosa aspettarsi, con Louis c’è sempre da imparare.
Lui tenne gli occhi puntati sul viso chino di lei  impegnata a leggere, concentrato e col cuore in gola dalla gioia, in attesa della sua reazione. La vide sgranare gli occhi e deglutire silenziosamente.
<< Che significa questo?>> gli chiese lei, la voce bassa e leggermente roca.
<< Come scusa?- disse Louis  arcuando entrambe le sopracciglia confuso- Non si legge bene?.>>
<< Certo che si legge bene è che,-  sbottò Tayla allargando le braccia- non me avevi parlato al telefono.>>
<< Volevo farti una sorpresa,- sospirò deluso,pensava fosse contenta per lui ma sembrava scocciata, si aspettava un'altra reazione- insomma non potevo mica dirti per telefono “ Ehilà Tayla, mi sposo!”>>
<< No certo.- Tayla si accorse del suo sguardo inquisitorio e sinceramente deluso e cambiò espressione- Sono felice per te, Lou.>> disse sfoderando il sorriso più finto e tirato che avesse mai inscenato mentre lo abbracciava ,sperò con tutto il cuore che Louis ci cascasse.
Le parve di sì quando lo sentì sorridere fra i suoi capelli, le spalle rilassate.
Il suo ‘migliore amico’ stava per sposarsi, un po’ di tristezza è ammissibile, lo è per tutti poi  però la tristezza  lascia spazio alla felicità . Allora perché lei non poteva essere felice, come qualunque altro essere umano sul pianeta sarebbe con un suo amico?. Perché sentiva un buco nero al posto del cuore e l’anima vuota, come se il suo mondo stesse per esplodere da un momento all’altro?.
La risposta c’è eccome, e non può essere che ovvia agli occhi di Tayla.
Lei è un semplice essere umano, ma Louis no.
Louis e la semplicità sono due linee parallele destinate a non incontrarsi mai, lui è il suo tutto.
Come si sentirebbe un essere umano, se sapesse che sta per perdere tutto?.
E’ una risposta che nessuno vuole sentire.

  
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