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Autore: Cinziart_96    28/09/2013    2 recensioni
Buonsalve a tutti! Questa long tratterà le vicende della grande Guerra del Tempo. Tuttavia ho deciso di ambientarla in un Universo Alternativo perchè volevo cimentarmi nuovamente con una storia in cui il Dottore e il Maestro sono ancora dei ragazzi; e una guerra mi sembrava il momento migliore per la riuscita della mia impresa. Proprio perchè le cose non sono mai abbastaza complesse, eh. :)
Che altro dire... Buona lettura!!
"Anche la più piccola navicella attendeva impaziente un ordine.
Un’ ordine semplice, marchiato a fuoco sulla pelle di ogni singolo Dalek dell’Universo.
L’ordine che, qualche secondo dopo, mosse tutte le navicelle insieme.
“STERMINARE!”
Così iniziò la fine: con una sola parola."
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Master - Simm, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: Per questa storia ho deciso di raccontare gli eventi strettamente collegati alle meravigliose figure del Dottore e del Maestro durante la famosa Guerra del Tempo, che causò la distruzione di Gallifrey. Dato che, secondo la BBC, la Guerra de Tempo si svolge tra l'ottava e la nona rigenerazione del Dottore, ho deciso di ambientare tutte le vicende in un universo alterantivo in cui i due Signori del Tempo sono ancora dei ragazzi di circa 18 anni.
Alcuni particolari potrebbero concidere con l'idea originale dell BBC, solo molti anni prima.
Buona lettura a tutti!
La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.



Capitolo 03: La nascita di un assassino

-Hai capito. Rimaniamo qui.- il tono del Maestro era sorprendentemente pacato, rispetto a quello del Dottore.
-Vuoi farci uccidere per caso?-
-No. Io voglio sopravvivere. E non mi importa come.-
Il Dottore alzò gli occhi al cielo, bagnandosi, se possibile, ancora di più il viso.
-Troviamo un posto in cui ripararci.-
Zoppicando leggermente il Maestro si addentrò nella via scura e deserta, seguito un momento dopo dal Dottore. Trovarono una porta di una cantina aperta e vi entrarono. Il ragazzo più alto chiuse la porta dietro di sé e cercò un interruttore della luce.
-Ah! Ma cosa diamine è questo…!-
-Ecco. Ho trovato la luce.-
Un secondo dopo la stanzetta, quasi vuota, venne illuminata da una morbida luce gialla.
-Contro cosa hai sbattuto?-
-Questo mobile.-
Il Maestro ci si sedette sopra, strizzandosi la maglietta completamente inzuppata.
Il Dottore rimase in piedi, passandosi una mano tra i capelli bagnati. Cercando di farli asciugare più velocemente iniziò a scuotere la tasta avanti e indietro, piegandosi sulle ginocchia.
-Ma cosa fai?-
-Non lo vedi? Mi asciugo i capelli.-
-Ah… certo.-
Appena ebbe finito con i capelli, il moretto si tolse la maglietta e la strizzò in un angolo.
-E la testa? Come stai?-
-Decisamente meglio. Probabilmente questa stanza è isolata, perché non si sente più la campana…-
-Già. La grande campana…-
Il Dottore appoggiò la maglietta allo schienale di una sedia per asciugarla, poi si accovacciò in un angolo.
-E ora che facciamo?-
-Aspettiamo.-
-Cosa? Che un Dalek ci trovi e ci uccida?- chiese con un tono divertito il Dottore.
Cercava di darsi coraggio, ma gli tremava la voce; la gambe, strette al petto, non la finivano di sussultare.
-Smettila.-
-Di fare cosa? Forse dovrei smettere di pensare che siamo in trappola? Che se arrivano non possiamo nemmeno scappare?-
Il Maestro sospirò.
-Va bene. Sei preoccupato.-
-Non è vero.-
-Non mentire a te stesso. Sei preoccupato perché i tuoi non ti hanno aperto.-
Il Dottore non rispose, nascondendo il viso nelle ginocchia.
-Ehi?-
-Per te è semplice!- urlò il ragazzo alzandosi in piedi. – Quasi non hai avuto una famiglia accanto!!- diede un calcio a una sedia, furioso.- E non dire che non è vero!!-
Il biondo lo osservò attentamente, in silenzio.
L’amico respirava con affanno e si vedeva che era preoccupato. Poi il Dottore si voltò verso il muro, appoggiandosi con la fronte. Il Maestro si alzò dal mobile e si avvicinò all’amico.
Stava piangendo.
-Sono sicuro che stanno tutti bene.-
Il Dottore scosse la testa.
-No. Sono tutti morti… e io non ero nemmeno con loro…-
-Non dire così. Non lo sai per certo.- disse sicuro il Maestro. –Ehi, guardami.-
Lentamente gli posò una mano sulla spalla, costringendolo a voltarsi verso di lui. I suoi occhi erano lucidi e tristi eppure vivi e sembravano bruciare.
Un’altra lacrima gli rigò il viso.
-Non sono morti, ok?-
Il Dottore fece appena in tempo ad annuire che un angolo della stanza crollò, ricomprendo entrambi i ragazzi di polvere.
-Ci hanno trovati!-
 
Molti Dalek cadevano sotto i colpi azzurri dei fucili dei Signori del Tempo.
Probabilmente avevano trovato una lega che gli permetteva di rompere la barriera che proteggeva ogni singolo Dalek. Comunque sia, ci volevano due colpi ben assestati per abbatterne uno.
Erano in vantaggio.
Alcuni di loro poi, cadevano sulle case, danneggiandole.
Così facendo le persone che si rifugiavano al loro interno scappavano, pronte a essere colpite da un raggio Dalek. E questa era solo la fanteria.
Il loro vero e unico obbiettivo era distruggere il palazzo Magisterium. Una volta giunti lì la Nave Madre avrebbe rifornito l’esercito con codici di sblocco criptati, necessari per innescare la bomba.
L’intero pianeta sarebbe esploso.
 
Il Maestro stava abbracciando il Dottore per proteggerlo dall’impatto.
Appena la polvere si posò a terra i ragazzi si allontanarono, voltandosi vero il Dalek. Era disteso a terra, le braccia armate distrutte per la rovinosa caduta.
-E’ morto…- sussurrò il Maestro.
Il Dottore lentamente prese in mano il suo nuovo cacciavite sonico , lo puntò contro il nemico e lo accese.
Un debole suono si propagò nell’aria circostante, facendo sussultare il Maestro.
-No. Non è morto. Ma lo sarà tra breve.- la lucina del cacciavite lampeggiò. –Inoltre per noi è innocuo.-
-Sei sicuro? Non mi fido di quell’aggeggio.-
Il Dottore annuì. –Sì. Sono sicuro.-
Per dare un’ulteriore conferma si avvicinò al Dalek, tremando leggermente all’idea che si sarebbe potuto svegliare da un momento all’altro. Tuttavia rimase immobile anche quando il Dottore gli aprì uno sportello laterale.
-Cosa fai?! Dobbiamo andarcene, non rimanere a fagli un’autopsia!-
Il Dottore non lo ascoltò e guardò all’interno del Dalek. L’alieno era bruciato vivo.
Ancora una volta il ragazzo analizzò il corpicino con il cacciavite sonico.
-Sì. E’ morto per un fucile a doppio raggio KY/536. L’hanno arrostito per bene.-
-Bene… ora che lo sai, ce ne possiamo andare?- il Maestro ere sempre più impaziente. Si dirigeva verso l’esterno, cercando di evitare le pozze d’acqua.
-Forse riesco a…-
Se vuoi morire con lui non è un problema.- lo avvisò il ragazzo biondo. –Io me ne vado.-
-Eccomi! Ci sono!-
Con un salto il Dottore scavalcò il Dalek, rindossò la sua maglietta ancora umida e uscì dalla cantina. Fuori pioveva ancora e la magliette si inzuppò subito.
-Ma cosa stavi facendo?-
Il Dottore non rispose ma estrasse nuovamente il cacciavite sonico, puntandolo verso il viso del Maestro.
-Stai giù!!-
Appena il ragazzo abbassò la testa, il cacciavite face partire un raggio di energia azzurra fortissima che si abbatè con precisione su un Dalek. Lo uccise all’istante.
Il Maestro si voltò di scatto, osservando la carcassa abbrustolita dell’alieno.
-Hai un’arma!- esclamò. -Possiamo difenderci!-
Ma il Dottore non sembrava felice quanto lui.
-I… io… l’ho ucciso…-
-Esatto! Forse conosco un posto sicuro in cui stare. Dobbiamo solo… che c’è?-
Il ragazzo moro fissava il cacciavite sonico tra le sue mani.
-L’ho ucciso…-
-Lui stava per uccidere noi! Hai fatto la cosa giusta!-
-No…- con rabbia lanciò il cacciavite sonico lontano da sé. –Sono… sono diventato un assassino…-
Il cacciavite cadde a terra tintinnando.
Ma il suo suono quasi si perse sotto quello maestoso della campana che suonava ancora, indisturbata.
-Dottore. Tu mi hai salvato la vita. Non ho idea di come tu abbia fatto, ma mi hai salvato.- disse il Maestro pacatamente. –E se devo essere sincero sono riconoscente, davvero riconoscente verso qualcuno che per salvare un amico diventa un assassino.-
Il Dottore alzò lo sguardo.
-Lo… lo pensi davvero?-
-Ogni singola parola.- poi sorrise. Con quel sorriso sghembo che faceva sempre ridere l’amico. –E poi… non sono in tanti a potersi vantare di avere al suo fianco uno sterminatore di Dalek!-
Lui rise, felice. Colpito come al solito dall’ assurda ironia del Maestro.
E fu come se la pioggia non battesse più.
Come se la campana non avesse mai iniziato a cantare.
Come se da un momento all’altro il padre del Dottore sbucasse da una stradina e li richiamasse entrambi in casa per  bere insieme una tazza di the.


Note Autore:
Ciao a tutti! Visto? Ho aggiornato velocissimissimissimo! *w*
Mi sono particorarmente divertita a scrivere questo capitolo, soprattutto nelle battute iniziali. Spero piaccia anche a voi, gentilissimi lettori che seguite/leggete la storia.
Spero di riuscire ad aggiornare presto con il capitolo quattro, compiti permettendo.

Un abbraccio
Gallifrey_96
  
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