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Autore: MynameisJuri    28/09/2013    2 recensioni
La storia gira intorno a Tessa e ad Aline, due ragazze diventate appena Parabatai, che vengono trasferite dall'Istituto di Londra a quello di New York, dove scopriranno chi sono i loro amici, i loro nemici, e i loro amori.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Theresa Gray, Un po' tutti, William Herondale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alec, sentite quelle parole, si alzò in piedi di scatto ed iniziò a parlarle con un tono piuttosto forte.
-Ah si? Se no cosa mi fai? Sto già morendo dalla paura!- Il moro sembrò accettare la sfida che Tessa gli aveva lanciato.
Isabelle ridacchiò. –Su ragazzi, ora basta!-
Tessa si alzò in piedi anche lei e lo guardò dritto negli occhi. – Vuoi proprio vedere cosa ti faccio?!- Il suo tono di voce si era alzato e tutt’e due sembravano avere sul viso un’espressione irata.
Mentre tutti si godevano lo spettacolo, tra Isabelle che rideva e cercava allo stesso tempo di fermare il fratello, Jace e Clary che sembravano divertiti da tutto questo, Aline che cercava di zittire Tessa cercando di tirarla giù dalla manica, Hodge si alzò in piedi e rimproverò i due diretti interessati.
–Ora basta! Cos’è, già dal primo giorno litigate? Ricordate che per il prossimo mese dovrete essere una famiglia!-
Tutti gli occhi ora erano puntati su Hodge, e Tessa sembrò borbottare qualcosa: -Non vedo l’ora che arrivi Will.. così ti farà subito fuori, brutto mondano.-
Alec sembrò sentire quelle parole.
–Cosa hai detto?! Chi è ora questo Will?!-
Aline, che era ancora seduta, diede un colpetto alla gamba di Tessa e poi disse a voce bassissima:  
–Ma che dici?! Shh!-
-Io credo che la colazione sia finita. Andiamo Clary.-
Jace prese per mano Clary e insieme sgattaiolarono fuori, seguiti da Isabelle che se la rideva ancora sotto i baffi. Alec rimase lì impalato a fissare Tessa, finchè non intervenne Aline che la prese per un braccio e la trascinò fuori fino al corridoio dove erano situate le loro stanze.
Alec rimase solo nella sala da pranzo con Hodge.
–Per favore Alec, fa che non accada più. Sono stanco di queste litigate da bambini.-
-Si può sapere perché mai ce le hanno mandate a noi due mondane del genere?-
-Non dire così, vedrai che imparerai a conoscerle proprio come ho fatto io mentre ero all’Istituto di Londra. Vedrai, sono delle brave ragazze.-
Hodge uscì dalla sala da pranzo e andò dritto nella biblioteca mentre Alec si chiuse nella sua stanza.
 

-Per l’Angelo, Tessa! Si può sapere perché l’hai fatto? Ora grazie a te ci odiano tutti, perfino Hodge.-
-Non odiano te, odiano me. E comunque è stata colpa di quel ragazzino, ha cominciato lui a provocarmi.-
-Che il cielo ti perdoni.. io proprio non ti capisco..-
 

Il resto del giorno fu tranquillo poiché nessuno uscì dalla propria camera, arrivata la sera però Tessa decise di andare a scusarsi con Alec. Così aprì la porta della sua camera, sbirciò con la testa a destra e a sinistra e vide Jace che stava tornando nella sua stanza.
-Ancora sveglia? Per caso non sai dov’è il bagno?- disse ironicamente il biondo, mentre infilava le mani affusolate nelle tasche del pantalone nero.
-Ah-Ah-Ah! .. In realtà stavo.. andando a scusarmi con Alec.-
-Ah davvero? Sai almeno dov’è la sua stanza?-
-.. era quello che stavo cercando di capire.-
-Mi dispiace dirlo ma è proprio di fronte alla tua. Quindi vi vedrete abbastanza spesso.- Sul viso di Jace era disegnata un’espressione divertita.
-Ah.. perfetto.. grazie della buona notizia, ora puoi anche andare. Buona notte!-
Jace non rispose, le fece solo un piccolo occhiolino come se volesse dirle ‘In bocca al lupo!’, e si avviò verso la sua stanza.
Tessa fece tre passi verso la porta di Alec e fece un lungo sospiro, dopo di che bussò due volte con molta calma, anche se le tremavano quasi le mani.

*Toc Toc*

Si sentirono del passi che mano a mano si avvicinavano verso di lei, poi la porta si aprì e uscì fuori Alec con un pigiama di cotone largo, e un buffo cappellino da notte sulla testa.
-Ciao.. dormivi?-
Alec roteò le pupille castane.
-Ancora tu?-
-Sì, ehm.. volevo dire solo che mi dispiace per come mi sono comportata stamattina a colazione.. è solo che io sono un po’..- La frase fu interrotta da Alec.
-Impulsiva? E’ buffo, anche io lo sono. E sai cos’altro dovresti sapere su di me? Non mi piacciono per niente le ragazze che credono di essere coraggiose e che credono di poter affrontare qualsiasi cosa. Quindi se vuoi restare qui credo proprio che dovrai mettere da parte quel tuo atteggiamento da eroina.-
Tessa sbuffò, poi lo guardò negli occhi. –Non ti basta che ho detto che mi dispiace? Vuoi che mi inginocchi davanti a te e ti supplichi?-
-Non servirebbe comunque. Mi dispiace Tessa Gray, ma credo proprio che tu mi stia antipatica. E non poco.-
-Come fai a dire che ti sto antipatica se non mi conosci nemmeno da un giorno? Anzi, non rispondere, sono già stanca di te. Buona notte.-
Tessa entrò nella camera di fronte, prima di chiudere la porta lo guardò dritto negli occhi con uno sguardo assassino e poi sbattè così forte la porta che Alec, rimasto dall’altra parte, sulla soglia della sua camera rimase sbalordito da tutto questo e da quanto lei volesse sfidarlo.
  
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