Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: metaldolphin    29/09/2013    5 recensioni
Nami è costretta ad affrontare una delle paure più orribili che affliggono l'umanità... persa, ormai, la speranza di essere salvata, i suoi pensieri girano intorno all'equipaggio sgangherato che considera la sua famiglia.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Spadaccino, furente, era uscito a passo veloce all’aperto e stringeva, con tutta la forza che aveva, il bordo del parapetto.
Cielo e mare, nella notte, ai suoi occhi erano un’unica lastra di nera ossidiana.
-Sembra di sentire scricchiolare il legno che stai stringendo, Zoro- Era Rufy, che stava terminando di masticare l’ultimo boccone di carne strappato all’osso che teneva in mano.
L’altro si limitò a rispondere con un ringhio: quello strano Capitano non aveva orari, quando c’era da saccheggiare la cucina…
-Come mai non sei a letto?- continuò, dopo aver inghiottito rumorosamente -Lo sai che Nami non deve dormire da sola, l’ha detto Chopper- aggiunse, candidamente, con tono di rimprovero.
-Mmmh- rispose l’ermetico Zoro.
Rufy aveva la parlantina sciolta, quella sera: -Non litigate, è una perdita di tempo e la vita è breve: ce ne accorgiamo soltanto quando è troppo tardi...
L’amico lo guardò con stupore: c’era un po’ di saggezza sotto a quello strano cappello di paglia?
-Hai ragione, Capitano- mormorò ad un sorridente Rufy.
Doveva affrontarla e ascoltarla, qualsiasi cosa, piacevole o meno, avesse da dire… diede una pacca sulla spalla del Capitano e tornò sui suoi passi.

Rimasto fuori, Rufy guardò il cielo e pensò ad Ace, alla vita che avevano trascorso insieme ed a quella che non avrebbero condiviso.
Mai più.
Con un profondo sospiro, tornò alla sua amaca, sperando che, almeno per i suoi compagni, le cose andassero meglio.

Quando la porta si aprì, Nami era appallottolata in un angolo del letto, fuori dalle coperte nonostante il freddo e lui si sentì in colpa per essersene andato.
Le si fece vicino e le posò una mano sulla spalla, per sottolineare la sua presenza.
Nami non si mosse, ma dal suo respiro affannato, lui capì che non stava bene.
Inquieto, la sollevò e la costrinse a guardarlo; piangeva e gli si strinse il cuore: quell’attacco di panico era colpa sua…
Sdraiandosi se la portò vicino, con voce affranta le chiese scusa, poi le chiese: -Cosa stavi per dirmi? Non preoccuparti, ascolterò qualunque cosa tu voglia dire.
Lesse ancora diffidenza nello sguardo, poi Nami sembrò rilassarsi di nuovo.
Annuì.
-Quando… quando ero- (E Zoro sapeva bene a quale luogo si stesse riferendo) -ho pensato a tutti voi. A te. Credevo di non avere più speranze e desiderai che tu, come hai fatto con Kuina, riuscissi ad incanalare il dolore in qualcosa di costruttivo… Zoro, vorrei solo che, se io dovessi morire, tu non facessi qualcosa di brutto: il mio desiderio è quello di saperti andare avanti, sempre e comunque.
Adesso era lui ad essersi irrigidito. Non credeva certo che lei volesse volesse arrivare a tanto…
Quando le rispose, il suo tono non era più molto fermo: -Solo se tu prometti lo stesso.
La vide annuire e un bacio suggellò il patto tra i due.
-Però non mi va più di fare discorsi di questo genere, piccola- le disse -tanto noi due raggiungeremo i nostri sogni e invecchieremo assieme!- esclamò, ridendo.
Nami lo guardò con gli occhi sgranati, non riconoscendo lo Spadaccino asociale e burbero che faceva parte della Ciurma: cosa lo aveva cambiato tanto?
Ebbe la sua risposta pochi minuti dopo, mentre scivolavano entrambi nel sonno e lo sentì mormorare: -Sono felice che sei qui con me, Nami.
   
 
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