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Vai a
fidarti della tecnologia!
Siamo
passati dal piccione viaggiatore alla comunicazione in tempo reale! Ma come può
essere?
A parte
la mancanza di delicatezza verso il piccione, che si è trovato senza lavoro da
un giorno all’altro e per vendicarsi ha iniziato a cagare su tutto ciò che di
storico c’è in città: che poi meglio su un palazzo che su un cappotto, se non
altro perché il muccato in questo periodo non è molto trendy.
Ma poi
perché tutto così veloce? Pensare, scrivere e poi subito risposta! E il gusto
dell’attesa che fine ha fatto?
Prima
scrivevi il messaggio, chiamavi il piccione, contrattavi il prezzo e davi il
via all’operazione. La spesa era sempre quella, più qualche extra tipo gli
antibiotici se durante il tragitto prendeva freddo e si ammalava.
Era
difficile ma bello aspettare, così come lo è stato con le lettere. Le scrivevi,
andavi dal tabaccaio, pettinavi con la saliva il tipo sul francobollo e le
imbucavi accompagnandole con un pensiero… La risposta si faceva attendere ma
prima o poi arrivava.
Fantastico,
forse troppo romantico, ma comunque fantastico.
…Adesso
no! Troppo tempo! Non siamo più in grado di aspettare! Ecco spiegato il
telefonino e la mail!
Dapprima
timida comparsa nella nostra quotidianità, il cellulare, in un batter d’occhio,
è diventato il protagonista assoluto.
Non si
usa più solo per le telefonate anzi, a dire il vero, la telefonata è forse
l’ultima delle cose.
Ci sono
gli sms e gli mms, cioè i messaggi fotografici, l’ostacolo più grosso per tutti
quelli che nella vita riuscivano a fare ancora qualcosa di nascosto. Ora non
provateci perché una persona che vi conosce, con il suo supertelefono, potrebbe
farvi una foto e inviarla via mms a vostra moglie o al vostro datore di lavoro
in 2 secondi.
Diciamo
pure che è finita la possibilità di farsi i fatti propri in santa pace.
E poi
adesso puoi scaricarti qualunque tipo di canzone o realizzare una suoneria come
vuoi tu… pensate quanto sfogo per le creatività represse! E se non hai voglia
di scrivere il messaggio non ti preoccupare, c’è la scrittura intelligente che
ti fa fare prima… Fantastico, vero? Ti scocci a digitare tutte le lettere e una
funzione lo fa per te… solo che se digiti la parola “ebraismo” ti esce
“fascismo”! scrittura intelligente? Chi l’ha detto?
Ma la new
entry degli ultimi anni sono i social network.
Se
incontri una persona che non conosci le chiedi il nome solo per aggiungerla tra
i mille mila contatti che hai già.
Ormai li
usano tutti, nessuno può più farne a meno!
Per
rendersene conto basta passare una mezza giornata con un impiegato, che ogni
giorno riceve e manda mail a raffica: sul suo schermo del computer la bustina
che segnala l’arrivo delle mail è diventata uno zaino! Ebbene, volete che
quella persona, tra una e l’altra, non sbirci il proprio profilo Facebook o
Twitter? Certo che sì, è naturale.
Di solito
quando stiamo per uscire e ci mettiamo d’accordo attraverso messaggi o chat,
mandiamo spesso un’infinità di contenuti. Perché?
> Io esco alle 12. Dove ci si vede?
> Va bene, ci vediamo alle 12:05 vicino
all’edicola.
> Ma quale edicola? Quella vicino alla
fermata della metropolitana o l’altra?
> Dipende quale intendi tu per l’altra. Se
quella all’angolo del mio ufficio o quella davanti al negozio di abbigliamento
> Allora, per non sbagliare ci becchiamo
davanti al negozio di vestiti. A dopo!
> Ma quello dei vestiti da donna o da uomo?
Con una
telefonata non era più semplice?
Non si
vuole negare la comodità di tutto questo!
Poter
comunicare con una persona pur essendo magari molto distati è bello e utile,
così come sapere di essere sempre in contatto con qualcuno fa sentire tutti un
po’ più protetti. Ma abusarne no, perché
si finisce con lo smettere di dire certe cose a voce oppure si trova il
coraggio di dirne altre che di persona non uscirebbero mai dalla bocca.
“Via mail
so possono conoscere un sacco di persone!”
Ma chi
sono? Che faccia hanno? Il fatto di non sapere chi ci sia dall’altro lato dello
schermo, per un meccanismo un po’ perverso, ti disinibisce e ti ritrovi a
parlare della tua vita a uno sconosciuto. Intrigante, no?
> Ciao!
> Senti,
è da un po’ che ci scriviamo e io non ti ho ancora chiesto che lavoro fai.
> Ma
niente, mi occupo di risorse umane.
> In che
senso?
> Conosco
le donne, le abbordo, me le faccio e magari le picchio.
> Che voglia
di conoscerti!
***
- Questa
scena mi sembra di averla già vissuta.
- Cioè?
- Noi due
che non andiamo a un appuntamento… cioè!
- Ma
abbiamo un valido motivo. Sono rimasto bloccato in ascensore, te ne sei già
dimenticato?
- Certo
che no! Ti ricordo che c’ero io sul pianerottolo mentre tu deliravi. Ho fatto
in tempo a farmi l’orlo ai testicoli. Stavo per incominciare a farne una
sciarpa da avvolgere ai capezzoli, ma poi ti hanno liberato.
- E non
sei contento?
- Non mi
vedi? Piuttosto, visto che avevamo un impegno e ora non lo abbiamo più, che ne
dici di accompagnarmi in chiesa? Ho promesso a mia madre che ci sarei andato,
anche solo per una visita veloce.
- In
chiesa? A fare cosa?
- A
comprare due etti di prosciutto cotto! Ma che domande sono?!
- Va bene,
ti accompagno, in fondo è un sacco di tempo che non ci vado.
- Grazie.
Da solo non mi andava di andarci.
-
L’ultima volta che sono entrato in chiesa è stato per confessarmi; dovevo fare
il testimone di nozze di mia cugina. Che imbarazzo!
- Perché?
- Perché
il prete mi ha chiesto da quanto tempo non mi confessavo.
- E tu
cosa gli hai risposto?
- Se
aveva una domanda di riserva.
- E lui?
- Mi ha
detto che potevo chiedere l’aiuto da casa.
-E poi?
- Niente,
ci siamo messi comodi e dopo un paio di ore lui mi ha detto che mi perdonava e
che dovevo recitare 3220 preghiere a scelta.
- E tu
l’hai fatto?
- Ma sei
fuori?! Alla ventesima ho iniziato a usare il playback e me ne sono andato.
- Non ti
vergogni?
- No, e
poi stacci tu in ginocchio sulle panche della chiesa. Ti vengono gli spigoli
sulle rotule. Io non capisco, l’anno scorso ci hanno mandato la lettera a casa
chiedendo soldi per rifarle e adesso sono più scomode di prima, boh!
- Se è
per questo di avvisi dalla mia parrocchia ne ricevo a valanga anch’io. Neanche
gli estratti conti mi arrivano così di frequente.
- Allora
vedi che ho ragione!
- Io so
solo che della mia chiesa ho dei ricordi bellissimi, soprattutto quando andavo
all’oratorio.
- Tu
facevi catechismo?
- No,
toccavo le ragazze e fumavo di nascosto dai miei.
- Ma a
che età hai fumato la tua prima sigaretta?
- A
tredici anni, e tu?
- Io non
ho mai provato neanche a fare un tiro.
- Ma non
ci credo neanche se mi paghi!
- Ti
giuro! Mi ha sempre dato fastidio l’odore sulle mani. Forse perché mio padre da
piccolo mi mandava a prendergliele dal pacchetto e io poi continuavo ad
annusarmi le dita schifato. Pensa che per molto tempo non sono riuscito neanche
a baciare una donna se aveva fumato.
- Che
palle che sei!
- Giuro?
E la prima canna?
- Avevo
quindici anni. Tu immagino che non abbia mai provato.
- Ma se
mi hai fatto iniziare tu, non ti ricordi?
- Quando?
- Avevo
vent’anni quindi… nove anni fa a Capodanno in montagna a casa di Ciccio.
- Mamma,
che ridere quella volta!
- Voi, io
non tanto. Ho passato il primo dell’anno abbracciato al cesso mentre voi
mangiavate cotechino e lenticchie!
- Però la
notte del 31 ti sei ammazzato dalle risate!
- Io non
mi ricordo di essere esistito sino alle 22 circa e poi ho solo qualche
flashback tipo una sequenza massacrante di gin tonic e un risveglio a una certa
ora sdraiato nella neve con il pigiama e gli anfibi. Però se non sbaglio c’eri
anche tu là fuori con me.
- Vero,
stavo sboccando perché mi ero bevuto mezza bottiglia di Unicum.
- Come si
fa a prendere la ciucca di Unicum?
- Mi
piaceva la forma della bottiglia e poi chi se n’è accorto? Goccio dopo goccio
mi sono scolato una boccia. Ero completamente fuori!
-
Infatti, se non ricordo male, ti sei addormentato davanti al camino e la
mattina per il calore avevi la faccia rimontata in fretta, la tuta in ciniglia
bucata qua e là dal fuoco e la gola in bagno a cercare dell’acqua.
- Però
che grasse risate!
-
Veramente! E ti ricordi quando siamo andati a Lisbona e tu ti sei fatto vendere
dal pusher della plastica al posto del fumo?
- Come
dimenticarselo!? Ero diventato l’aneddoto della vacanza!
- E ci
credo, avevi detto al gruppo che te ne saresti occupato tu che per queste cose
hai naso. Se fossi stato un cane da tartufo il tuo padrone farebbe prima ad
andarseli a comperare, perché se aspetta te…
- Naru,
te non puoi parlare!
- Perché?
- In
quanto a figure di merda detieni il record. Vuoi che ti ricordi cosa hai
combinato a pasquetta in montagna?
- Che
cosa, sentiamo.
- Ti sei
bevuto una vallata di vino e ti sei addormentato in una zona di pendenza e con
la testa in discesa. Poi ti sei svegliato all’improvviso con il sangue al
cervello che faceva a pugni con il Barbera e hai voluto giocare a calcio. Al
primo cross sei partito verso la palla, solo che non hai visto una piccola quercia
secolare e ti ci sei spalmato sopra.
- Non mi
ricordo!
- Sarà stata la botta! E quando a Estoril hai scommesso che avresti fatto un
giro nella fontana nudo?
- L’ho
fatto!
-
Infatti! Fa niente se dall’altra parte della strada c’erano due volanti della polizia.
Meno male che Shikamaru sapeva il portoghese e gli ha spiegato tutto.
- Lo sai,
se penso a una cosa la devo fare immediatamente.
- A
proposito! Poi alla fine com’è stato fare il testimone di nozze, che prima
abbiamo cambiato discorso e non mi hai finito di raccontare?
- È stato
emozionante! Mi sono anche un po’ commosso.
- Perché?
- Non lo
so, solo che vedere mia cugina sposarsi mi ha fatto prendere coscienza che il
tempo passa in fretta.
- Non
avrai mica voglia di sposarti?
- Non
avrai mica voglia di scherzare? E poi tu lo sapevi che per sposarti devi fare
il corso prematrimoniale?
- Cioè?
- Sono
una serie di incontri con il prete, e se non li fai lui potrebbe crearti dei
problemi.
- In che
senso?
- Può
decidere di non sposarti.
- Ma
smettila! Non siamo mica a scuola, dove c’è l’obbligo di fare i compiti.
- Giuro!
- E se
non vai agli incontri cosa ti fa, ti mette la nota sul registro e ti fa tornare
accompagnato dai genitori?
- Se non
mi credi chiedi ai tuoi.
- È anche
vero che alla fine, se ti vuoi veramente sposare, cosa ti costa fare qualche
incontro?
- Ma sei
fuori! Metti che il corso sia di lune o di giove?
- E
allora?
- Io ho
calcetto! Sai quanto costa iscriversi a un torneo? E poi vuoi mettere la
goduria di una partita con la noia del corso… e magari del matrimonio?
-
Continua a fare il ragazzino! Ti voglio vedere un domani se ti nasce un figlio.
- Figlio?
Potresti farmi lo spelling di questa parola che non conosco e che mi fa venire
uno strano prurito?
- Va be’,
ho capito, lasciamo perdere!
- E tu
vorresti dei figli?
- Chiaro.
Ne vorrei due, un maschio e una femmina.
- E come
li chiameresti?
- Ghenor
e Jane.
- Perché
non Brad e Janet, così poi ti vesti da Frank N Furter e fate il Rocky Horror Picture Show!
- Non mi
fai ridere! Anzi, sapere che non vuoi dei figli, mi rattrista.
- Guarda
che scherzavo! Io vorrei tre femminucce.
- Quattro
donne in casa e un solo uomo! Tu sei pazzo!
- Invece
sarebbe bellissimo.
- Nomi?
-
Matilde, Nina e Cecilia.
- Come
no! Già vi vedo che vi trasferite tutti in campagna nel vecchio mulino! La
mattina farete colazione insieme mangiando marmellate e biscotti fatti da
Antonio Banderas, mentre gli uccellini si poseranno sulla tavola a raccogliere
le briciole e il cane salterà rincorrendo le farfalle..
- E poi
io scriverò il mio romanzo, lei farà le sue foto e le bimbe avranno la
possibilità di dipingere, cantare, scrivere poesie e respirare l’arte.
-
Praticamente il trailer di Io ballo da
sola!
- Perché
no, scusa! Magari non ce la faremo ad avere tutto questo, ma io ci voglio
provare ugualmente.
- Spero
di cuore che il tuo sogno si avveri.
- E tu
invece?
- Io
vorrei avere una bella casa dove stare con la mia famiglia e fare il musicista.
Lo sai che adoro le percussioni.
- Ma dove
vorresti vivere?
- A
Milano, nella città dove sono nato. Io ci vivo alla grande.
- Un po’
hai vinto.
- Va be’,
che facciamo stasera?
- Non so,
ormai la serata è quella che è, decidi tu.
- Idea!
- Spara!
-
Scrocchiamo la cena dai miei, salto muy veloce alla Union e secondo spettacolo
al cinema. Poi magari telefoniamo alle ragazze e sotto a danzare.
- Hai
vinto ancora! Due cose sensate nello stesso giorno! Devo iniziare a
preoccuparmi?
- Vamos,
gringo!
- Chiudi
sotto e sopra così rimango più tranquillo.
- Se mi
dai un attimo muro anche le finestre così ti addormenti sereno.
-
Sbrigarsi, giovanotto. Diamoci una mossa.
- Aspetta
un attimo! Che roba è?
- Cosa?
- Sto
foglietto attaccato alla porta.
- Fa’
vedere.
-
Leggilo.
Tesori!
Siccome a furia di prendere pacchi da voi ci è venuto il muschio a nord,
abbiamo deciso di fottervi la macchina per vendicarci. Siamo scaltri come le
faine in libertà vigilata con il pigiama a righe! Non prendetevela a male,
tanto ve la ridiamo quando ci si vede… ma quando ci si rivede? Mi sa che vi
conviene comprarvene una nuova! Siete veramente dei bidoni della spazzatura,
solo che anziché buttarvi la carta vi hanno riempito di umido che adesso sarà
bello che ammuffito! Che il Signore vi conservi inutili!... Alleluja…
Alleluja!!
Ino♀ e Sai♂
- Ma questi str…
- Non dire niente e riapri la porta.
- No, sono proprio degli str…
- Ti ho detto di non dire niente. Apri!
- Scusa, buonanotte.
- Notte.
Naruto e Sasuke fecero solo pochi
passi, si guardarono poi negli occhi ed esclamarono: -…Buonanotte un cazzo!! -.
Chiusero la porta, uscirono velocemente
dal palazzo e corsero via, alla ricerca del loro onore.
Fin