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Autore: peterpanmydrug    29/09/2013    5 recensioni
Avete mai immaginato come sarebbe vivere con i cinque baldi giovani degli One Direction? Avete mai pensato a come potrebbe essere la loro vita senza la fama? Beh, neanche Emily se lo immaginava, sino al giorno in cui Harry, il suo migliore amico dai tempi dell'asilo, non le aveva offerto un alloggio nell'appartamento che condivideva con altri quattro ragazzi. Da quel momento la nostra protagonista scoprirà cosa significa vivere alla giornata, affrontare problemi di convivenza e non, ma soprattutto cosa significa amare davvero...
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Harry vagava ancora per la casa dopo due giorni con la stessa espressione da cane bastonato di quando aveva trovato su di sé il falso tatuaggio. Continuava a borbottare, intervallato da ammissioni del tipo: “in fondo non è male” o “potrebbe far tendenza”.

Io, assieme agli altri, cercavo di trattenere le risate sentendolo parlare, anche se un paio di volte ero stata tentata di dirgli la verità. Ero più che sicura che quando avrebbe smascherato lo scherzo ci avrebbe inseguito tutti per mezza Londra con la mazza di mio padre.

Ma, in fondo, un po' se lo meritava, dato che di solito era lui quello che ci riservava degli scherzi un po' bastardi, come ad esempio quando mi ritrovai una ciocca di capelli colorata di verde, Zayn un occhio da panda fatto con l'inchiostro, Niall il dentifricio sparso per tutta la faccia, Louis il dito nell'acqua fredda mentre dormiva ( non sto a dirvi quali furono gli effetti) e Liam il burro di arachidi usato come gel, che per mandare via l'odore ci erano voluti giorni.

Per una volta saremo stati noi a ridere di lui.

Finalmente era giunto il penultimo giorno di scuola e io già riuscivo a sentire l'odore dell'estate e delle nostre meritate vacanze. Certo, non sarebbero state belle come quelle dopo la maturità, ma ci volevano, io almeno ne avevo assolutamente bisogno.

Con l'aiuto di Zayn, il quale non avrei mai detto fosse un genio della matematica, riuscii quasi a sperare di non dover frequentare i corsi estivi e una bella e faticosa sufficienza aveva aumentato le mie speranze.

Mentre camminavamo per il corridoio tutti in gruppo, in lontananza notai Johnny che lanciava occhiataccie a me e Liam. Tre mesi sarebbero anche serviti per liberarmi di lui. Feci finta di niente, distogliendo lo sguardo, ma quasi immediatamente sentii la presenza del ragazzo al mio fianco farsi più vicina, come se avesse intuito la minaccia.

Sentii il sangue salirmi al viso, probabilmente facendomi diventare dello stesso colore della felpa che indossavo. Nonostante avessi rinunciato tempo prima al particolare affetto che mi legava al mio amico, non potevo fare a meno di sentirmi imbarazzata quando lui mi si faceva così vicino.

D'un tratto la campanella della prima ora prese a suonare e il rumore stridulo quasi mi trapanò i timpani.

-D'accordo compari, io mi dileguo: compito di chimica- disse Harry, scappando verso l'aula.

-Noi invece tutti educazione fisica, vero?- chiese retorico Louis, il quale probabilmente era l'unico ad essere entusiasta della cosa.

Io sospirai: l'attività fisica non mi era mai piaciuta e dovevo ringraziare il fatto di avere un metabolismo capace di mantenermi snella nonostante mangiassi quasi quanto Niall. Certo, negli ultimi tempi il mio appetito era andato scemando, ma nei giorni precedenti ero riuscita a riacquistare qualche chilo.

-Io vado allora. Ci si vede in palestra- dissi prima di staccarmi dal gruppo, lanciando a Liam un'occhiata di sfuggita, dato che, mi ero accorta, dietro di noi si stava muovendo quella stangona che quel giorno avevo visto con lui in cortile.

Mentre mi allontanavo la sentii chiamare il suo nome, ma da quello che mi riuscì intendere, il ragazzo non si fermò neanche ad ascoltare quello che aveva da dire quell'oca.

In qualche modo ne fui felice. Sorridendo segretamente, entrai finalmente nello spogliatoio per cambiarmi.

Depositai i miei vestiti nell'armadietto, assieme ad alcuni testi, recuperando la divisa da ginnastica con lo stemma della scuola. Era grigia, monotono, con una striscia rossa su entrambe le parti del pantalone e sulle maniche della felpa. Insomma, una vera tortura per gli occhi. Se l'avesse vista Harry probabilmente l'avrebbe definita “un vero attentato a tutto ciò che era moda”.

In quel momento sentii qualcuno alle mie spalle schiarirsi la voce e la cosa non mi piacque neanche un po'. Così, lentamente, alzando per un attimo gli occhi al cielo, mi voltai, incontrando lo sguardo di una Katherine alquanto incazzata.

-Volevi qualcosa?- chiesi, cercando di guardarla il meno possibile negli occhi.

Lei emise un verso che assomigliava molto ad un ringhio, spostando il peso da una gamba all'altra, facendo svolazzare la sua gonna troppo corta della divisa da cheerleader. Certo era bella, ma quell'atteggiamento e quel portamento mi facevano pensare a una che fa un mestiere di cui non si necessita della luce del giorno.

Alle sue spalle altre due ragazze, una mora e l'altra dalla carnagione olivastra e il taglio degli occhi allungato all'orientale, entrambe molto carine, mimarono lo stesso verso dell'ape regina.

-Cosa ci fai tu con Liam Payne?- disse, il quale pareva un misto tra una domanda e una minaccia.

-Non capisco- risposi, incrociando le braccia sul petto, più come a farmi forza che a sembrare minacciosa.

-L-i-a-m P-a-y-n-e...presente? Alto, atletico, sguardo tenebroso, insomma il tipo di ragazzo che non si filerebbe mai una come te. Non riesco quindi a capire la connessione-

Io pensai probabilmente che quella non avrebbe saputo neanche capire la connessione tra unghia e smalto, ma lo tenni per me.

-Siamo amici, tutto qui-

-Molto amici, da quello che ho visto. Venite addirittura a scuola insieme-

-Certo, abitiamo nello stesso appartamento- dissi con non curanza, pentendomi quando vidi gli occhi dell'oca illuminarsi di una strana luce.

-Davvero? Allora potresti farmi un favore- disse, cambiando quasi immediatamente tono della voce.

Mi sentii percorrere dai brividi.

-Che cosa intendi?- chiesi, insicura.

-Tu mi aiuterai a conquistare Liam, a fare in modo che questa diventi la nostra estate-

-Perchè dovrei?-

-Perchè altrimenti renderò la tua vita impossibile- rispose quella, abbassandosi alla mia altezza, ad un centimetro dal mio naso.

Io la fissai in cagnesco, mimando poi un segno di assenso.

-Bene- concluse l'ape regina, tirandomi uno schiaffetto su una guancia che doveva sembrare amichevole e allontanandosi, seguita dalle sue due schiavette.

Fu allora che le gambe cedettero, facendomi crollare seduta sulla fredda panchina di ferro dello spogliatoio. Prendendomi la testa tra le mani e infilando le dita tra i capelli, sospirai:

-Perchè tutte a me?-

 

Palestra. Odore di gomma e olezzo di sudore imbrattavano l'ambiente, costringendomi quasi a stare in apnea. Da una parte la mia classe che si allenava con gli attrezzi, dall'altra la squadra di basket, della quale facevano parte Louis, Niall, Zayn e Liam, che si allenava.

Mentre, sovrappensiero, compivo i miei esercizi di stretching, l'occhio mi cadde sui miei quattro amici. Louis correva da una parte all'altra del campo, seguito da Niall che tentava di rubargli la palla, Zayn che svogliatamente palleggiava mentre si rimirava in una delle vetrate, e poi c'era Liam che, come me, stava sciogliendo i muscoli.

Rimasi a guardarlo, mentre si alzava in piedi. La canottiera larga metteva in evidenza le spalle toniche e la muscolatura definita, mentre i pantaloncini facevano risaltare le gambe snelle e ben allenate.

Solo allora mi accorsi che anche lui mi stava guardando e, incontrando i suoi occhi, feci un timido segno di saluto con una mano. Lui mi rispose, sorridendo. Subito le guance mi si riscaldarono e gli detti le spalle per evitare che lui notasse il mio imbarazzo.

Poi all'improvviso mi ricordai le parole dell'oca bionda, ma non feci in tempo a voltarmi nel cercarla che qualcuno mi gridò:

-Attenta Emily!!!-

Prima che mi rendessi conto di quello che mi stava per accadere, un forte colpo alla tempia mi annebbiò la vista, mentre il cervello, se non fosse stato chiuso nella scatola cranica, probabilmente mi sarebbe schizzato fuori dalle orecchie. Mi accorsi di star cadendo solo quando toccai rumorosamente terra, chiudendo gli occhi. Li riaprii poco dopo, per poi richiuderli nuovamente.

Vedevo il soffitto della palestra, ma pareva tutto un sogno. Poi in lontananza una voce dall'evidente accento francese chiese:

-Ehi, tutto bene?-

Nella mia visuale comparve una testa bionda e un paio di fanali verdi che mi fissavano, preoccupati. Per un attimo mi parve di vedere Niall.

-Dobbiamo portarla in infermeria- disse una voce che riconobbi essere quella di Liam.

-Aspettate un attimo, devo controllare una cosa- aggiunse la voce della ragazza dall'accento francese e subito una lucina mi passò davanti agli occhi, come quando un medico controlla la reazione della pupilla.

-Non sembra grave, è solo stordita. Adesso possiamo spostarla-

Mi sentii sollevare da terra e mi ritrovai tra le braccia di qualcuno. La testa mi martellava come se avessi avuto un martello pneumatico nel cervello. Fui costretta a chiudere gli occhi, mentre i continui sbalzi mi fecero capire che chiunque fosse il mio salvatore si stava muovendo.

-Emily, rimani sveglia- mi disse Liam, terribilmente vicino.

Probabilmente era lui che mi stava portando in braccio.

-Bravo, continua a tenerla vigile. Svenire potrebbe peggiorare il trauma- disse di nuovo la ragazza francese.

Ma chi era? E perchè si preoccupava per me?

Lasciai che il torpore si impadronisse del mio corpo solo quando avvertii la sensazione di un letto sotto di me.

 

Riaprii gli occhi lentamente, avvertendo una sensazione sgradevole alla testa. Tentai di alzarmi, ma una mano sul petto mi costrinse a rimanere stesa.

-Hai avuto un lieve trauma cranico. Sarebbe meglio se rimanessi giù- mi disse la stessa voce dall'accento francese.

Misi allora a fuoco la ragazza che stava seduta al fianco del letto: pareva alta, più di me di sicuro; lunghi e lisci capelli biondi le scendevano sulla schiena e due ciocche anche sul petto, mentre due grandi occhi verdi mi fissavano con apprensione; sembrava molto magra, anche se con molta probabilità aveva la mia stessa taglia di seno e i fianchi leggermente larghi. Era carina, davvero tanto.

-Chi sei?- le chiesi, la voce ancora impastata dall'intontimento.

-Mi chiamo Charlotte, per gli amici Lotty. Sono una...ehm...ètudian*...studentessa appena trasferita. Vengo dalla Francia e sono qui insieme a mio padre, che fa le médecin**. Per questo quando ti ho vista cadere colpita da quella palla ho impedito che ti spostassero immediatamente. Potevi avere qualche traumatisme*** che sarebbe potuto peggiorare, ma per fortuna niente di grave-

-Grazie. Ma perchè mi hai aiutato?-

-Sai, ti avevo notata già in classe, per la precisione chimica e matematica, e mi eri sembrata egréable****. Non capivo poi perchè te ne stavi isolata, sulle tue e pensai che mi sarebbe piaciuto fare amicizia- mi rispose con molta tranquillità.

Rimasi spiazzata e anche un po' restìa, dato che le mie ultime esperienze in campo di amicizie non erano andate molto bene. Non sapevo perchè, ma in Lotty vedevo qualcosa di diverso, una sincerità che mi scaldò il cuore.

-Allora ti ringrazio per il tuo intervento e, a proposito, il mio nome è Emily-

-Oh si, lo avevo capito, dato che il tuo ragazzo lo ha ripetuto per tutto il tragitto dalla palestra all'infermeria-

Arrossii di botto.

-Il mio ragazzo?- chiesi, impacciata.

-Si, le garçon***** che ti ha portato qui-

-Oh, noi siamo solo amici-

-Capisco. Accidenti che figuraccia. Comunque mi ha detto che sarebbe tornato a breve, quindi dovrebbe essere qui a momenti-

Proprio mentre stavo per riprendere a parlare, la porta fu quasi sfondata da un Niall e un Louis carichi di preoccupazione, per non dire Harry. Senza degnare di uno sguardo la bionda, tutti si fiondarono attorno al mio letto, iniziando a chiedermi come stessi.

Io rispondevo, un po' impacciata e cercai l'aiuto di Lotty. Quando mi voltai per guardarla, notai che lei stava fissando il biondo irlandese con occhi più che sognanti. Sorrisi appena, rivedendo me quando avevo a che fare con Liam.

-E tu chi saresti?- sentii domandare proprio a Niall, rivolto probabilmente alla ragazza accanto a me.

Quella, alquanto imbarazzata, cercò di rispondere, ma senza successo. Così andai io in suo soccorso:

-Lei è Lotty e mi ha aiutato quando sono stata colpita in palestra. Lotty, loro sono Liam, Louis, Harry, Zayn e infine Niall, i miei coinquilini-

-Tu abiti con cinque garçons*****?- mi chiese stupita.

-Oh si, è come se fossero i miei fratelli- e detto ciò scoppiai a ridere, seguita dagli altri, persino da Liam.


VOCABOLARIO DI LOTTY

* étudian --> studentessa
** le médecin --> il medico
*** traumatisme --> trauma
**** egréalbe --> simpatica
***** garçon/garçons --> ragazzo/ragazzi
 

  
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