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Autore: Gracefulness    29/09/2013    0 recensioni
Non è il solito tradimento,è molto di più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due uomini raggiunsero il salone e Nicola non esitò a presentare il giovane ospite: “ Signore,signori,ho l’onore di avere nella mia casa questa sera un ambasciatore promettente e capace. Di recente ha viaggiato per la Russia,affinando la lingua a guadagnando l’ammirazione degli altri ambasciatori. Benvenuto tra noi,signor Dubois! Ah,dimenticavo di dire che si è gentilmente offerto di aiutarmi ad approfondire lo studio della lingua russa…che dire,sarai costretto a vedere la mia faccia ogni settimana!”.L’ultima frase aveva suscitato ilarità in tutti i presenti.
“Per me non potrà che essere un onore!” rispose cordialmente il signor Dubois. Mentre Dubois si premurava per presentarsi a tutti gli invitati,io ed Edmund eravamo rientrati nel salone intenti a posare le varie bevande sui due tavoli;di conseguenza eravamo girati rispetto al resto degli ospiti.
“Emma,vieni qui per piacere,desidero presentarti al signor Dubois”.
aggiustai due calici che stavano per cadere dal tavolo e mi avvicinai al centro della stanza. Camminando,vidi il nuovo ospite di spalle: portava un elegante cappotto blu scuro,indossava pantaloni e scarpe nere,decorate con cura. I capelli castani erano perfettamente ordinati all’indietro,erano lisci e ben puliti. Doveva essersi spruzzato del profumo francese,uno di quelli acri e decisi.
“Yvon,ti presento mia moglie Emma”. In quel momento,Nicola aveva appena firmato la sua condanna a morte,perché quello che accadde subito dopo non appartiene né alla terra né al cielo,ma al respiro dell’anima. Non appartiene solo all’anima,ma anche al corpo,non nel senso basso e carnale,ma in un senso molto più alto. Ciò che avvenne fu capace di cambiarci il respiro,i battiti di un cuore appena nato,la natura del nostro sangue e della nostra carne.
Non appena mio marito pronunciò quella frase,Yvon Dubois si girò sorridendo,ma il sorriso si spense lentamente non appena mi vide.
Una visione celestiale non poteva eguagliare l’uomo terreno che avevo di fronte a me: un viso dai lineamenti eleganti ma allo stesso tempo ben definiti,fronte alta e perfetta,sopracciglia scure che sembravano rondini in mezzo al cielo,naso dritto e un po’ all’insù,labbra rosee e bocca regolare,orecchie piccole e un po’ appuntite come quelle degli elfi,barba e baffi non troppo folti,capelli corti e un po’ scompigliati.
E poi gli occhi…ci si potrebbe scrivere un libro intero:erano un po’ incavati nello spazio regolare del volto,di forma quasi triangolare e non troppo grandi. Il colore delle iridi era azzurro,come quello di Nicola e Charlie,ma quell’azzurro era arricchito da pagliuzze nere e da un ardore mia percepito prima. Quel suo sguardo così particolare sarebbe stato capace di spostare le rocce:era pieni di determinatezza,tutta concentrata nel microscopico spazio delle pupille.
Quando mi guardò dritto negli occhi io sentii,come ho detto prima,una voragine aprirsi nel petto,ero completamente assorbita dalle sue iridi;lo fissai e trattenni il respiro per non so quanto tempo,forse minuti,ore. Yvon,invece,dopo avermi osservato con attento interesse riacquistò velocemente il sorriso di prima: “Incantato”.
In effetti l’unico essere incantato era lui,tanto era il suo aspetto ultraterreno e regale. Io con grande fatica porsi la mia mano destra,lui la prese tra le sue e la baciò,guarda domi senza un moto delle palpebre.
“Il nostro ambasciatore è giovane ma ha modi cavallereschi!” disse allegramente Nicola e gli altri risero annuendo.Ah,Nicola,tu sguazzavi nell’ignoranza mentre io annegavo in un mare di pulsioni!
“Il piacere è tutto mio” risposi a mezza voce “Ora se vuole seguire gli altri ospiti al buffet…” e lasciai la sua mano per dirigermi verso uno dei tavoli.Tutti quanti cominciarono a mangiare con gusto e i piatti erano tutti squisiti:gateux,paste di vario genere,roastbeef,torte…una giusta sintesi tra menu italiano e inglese.Durante la serata chiacchierammo con allegria,lo stesso Edmund dimenticò le sue pene d’amore,Charlie intrattenne le due bambine con vari trucchi di magia,John ed Eric alternavano spagnolo e francese nelle loro discussioni monotone sul golf,che avevano stufato anche la pazientissima Isabel.
Quello che rimase più in disparte fu proprio Yvon,vuoi per la differenza d’età,vuoi per l’imbarazzo se ne stava sempre in un angolo con un bicchiere di vino in mano che di tanto in tanto rigirava e guardava,come fosse una nuova tecnica di divinazione. Tutto ciò lo rendeva ancora più affascinante ai miei occhi,pareva un marinaio intento ad osservare il mare per scegliere la giusta rotta da fare. Alla fine la sua rotta puntava sempre verso me (non volevo crederci!): spesse volte levava lo sguardo,come fossi un animale di rara specie da agguantare e preservare,e quando mi allontanavo prontamente si avvicinava. Ogni volta che vedevo la sua figura approssimarsi,sentivo le gambe farsi sempre più deboli,tant’è che dovetti appoggiarmi al mobile in mogano.
Allora era questa che gli altri chiamavano passione,un’energia possente seguita da un tacito languore,un’onda immensa che si infrange sugli scogli,un volo che si getta in un burrone. Decisi subito che quella forza non doveva assolutamente soggiogarmi,io avrei soggiogato lei,piuttosto.
E così feci. Ero sul punto di prendere un libro di letteratura francese,per soddisfare una mia curiosità,quando quella voce calda ed inconfondibile con un vago accento irlandese mi domandò: “Le piace leggere?” al che io mi girai e vidi il giovane appoggiato allo stipite della porta con fare rilassato e sicuro.
“Non sa niente di me ma vuole sapere subito se mi piace leggere?”
“Si conosce meglio una persona dai libri che legge che dalle sue informazioni personali” aggiunse sornione.
“Le confesserò subito che non amo particolarmente il salutare piacere della lettura,ma qualche volta mi lascio trascinare anche io da tante avventure tra queste pagine” riferii sollevando con soddisfazione il volume che avevo appena preso.


Мысл. Mysl'. In russo significa "cervello",quello che avevo perso proprio quella sera. Ho imparato questo termine in una delle numerose lezioni di russo che Yvon aveva impartito a Nicola.
Cosa c’è di più dolce di un male auto inflitto?  Stare vicino a lui era come
stare accanto a un corso d’acqua e non poter bere,trovarsi di fronte all’aurora boreale e non poterla vedere. Oh,cosa avrei dato per  comportarmi come avrei voluto! Ma non era possibile: un assassino si muove nella notte,nell’oscurità e per questo dovevo attuare il mio piano.
Innanzitutto,avevo promesso a me stessa che non mi sarei fatta soggiogare da quel nuovo amore;allora,dovevo assicurarmi dell’assoluta devozione di Yvon.
Tanti sguardi,tante pose mi suggerirono che la sua fede era unica e irremovibile. Quando veniva nella nostra casa,voleva che io sedessi al loro tavolo e assistessi alla lezione,cosa che mi lusingava e mi rallegrava,anche perché adoravo il russo.Un pomeriggio decisi di sedermi alla finestra e di leggere “Anna Karenina”,giusto per attirare la sua attenzione,ed egli  si avvicinò lentamente,quasi con timore.
“C’è una frase di quel romanzo che penso non dimenticherò mai.”
“Non credo di averglielo domandato” dissi in maniera gelida.
Abbassò lo sguardo. “ Non lo trova poetico? E comunque,dammi del tu,ora che ci conosciamo.”
Mi alzai,nervosa. “No,non è poetico,è solo frutto di una mente visionaria e fin troppo romantica…e no,io non la conosco affatto bene.”
Mi diressi verso la porta ma la sua mano trattenne il mio polso. “Io non credo. Io so che atteggiamento è questo…Le tue mani sono fredde e deboli: è scientificamente provato che quando si provano grandi emozioni le mani cominciano a sudare e a raffreddarsi.”
“Posso dire lo stesso delle…tue.” Mi allontanai definitivamente. “La sensazione deve essere la stessa.” Nessuna risposta,adesso lo avevo in pugno davvero. Cominciai a camminare per la stanza,capo chino,la sua attenzione doveva essere concentrata tutta su di me.
“La verità è che nessun uomo,nemmeno mio marito,prima d’ora mi aveva rivolto attenzioni così particolari.”
“La verità è che mai prima d’ora avevo incontrato una creatura tanto singolare e bella come te.”
Sbarrai gli occhi;non pensavo avrebbe rivelato i suoi sentimenti così in fretta.
“Arrivederci a domani,stessa ora” e mi diressi alla porta senza esitazioni.
Oh,come piangevo,piangevo e ridevo,ridevo e piangevo,dagli spasmi il mio petto e il mio stomaco sussultavano.
Che delirio di onnipotenza ti pervade quando un tuo desiderio diventa realtà,quando diventi un mago capace di ipnotizzare le sue prede per muoverle a piacer suo. Certo,adesso si sentiva come un mare in tempesta e lei lo conosceva bene,il mare: placido all’apparenza ma mosso e smosso da onde e cavalloni.
Il mare è un angelo che non si po’ ingabbiare,anche se lo rinchiudessero in una diga,se si prosciugasse coi peggiori artifizi della terra lui continuerebbe a espandersi,fino a distruggere tutte le barriere. Anzi,più verrebbe arginato più acquisterebbe forza. Una tale forza cresceva dentro di me fino a farmi scoppiare il cuore e raddoppiarmi il sangue nelle vene.
Maledivo,maledivo quella sera in cui conobbi Yvon,perché aveva rivelato la mia vera me ed io non la potevo accettare,la mia passione non era che un trucco,una magia…non era mai esistita,non poteva esistere adesso,
eppure che sensazione bellissima accresceva il mio animo lacerato.
Io avevo deciso di legare il mio filo rosso a quello di Nicola,o meglio la situazione mi sembrava conveniente;ma adesso,quel filo rosso stava diventando troppo stretto,stava per soffocarmi e penetrare dentro la mia pelle. No,non potevo permetterlo…io quel filo rosso l’avrei fatto lenza,per portare alle mie labbra quelle del mio amante e l’avrei fatto nodo per non farlo scappare mai più dalle mie braccia.
Tradire era davvero così viscido e squallido? Ma non era stato forse Gesù Cristo a dire: “Prendete la vostra croce e seguitemi”? Dio mi aveva assegnato come croce il giovane francese e,da brava cristiana,io promisi di adorare,curare e baciare la mia croce e  a bagnarla con le mie lacrime fino a corroderla.
La mia schiena cedeva sotto il peso della frustrazione,per cui dovetti sedermi subito sulla poltroncina della mia camera e sprofondai in sogni vividi,in cui accadeva sempre la stessa cosa: gli occhi azzurri di Yvon diventano mare e io vi ci affogavo dentro.
 
  
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