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Autore: sibley    30/09/2013    2 recensioni
[STORIA REVISIONATA E MODIFICATA]
Draco ed Hermione si ritrovano ad un forzato settimo anno, un settimo anno in cui devono fare i conti con la realtà che hanno vissuto finora e con un segreto che si portano dietro da troppo tempo. In questo scenario fanno da sfondo anche nuove relazioni sul nascere, ma soprattutto gli amici dei due che sono determinati a far sputare loro il rospo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Blaise aveva spedito fuori dalla propria camera Draco, imponendogli di andare da Hermione e di rimanerci. Zabini non sapeva se Harry avesse letto il suo messaggio e se stesse arrivando, ma in ogni caso preferiva essere da solo per precauzione. Non voleva che Draco vedesse lui ed Harry mentre impacciati tentavano di chiarire quella ingarbugliata situazione. Perciò Draco si diresse furtivamente al Dormitorio dei Grifondoro, salendo per le scale del dormitorio femminile con un pizzico di fortuna: Lavanda Brown stava facendo salire in camera Anthony Goldstein. Entrò nella stanza riservata ad Hermione, vedendola stesa sul letto ad occhi chiusi. Non aveva fatto rumore e si limitò a tacere per non svegliarla.

Per Hermione quello non era un sonno tranquillo, era più un dormiveglia in cui la sua testa vagava tranquilla sui pensieri di ciò che le stava accadendo. La dichiarazione di Harry nei confronti di Blaise, Blaise e la sua difesa di Harry, Ron che la odiava, Ginny ed Harry che capivano... e non dimentichiamoci di Goyle e i suoi fiori! Si consolava pensando che era solo ed esclusivamente questione di giorni per Harry e Blaise, se non di ore ma purtroppo però, sapeva che anche loro avrebbero dovuto vivere nel buio. Avrebbero dovuto curare il loro amore in segreto, come lei e Draco. Nessuno ad Hogwarts avrebbe approvato, ovviamente. Sarebbero stati additati, insultati in tutti i modi. Theodore Nott e Pansy Parkinson avrebbero compreso, ovviamente... ma era consapevole che gli altri Serpeverde sarebbero sicuramente diventati tremendi nei confronti di Blaise e non sarebbe mai più stato in pace nemmeno nel suo stesso dormitorio. Aveva inquadrato Blaise come un ragazzo molto calmo e tranquillo, pensava che si sarebbe lasciato scivolare tutto di dosso, ma sapeva anche che dopo un po' le cose rimanevano sgradevolmente appiccicate addosso e nemmeno con tutte le docce del mondo si poteva lavare via la sensazione di essere inadeguati. Scacciò il pensiero con uno scatto brusco che fece sobbalzare Draco, ripensando ai momenti della clandestinità nel Mondo Magico.
 
< Harry era appena tornato dalla sua simpatica escursione notturna, portandosi dietro un Ron completamente zuppo che dava chiaramente segni di imbecillità già allora. Aveva lasciato che parlassero e le avevano appena finito di raccontare di come avevano trovato la Spada di Grifondoro ed avevano trafitto l'Horcrux davanti al laghetto. Sapeva che c'era una piccola omissione, conosceva troppo bene i suoi due polli e li aveva visti esitare, ma non le interessava perché se fosse stato qualcosa di realmente importante gliel'avrebbero detto. Dal canto suo era convinta che quella cerva l'avesse evocata Draco ma solo qualche settimana dopo avrebbe scoperto che il Patronus di Draco non era altro che un enorme leone. Che in un certo senso ricordava moltissimo lei. Quando quella notte Draco si manifestò fuori dalla tenda, mentre Ron ed Harry russavano sonoramente, la bella Hermione Trasfigurò i cuscini affinché assumessero una forma simile alla propria. Tanto perché vedessero qualcosa nel letto nel caso si svegliassero - anche se sapeva che non si sarebbero svegliati. Pochi istanti dopo era uscita dagli incantesimi di protezione ed aveva raggiunto Draco, qualche metro più in là. 
 
"Draco..." aveva esordito lei.
 
"Hermione... Mi sei mancata tantissimo..."
 
Lei lo strinse tra le braccia, mentre lui, dolcemente, le baciava il collo candido. Lei però lo fermò qualche istante allontanandosi appena, mentre lui la guardava, ferito da come lei aveva reagito. Ma intuì subito che c'era qualcosa che non andava, perciò mise da parte il proprio broncio ed attese che lei spiegasse le ragioni di quell'allontanamento così repentino. 
 
"Draco... Questa sera Harry è uscito, dice di aver visto una cerva d'argento, un Patronus che lo portava verso un laghetto. Be', il laghetto era ghiacciato ed ha dovuto tuffarcisi dentro. Ha recuperato così la Spada di Grifondoro... ed è comparso Ron. Quando è comparso, ha aiutato Harry a far completamente fuori l'Horcrux nascosto nel Medaglione di Serpeverde... E poi sono tornati da me, a raccontarmi tutto... Tu c'entri qualcosa con quel Patronus? Od anche con il ritorno di Ron?"
 
"No. Te lo giuro. Purtroppo io non sono altro che uno spettatore in tutto questo e Dio solo sa quanto vorrei poter essere utile a te e anche a quegli altri due... Ma non posso. Vorrei dormire a stretto contatto con te, proprio come quei due, vorrei svegliarti ogni mattina solo per vedere quanto sei bella mentre ti risvegli... Ma non posso. Il mio Patronus non è una cerva d'argento e di sicuro non avrei mosso mai un dito per far tornare da te Lenticchia. Quell'idiota ha una cotta per te, più distante ti sta meglio è. Per la sua salute, ovviamente."
 
"Oh, Draco... la Guerra finirà e quando accadrà staremo insieme... alla luce del sole, senza preoccuparci di nulla, tu non avrai più bisogno di essere geloso..."
>
 

Hermione Granger si addormentò profondamente, la mente finalmente abbastanza calma e rilassata ma noncurante del fatto che nella sua stanza ora sigillata, immobile, seduto davanti al suo letto ci fosse il suo amato Draco che non riusciva più a sopportare di starle lontano e si era appollaiato nel suo dormitorio.

Stava lì e la guardava dormire. Sapeva che sarebbe dovuto andarsene dalla Torre, e alla svelta, per evitare di crollare addormentato lì, ma davvero non ci riusciva. Non sapeva nemmeno se fosse potuto tornare al proprio dormitorio che era stato sequestrato da Blaise. Le sue gambe non si muovevano, voleva solo ed esclusivamente stare lì, davanti a quel letto a guardare gli occhi chiusi di Hermione e a pensare alla fortuna smisurata che gli era capitata nel poter stare insieme a lei, nonostante tutto. Ringraziava ogni giorno il Cielo che aveva dato ad Hermione il dono del cosiddetto 'beneficio del dubbio', che le aveva consentito di attendere delle prove prima di Maledire seriamente Draco durante la Guerra Magica. Ricordava bene il terrore di venir colpito quando era tornato da lei, una settimana dopo il matrimonio di Bill e Fleur. Ma lei, prima di iniziare a colpire all'impazzata il suo fidanzato e chiamare Potter e Weasley, l'aveva ascoltato ed aveva atteso che lui si lasciasse leggere nella mente. Era stato l'amore puro a concederle quella grazia che sembrava insperata? Draco non lo sapeva, ma continuava a ritenersi dannatamente fortunato.
 
< Era lì, nella Foresta di Dean. Aveva appena visto Ron Weasley Spaccato e a cui mancava una gran parte di braccio, ma non cambiò idea. Afferrò il Galeone incantato che Hermione gli aveva procurato al quinto anno, anche se poteva solo comunicare la data e l'ora... (Hermione l'avrebbe modificato solo all'ottavo anno). Le fece capire che dovevano incontrarsi tra circa dieci minuti e difatti, lei aveva subito mollato lì i ragazzi con la scusa che andava in cerca di cibo, l'aveva scorto su un albero ed aveva continuato a camminare. Lui, silenziosamente, l'aveva guidata in una radura dove con un colpo di bacchetta aveva eretto una spaziosa tenda gialla. Lei era entrata, senza esitare, e lui immediatamente l'aveva seguita.
 
"Vuoi spiegarmi?" aveva iniziato lei.
 
"Sì. Voglio solo spiegarti perché non mi sono fatto vedere... Perché sembro ormai così coinvolto negli affari di Tu-Sai-Chi."
 
"Spiegami, Draco. Sono stata così male..."
gli occhi color nocciola si erano immediatamente fatti lucidi al pensiero che lui potesse averla lasciata per sempre.
 
"Purtroppo, dopo che non sono riuscito ad uccidere Albus Silente, l'intera famiglia Malfoy è stata rinchiusa in casa. Faticavo ad uscire, almeno fin quando mio padre ha ucciso un pezzo grosso, un certo Rufus Scrimgeour che era il Ministro della Magia ed ha incantato Pius O'Tusoe che ha assunto il controllo del Ministero della Magia, facendosi eleggere nuovo Ministro. E così, abbiamo avuto più libertà. Ma non mi sentivo affatto sicuro ad uscire. Perciò, ho iniziato con delle brevi visite a Blaise e poi a Theodore. Una sera sono uscito a vedere come stava Pansy e probabilmente tutti hanno pensato che fosse lei ormai la mia futura sposa perché il giorno dopo avevano smesso di tenermi d'occhio. Ho indagato a fondo su dove potevate essere e quando siete penetrati al Ministero vi ho seguiti incessantemente, travestito da impiegato. Quando ti sei Smaterializzata con quei due ho visto subito che era rimasto attaccato qualcuno a te e mi sono arpionato a Yaxley. Quando ha provato a tornare con voi in Grimmauld Place, l'ho allontanato con un calcio e sono riuscito ad afferrarti per il vestito giusto per un soffio."
 
Hermione boccheggiò, ma lui sapeva che lei gli credeva incondizionatamente ed in ogni caso, era pronto a scommettere che lei gli avrebbe letto la mente prima o poi e si sarebbe accertata di quanto lui le aveva appena raccontato. La bella Grifondoro sospirò, andando ad appoggiare la testa sulla spalla di Draco, chiudendo gli occhi per qualche istante. >

 
Intanto, un brutto pensiero gli tornò alla mente. Doveva pur tornare nel suo dormitorio... ma ormai era normalissimo dormire nelle camere altrui, in fin dei conti, c'era una ragione se Flitt non era mai a letto... si infilò nel letto di Hermione e si addormentò in poche manciate di secondi.

 
***
 
Harry aveva appena trovato il biglietto che Zabini gli aveva fatto pervenire, insieme ad un gufetto che tubava felice, noncurante che Neville Paciock dormisse nel letto affianco al suo. Una volta letto il biglietto, il Prescelto sorrise tra sé e sé e strinse il biglietto al cuore, stringendolo con tutta la sua forza, e pianse di gioia mentre il suo cuore batteva all'impazzata, singhiozzando, mentre pensava a Blaise Zabini. Harry si girò a pancia in giù, continuando a tenere il biglietto ben stretto mentre con un braccio arpionava il cuscino immaginando che al posto di quel banale pezzo di stoffa e spugna ci fosse Blaise, Blaise e i suoi capelli neri... Blaise e il suo fisico slanciato... Sì, insomma. Blaise Zabini. Aveva bisogno di abbracciarlo adesso. Non poteva aspettare il mattino dopo per chiarire e nemmeno voleva che Blaise, per qualche ragione, non fosse presente alle lezioni o dovunque potesse trovarlo per parlargli. Doveva andare da lui adesso.
 
Harry afferrò il Mantello dell'Invisibilità dal baule e se lo gettò sulle spalle, stando attento a coprirsi bene, e uscì dalla Torre di Grifondoro avviandosi verso il dormitorio di Serpeverde, mentre un mucchio di confusi pensieri gli si affastellavano in testa. Aveva saputo che Blaise ricambiava i suoi sentimenti, non doveva temere nulla adesso. Se Blaise gli aveva chiesto di parlare, significava che forse voleva proprio dichiararsi. Ma si sa, la mente di un pessimista può vagheggiare fino al peggiore dei casi e si domandò se magari Blaise non gli stesse solo tirando uno scherzo poco divertente. Tornò con la memoria alla prima volta che aveva visto Blaise Zabini, sull'Espresso di Hogwarts.
 
< Non appena era entrato nello scompartimento dove Horace Lumacorno aveva appena imbandito un sontuoso banchetto per pochi commensali privilegiati, aveva notato Blaise Zabini seduto a quel tavolo. La porta che si era aperta due istanti dopo, facendo entrare Ginny Weasley, non l'aveva minimamente scalfito dal fissare le labbra carnose di quel bel morettino che sembrava anch'esso incapace di togliergli gli occhi di dosso. Ma Harry ovviamente, immaginò che fosse solo a causa del fatto che lui era il Prescelto. Zabini era un Serpeverde, sicuramente lo fissava per analizzare in quanti modi avesse potuto ucciderlo. Il blaterio di Lumacorno però lo costrinse quasi a distogliere subito lo sguardo dall'ammirare Blaise, che dal canto suo era affascinante anche senza muovere un muscolo.
 
Harry si era reso conto durante l'estate della vaga attrazione che provava nei confronti degli uomini ma non ne aveva fatto parola con nessuno. Blaise era stato solo la molla per far scattare il meccanismo che aveva fatto rendere conto Harry che doveva rompere immediatamente tutti i ponti che potevano portarlo ad una relazione stabile con Ginny prima di farla soffrire inutilmente. Si erano pericolosamente avvicinati durante l'estate e non voleva illuderla. Era la sorella del suo migliore amico, per il quale però non aveva mai provato niente di niente. Forse appunto perché era il suo migliore amico e non era di certo il tipo che si sarebbe messo ad amare gli uomini. Ronald Weasley amava le donne dal profondo del suo cuore e dopo la morte di Sirius, aveva scatenato l'animo Latin Lover che c'era in lui, rimorchiando Babbane a caso - sebbene tutti fossero consapevoli della cotta per Hermione - per poi chiudere i rapporti con loro dopo una notte sola.
 
Immaginò che al posto di Ron ci fosse lui e al posto di una di quelle Babbane ci fosse Blaise. Non l'aveva mai visto senza maglione, ovviamente, ma immaginava che ci fosse una gran bella visuale. Degno di un modello di PlayGirl. Immaginò che le labbra di Blaise fossero sulle sue, che poi potessero vagare liberamente verso il suo collo... Non riusciva più a farne a meno. Doveva fissare il suo viso ancora una volta. Assunse un'espressione di puro odio e lo guardò. Se altri avessero notato quello sguardo, sicuramente avrebbero pensato che si stessero insultando silenziosamente. Ma la sua mente, una volta incrociati quegli occhioni azzurri, tornò a pensare a possibili notti di fuoco. Il pranzo finì troppo presto. Mise via i suoi pensieri malandrini e seguì Zabini, più per rimirarselo ancora un po' che per interessarsi agli affaracci di Malfoy. >


Arrivò con questo pensiero davanti all'ingresso dei sotterranei di Serpeverde. Chiaramente la Felix Felicis stava ancora operando alla grande, poiché trovò Gregory Goyle che stava uscendo dal sotterraneo e lesto ci si infilò dentro andando verso il dormitorio più in fondo al lungo corridoio, dove sapeva che c'erano gli studenti dell'ultimo anno grazie ai ricordi di Hermione. Entrò nella stanza vedendo Blaise totalmente perso nei suoi pensieri, talmente perso che si era dimenticato di chiudere la porta. Chissà se se domandava se Harry aveva letto il biglietto... Harry rimase fermo a contemplare Blaise, che stava rammentando il primo incontro con Harry.

< Aveva a malapena undici anni quando per la prima volta vide Harry Potter. Ormai si era reso conto che non provava attrazione verso le femmine. Era stato promesso a Daphne Greengrass alla tenera età di otto anni, ma quando la sua futura promessa sposa veniva a trovarlo, lui le parlava come avrebbe parlato ad un amico. Ascoltava i suoi problemi, i suoi dubbi e dispiaceri e ormai era più un fratello che un futuro marito. Una volta varcato il portone, si rese conto che l'amore della sua vita ce l'aveva davanti agli occhi. Fu un colpo di fulmine. Non sapeva il suo nome, ma sperava davvero che sarebbero finiti nella stessa Casa di appartenenza e più la lista scorreva, più la tensione per Blaise cresceva. Harry fu uno degli ultimi ad andare al Cappello Parlante e quando il vecchio Cappello chiamò il suo nome, 'Harry Potter!', il suo cuore andò totalmente in frantumi. Era sbagliato. Non potevano stare insieme.

La sua prima notte ad Hogwarts veniva dunque trascorsa a piangere. Inoltre, lui sicuramente non era omosessuale, anzi, era probabilmente più che etero. D'altronde, il Prescelto doveva pur avere degli eredi, in futuro, no? Ricordò ciò che sua madre gli disse anni prima... ricordò quando lei gli disse che il celebre Harry Potter era andato a vivere in mezzo ai Babbani e che probabilmente non sarebbe mai tornato in mezzo a loro. La madre di Blaise, in fondo, era contenta di quello che il piccolo Harry era riuscito a fare. Ora poteva dedicarsi alle proprie attività senza paura che il Signore Oscuro lo uccidesse in nessun tipo di maniera. Era libera. Ma Blaise in fondo già sapeva che non poteva essere finita qui con il Signore Oscuro. Dunque, si fece forza per distogliere lo sguardo dal bellissimo Harry, che conversava con un ragazzino con i capelli rossi e una valanga di lentiggini, che Draco al suo fianco identificò come Ron Weasley ed iniziò a discorrere con Draco e Theodore, gli unici due che conoscesse della Casa di Serpeverde. >


Uno spiffero d'aria fredda lo colpì improvvisamete, facendogli aprire gli occhi. Blaise vide la porta aperta e pensò ad uno scherzo di qualcuno, probabilmente Nott e Pansy, che avevano deciso di dormire in camera di lei per non fare rumore. Era il giorno del loro anniversario e Blaise sapeva bene cosa significava. Aveva già visto troppi anniversari e cercava ancora di rimuoverli dalla propria memoria. Draco era stato letteralmente sfrattato dalla propria camera da un Blaise nervosissimo mentre Goyle era appena uscito a fare chissà cosa. Poi c'era Flitt... Be', Flitt non era nuovo a sparizioni dal dormitorio improvvise. Avrebbe dormito con la sua donna, quella di turno, per due o tre settimane e poi l'avrebbe mollata con la facilità con cui ci si cambiano le mutande. Blaise si alzò dal letto per richiudere la porta, toccò la fredda maniglia d'argento e spinse per chiuderla ma non appena fece cenno di tornarsene al suo letto, qualcosa lo trattenne per la manica. 

Da sotto il Mantello emerse Harry. Il moro Grifondoro sorrise timidamente al Serpeverde che rimase di stucco per qualche istante mentre registrava solamente dopo qualche istante di blocco mentale la caduta di un mantello argenteo dalle spalle dell'uomo di cui era innamorato. Blaise non riusciva a parlare, sentiva la bocca secca e dolorante, come se stesse morendo di sete e sapeva che se fosse rimasto impalato ancora molto, Harry sarebbe fuggito di nuovo. Capì che non poteva parlare, doveva solamente agire e fare quello che voleva fare dalla prima volta che l'aveva visto. Avvicinò le labbra a quelle del Prescelto e lo baciò.
  
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