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Autore: syssy5    30/09/2013    2 recensioni
Una scommessa tra Rose Weasley e sua cugina Lucy la porterà tra le braccia di Scorpius Malfoy
[ Questa storia si è classificata sesta al contest ‘New Generation's Adventures and Loves’ indetto da Emily Rose sul forum di EFP ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Prior Incantatio'
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Prior Incantatio

«Il mio diario?» La voce di Rose era sì stupita, ma anche piuttosto arrabbiata.
«Esatto, il tuo diario. Anche volessi cercarlo non lo troveresti. L'ho nascosto, non si trova nemmeno nella torre di Grifondoro.» rispose quella.
«Cosa vuoi da me, Lucy?» disse sempre più arrabbiata.
«Una scommessa. Scommetti con me.»
«Scommettere? Non sai più cosa dici.»
«Scommetti con me» ripeté la cugina «o tutti verranno a conoscenza dei tuoi più intimi segreti.»
«Lasciami in pace Lucy, so già come riprendermi ciò che è mio. Accio diario.» disse poi all'aria scuotendo la bacchetta e attese che il diario arrivasse volando da chissà dove e finisse nelle sue mani. Ma non venne nulla e Rose ne fu visibilmente dispiaciuta.
«Credi forse che mi sarei fatta fregare così?» La voce dell'altra arrivò a scuoterla dalla sua delusione riaccendendo la rabbia latente «Incantesimo Anti Appello. Solo io posso ridartelo. Ora scommetti.»
«Cosa vuoi? Giocare a gobbiglie come i ragazzi?»
«Ma per chi mi hai presa? Noi siamo ragazze, le nostre sono scommesse di seduzione.»
Eccolo l'inghippo. Più ascoltava la cugina – perché amica non si poteva più definire – più si rendeva conto di quanto le sembrasse infantile. Ma non aveva scelta, avrebbe accettato le sue condizioni.
«Bene. Chi vuoi che seduca?»
«Lo sai già chi: Scopius Malfoy.»

Quella Grifondoro era una vera serpe. Lei sapeva quanto Rose si sentisse in competizione verso il compagno Serpeverde. Come osava farle una proposta del genere. Quello che le aveva sentito dire poi era il peggio del peggio: se avesse perso il suo diario sarebbe stato recapitato proprio a Scorpius. Era un ricatto, ma non poteva fare diversamente, per questo aveva accettato la scommessa.
Per accettare la cosa cercava di pensare a questa impresa come fosse un qualsiasi compito scolastico e tirò fuori la sua grinta. Sì, avrebbe vinto, l'aveva promesso a se stessa. Per questo le fu del tutto normale smettere di guardarlo in cagnesco, iniziando prima a ignorarlo del tutto e proprio poco tempo prima che lui iniziasse a chiedersi il motivo della sua indifferenza, Rose iniziò a fissarlo ogni volta che ne aveva la possibilità. Tutto questo rese il Serpeverde sempre più stupito.
La giusta occasione si creò nel periodo natalizio. Doveva rimanere a scuola perché i suoi genitori avevano deciso di fare un viaggio in compagnia dei suoi zii; il che voleva dire che anche suo fratello e i suoi cugini erano a scuola, ma in ambito scolastico frequentavano compagnie diverse. Scorpius invece era rimasto per aiutare l'insegnante di Pozioni, a cui serviva un assistente, nella preparazione di un intruglio piuttosto difficile. Era l'unico Serpeverde, il che rendeva le cose per Rose più facili del previsto.
Era un freddo pomeriggio e tutti gli studenti rimasti a Hogwarts giravano per il castello senza la minima di voglia di uscire all'aperto. Contemporaneamente l’edificio era stato riscaldato all'inverosimile così che all'interno sembrava quasi fin troppo caldo.
Rose stava uscendo dalla biblioteca quando vide un ciuffo di capelli biondi svoltare l'angolo. Incuriosita prese quella direzione. Il ragazzo scese ai piani inferiori, snobbò la Sala Grande dove si trovava la maggior parte degli studenti e si diresse verso i sotterranei, verso la sua Sala Comune.
E così aveva visto giusto, Scorpius gli era passato davanti. Non voleva farsi sfuggire quell'occasione così prese una scorciatoia per arrivare prima di lui. Poi attese, appoggiata al muro a due passi dall'ingresso della Casa dei Serpeverde.
«Salve Malfoy.» Lo salutò non appena svoltò l’angolo.
«Weasley?» chiese lui stupito.
«Proprio io. E’ strano, non trovi? Tu e io, qui, ora. E senza – scusa l’affermazione – quell’oca della tua ragazza.»
«Strano dici?» disse avvicinandosi all’ingresso cercando di ignorarla. Lei per tutta risposta si mise proprio sul suo cammino per intralciare i suoi propositi col suo stesso corpo.
«Sì, è strano che lei ti abbia lasciato solo al castello per andarsene chissà dove a festeggiare il Natale. Non sa che il suo ragazzo può essere facile preda di quegli avvoltoi in gonnella che a casa non sono tornati?» continuò Rose.
«E tu saresti uno di questi avvoltoi, per caso?»
«No, io sono una donna.» La distanza tra loro si era ormai annullata e lei colse l’occasione per premere il suo corpo su quello dell’altro a conferma delle proprie parole.
«Weasley, ti senti bene?»
«Mai stata meglio.» gli rispose cercando di annullare anche la distanza tra le loro labbra, ma Scorpius la prese per le spalle e la allontanò da sé.
«Credo che tu debba tornare nella tua Sala Comune, temo che non ti senta molto bene in questo momento.»
«Vuoi dire che non mi vuoi?» chiese lei mortificata.
«Non sei questa persona Rose, torna in te.»
Solo in quel momento la ragazza si rese conto di quello che stava accadendo e si riscosse.
«Ma... cosa sto facendo? Io... scusami.»
Mosse qualche passo indietro spaventata da se stessa e mentre le prime lacrime iniziavano a scendere sul suo volto, corse via. Rose Weasley aveva perso la scommessa.
L’umiliazione le aveva fatto dimenticare la strada per la propria Sala Comune, così si era infilata nella prima aula che aveva trovato dopo aver corso a lungo senza meta. Ma cosa le era preso, aveva quasi baciato Scorpius Malfoy. Meglio ancora: voleva baciare Scorpius Malfoy.
Si era accucciata in un angolino a piangere in silenzio; lì, in quel posto, si sentiva al sicuro. Ma Scorpius l’aveva seguita e non ci mise molto a trovarla.

In un’aula – che poi si rivelò essere quella di Incantesimi – da dietro la lavagna, si sentivano provenire dei singhiozzi mal celati. Il ragazzo si avvicinò cauto.
«Rose?» chiese. Era strano sentirgli pronunciare quel nome, sulle sue labbra assumeva un significato diverso. Era come se la sua voce riuscisse a riprodurre la morbidezza di setosi petali e il vellutato profumo di rose scarlatte.
«Lo so che sei qui. È solo in un’aula che ti senti al sicuro.» continuò lui sempre avanzando.
Nessuna risposta.
«Non ce l’ho con te, voglio solo parlarti.»
«Sì, ma sono io che ce l’ho con me stessa.» La sua flebile voce giunse da lontano.
Il ragazzo l’aveva finalmente raggiunta. Se ne stava lì, seduta con le spalle alla porta, ad abbracciare le proprie gambe.
«Non devi.»
«Quella non ero io, io non sono una ragazza facile.»
«Lo so.» le disse.
«Non so cosa mi sia preso, tu sei il mio rivale a scuola.»
«Qui ti sbagli, invece. Io non mi sono mai sentito in competizione con te, non capisco perché tu ce l’abbia tanto con me.»
A quelle parole Rose alzò gli occhi per guardare il suo volto. Era sincero. Cercò allora di ripercorrere gli anni passati per capire da dove era nata quella vocina che le ripeteva di dover sempre fare tutto meglio di lui, poi realizzò: nessuno le aveva imposto quella rivalità, se l’era creata da sola.
«Io...»
«So che vuoi essere la migliore, ma non devi sentirti di essere messa in secondo piano se ci sono io. Ora asciuga quelle lacrime Rose Weasley, sei bella quando sorridi.» Le porse un fazzoletto e una mano per aiutarla a tirarsi su. Lei accettò volentieri, ma una volta in piedi lui non la lasciò andare. Si chinò su di lei e la baciò.
«Ma... perché?» gli chiese.
«Era quello che volevi, no?»
Lo volevo?, si chiese. E mentre cercava di darsi una risposta, il suo corpo agì per volontà propria: gli si gettò le braccia al collo per baciarlo nuovamente. Sì, lo volevo, le rispose quella stessa vocina che una volta le avrebbe detto devi fare questa trasfigurazione meglio di Scorpius, oppure devi scrivere più rotoli di quel bellimbusto Serpeverde. Non si accorse di quanto tempo era passato, le sembrarono pochi istanti, ma il sole che prima illuminava la stanza stava scendendo oltre l’orizzonte e una luce rossa faceva capolino dalle finestre.
«Ma cosa stiamo facendo, Malfoy? Siamo a scuola, tu hai una ragazza.»
«Occhio non vede, cuore non duole, Weasley. Posso resistere a tutto fuorchè alla tentazione.» disse lui.
«E se ci scoprono i professori?»
«Non succederà nulla, stai tranquilla Rose.»

Ci stava mettendo troppo tempo e Lucy Weasley non era una tipa paziente. Le sarebbe piaciuto andare da lei e dirle che il tempo era scaduto, ma non le pareva giusto: le avrebbe concesso solo fino alla ripresa delle lezioni. E a questo proposito si chiese dove fosse finita sua cugina, in Sala Comune non c’era così come in Sala Grande. Non aveva voglia di cercarla all’esterno, così iniziò da dentro il castello, partendo dalla Biblioteca. La trovò dopo aver perlustrato diverse aule scelte a caso.
Era buio dentro, il sole era oramai sceso e gli ultimi bagliori del crepuscolo non erano sufficienti a illuminare la stanza, motivo per cui alcune candele erano state accese. Sulla lavagna erano ancora presenti le istruzioni per eseguire un Prior Incantatio, alla sua destra giaceva una gonna blu della divisa scolastica, sgualcita e abbandonata a se stessa. La Weasley si avvicinò all’indumento, scoprendo passo dopo passo altre cose: una camicia bianca – impossibile definire se di uomo o donna – un paio di pantaloni, due calzini spaiati. Poi li vide.
Distesi su un mucchio di coperte arrivate lì chissà come, Rose e Scorpius continuavano a fissarsi negli occhi, entrambi felici ed entrambi nudi. A fare da contorno gli ultimi indumenti, compresi la biancheria intima.
«Ma... ma...» disse lei, ma i due non si accorsero della sua presenza. «Ma cosa sta succedendo qui?» riuscì infine a dire Lucy. A quel suono gli altri si riscossero e si voltarono verso la sua direzione. Rose arrossì. Ci pensò Scorpius a rispondere.
«Tu cosa credi, Weasley?»
«Ma tu... lei... tu hai una ragazza Scorpius.»
«A dire il vero ci siamo lasciati prima che lei tornasse dai suoi per Natale. Non poteva funzionare tra noi.»
«Ma allora... quello che mi hai detto è...»
«Io non ti voglio Lucy, è meglio se mi lasci perdere.»
Rose aveva assistito allo scambio di battute voltando il viso ora dall’una, ora dall’altra parte come se stesse seguendo una partita a ping pong. Non era riuscita a capire il loro discorso, ma intuiva che non erano affari suoi, così si era limitata a starsene zitta e aspettare che i due si chiarissero.
«Vi odio, tutti e due.» Poi sfoderò la bacchetta. Scorpius attese, mentre Rose corse a recuperare la sua; invece l’altra fece un breve gesto sopra la propria mano e un piccolo libricino con su scritto Di proprietà di Rose Weasley apparve tra le sue mani.
«Riprenditi il tuo stupido diario.» urlò scagliandoglielo addosso. Poi corse via.
La ragazza riprese ciò che era suo, poi si rivolse all’altro.
«Di cosa stava parlando Lucy?»
«Nulla, ha solo detto di voler stare con me, ma al tempo ero ancora fidanzato.» rispose lui, prima di voltarsi e mettersi seduto di fronte a lei.
«E poi le ho detto che se mi fossi messo con qualcun’altra quella saresti stata tu.»
Le ultime parole furono illuminanti. In quel momento Rose capì il motivo del ricatto di Lucy: voleva separarli facendo leva sulla competizione che lei provava nei confronti del Serpeverde, senza sapere che invece li aveva fatti avvicinare.
«Ti amo, Rose Weasley.» furono le ultime parole che gli sentì dire prima che appoggiasse nuovamente le labbra sulle sue.
Rose Weasley aveva perso la scommessa. Rose Weasley aveva vinto qualcosa di più importante.



Ecco la seconda versione; perchè l'ho modificata? Perchè il contest a cui ho partecipato non mi consentiva OC e così ho preso uno dei personaggi di cui non si sa nulla (Lucy Weasley, una delle due figlie di Percy e Audrey) e l'ho resa una vera vipera come lo era il mio OC nella prima versione. Ecco spiegato perchè preferisco l'altra. Avrete notato che l'inizio è stato in parte omesso, alcune parti modificate e un detto aggiunto proprio per via del contest.
Dunque parliamo del contest: si chiama ‘New Generation's Adventures and Loves’, è stato indetto da Emily Rose e tra gli obblighi da usare non potevo inserire OC e dovevo usare la citazione Posso resistere a tutto fuorchè alla tentazione.
I font utilizzati stavolta sono Montague (alternativo Monotype Corsiva) per il titolo e Cambria per il testo.
Per il momento vi saluto sperando di riuscire a postare presto la raccolta di cui dicevo in precedenza (l'avrei già fatto, ma sono ammalata e prendermi un impegno come quello di pubblicare a giorni alterni non posso prendermelo ora, non lo rispetterei). ^_^
syssy5

   
 
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