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Autore: Roev_Chan    30/09/2013    1 recensioni
"La musica è l'armonia dell'anima."
Roev è una studentessa del corso speciale per esorcisti. Pessimo carattere, fredda, asociale e silenziosa, quando non studia, lavora in un negozio di strumenti musicali nella città della Vera Croce, nascondendo a tutti la sua incontenibile passione: ama suonare il pianoforte. Ed è proprio questo che la farà cacciare nei guai, entrando (senza accorgersene) a far parte del sadico gioco del preside dell'Accademia, Mephisto Pheles...
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-Facciamo un patto, Roev-Chan? ♥- 
-Un patto?-
-Si, un patto! A te piace suonare il piano, no? Bhe, io ti darò la possibilità di suonarlo ogni volta che vuoi, ma in cambio dovrai sottostrami e obbedire a ogni mio ordine! Ci stai?- [...]
-D’accordo, ci sto.-
-Sapevo che potevo contrattare con te, Roev-Chan! Ma ti avverto: se smetterai di suonare, io mi prenderò la tua anima! ♥-

[cap. 4 - "Il patto"]
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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“Sangue, pioggia, anime. Spade, pistole, preghiere. Umani, esorcisti, demoni. Roev sognò molte cose durante il suo lungo sonno. Vedeva figure sbiadite e udiva voci lontane. La ragazza si guardava intorno confusa, cercando di capire cosa stava succedendo, nei suoi sogni. Vide Murasame, sospesa per aria e avvolta da un’aura blu. L’afferrò, e una lunga scia di scariche la percosse. Non sentì dolore, ma il cuore le si fermò quando udì un grido atroce alle sue spalle. Si voltò di scatto, e vide se stessa, in trappola, che soffriva, urlava, si dimenava, mentre il sangue cominciò a sgorgarle da occhi, naso e bocca. Provò a muoversi, a urlare, ma il fluido rosso che la sua immagine stava vomitando, la raggiunse. Chiamò aiuto, tentò di usare la spada e di compiere qualche movimento per cercare di fuggire, ma era completamente paralizzata dalla paura. Quando fu totalmente sommersa dal suo stesso sangue, il suo corpo si sbloccò. Tentò di nuotare per raggiungere la superficie, il fiato cominciò a mancarle. Non c’era superficie in quelle acque rosse scarlatte. E mentre annegava, vide ancora quelle immagini sbiadite che le percuotevano la mente: sangue, pioggia, anime. Spade, pistole, preghiere. Umani, esorcisti, e demoni.”
 
 
Roev aprì gli occhi di colpo, respirando affannosamente. Fu un brusco risveglio, ma non gridò per quell’incubo che aveva appena fatto. Si guardò attorno, cercando di riprendere il controllo delle sue emozioni. Sentì un dolore acuto in tutto il corpo, e la testa le girava, facendole pulsare le tempie in modo violento. Si tirò su col busto dalla brandina dove aveva dormito, e si guardò attorno confusa. Era buio, ma una luce bluastra proveniva dall’esterno. Si alzò in piedi, stando in equilibrio con molta fatica, e si avvicinò alla finestra. Lo spettacolo che le si presentò davanti fu raccapricciante: la Città della Vera Croce e l’Accademia erano divorate dalle fiamme. Fiamme blu.
-Roev…- Un lamento proveniente da un angolo di fianco alla branda in cui si era svegliata la ragazza, la fece sussultare. Si voltò di scatto.
-Chi è là?- Chiese allarmata. Trovò Murasame per terra di fronte alla brandina, e la raccolse in fretta. Attese qualche secondo prima di estrarla, ma quando lo fece e quando la lama illuminò la stanza buia, la ragazza sussultò –Mephisto…- Il demone era appoggiato al muro di fianco alla branda, ed era ferito. La ragazza si chinò verso di lui –Cosa sta succedendo? Chi ti ha fatto questo?- Chiese incredula, indicandogli le ferite. Lui sorrise.
-Non ti ricordi nulla di tutto quello che è successo?- Chiese ansimando. Lei aggrottò le sopracciglia, confusa –Dopo che te ne sei andata dall’Accademia, è scoppiato un putiferio. Mi hanno incarcerato per delle false accuse, e subito dopo sono venuti a prendere te.- La ragazza ebbe un flash.
-Arthur Auguste Angel…- Abbozzò una smorfia, ripensando al pugno, e alla scarica di proiettili che gli esorcisti avevano svuotato contro la sua schiena.
-Già. Ma non è lui l’artefice di tutto questo...- Continuò. Gli scappò un colpo di tosse.
-Chi è stato?!- Chiese la ragazza, furibonda.
-Il nuovo Papa. Si chiama Ernest Egin.- La ragazza strinse istintivamente il pungo contro l’elsa della spada –No, Roev, ferma. È morto.- La bloccò, intercettando i suoi pensieri –Ora il problema è un altro.- Lei intuì la situazione guardando fuori dalla finestra le fiamme blu che stavano divorando la città.
-Satana.- Disse solo.
-Già.- Affermò Mephisto –Dobbiamo fermare mio padre.-
-Lo farò fuori io.- La ragazza si alzò e fece roteare tra le mani la spada con spavalderia, ma una fitta la colpì allo stomaco, costringendola ad abbassare la cresta.
-No. Satana non può essere ucciso. E poi sei ferita.- La fermò il demone, che digrignò i denti appena tentò di alzarsi. Roev osservò le sue ferite: un colpo di arma da fuoco al braccio destro, un altro sul fianco sinistro, e uno sulla spalla. Le guardò intensamente, con una nota confusa.
-Perché non guarisci?- Si chinò nuovamente davanti a Mephisto, guardandolo negli occhi. I demoni avevano grandi poteri di guarigione, e le loro ferite si rigeneravano in un batter d’occhio. Lui le sorrise, gli usciva un rivolino di sangue dal lato della bocca e sudava in continuazione.
-Sono proiettili che bloccano la guarigione di noi demoni. E credo siano anche avvelenati…- Ridacchiò, sforzandosi per non dare segno di provare dolore. Roev serrò le labbra.
-C’è un modo per curare il veleno?- Chiese. Mephisto la guardò di sottecchi. Posò il suo sguardo  sulla spada.
-Lo vedi il fodero di Murasame?- Tossì indicandolo con l’indice. Roev appoggiò la lama a terra e osservò attentamente il fodero –L’intaglio del drago… Il drago Seiryu ha il potere di purificare qualunque genere di impurità. Per evocarlo devi bagnare la sagoma intagliata del drago con del sangue di demone.- Spiegò. Roev lo guardò intensamente. C’era una nota stonata in quella spiegazione, che l’aveva lasciata perplessa e allo stesso tempo l’aveva insospettita parecchio.
-Hai detto purificare.- Fece secca –Non guarire.- Puntualizzò. Mephisto sorrise di nuovo.
-Non ti sfugge niente, vero?- Roev lo ignorò, e si bagnò la punta delle dita con il sangue di Mephisto, che sgorgava dalle ferite. Cominciò a spalmarlo sul fodero.
-Se ti salverò, salderò i miei debiti con te.- Disse la ragazza continuando a bagnare il fodero con il sangue.
-Copri bene tutti i buchi.- La intimò il demone, facendo finta di non aver sentito la frase precedente. Quando ebbe finito, la ragazza si alzò in piedi e guardò il fodero con impazienza.
-Perché non compare?- Chiese irritata agitandolo. Mephisto era quasi allo stremo delle forze.
-Serve un cerchio magico…- Ansimò. Questa volta gli scappò un gemito di dolore. La ragazza si guardò intorno. Si trovavano in una vecchia stanza vuota, con i muri scrostati, il pavimento spaccato e qualche rampicante che adornava i muri. L’unico mobile presente, era il lettino pieghevole nel quale la ragazza si era svegliata.
-Mephisto, non c’è niente qui… che posto è questo?- 
-È solo un vecchio casolare abbandonato, non distrarti Roev. Usa il sangue.- La rimproverò spostandosi a lato per lasciare spazio alla ragazza. Lei si mise subito all’opera, appoggiò il fodero a terra e di nuovo si bagnò la punta delle dita con il sangue del demone, che a forza di sgorgare dalle ferite, aveva formato una grossa pozza nel pavimento. Tracciò per terra un cerchio magico, come le avevano insegnato al corso, e quando ebbe finito, si tagliò il palmo della mano con la lama di Murasame e fece colare il suo sangue al centro del cerchio –Devi pronunciare una preghiera.- L’avvertì Mephisto. Roev non sapeva cosa dire, sinceramente, non aveva mai evocato un demone se non durante le esercitazioni in classe. Aveva letto qualcosa a proposito di Seiryu, ma non riusciva a ricordare i dettagli.
-Mephisto, non so cosa dire.- Disse Roev mentre la voce le tremò –Dimmi qualcosa su Seiryu, così magari mi inventerò qualcosa…- Cercò di trovare il coraggio e l’inventiva nello sguardo del demone, che la guardò a sua volta, respirando con affanno.
-Seiryu è il dragone azzurro, guardiano dell’est, simboleggia la primavera e l’acqua. Nella mitologia cinese il suo elemento è associato al legno, e il suo nome è Qìng Lòng. Seiryu è anche il simbolo degli Imperatori, insieme all’uccello di fuoco Suzaku. Ma questo dettaglio non centra, cerca di concentrarti.- Spiegò. Roev raccolse il fodero di Murasame e strinse le mani attorno all’elsa. Tirò un lungo respiro, pensando ad una qualunque preghiera da rivolgere al drago per evocarlo.
-Grande Imperatore dell’est, spirito dell’acqua, che danza nel cielo con lo sbocciare dei fiori di primavera, ti prego, appari davanti a me, ed esaudisci le mie richieste.- Il fodero fremé tra le mani di Roev e si illuminò di una luce blu e verde. Con uno scatto, si sfilò dalle mani della ragazza e si posò al centro del cerchio. Dall’interno, cominciò a fuoriuscire un’acqua pura e cristallina, che andò a formare la sagoma di un dragone dal corpo lungo e serpeggiante. Roev indietreggiò, mettendosi davanti a Mephisto, che le parlò di nuovo.
-Ricordati che non devi cedere alle paure, altrimenti si rivolterà contro di te. Seiryu è molto potente.- Si raccomandò. La ragazza deglutì, e assunse uno sguardo carico di decisione. Dall’acqua, si materializzò il drago. Il corpo lungo e squamoso era di un colore azzurro pallido, e terminava con una coda appuntita, coperta di peluria blu e sfumata di verde, che gli attraversava l’intero corpo con una lunga cresta. Le quattro zampe squamose artigliarono il pavimento, mentre aprì gli enormi occhi gialli, osservando la ragazza con sprezzo. Roev non aveva mai visto creatura più maestosa di quella, il suo portamento fiero lo faceva sembrare un vero Imperatore, con un paio di corna affilate al posto di una corona. Non seppe nemmeno lei perché lo fece, ma d’istinto, si inchinò davanti a Seiryu, impugnando Murasame -Non devi sottostare a lui, perché ti inchini?- Gli chiese a bassa voce Mephisto, con rimprovero. Lei non si mosse di un muscolo. Il dragone aprì l’enorme bocca, mostrando le fauci, minaccioso.
-Perché mi hai evocato con tanta impudenza, tu, umana; che ti stai inchinando a me?- Chiese il drago, mentre i suoi lunghi baffi ondeggiavano, muovendosi con eleganza, ricordando il movimento delle onde del mare. La ragazza si alzò in piedi e mostrò la spada.
-Io non sono mai stata una persona forte, né tantomeno una coraggiosa. Io indosso delle maschere per nascondere la mia fragilità e la mia debolezza, non ho nulla da nasconderti, Seiryu. Non potrei mai tener testa a una creature come te.- Il drago parve indignato da quelle parole, e ruggì, afferrando il viso della ragazza con i lunghi e possenti artigli.
-Non prenderti gioco di me, stupida umana.- Ringhiò con ferocia. Lei non si mosse dalla sua posizione. Alzò la spada, che brillò con intensità.
-Tu sei intrappolato in questa spada, non è vero? Io sono disposta e restituirti la libertà, se in cambio tu facessi una cosa per me.- Propose con fermezza. Seiryu guardò con attenzione sia lei che la spada.
-Io ti conosco, Roev Akuma.- Disse a un certo punto il drago, mollando la presa sul volto di Roev –Nel periodo che sono stato al tuo fianco nascosto nel fodero di Murasame, ho potuto vedere ogni cosa della tua vita, ho visto le tue gioie e i tuoi dolori. So anche cos’hai intenzione di chiedermi, ma non potrai mai liberarmi. Io sono il fodero di Murasame, la mia vita è legata alla spada.- Il drago spostò lo sguardo intenso verso Mephisto –Posso espellere il veleno dal suo corpo, sì, ma ho bisogno di nutrimento.- Roev capì all’istante le necessità del drago. Si alzò la manica del maglione, mostrando il polso, con le vene che risaltavano sotto la pallida pelle.
-Va bene il sangue?- Chiese. Seiryu annuì.
-Prima che tu compia qualunque azione, tieni così tanto alla vita di quel demone che hai odiato così tanto?- Chiese nuovamente il dragone azzurro. La giovane esorcista si voltò piano verso Mephisto, guardandolo con una nota di dolcezza. Era appoggiato al muro con la testa che gli cadeva a lato, teneva gli occhi chiusi, e soffriva in silenzio tutto il dolore che le pallottole avvelenate gli aveva provocato.
-Io… io non ho mai sopportato Mephisto e i suoi modi di fare. L’ho insultato e disprezzato molte volte, ma ero cieca, e non capivo quanto fosse importante per me… Ora penso che farei di tutto per salvarlo, perché lui ha rischiato tutto per me.- Non attese un minuto di più, e si tagliò il polso con la lama di Murasame. Mephisto tossì, mentre il sangue sgorgò vistosamente dalla ferita che si era procurata, mentre delle lacrime di gioia le rigarono le guancie. Se le asciugò in fretta con i lembi del maglione.
-Roev, hai già perso un sacco di sangue durante l’esecuzione, non farlo.- Ansimò il demone. La ragazza lo ignorò,  mentre il drago cominciò a nutrirsi del suo sangue. Quando si sentì sazio a sufficienza, il viso di Roev si era fatto incredibilmente pallido, e cominciava a faticare a stare in equilibrio. Seiryu agì subito: toccò con l’artiglio il sangue che era sgorgato dalle ferite di Mephisto, e quello si tramutò in acqua pura e cristallina. Il liquido defluì verso le ferite, entrando dentro il corpo del demone, che serrò le labbra e strizzò gli occhi. Era doloroso, ma le ferite cominciarono a guarire quasi immediatamente. Altra acqua scorrette verso Roev, richiudendo anche le sue lesioni. Entrambi, come per magia, tornarono in forze. Roev sorrise al drago, inchinandosi di nuovo.
-Ti ringrazio.- Seiryu chinò il capo in segno di rispetto, e in quel momento, Mephisto si alzò in piedi, affiancandola.
-Grazie, Roev.- Le disse con riconoscenza. Lei arrossò lievemente.
-Sono contenta che tu sia salvo…- Riuscì a solo dire, impacciata.
-Ora dobbiamo occuparci di un’altra faccenda.- Disse il demone in tono grave, con freddezza, indicando la cima dell’Accademia. Roev aguzzò la vista, e vide una specie di macchia scura posta proprio sopra la punta delle Vera Croce. Non riuscì a capire cosa fosse.
-Che diavolo è?- Chiese perplessa.
-Quello è il Cancello di Gehenna. Dobbiamo chiuderlo, altrimenti Assiah sarà distrutta.- A quelle parole, il drago chinò il capo. Roev lo guardò, per poi guardare Mephisto. La creatura le lanciò un’occhiata  decisa.
-Monta.- Ordinò Seiryu. Roev lo guardò ammaliata, però non si osava a salirgli in groppa. Il drago, con uno scatto improvviso, serpeggiò con la testa tra le sue gambe, costringendola a sedersi dietro la sua nuca. Addentò Murasame e fu un attimo: spiccò un balzo, distruggendo il tetto dell’edificio, e ondeggiò con eleganza in cielo. Roev si teneva stretta con le gambe e la sue presa era salda sulle corna del drago. La partenza era stata brusca, ma appena furono ad alta quota, il drago si stabilizzò, volando dritto. Dietro di loro, Mephisto li stava raggiungendo con l’ombrello pipistrello, che batteva le ali con vigore.
-Qualche idea su come chiuderlo?- Chiese la ragazza. Il demone ci pensò un attimo.
-È  Satana che controlla il cancello. Credo che l’acqua demoniaca di Seiryu possa fermare le sue fiamme blu.- Ipotizzò –Ma non ho idea di come chiuderlo.- Roev guardò attentamente il cancello, da cui continuavano a fuoriuscire i demoni. La situazione era terribilmente grave. Si chiese come aveva potuto dormire in tutto quel tempo, e cosa le fosse successo da quando aveva perso i sensi. Ma quello non era il momento per farsi quelle domande, ora aveva un obbiettivo: chiudere il Cancello di Gehenna e salvare Assiah.
Si voltò a guardare Mephisto. Il demone si reggeva al suo ombrello volante. I suoi candidi abiti erano macchiati di sangue, e il suo viso era tirato in un’espressione stanca. La naturalezza di quell’espressione lo faceva sembrare quasi umano, e fece intenerire la ragazza, che ebbe un fremito, e si rivoltò dalla parte opposta, mentre Seiryu emise un sospiro, come sconsolato. Mosse le pupille gialle in cerca dello sguardo di Roev, e la fissò intensamente, come se avesse intuito i suoi pensieri, i suoi sentimenti e i suoi timori. La ragazza affondò il viso nella morbida criniera del dragone. Profumava di mare, era un odore che la faceva stare bene. Quel breve attimo di pace, però, non durò a lungo. Una sfera di fuoco scarlatto sfiorò il corpo di Seiryu, facendogli perdere l’equilibrio. Inevitabilmente, precipitarono a terra, e il drago si schiantò sulle fronde degli alberi. Roev cadde di schiena, mentre Murasame ruzzolò a pochi metri da lei. Seiryu fu bloccato da una specie di gabbia di fiamme, e prima che Roev potesse alzarsi in piedi per tentare di liberarlo, fu bloccata da qualcuno, che la afferrò per i polsi e le puntò una lama scarlatta alla gola.
-Non così in fretta.- La ammonì una voce possente. Mephisto atterrò allarmato a pochi metri di fronte a lei.
-Iblis, lasciala andare!- Ordinò il demone. Iblis, il Re del Fuoco, non disse nulla.
-Quanto tempo, Samael, fratello mio.- Da dietro Iblis, una figura affiorò dall’oscurità. Mephisto sgranò gli occhi incredulo.
-Tu… qui? Perché, Egyn?-
 

Angolino autrice:
Gli incubi di Roev sono sempre così... inquetanti... vabbé.
Dopo questo, ancora due capitole e
[Candy Piano] ♥ si concluderà!
Il solo pensiero mi rattrista... comunque, spero abbiate apprezzato questo capitolo! :)
Ah, quasi dimenticavo! 
Ho scaricato e visto il film in sub ita di Ao No Exorcist, qualche sera fa. Senza farlo apposta,
sono scoppiata a ridere perché il ragazzo coi capelli argentei (quello col bastone rosso, vestito di blu... avete capito, no?)
si chiama Liu Seiryu. Io non ci volevo seriamente credere quando l'ho scoperto x°D 

Roev_Chan
   
 
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