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Autore: swong74    30/09/2013    1 recensioni
SPOILER TERZA STAGIONE
Cosa potrebbe essere successo dopo lo Speciale di Natale della terza stagione se Matthew fosse miracolosamente sopravvissuto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary Crawley, Matthew Crawley, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap 14


Disclaimer: Non possiedo nessuno dei personaggi o la storia canon di Downton Abbey, solo questa fanficion basata su di loro.

Link alla storia originale su FanFiction.net: http://www.fanfiction.net/s/8845895/2/Please-Come-Back-to-Me



Capitolo 2


Mary aveva temuto l'arrivo del giorno in cui avrebbe acconsentito a lasciare l'ospedale. Camminava avanti e indietro ai piedi del letto di Matthew. Si chiese come potesse posporre la sua partenza ancora di un po'. Sapeva che suo figlio aveva bisogno di lei, ma voleva anche essere al fianco di Matthew. Era combattuta tra loro.

« Non vuole calmarsi » disse Anna, portando il bambino piangente tra le braccia. Aveva provato a calmarlo prima di riportarlo da Mary.

« Suppongo sappia che c'è qualcosa che non va » disse Mary, prendendo suo figlio tra le braccia. Iniziò a cantargli una ninna nanna e lui si calmò in fretta.

Anna era colpita da quanto spontaneamente madre e figlio fossero legati. Sapeva che Mary sapere stata una brava madre e questo ne era la prova.

« Cosa farò, Anna » chiese Mary. « Ho promesso a papà che oggi sarei tornata a casa, ma Matthew è ancora qui ».

Anna non aveva nessuna idea da suggerire. Avrebbe veramente voluto sapere quando Mary dovesse restare lì.

Mary aveva ripreso a cantare a suo figlio e si era leggermente girata, quindi non vide la mano di Matthew iniziare a muoversi. Anna, che lo stava guardando, se ne accorse e lo osservò attentamente nel caso si fosse sbagliata.

« Milady » richiamò la sua attenzione Anna, quando vide la mano muoversi ancora. « Penso si stia muovendo ».

Mary si voltò e guardò Matthew aprire lentamente gli occhi. Porse suo figlio ad Anna per avvicinarsi a Matthew.

« Matthew » lo chiamò e gli strinse le mani in lacrime. « Matthew, sei tornato ».

« Mary? » riuscì a dire con voce rauca. Prima che potesse dire qualcos'altro, sentì le labbra di Mary sulle sue. Fu felice per quella sensazione familiare e il calore del suo bacio.

« Chiamate il dottor Clarkson » disse Mary, quando fu finalmente sicura che fosse sveglio. Si voltò verso Anna e prese suo figlio dalle braccia di lei. « Guarda, il tuo papà è sveglio ».

« Mary, che ore sono? Perché siamo al buio? »

Il dottor Clarkson esaminò molto attentamente Matthew, mentre Mary, Isobel e Anna stavano attorno a lui. Era compiaciuto che Matthew sembrasse essere in perfette condizioni, eccetto per la vista. Era però perplesso perché non riusciva a vedere nessun danno fisico ai suoi occhi.

« Che succede? » chiese Robert quando entrò nella stanza. Trovò la risposta quando notò Matthew seduto sul letto. Sorrise, ma realizzò subito che non era tutto a posto, quando vide lo sguardo preoccupato di Mary.

« Non so proprio cosa non vada » ammise il dottor Clarkson.

« Forse potremmo consultare uno specialista? » suggerì Isobel. « Ma pensate che sia temporaneo o permanente? »

Il dottor Clarkson scosse la testa in risposta, non sapendolo.

« Possiamo portarlo a casa? » chiese Mary, più interessata a riportarlo a casa che ad altro. Sentiva che a Downton Matthew si sarebbe potuto riprendere completamente.

« Non vedo perché no » rispose il dottor Clarkson, e ottenne un sorriso da Mary.

Quando tornarono a Downton, Mary aiutò Matthew a infilarsi nel letto. Anna girava attorno a loro cercando di aiutare e anticipare quello di cui Mary poteva aver bisogno.

« Stai comodo? » chiese Mary.

« Sì » rispose Matthew, sistemato nel suo lato del letto.

In quel momento, l'orologio batté l'ora di cena.

« È già ora di cena? » chiese per conferma.

« Sì, tesoro » rispose. « Anna, ceneremo qui, dopo che avrò finito di allattare ».

« Perché non scendi e ceni con la famiglia? » le suggerì, non volendo che stesse chiusa lì con lui.

« Non mi aspetteranno » gli assicurò, e fece un cenno ad Anna per dimetterla.

« Non devi farlo » insisté. « Non voglio che tu ti perda niente a causa mia ».

« Non penso che mi perderò molto e passo già del tempo con la mia famiglia. Dopotutto, chi si occuperà di te e del bambino? »

« Posso badare a me stesso » insisté.

« Davvero? E come farai a tagliare il cibo o a infilzarlo con la forchetta? » lo sfidò.

« Allora chiederò dei sandwich » rispose.

« Cielo, non farti sentire dalla signora Patmore, o non ti preparerà più uno dei tuoi piatti preferiti ».

« Voglio soltanto che tu non venga tagliata fuori dalla famiglia ».

« Non lo sono » gli assicurò. « Ora che siamo a casa, siamo circondati da loro. Era più difficile quando eravamo in ospedale ».

« Per quanto tempo siamo stati là? » si chiese ad alta voce.

« Non ha importanza ora » disse, alzandosi dopo essersi occupata del bambino. « Quello che importa è che tu sei a casa ». Superò Matthew e gli diede un veloce bacio sulla fronte, mentre suo figlio si lamentava tra le sue braccia.

Dopo che il bambino fu sistemato per la notte, Anna portò la cena per Mary e Matthew.

« Grazie, Anna » disse Mary con gratitudine mentre posizionava il vassoio con il cibo sul letto tra lei e Matthew. « Suonerò quando avremo finito ».

« La gente di sotto vorrebbe che vi dicessi che sono felici che siate tornato, signor Crawley » disse Anna prima di andarsene.

« Ringraziateli per me » rispose.

« Sei benvoluto al piano di sotto » lo prese in giro Mary quando Anna se ne fu andata. « Hanno mandato i loro auguri di guarigione mentre eri in ospedale ».

« Sospetto che sia stato Carson a guidare il gruppo » aggiunse scherzoso e ottenne una lieve risata da parte di Mary.

« Ad ogni modo, questo dimostra quanto tu sia essenziale per Downton ».

« Non so quanto essenziale sarò ora » disse cupamente, chiedendosi come avrebbe fatto con la perdita della vista.

« Non pensarci, Matthew » lo rimproverò gentilmente. « Ne hai passate di peggiori ».

« E se fosse permanente? » chiese, ancora più pessimista.

« Sono sicura che non lo è. Si sono già sbagliati una volta » rispose, ricordandogli di essere ottimista accarezzandogli dolcemente il viso. « E se lo fosse, puoi contare su di me come se fossi i tuoi occhi ».

« Mary, io… » voleva obiettare, ma fu zittito dal pezzo di carne che lei gli infilò delicatamente in bocca.

« Basta obiezioni » disse con risolutezza. « Sono affamata, e anche tu ».

Matthew si svegliò nell'oscurità quando sentì un leggero tintinnio di tazze nella stanza. Solo dopo un attimo ricordò di aver perso la vista. Non riusciva a ricordare molto dell'incidente, e il dottor Clarkson gli aveva assicurato che era normale. Ma ci voleva un po' per abituarsi a svegliarsi nell'oscurità. Sentì un corpo caldo muoversi vicino a lui e seppe che Mary si stava svegliando.

« Salve, Anna, il bambino è già sveglio? » chiese Mary allontanandosi leggermente da Matthew.

« Sta piangendo per voi, milady » confermò Anna. « Ero venuta a vedere se voi eravate già sveglia ».

Matthew sentì Mary balzare fuori dal letto e seppe cosa stava per fare. Sorrise di nascosto sapendo che aveva ragione sul fatto che sarebbe stata una madre meravigliosa.

« Perché non lo porti qui? » suggerì.

« Sarà molto, molto rumoroso » lo avvertì Mary. « Papà dice che ha i polmoni di un nuotatore ».

Matthew ridacchiò. Era felice che suo figlio mostrasse i segni di una buona salute.

« Non mi infastidirà » disse.

« Va bene, non dire che non ti avevo avvertito ». Mary fece cenno ad Anna di portare suo figlio in camera.

« Posso tenerlo? » chiese Matthew quando Mary ebbe finito di allattarlo.

« Certamente » disse, avvicinandosi a lui e ponendo delicatamente il bambino tra le sue braccia.

« È più pesante di quando l'ho tenuto la prima volta » si meravigliò, passando delicatamente la mano libera sul figlio.

« Sta crescendo a vista d'occhio. Sono stupefatta ».

Mary notò che Matthew era diventato improvvisamente triste. Sapeva a cosa stava pensando.

« Mio caro, lo vedrai crescere » gli assicurò. « Quel che importa è che tu sia qui con noi ».

« Scusa se mi comporto da pessimista » si scusò. « Sarò grato per quel che ho ». Sollevò il capo verso Mary per mostrarle un sorriso.

Mary era sollevata che Matthew avesse superato il momento di autocommiserazione e per ricompensa lo baciò.

Su insistenza di Matthew, Mary decise di unirsi alla famiglia in biblioteca. Aveva protestato sul fatto di lasciarlo da solo, ma alla fine si era arresa al volere di Matthew. Entrata in biblioteca, trovò un volto nuovo in mezzo a quelli familiari.

« Ah, Mary » la salutò Robert quando la vide. « Questa è la signorina Nightingale. È qui per aiutare a rimettere Matthew in salute ».

« Perché non sono stata consultata? » ribatté aspramente. Pensò che in una situazione diversa avrebbe trovato appropriato il nome dell'infermiera, ma tutto quello che riusciva a pensare era mandar via la donna che le stava davanti.

« Mary, è qui solo per aiutare a prendersi cura di Matthew » cercò di farla ragionare Cora, vedendo quanto Mary fosse ferita. « Con il bambino e tutto, abbiamo pensato che potresti trarre vantaggio dal suo qualificato aiuto ».

Mary fece un respiro profondo per calmarsi, prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentita.

« Può darci un momento, per favore? » si rivolse all'infermiera con un sorriso forzato. « Vorrei parlare con la mia famiglia ».

L'infermiera fece un lieve inchino e andò ad aspettare fuori dalla stanza. Era rimasta sorpresa dalla reazione di Lady Mary, visto che normalmente era accolta con sollievo dalle famiglie con un componente malato. Guardò il signor Carson, che sbuffò quando le passò davanti.

« Mary, lo stiamo facendo per te » Violet iniziò il suo ragionamento. « Devi capirlo ».

« E tu, Edith, cosa dici? » chiese Mary alla sorella. Sapeva di non avere nessuno dalla sua parte in questa questione, ma diede alla sorella minore l'opportunità di esprimere la propria opinione.

« Penso che dovresti decidere tu, Mary » disse piano Edith, mostrando un supporto senza precedenti verso Mary che prese tutti alla sprovvista.

« Edith » l'avvertì Cora sia con le parole che con lo sguardo. « Non sai quando dev'essere stanca Mary, occupandosi sia del bambino che di Matthew ».

« Stai dicendo che non posso gestire la cosa, mamma? » chiese Mary, tornando ad arrabbiarsi. « Se ricordi, mi sono presa cura di Matthew quando è rimasto ferito in guerra ».

« Ma è stato prima che avessi un bambino » le ricordò Robert.

« Anna e la tata mi stanno aiutando con il bambino » ribatté Mary. « E sono pronta ad andare avanti così ».

« Ma chi si prenderà cura di te? » chiese Violet con calma. « Non è forse nostro compito, sapere cos'è meglio per te? »

« Te ne sono grata, nonna » rispose con gratitudine. « Ma sono in grado di prendermi cura di me stessa. Non permetterò a nessun altro di prendersi cura di Matthew, non finché ne sarò capace ».

« Salve » Matthew salutò la famiglia quando arrivò. Aveva sentito da fuori le voci ed era stato guidato da Tom fino alla biblioteca. Si era preoccupato quando aveva sentito la voce infastidita di Mary.

« Ragazzo mio, cosa ci fai qui? » chiese Robert, guidando gentilmente Matthew al divano con Tom.

« Ho pensato di venire a sedermi con voi, oggi » disse con un sorriso. Non sapeva chi fosse presente, ma mosse la testa per rivolgersi comunque a tutti.

« Ti senti meglio? » chiese Edith per rompere il ghiaccio.

« Molto » rispose. « Grazie a Mary ». Allungò la mano per farle sapere che la voleva al suo fianco.

Mary lanciò alla famiglia uno sguardo stizzito e orgoglioso che fece loro riconsiderare la loro posizione.

« Qual è il problema? » chiese Matthew quando sentì che non continuavano la discussione di pochi minuti prima.

« Hanno assunto un'infermiera per te » disse Mary seccata. « E l'ho rifiutata ».

« È qualificata? » chiese, bloccando velocemente con una mano le obiezioni di Mary.

« Sì, ha delle eccellenti referenze » rispose Cora.

« Capisco » disse Matthew pensieroso. « Posso parlare con Mary? »

La famiglia se ne andò per lasciarli soli.

« Non mi stai veramente chiedendo di permetterlo » sussurrò Mary allarmata.

« Potresti accettare un po' di aiuto » suggerì. « Non voglio che tu ti sfinisca prendendoti cura di me e di nostro figlio ».

« Non ho dimostrato di esserne capace? »

« Molto » confermò. « Se ne sei sicura, la manderemo via, ma solo se ne sei sicura ».

« Sì! Lo sono ».

« E prometti che me lo dirai se avrai bisogno di aiuto? »

« Lo prometto ». Mary era felice di vedere che Matthew era dalla sua parte. « Puoi contare su di me ».

« Grazie per il vostro interesse, ma penso che, per ora, non avremo bisogno di un'infermiera » Matthew annunciò la loro decisione. « Quando sarà necessario, Mary ha promesso di farmelo sapere e ne assumeremo una ».

Robert non era molto felice, ma acconsentì ai desideri di Matthew. Guardò il sorriso trionfante di Mary e seppe che era dedicato a lui.

« Sono ancora arrabbiati perché sono d'accordo con te? » chiese Matthew, aspettando che Mary lo raggiungesse a letto.

« Penso che la nonna e papà non ne siano molto contenti » disse, guardando Anna andarsene con i piatti vuoti della loro cena. Era felice che Matthew avesse mangiato tutti i bocconi che gli aveva dato. Aveva insistito per darle da mangiare a sua volta per essere sicuro che mangiasse quindi, con l'aiuto di lei, era riuscito a infilzare il cibo con la forchetta e ad offrirglielo. Imboccarsi a vicenda era diventata una bella abitudine.

« Penso che saranno ancora meno contenti quando inizierò a far le cose per conto mio, allora ».

« Cosa intendi? »

« Vorrei che mi mostrassi come arrangiarmi » spiegò. « Non posso rimanere chiuso qui per sempre e dovrei abituarmi a fare le cose con il minor aiuto possibile ».

« E come faremo con le scale? »

« Le eviterò e aspetterò te » scherzò. « Non vorrei ruzzolare giù ».

« Va bene, e per il bagno? » lo prese in giro. « Devo essere privata anche di questo privilegio? »

Matthew ripensò al primo giorni in cui gli aveva fatto il bagno. Nonostante le sue proteste, aveva insistito per lavarlo. Gli aveva ricordato che lei, come lui, l'aveva già visto nudo. Pensò che era molto meglio avere le sue abili mani ad aiutarlo.

« Be'? » lo esortò quando lui non rispose.

« Suppongo che sia una delle cose che non posso fare da solo » disse dolcemente. « Ora, per favore, torna a letto con me. È terribilmente freddo senza di te ».

 






   
 
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