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Autore: Teyra Five    30/09/2013    7 recensioni
Il mondo è diviso in quattro: la terra dei Vampiri, quella dei Licantropi, quella dei Maghi ed, infine, degli Umani.
Elsa è un vampiro, è stata trasformata all'età di cinque anni dal capo dei Vampiri, Samuel, ed ogni volta che guarda nei suoi occhi le sembra di averlo già conosciuto.
Da secoli durano sanguinose guerre tra le quattro razze e solo pochi ne sanno il vero motivo e Samuel non vuole rivelarlo ad Elsa.
Perchè? Cosa nasconde il capo dei Vampiri? Cosa lo lega al passato di Elsa?
Dal capitolo XIII:
Il giovane si accomodò accanto alla ragazza prendendole una mano baciandola. Lei tremò, sentiva i brividi.
Ormai erano tanti mesi che si conoscevano, uscivano di nascosto, parlavano di tutto e di più. Era abituata a sentire le labbra di lui sulle sue mani, ma ogni volta sentiva sensazioni nuove, come se fosse sempre per la prima volta.
Il ragazzo la guardò negli occhi regalandole un sorriso, un raggio di luce.
-I vostri occhi mi ricordano l'oceano. L'oceano di Elisaveta -le disse.
-L'oceano? Ma i miei occhi sono marroni!
-Oh, Lisa, l'oceano non si misura in base al colore, ma in base alla profondità del cuore.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XII: la neve rossa

Non dobbiamo perdere altro tempo. Ormai non abbiamo più bisogno di cercare la pace, si capisce che i Licantropi si sono alleati con gli Umani. Dobbiamo sparire da qui, ma...-diceva Samuel finchè non lo interruppi.
-Ma?
-Sembra troppo facile. Mi auguro che non stiano preparando l'esercito.
-Possiamo usare il teletrasporto.
-Odio ammetterlo, ma non mi basterebbero le forze...
-Ah già...per colpa mia.
-Certo.
-Secondo me, visto che gli Umani si sono alleati con i Licantropi, dovrebbero essere anche loro qui, no? -dissi mettendo un dito sulle labbra per avere un'aria intelligente, ma alla fine sembravo ancor più stupida.
-Appunto, potrebbero farci delle visitine, perciò dobbiamo stare attenti, -concluse indicandomi con lo sguardo la porta.
Uscimmo entrambi dalla stanza. Samuel controllava con gli occhi ogni angolino, mentre io mi guardavo le unghie chiedendomi quale smalto avrei dovuto mettere:
''Rosa o bianco?''
Mi piacevano i colori teneri (così li definivo io). Quelli accesi, invece, mi sembravano fin troppo appariscenti.
Alla fine arrivai a questa conclusione: è inutile mettersi lo smalto se le unghie sono tutte mangiucchiate.

Arrivammo all'angolo del corridoio. All'improvviso Samuel mi prese per la vita e mi strinse forte a sè nascondendosi dietro la parete.
''Oddio, quanto gli sono vicina...'' -pensai ricominciando a farmi le mie idee perverse.
Mi tappò la bocca e mi sussurrò piano:
-Zitta, neanche una parola...
''Cosa?!'' -la cosa più orrenda, per me, era non avere il diritto alla parola. Avrei voluto scatenare una rivoluzione, ma poi mi venne in mente un altro pensiero che avrei dovuto aggiungere alla collezione delle ''Cavolate inutili alla società di Elsa'':
''Se comincio a parlare, limiterò la libertà di Samuel'' -per questo motivo, la mia rivoluzione non avvenne mai.
Sentii delle voci strane provenire dall'altro corridoio, sembrava che si avvicinassero a noi.
-Ti avevo detto che dovevamo andare di qua! -si lamentò una voce femminile, molto familiare.
Diana.
Era lei.
Tolsi la mano di Samuel dalla bocca e mi voltai verso di lui.
Stava per dire qualcosa, ma io gli posai un dito sulle labbra meravigliandomi stessa del gesto che avevo fatto:
-Sono i Maghi! Diana! -dissi piano.
-Cosa?! Maghi?! -ripetè Samuel con un tono di voce altissimo. Aveva quasi urlato.
''Sì, quello che diceva di stare zitti'' -pensai guardandolo male.
Gli feci il cenno di sì e ascoltai Diana che parlava in fretta al suo compagno. Non avevo capito niente.
''Spero che con lei non ci sia anche quella stupida...il capo dei Maghi...la befana rossa...uf, che rabbia!'' -pregai nei miei pensieri e stringendo le mani.
-Shh, ho sentito qualcuno gridare... -disse un'altra voce maschile.
Riconobbi anche quella voce: era Alex, l'amante di Diana...oh, che romantico!
''Aspetta, quindi la befana rossa non c'è! Evvai! Un altro punto per Elsa!'' -feci due saltelli al posto, contentissima.
-Sta parlando di te -dissi a Samuel con sguardo come per dire: tutta colpa tua.
-Ehm... -si vergognò mettendosi la mano fra i capelli.
Oh, i suoi capelli...
Perchè non ero io la sua mano?
I due maghi si avvicinavano lentamente al punto in cui eravamo nascosti io e il mio capo e quando ci videro...oh, beh...
Diana saltò in braccio ad Alex...urlando.
Ero senza commenti.
Tutti che urlavano.
La maga aveva urlato così tanto che sentimmo l'alarme di sicurezza accendersi.
-Ma sei fuori di testa?! -urlai stavvolta io.
-Ah, siete voi! I vampiri! -disse Diana sollevata.
-E ma dai? No, guarda, sono una cimice!
-Non ho paura di cimici.
-Chi te l'ha chiesto -affermai voltandomi dall'altra parte ed incrociai le braccia.
-Elsa, muoviti! -urlò Sam e mi prese per la mano trascinandomi via -Anche voi! Veloci! Ora arrivano le guardie!
-Sì...dai, Alex, mollami adesso, come ti permetti di prendermi in braccio -strillò Diana.
-Ma io...
-Stupido, mollami!! -continuò lei buttandosi per terra.
Che figura di...preferisco non dire.
Si alzò velocemente e prese per la maglia Alex trascinandolo come un povero cagnolino.
Correvano dietro di noi, finchè Samuel non si fermò.
Non riuscivo neanche a vedere dove stessimo andando, stavamo correndo troppo veloce.
-Oh, cazzo...-sussurrò Samuel.
-Che parole...-cominciai a dire, ma poi guardai dritto davanti a me: i Licantropi.
Erano animali, vere e proprie bestie quando si trasformavano. Non pensavano, non provavano alcun tipo di sentimento. Il loro unico scopo era eliminare i nemici.
Cioè noi.
Era la prima volta che combattevo contro i licantropi. Mi facevano paura, il loro aspetto era orribile: avevano la pelle nera come la notte, occhi gialli, denti aguzzi; gli artigli erano molto più lunghi e più taglienti dei nostri; avevano la parte superiore e quella inferiore del corpo perfettamente identiche dal punto di vista della lunghezza, perciò era facile per loro correre su quattro zampe.
Mi strinsi a Samuel.

Neve.
Non è più bianca.
Non è la neve pura che cade dal cielo.
Non è più fredda.
E' calda.
Ed è rossa.
Rossa come il sangue.
No. Quello era il sangue.
-Elisaveta!


Mi girava la testa, misi le mani fra i capelli: cos'erano quei pensieri?
Non riuscivo a vedere nulla, tutto si mischiava.
Chi è Elisaveta?
-Elsa! -mi strinse Samuel più forte.
Ma mi faceva male tutto, ogni osso, ogni muscolo e la testa sembra sul punto di scoppiare.
Diana si avvicinò a me e mi allontanò dal mio capo dicendogli qualcosa ma non riuscii a sentire.
I licantropi erano attorno a noi, eravamo circondati.
Appena alzai lo sguardo, mi accorsi che un lupo stava per saltarmi addosso.
Non ebbi tempo di muovere neanche un dito, rimasi ferma ad assaporare la mia morte.
Morte.
E mi sembrava di esser morta davvero.
Mi sembrava di essere nel mezzo di quella neve sporcata di sangue.
Mi sembrava di riconoscere quella voce che urlava.
Mi sembrava di riconoscere quel dolore.
Chiusi gli occhi.
Rumore dei denti che penetrano dentro la pelle.
Delle gocce di sangue schizzarono sulle mie labbra, sentivo il loro gusto metallico.
Ma non era sangue mio.
Aprii gli occhi, vedevo tutto buio. Solo oscurità.
Pian piano, però, le immagini diventavano sempre meno sfoccate.
Sentii le lacrime scendermi lungo le guance.
Non mi avevano colpita, però provavo dolore.
Di nuovo quel dolore.
Samuel era poggiato con una gamba per terra, mentre con l'altra cercava inutilmente di alzarsi. Un fiume di sangue macchiava la sua maglia bianca. La carne cercava di rimarginarsi, ma la ferita era troppo grande.
Il licantropo l'aveva graffiato sul petto.
Avevo sentito che in questo secolo avevano inventato degli artigli artificiali che potevano anche avvelenare.
I brividi mi percorrevano la schiena, posai una mano sulla bocca cercando di calmarmi, smettere di singhiozzare. Non sapevo cosa fare.
I guai succedevano sempre a Samuel, mi aveva protetta tantissime volte. Ed io ero così debole, non riuscivo neanche a non distrarmi.
''Ma perchè sono venuta?!'' -mi rimproveravo asciugandomi le lacrime.
-Elsa...Elsa, non dormire...-mi disse facendo pausa dopo ogni parola.
Dovevo aiutarlo, non potevo rimanere lì, mano in mano.
La mia missione era quella di non far cadere neanche un capello dalla testa di Sam.
Corsii da lui, coprendolo con il mio corpo.
Ma cosa potevo fare io, un'incapace?
Mi guardai intorno: tutta la folla dei lupi mannari era concentrata su Alex e Diana, visto che Samuel era fuori gioco.
Dovevo aiutarli.

 


Note d'autrice:
Ehi, buonasera, eccomi qui, finalmente con il dodicesimo capitolo!
Scusate se è un pò corto, ho avuto da fare ultimamente e poi volevo anche finire il primo capitolo della storia sui demoni.
No no, tranquilli, il titolo non sarà ''La storia dei demoni''. Sarà, invece, ''Raccoglitrice di anime''.
Più avanti, ovviamente, capirete anche il perchè.
Se riesco, pubblico oggi il capitolo uno, sennò domani.
Spero che continuerete lo stesso a seguira questa storia. Chi sarà la misteriosa Elisaveta? Avete idee? Vediamo!
A presto!

Myrtus.
  
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