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Autore: kannuki    01/10/2013    1 recensioni
Non ha alcuna arma con se, non può difendersi e non può neppure replicare il giochetto che ha fatto con Rose a suo tempo. Ora che Katherine ha assunto la cura per l'immortalità, non è certa che torni indietro, una volta morta... ed è piena di verbena, fattore che rende nullo qualsiasi tentativo di salvarla! Resisterà, farà quello che ha sempre fatto con Klaus: ignorerà Marcel e scapperà alla prima occasione... e se proverà a morderla, avrà una bella sorpresa.
Comincia come la seconda parte di 'Meet EM at 2:00 pm', incrocia 'Hannibal' e Will Graham a Baltimora e prosegue con 'The Originals' a New Orleans. Nessun Elijah è stato pugnalato in questa storia. ^^
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Katherine, Pierce, Klaus
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Backover'
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Una stanza d'albergo fuori New Orleans. Katherine l'ha trovato su Tripadvisor. E' stata stupida a recarsi fin lì, ma non così tanto da alloggiare in città. Ha ancora gli sguardi affamati dei vampiri addosso. Il Quartiere Francese è il posto peggiore per parlare di affari privati. Bourbon Street, da dimenticare. Non potevano conversare al parco, ne di fronte ad un caffè. Non era sicuro.

Che c'era di tanto urgente da non poter attendere?”

Klaus non guarda la donna ma il beauty case aperto, i gioielli sparsi sul ripiano, la boccetta di profumo.

Quando hai detto 'se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei', mentivi? Ti fregava qualcosa di me o era solo per tenermi buona in vista del sacrificio?”

Che va a tirare fuori?! E' roba di mille anni fa! Una smorfia gli arriccia il viso. “Tu cosa pensi?”

Katherine gira lo sguardo tremolante sulla porta da cui filtra la luce del giorno. L'aveva sempre saputo, ma non aveva voluto ascoltare quella voce.

Perché resti legata ai ricordi passati, invece di andare avanti?”

Non lo so.”

Il vampiro si avvicina alla finestra, strofinando una guancia. La guarda, lasciando ricadere il braccio. “Che ti può succedere oltre quello che ti è già successo?”

E' una buona argomentazione. Katherine si sdraia sul letto, voltando sulla pancia. “Sei stranamente saggio, oggi.”

Le tue domande sono terminate?”

Sì. Ora devo parlare con Elijah. Dove posso trovarlo?”

Devi?”

Fa parte della terapia.”

Odio il tuo analista.”

Katherine punta il mento sulle mani e dondola le gambe piegate. “Come va la vita matrimoniale?”

Un'altra smorfia, stavolta ironica. Klaus la raggiunge, assumendo la sua stessa posa. I loro gomiti si sfiorano leggermente. “Ha preso sul serio il ruolo di madre.”

Non ti ho chiesto se da la pappa al pupo...”

Civetta. Klaus sogghigna, lusingato dalla sua gelosia. “Non dormiamo insieme.”

Katherine lo sbircia curiosa, con un'altra domanda sulla punta della lingua.

Il suo sguardo è un coltello acuminato che penetra lentamente nel fegato. Klaus si volta, serio, serio. “Quando ci siamo incontrati mi hai affascinato, ma non potevo permettermi di provare certi sentimenti...”

... ed io ho sempre pensato che se tu avessi avuto un'immagine migliore di me, forse saresti riuscito ad amarmi come ti amavo io...” Che strana sensazione. E' come se il tempo si fosse fermato e le pareti della stanza si fossero allontanate fino a scomparire all'orizzonte. Katherine passa il dito sul ricamo della coperta, seguendo la voluta. “Però non ha più importanza...”

Mi hai perdonato?”

Nessuna risposta va bene. Katherine rotola sulla schiena e guarda il soffitto. “Io voglio innamorarmi... voglio avere una famiglia e dei figli...”

Nessuno te lo impedirà, ma non restare a New Orleans per troppo tempo.” Klaus si rimette a sedere, dandole la schiena. Troppo vulnerabile, troppo esposta. Il suo cuore non batte più all'impazzata. E' tranquilla, ora. Con Kath è sempre così. Ha bisogno di tempo per fidarsi... per fidarsi di lui. “Marcel ha acquisito potere durante la nostra assenza.”

Chi è Marcel?”

L'hai visto al bar.”

L'afroamericano? Katherine si raddrizza a sua volta. “La strega al mercato aveva paura dei vampiri. E' la prima volta che vedo succedere una cosa del genere.”

Hai portato la verbena con te?”

Parecchia.”

Continua ad assumerla, ma vattene alla svelta. Non restare qui, stanotte.”

Katherine non ha mai visto Klaus così nervoso. Arrabbiato, frustrato, ma mai... “Se vogliono uccidermi troveranno il modo” inizia accostandosi a lui. “Hai paura che mi usino contro di te?”

Ho paura che ti usino per controllarmi.”

E' una frustata sulla pelle nuda. Katherine trattiene il respiro ma il cuore fa una capriola. “Nessuno controlla Klaus Mikealson...”

Klaus sogghigna, sarcastico. Le sfiora il viso, trattenendo una ciocca di capelli. “Le streghe hanno posto una protezione su Mikeal, chiunque privi ad avvicinarsi a lui con cattive intenzioni, subisce l'ira della Sorellanza...” sussurra guardandola negli occhi. “Tu sei vulnerabile.”

Le labbra di Katherine si socchiudono piano piano. Quando afferma di amarla, non gli da alcun peso. Ma ora... Katherine si avvicina al vampiro che a sua volta gira il busto verso di lei. Gli crede. Gli crede per la prima volta nella sua vita. La donna annuisce, consapevole del rischio.

Non dovevi venire qui, non dovevi esporti in prima persona! Sei umana, ora. Il tuo sangue è come il richiamo delle sirene, non dovevi...”

Katherine chiude gli occhi e lo bacia. Viene attraversata da un fremito piacevole che non sente da troppo tempo. La sua presenza si fa vicina, la invade, la inebria di profumo. Le dita di Klaus si infilano sotto i capelli, il cuore ha un sussulto. Il corpo è caldo, saldo e robusto sotto il suo. Il sole sta tramontando lentamente e dipinge la stanza di una calda tonalità aranciata. E' languidamente abbracciata al vampiro, quando riprende conoscenza. Klaus continua a deporle piccoli baci sul viso ma il vestito è salito sulle gambe e la sua mano sta accarezzando il fianco nudo. La lingua del vampiro scivola lungo la vena del collo e a Katherine sembra che manchi l'ossigeno. “Non mordermi... sono piena di verbena...” Il vestito si abbassa sulle spalle e poi sul seno. La strada scelta da Klaus tocca tanti punti sensibili. Le gira la testa. “Nik...”

Ti voglio...”

Katherine prova per la prima volta l'assurda vergogna della vergine concupita da un uomo. Ha avuto così tanti amanti da aver perso il conto. Uno in più cosa cambia?

Fa l'amore con me...”

Katherine stringe le dita attorno ai suoi vestiti. Klaus le accarezza le mani fino a sciogliere la presa. Intreccia le dita con le sue e le porta ai lati della testa. “Fa l'amore con me...”

***

Ma chi è il più bello del mondo?! Chi è?!”

E' orribile da vedere e ancora più da ascoltare, ma Elijah è contento che Rebekah abbia deposto le armi e accettato di conoscere il nipote.

Ti mangio, ti mangio!”

Il piccoletto urla e ride, mentre Rebekah gli fa il solletico.

Cosa fa un esserino così delizioso a essere figlio di Klaus?” esclama mentre Mikeal scappa a prendere un giocattolo e lo mostra con orgoglio. “E' già rubacuori! Il mio se l'è preso... vero che sei un rubacuori, mh? Che tesoro sei, ma quanti mesi hai?”

Elijah sogghigna ai mugolii sconclusionati della sorella. Era quello che sperava quando ha fatto il discorsetto a Klaus sulla famiglia. Ha sacrificato il rapporto con Katherine per recuperare la sua umanità persa nelle spire del tempo. Forse riesce a farsi perdonare. Magari col tempo... a loro il tempo non manca di certo!

E' adorabile.”

Anche tu eri adorabile. Poi sei cresciuta.” Elijah apre il giornale e lo spiega di fronte a se. Un sorrisetto gli incurva le labbra.

Mi viene voglia di averne uno!”

Come, prego?!”

Papa!” Mikeal trotterella oltre la zona di guardia e si ferma in mezzo al salotto. Indica la porta e li guarda, in attesa.

Rebekah lo raggiunge in due falcate. “Che c'è tesoro, che cosa hai visto?”

Papa...”

Papà è uscito ma tornerà fra poco. Giochiamo un po' con l'orsacchiotto, mh?”

Mikeal la guarda con i suoi grandi occhioni azzurri e corre avanti.

Ma ha l'autorizzazione ad uscire?”

Quando arriverà alla maniglia, forse.

***

Katherine fa la conta delle persone indesiderate che dovrà rivedere e spera di essere abbastanza forte da non mostrare fuori come si sente dentro: felice, eccitata, su di giri. Avrebbe accettato la proposta di Klaus se non l'avesse resa tanto nervosa da paralizzarla. E' solo rimandato, pensa fermandosi dietro il vampiro che la sbircia con la coda dell'occhio.

Pronta?”

Katherine annuisce e quando il portone si spalanca, conta fino a tre, inspira e si getta nella tana del drago. La prima personcina che non gradisce vedere è appena corsa ad abbracciare le ginocchia del padre. Mikeal è genuinamente contento di vederla e continua a strillare e a tenderle le braccine per farsi prendere. O forse vuole tirarle i capelli, non ne ha la certezza. La seconda persona che ha il dispiacere di incontrare è Rebekah. A quanto pare, neppure Klaus sapeva della sua visita. Lui non commenta e Katherine si riserva di fare altrettanto. L'ultima è la più difficile da salutare. Katherine inghiotte il ciao e muove solo le labbra. Elijah è più stupito e pallido di lei.

Bekah, prendi la giacca e andiamo a fare una passeggiata. Ho promesso a Mikeal un gelato.”

Alla vampira non piace che la donna sia di nuovo lì, a stretto contatto con i suoi fratelli. Non ha mai scelto e ha sempre giocato con entrambi. “Allora è vero quel che si dice in giro. Sei tornata umana.”

C'è troppa violenza nelle sue parole. Certe cose non andrebbero dette a voce così alta. “Invidiosa?”

Klaus è lesto a porsi fra le due. Tiene in braccio il figlio che continua ad agitarsi per farsi notare da Katherine che, a sua volta, lo sta deliberatamente ignorando. “Parlate, noi andiamo a fare un giro.”

Katherine occhieggia il piccolo che insiste a chiamarla 'mamma' e non capisce perché lei non voglia ricambiare il suo amore. Sospira e bisbiglia il nome bel vampiro. “Nik, aspetta...”

Gli ha messo i brividi addosso. Klaus si volta, seguito da un disperato Mikeal sull'orlo delle lacrime.

Rebekah è rimasta senza parole.

Quando le si aggrappa addosso, Katherine ha un cedimento interno. I punti di sutura che ha messo al cuore saltano uno ad uno, lasciandolo sanguinare. Katherine lo stringe contro di se, bisbigliando cose sciocche che il bimbo non può capire e lo culla un po', come avrebbe fatto se fosse stato davvero suo. Lo nota, il silenzio opprimente che è calato nella stanza. Non ha modo di evitarlo. La testina riccioluta le accarezza la guancia. Si è calmato, ma i pugnetti stringono le ciocche di capelli con forza. Katherine gli accarezza la schiena. “Possiamo portarlo io ed Elijah a prendere il gelato...”

Klaus è paralizzato. Impiega parecchio tempo a rispondere e quasi non riconosce la propria voce. “Se... è d'accordo...”

Elijah è bianco come un cencio. Annuisce, muovendo rigidamente la testa. Rebekah saetta lo sguardo sue due fratelli e alza gli occhi al cielo. Umana o vampira, quella sciacquetta li imbambola sempre! “Io me ne vado!”

Klaus trasale quando la porta d'ingresso sbatte fragorosamente. Lancia uno sguardo disperato al fratello e di seguito al bambino, per giungere negli occhi di Katherine colmo di un sentimento che non ha mai visto. Non nei suoi occhi. Indica la porta e in due falcate è fuori.

La tensione si allenta quando un refolo d'aria fresca le accarezza le gambe. Katherine siede goffamente sulla poltrona tenendo il bimbo sulle gambe. Ne ammira i riccioli dorati e sorride tenera quando incontra gli occhioni del piccolo. Mikeal si divincola e scivola a terra, sul tappeto, nel suo regno fatto di giocattoli. Katherine risistema l'orlo del vestitino. “Allora? Come diavolo stai?”

Elijah apre bocca e la richiude. Sposta un giocattolo e si siede davanti a lei, sulla poltrona del fratello. “Quando...”

Alla consegna dei diplomi. Elena ha usato tutte le armi a sua disposizione. E' stata scaltra. E veloce.”

E' successo mesi fa!”

Katherine fa spallucce.

Perché non me l'hai detto?”

L'abbandona per dedicarsi ad un'altra donna e pretende di essere messo al corrente di ciò che succede nella sua vita?! Lo sguardo di Katherine si fa lugubre. “Eri indaffarato.”

Un modo elegante per dire che non ti ho prestato attenzione.”

Un modo come un altro per non dire che l'aveva scaricata. “Ho sempre contato su me stessa e sono sempre sopravvissuta. Cristo, sembra di stare in una bomboniera...” bofonchia guardandosi attorno con una smorfia. “Cos'è, uno shabby chic?”

  
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