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Autore: Lilian Potter    30/03/2008    6 recensioni
//-Cosa sono diventato?- Mormorai impaurito rivolto a quell’uomo dai capelli di miele.//
L'inizio di un'esistenza che mai avrà fine. Per Edward Cullen non ci sarà mai un ''The End''. Solo una vita immortale.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

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Grazie mille a Patience90: il 99% del lavoro é suo!

Io ho solo cercato le immagini e messo i brillantini.

 

Ragazze un minuscolo commento prima d’iniziare…

Ehm… Lo scorso capitolo ERA il capitolo uno, quella parte nera in corsivo era la prefazione al capitolo 1°.

Sì, lo so che il capitolo uno era orribilmente corto ed avevate tutte le ragioni di credere che fosse tutto il testo la prefazione.

Ma, cercate di capirmi, sono abituata alle flash xD Okay, dopo avervi trattenuto vi lascio leggere, mi ritrovate a fine capitolo ^_^

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo due.)

 

Ero stupefatto, stranito e –impossibile negarlo- eccitato.

Un vampiro…

Quali benefici ne avrei tratto?

E quali malefici si sarebbero impossessati di me?

Non lo sapevo e forse sarebbe stato meglio non saperlo,

per quanto riguardava la seconda parte.

Avrei sperimentato nuovi brividi,

brividi impossibili ai semplici umani,

brividi che superavano tutte le barriere dell’umanità.

Eppure questo non bastava a tranquillizzarmi o

a rendere il fatto meno terrificante.

Sarei stato cosa?

Un mostro? Un attrazione?

Non volevo questo ma, all’immortalità, non si può girare le spalle.

 

 

                                                 2° *La Storia di Carlisle*

                                                                                  Dedico questo capitolo a Locke

‘’Io un vampiro?’’ Mi domandai interiormente.

Non lo credevo possibile: mai avevo creduto ai miti, alle leggende…

Certo, mi piaceva leggere libri riguardanti l’argomento, ma non avevo mai creduto veramente nell’esistenza di quei personaggi mitologici.

Intanto, Carlisle prese a raccontarmi la sua storia:

- La mia storia ebbe inizio a Londra, precisamente nel 1640, l’anno della mia nascita.

Non mi soffermerò più del dovuto sui miei anni da bambino e da adolescente,

ti dirò solo il fatto che crebbi con mio padre, mia madre non fu presente nella mia crescita:

ella morì quando io nacqui.

Un fatto che però è di vivida importanza per noi, ora, è il periodo di persecuzione religiosa

che in quel secolo vi era presente.

Un’altra cosa importante per la comprensione del racconto è che mio padre era un pastore anglicano, egli guidava la caccia a coloro che, recentemente, vengono definite creature mitologiche. Avrai tu capito che nella seguente categoria rientrano i vampiri.

Nel 1640 si credevano esistenti codeste creature ed esse erano portatori di male e oscurità, si riteneva. Dunque li si cacciavano, giustificandosi  con la liberazione del male nel mondo.

Ma non è da trascurare la morte di poveri disgraziati:

l’epoca rozza e l’ignoranza costante causavano morti di umani, colpevoli solo di essere stati confusi con creature deplorevoli.

Eppure come un vile fellone non feci nulla per evitare queste morti, talvolta sapendo che fossero umani quelli condannati come creature oscure. Forse temevo l’ira di mio padre, oppure semplicemente mi scarseggiava il coraggio necessario.

Ero condannato: io stesso avrei dovuto uccidere coloro non colpevoli un giorno, ed il pensiero macabro m’invadeva ogni giorno il corpo e l’anima, scuotendomi di brividi per il terrore.

Eppure la vecchiaia giunse a mio padre e a me giunse l’incarico di usufruire il suo posto.

M’impegnai per trovare creature maligne e non persone innocenti. Ci riuscì.

Scovai un rifugio di vampiri, rifugiatisi nelle fogne della città.

Con il resto della mia cittadina mi apprestai a tendergli un’imboscata,

per liberarci di loro e dei loro spiriti malvagi.

Con armi ora antiche, torce e forconi la città era riscaldata dal fuoco della battaglia che

presto si sarebbe scatenata ferocemente come una irrequieta notte di tempesta.

In cuor mio pregavo perché il bene e la forza ci accompagnassero nella lotta contro quegli esseri.

Ci appostammo un poco indietro dal loro rifugio e ci restammo per una buona ora senza nulla:

ormai m’accusavano di aver errato, che non ci fosse nessuna anima impura nei paraggi.

Ma poco dopo, uno dei bevitori di sangue umano uscì dal suo nascondiglio e senza alcun problemi ci individuò –probabilmente aveva sentito l’odore del nostro sangue-.

Con voce appena udibile chiamò gli altri in lingua latina. Gli stava chiaramente avvisando che

la loro cena era appostata proprio al di fuori del loro nascondiglio.

Convinta che fosse troppo afflitto dalla sete di sangue per fuggire o combattere, lo attaccai ferocemente con il mio forcone. Ma esso non faceva nulla altro che attorcigliarsi come plastilina contro il suo petto d’acciaio.

Ghignando a malapena  mi si avvicinò velocemente, affondando subito dopo i suoi denti nella carne del mio corpo. Fortunatamente non ero solo in questo scontro:

gli abitanti della cittadina gli furono addosso in un secondo, cercando di scalfirlo.

Prese la saggia decisione di fuggire, ma non senza aver ucciso due uomini ed essersi portato via un terzo. La folla lo rincorse aggressiva, senza badare a me.

Avrei voluto morire e farla finita ora, tanto sapevo benissimo che sarebbe stata quella la mia fine.

Mio padre avrebbe bruciato tutto ciò che il mostro avesse avvolto nella sua vita oscura,

qualunque cosa avesse toccato, calpestato e morso… Tutto ciò che era stato infettato.

L’istinto di sopravvivenza invase tutti i miei sensi e mi permise di strisciare in una zozza cantina malandata e in disuso. Mi seppellì sotto a dei puzzolenti sacchi di patate marce,

cercando di resistere all’impulso di urlare, per non essere scoperto. Mi fu molto difficile,

ma credo che tu riesca a capire. Non avrò la necessità di raccontati cosa provai, Edward…-

Sussultai, il ricordo del dolore della trasformazione era ancora vivido nella mie mente.

Mi scoprì affascinato dal racconto di Carlisle:

Sembrava uno di quei libri che amavo leggere. Lo guardai, ansioso del continuo.

Mi regalò un lieve sorriso e continuò:

-Tre giorni dopo ero un vampiro e me ne resi conto con immenso disgusto.

Odiavo me stesso, tutto ciò che ero diventato. Non m’importava nulla dell’immortalità e tutto ciò che scoprì in seguito. Non trovando nessuna motivazione per continuare la mia esistenza sotto tali sembianze, provai l’autodistruzione. Ma gettarsi da grandi altezza, cercare d’affogarmi e provare a morire di fame –anzi, sete, è più appropriato- non mi serviva a nulla:

mai ottenni risultati da questi tentativi di suicidio. Ero indistruttibile.

Quindi pensai a non nutrirmi, se proprio dovevo esistere.

La mia idea di base era di continuare a non nutrirmi.

Eppure la sete che mi divorava diminuiva la mia forza di volontà e dovetti tenermi a distanza dagli umani e dai centri abitati o molto frequentati. Come in isolamento, se mi comprendi.

Ero in un bosco isolato, quando scoprì la mia salvezza.

Camminavo svogliatamente, cercando con tutte le mie forze di reprimere l’impulso di nutrirmi.

Passò un cervo ed i miei occhi lo focalizzarono immediatamente, senza difficoltà alcuna.

Senza quasi accorgermene mi accovacciai, tesi i muscoli e scattai.

Fui addosso a quel cervo e mi nutrii del suo sangue.

E lì trovai la mia soluzione:

Non era più necessario soffrire la sete –soprattutto perché diminuiva la mia forza di volontà-, avrei potuto nutrirmi del sangue degli animali.

Infondo da umano avevo già mangiato selvaggina,

l’unica differenza era che ora mi nutrivo di una parte che prima avevo sempre scartato.-

Mi sorrise nuovamente, garbato. Io restituì il gesto.

Questo Carlisle mi affascinava, reprimeva qualcosa a cui l’avevano condannato…

Di cui non aveva colpa. Cercava di essere qualcosa di migliore.

Un gesto nobile, senz’altro.

Osservai i suoi occhi: Erano lontani anni, decenni, secoli…

-Col passare dei secoli, iniziavo a sviluppare una certa immunità verso il sangue umano.

Questo mi permise di diventare dottore, con molto tempo, sofferenze, rinunce ed abilità.

In ogni modo, studiavo per tutto il mondo medicina, cercando di ampliare le mie conoscenze.

Ero in Italia, quando incontrai i Volturi, di cui ora ti racconterò..

Erano una congrega di vampiri civilizzati, per così dire, molto diversi da quelli che incontravo in Inghilterra. Eleganti ed impeccabili erano l’esempio di vampiri da ammirare.

Aro, Marcus e Caius erano i loro nomi.

Nonostante fossero civilizzati ed educati, si nutrivano di sangue umano. Era questo probabilmente il loro unico difetto.

Cercavano di convincermi a cibarmi dalle persone, e io cercai di convincere loro a nutrirsi di selvaggina.

Nessuno delle due schiere giunse naturalmente a convincere l’altra.- Mi rivolse un altro sorriso cortese.

-Vieni- disse poi, invitandomi a seguirlo fuori dalla camera.

Mi guidò in uno studio –probabilmente il suo- e sulle pareti potevo notare alcuni quadri.

Sfiorò un quartetto di figure piuttosto composte, sistemato sulla balconata più alta, che osservava calmo il viavai sottostante. Esaminai attento i lineamenti degli uomini raffigurati.

M’indicò successivamente tre degli uomini rappresentati: due dai capelli neri, l’altro bianchi come la neve.

-Protettori notturni delle arti-.

(Twilight)

Capì che il quadro che mi aveva indicato rappresentava il suo periodo in Italia e che i tre uomini sulla cornice –il quarto era indubbiamente lui- erano Aro, Marcus e Caius.

Protettori notturni delle arti, li aveva chiamati.

Questa strana definizione mi affascinava, ma al tempo stesso m’inquietava terribilmente.

-Che fine hanno fatto?- Domandai, curioso.

-Sono ancora lì-.

 

 

*Lilian spunta fuori all’improvviso*

Ecco il secondo capitolo –riscritto- , anche questo piuttosto corto ç_ç

Mi dispiace ragazze, io ci provo, ma sono abituata a scrivere cose corte.

Però ho aggiornato presto, no? ^.^ E, inoltre, ho una buona notizia!!!

Ho già scritto tutto fino al 4° capitolo e ne ho già pronto metà del 5°! =D

Uh, dato che ci sono voglio farvi notare che ogni capitolo avrà la propria prefazione.

Il perché non lo so nemmeno io xD

 

 

ATTENZIONE:

Essendo io persona imprevedibile nelle date di aggiornamento,

per chi volesse, posso tenerlo informato degli aggiornamenti di questa storia ^.^

Ma solo a chi vuole, naturalmente.

ATTENZIONE 2:

Le parti sottolineate e in corsivo sono dei pezzi estratti da Twilight.

Bene, finite le scuse e gli avvisi: passiamo ai ringraziamenti! =D

 

 

 

Whattina: Davvero ti piace come descrivo il pov del nostro neo vampiro?

Bhe, grazie mille! ^_^

Sono felice che quella frase ti sia piaciuta, l’ho scritta soffermandomi sui sentimenti di una perdita e dell’impossibilità di sfogarsi.

In ogni modo, sono felice che la mia storia renda curiosa.

Parlerò certamente degli anni bui di Edward, mi soffermerò anche sulla minima sfumatura che la meyer ha reso nota della storia del nostro amato vampiro.

 

 

 

_BellaBlack_: Sì, era proprio questa ^_^

In effetti ci ho messo un po’ a pubblicarla, te ne ho parlato parecchio tempo fa,

ci credo che l’hai aspettata per tanto xD

sono felice che ti piaccia e ti ringrazio per essere stata comprensiva per i miei tempi d’aggiornamento. Però con il ‘’non ti corre dietro nessuno ’’ mi sono immaginata la scena di qualcuno che mi rincorre per prendermi a padellate xD

Sarò normale? No eh?

Comunque per le recensioni alle mie storie stai tranquilla, non devi se non ti va. ^_^

A presto! =D

 

 

 

Iside5: ti ringrazio tantissimo per avermi segnalato l’errore,

sei stata di grande utilità ^.^

Però devo farti una confessione…

Era lo scorso capitolo il capitolo uno xD

Ma avevi tutte le ragioni di credere fosse solo una prefazione, e non prefazione + capitolo. Era un po’ corto come capitolo xD

In ogni modo sono felicissima del fatto che pensi che prometta bene, davvero =D

Grazie mille iside! ^^

 

 

 

SoleDincht,: Ma quale disturbo, non ho fatto assolutamente niente ^.^

Grata? Oddio ho fregato l’idea a qualcuno senza neanche saperlo,

mi dispiace. Stai scrivendo una fanfic su Twilight? Ho controllato nel tuo accaunt, ma non ho trovato nessuna fanfic con quel titolo, quindi suppongo sia in progettazione.

Appena pubblichi fammi sapere! =D

Comunque, tornando alla risposta alla recensione, devo dirti che era lo scorso capitolo il primo xD O meglio, prefazione + capitolo uno.

Ti ringrazio tantissimo per i complimenti e per il commento ^.^

 

 

 

redRon: *Lilian tossicchia*

Ehm, lo scorso capitolo era anticipazione + capitolo uno…

Quindi questo capitolo non è nessuna meraviglia xD

Ma ti ringrazio moltissimo per la recensione, sai quanto mi piacciano i tuoi commenti, anche se so di non meritarmi tutti questi complimenti.

Ti voglio bene,

tua Lily (oppure sirius hahaha xD)

 

 

 

Patience90,: Ninny Nana, grazie!!!

Non sai che piacere leggere i tuoi commenti! =D

Sì, lo so. Ma più che tutte le cose che hanno a che fare con lui ti attira il nostro vampiro stesso xD (E io mi associo, è troppo… bhe, troppo :P)

 

 

 

Locke: Con questa recensione sei stata tu a lasciare la bocca aperta a me!

Tutti questi complimenti… Bhe, mi hanno commossa!

Sentirmi dire che il mio stile è tra i migliori, sublime ed impeccabile è qualcosa di… unico. Non so quasi cosa dire, a parte ringraziarti all’infinito e

dedicarti questo capitolo. ^.^

Spero che tu non abbia fatto indigestione ‘’divorandoti’’ questo capitolo xD

Un kissone,

Lily

 

 

 

PenPen:

Sono felice che ti piaccia ^.^

Grazie mille della recensione, mi fai sempre un gran piacere.

 

 

 

E ora…

Commentino…?

  
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