Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush
Segui la storia  |       
Autore: HeyFox    01/10/2013    7 recensioni
- Perche' lo stai facendo, lentiggini?- Chiese un'altra volta, sussurrando.
Gli diedi una leggera spinta - Se mi chiami un'altra volta "lentiggini" giuro che sarai morto.- Dissi con finta aria minacciosa e un dito puntato contro il suo petto.
Non mi ero nemmeno accorta che la sua tenuta da football fosse scomparsa e che in quel momento indossava soltanto una di quelle camicie che dava l'ospedale.
Lui arrossi' leggermente, poi punto' anche lui un dito contro di me - E tu non hai ancora risposto alla mia domanda, lentiggini.- Disse divertito abbassando il viso per nascondere il rossore.
Scoppiai a ridere a quella scena - Non ti ho mai visto arrossire!- Esclamai ammiccando con lo sguardo.
Lui alzo' un sopracciglio - Mi stai per caso prendendo in giro?- Chiese divertito.
Io feci una faccia che doveva sembrare indignata - Ma chi, io? Lo avrei fatto due mesi fa, ma adesso non mi permetterei mai.- Dissi con voce seria, anche se mi veniva da ridere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Mess'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo autore.
Questa volta voglio scrivere il mio spazio all'inizio, anche se non so bene il perche'.
Ebbene si ragazzi, questo e' l'ultimo capitolo. Il diciasettesimo e ultimo capitolo.
Non so a voi, ma a me manchera' questa storia. Per questo sono sicura al settanta per sento che faro' un sequel, anche perche' non potrei vivere senza rompervi le balle e senza ricevere le vostrie stupende recensioni.
Vi ringrazio infinitivamente per le trentuno recensioni, per me e' il massimo, considerato che le mie storie non arrivavano mai a piu' di 4 recensioni ogni dieci capitoli. Mi fate sentire meno una nullita'.
E vi ringrazio per i preferiti, seguiti e ricordati. Ve ne rendete conto, mi avete fatto arrivare al secondo posto della classifica delle storie piu' seguite!  Dio santo, chi l'avrebbe mai detto? Io, che ho quattordici anni, ce l'ho fatta. Mi sento onnippotente quando la vedo in seconda posizione.
Non vi saro' mai riconoscente abbastanza.
Voglio bene a tutti voi, in un modo o nell'altro.
Adesso non vi ropo piu' e vi lascio alla lettura di questo capitolo leggermente piu' lungo degli altri, che ho messo piu' di due mesi per finirlo.
Un gran abbraccio, alla prossima, Wiky.






-Papa', non voglio partecipare a quella maledetta finale! Non voglio giocare! Lo capisci o no?- dissi fra i denti a mio padre che era rigidamente seduto sulla poltrona davanti a me.
-Perche diavolo non ci vuoi partecipare?- domando' lui, duro.
Io non risposi. Spostai lo sguardo da un'altra parte, guardandomi intorno.
Dio, adesso che ci faccio caso, la casa sembra molto piu' vuota senza le cose di ma... senza le sue cose.
Papa' le ha volute togliere tutte: foto, dipinti, certificati. Tutto.
-Non ci vai perche' credi che non e' giusto divertirsi quando Angel non e' piu' con noi?- disse un po' irritato e, visto che io non rispondevo, interpreto' il mio silnezio come risposta affermativa -Gesu'.. Ma lo capisci che hai appena diciotto anni, che hai tutta la vita davanti a te? Lo capisci? Che intendi fare, passare tutta la vita a fare niente se non piangerti addosso?- disse l'ultima frase a voce alta.
Lo guardai male, con le mani tremanti -Che ne sai tu di quello che ne voglio fare io della mia vita? Eh, che ne sai? Non voglio andare a quella finale e basta. Se la caveranno benissimo senza di me! Ho gia' detto al coach che non gioco e non cambio idea. E non sarai sicuramente tu a farmela cambiare!- dissi con rabbia, alzandomi dal divano.
Anche mio padre si alzo', rosso di rabbia, con la vena sulla tempia che gli pulsava freneticamente e gli occhi lucidi -Tu vai a quella partita. E non mi importa un cazzo di quello che vuoi o non vuoi. O meglio, di quello che dici di non volere. Tu vai a quella partita, la giochi e la vinci. Io andro' a vederti e se non ci sarai, non entri piu' in questa casa, te lo giuro.- disse a bassa ma determinata voce, a un palmo dal mio viso, poi si giro' e ando' di sopra, in camera sua.
Lo guardai scomparire su per le scale, poi mi ributtai sulla poltrona. Mi coprii il viso con le mani e sospirai.
Quasi ogni giorno la stessa storia. Ormai litigare una volta al giorno era normale per me e papa' da quando mamma ci ha lasciati.
Questa situazione era impossible, insostenibile.
Deve essere venuto a sapere da qualcuno che alla finale ci sarebbero stati o tre o quattro osservatori per prendere i tre o quattro giocatori migliori e adesso vuole che io mi faccia notare.
Vuole che gioco? Bene, lo accontento. Almeno questo glielo devo. Ma non giochero' bene, me lo sento, lo so.

Uscii dalla classe di storia e sospirai, appoggiandomi un attimo al muro.
Mi stava facendo leggermente male la testa e lo sguardo dei miei compagni che mi guardavano con dispiacere misto alla compassione per la morte di mia madre non aiutava affatto, anzi, peggiorava le cose.
Non la smettevano da quasi un mese intero e la cosa, oltre ad essere snervante, cominciava ad essere pure ridicola.
-I giocatori della nostra squadra di football sono pregati di raggiungere urgentemente il professor Smith in presidenza. Sono esonerati dalle lezione fino alla fine dell'incontro.- sentii dire dal ragazzo che si occupava della radio della scuola.
Presidenza? Cosa abbiamo combinato questa volta?
Confusa cominciai a incamminarmi verso la presidenza, incontrando Brad Adamson, un mio compagno di squadra.
Gli sorrisi e lui ricambio', avvicinandosi a me.
-Cosa abbiamo combinato questa volta?- gli chiesi mentre ci affrettavamo a salire le scale.
Lui alzo' le spalle -Sinceramente, te lo stavo per chiedere io. Qualunque cosa abbiamo fatto, io e te non centriamo niente, a quanto pare.- mormoro' solamente e io annuii.
Quando entrammo nella stanza, trovammo il preside e il professor Smith seduti sulla scrivania, mentre tutti gli altri erano in piedi in un semicerchio davanti a loro. Io e Brad ci unimmo e il professore annui', facendo segno al preside di iniziare.
-Bene.. Buon giorno  ragazzi.- comincio'.
-Buon giorno a lei.- rispondemmo in coro.
-Vi abbiamo convocati qui non preche' avete combinato qualcosa, ma perche' ci e' stato un problema...- inizio' guardandoci bene. Anch'io mi guardai intorno e notai che tutti avevano un'espressione incuriosita tanto quanto la mia, se non di piu' -La settimana scorsa ci e' stata la semi finale di football delle altre due scuole, la L.A. Pubblic Hight School contro la Sonia West Hight School, entrambe di Los Angeles. Ha vinto la seconda, ma la squadra della L.A. Pubblic H.S. sosteneva che abbiano vinto perche' la partita era truccata, cosi' la Sonia West Hight School ha provato a zittirli, mettendo in atto una rissa nel parcheggio della scuola avversaria. Sono stati squalificati dalla competizione e la L.A. Pubblic Hight School non puo' giocare al loro posto perche' una buona parte dei loro giocatori e' all'ospedale..- disse il preside, sbalordendoci tutti, ma venne interrotto dal suo cellulare. Rispose e ci guardo' dispiaciuto -Scusatemi ragazzi, ma ho una commissione urgente da sbrigare. Professor Smith, continui pure lei. Vi auguro buona giornata e usate pure il mio ufficio per finire.- detto questo, usci' dall'ufficio.
-Professore, ma se non giochiamo contro la Sonia West, contro chi dovremo scendere in campo?- chiese Tyler Jackson.
Il professore sospiro' appoggiando i gomiti sulle ginocchia -Contro Manor-.
Tutta la squadra sbuffo' sonororamente.
-Mi dica almeno che giochiamo in casa. Non mi va di andare un altro anno li' da loro.- borbotto' Carlos.
Il professore rise e annui' -Si, giochiamo in casa quest'anno.- ci penso' un po' su, poi annui' -Noi dobbiamo comunque allenarci. Abbiamo tre giorni per allenarci per bene e il fatto che la partita e' l'ultimo giorno di scuola dovrebbe confortarvi un minimo e darvi un po' di quell'energia in piu'.- disse il professore, ricevendo un sorriso da tutti noi -Bene, allora in campo tra dieci minuti! E ridiamo il benvenuto a Jennifer che e' ritornata in squadra e giochera' la finale con noi- concluse con un sorriso, applaudendo.
Divenni tipo un semaforo acceso quando tutti si ritrovarono a fissarmi con un sorriso sulle labbra mentre imitavano il professore, battendo anche loro le mani.
-Ehm, grazie..- mormorai sperando che finissero in fretta -Forse e' meglio se andiamo subito a cambiarci, eh.- aggiunsi per togliermi da quella imbarazzante situazione.
Loro annuirono e uscimmo lentamente dalla stanza, avviandoci poi verso il campo nello stile di un branco di pecore.

Stavo seguendo con lo sguardo la palla che volava sopra la mia testa mentre correvo a tutta velocita' per afferrarla. Quando mi trovai nel punto giusto, mi lanciai in avanti per prenderla, mi mancava tanto cosi', ma, sfortunatamente la testata contro qualcuno mi raggiunse prima della palla.
Rotolammo a terra con le braccia aperte.
Io scoppiai a ridere e Carlos mi segui' a ruota, alzandosi.
Mi porse la mano e io l'afferrai, facendomi aiutare per alzarmi.
- Tutto bene?- chiese con il fiatone.
Annuii -Tu?-.
-Anch'io.- disse sorridendo e lasciandomi una pacca sulla spalla.
In quel momento sentimmo il fischietto del coach e i battito delle mani dal bordo campo, segno che se andava tutto bene dovevamo continuare.
Sospirammo e ci misimo in posizione, pronti a continuare.

Entrai in casa e mi sbattei la porta alle spalle mentre buttavo lo zaino sotto al tavolino d'ingresso.
Mi tolsi le scarpe "tallone contro punta" mentre mi dirigevo in salotto, buttandole poi alla rinfusa nel corridoio. Papa' mi avrebbe uccisa, ma poco importava: ero stanca morta.
Mi buttai  sul divano, nel vero senso della parola,con le braccia aperte e gli occhi chiusi.
Dopo un po' sentii qualcosa di caldo posarsi sul mio addome, cosi' aprii gli occhi per controllare e ci trovai il muso di Sonic che mi guardava con un sorriso canino sul muso mentre mi faceva gli occhi dolci, desideroso di coccole.
Gli misi una mano fra le orecchie, accarezzandolo. Scodinzolo' e fece un piccolo salto, salendomi addosso e posando il muso sul mio petto.
-Che c'e' piccolo, carenza d'affetto?- chiesi sorridendo mentre lo accarezzavo sul collo.
Lui si lecco' il naso, quasi come se volesse rispondere in modo positivo.
Risi leggermente e continuai ad accarezzarlo con gli occhi chiusi.
Avevo una voglia di dormire tremenda a causa delle sei ore di allenamento (si, avevamo saltato tutte le ore di lezione), ma dall'altra parte non volevo mettermi a dormire perche' poi non avrei preso sonno di notte.
Aprii gli occhi e controllai l'ora: quindici e quarantacinque.
Massi', posso pure andare a fare una passeggiata. Magari mi porto dietro pure Sonic, giusto per farlo correre un po' nel parco con gli altri cani.
Sospirai per reprimere uno sbadiglio -Che ne dici se andiamo a fare una passeggiata?-.
Comincio' a scodinzolare come un pazzo, saltando giu' dal divano e girando in tondo.
-Sei sicuro di volerci andare?- chiesi divertita.
Lui si sedette e abbaio' due volte con la lingua a penzoloni.
Annuii e mi alzai, per poi dirigermi verso il corridoio d'entrata raccogliendo le scarpe che poco prima avevo sparso. Presi il guinzaglio e lo misi a Sonic che se ne stava seduto impazientemente ai miei piedi.
Afferrai le chiavi al volo e aprii la porta, facendo uscire Sonic per primo.
Respirai a pieni polmoni l'aria estiva che gia' si riusciva a sentire nell'aria.
Ci dirigemmo a passo lento verso il parco in cui andavamo di solito e, quando arrivammo, lo liberai nello spazio recintato per i cani e andai a sedermi su una panchina per osservarlo.
Dopo qualche minuto sentii delle mani posarsi sulle mie spalle, facendomi sussultare.
Mi girai spaventata e tirai un sospiro di sollievo quando riconobbi April che mi sorrideva con una pallina da tennis in mano.
-April! Che ci fai qui con una pallina da tennis in mano?- chiesi facendole segno di sedersi accanto a me.
Ancora sorridente lo fece -Sono con James e Fox, il suo cane.-
-James ha un cane?-
chiesi curiosa.
Lei annui' -Si. E' quell'Alaskan Klee Klai che gioca con quel bel pastore tedesco.- disse indicando una miniatura di Husky giocare con Sonic.
Sorrisi -Sta giocando con il mio cane. Quando si dice "Tale cane, tale padrone."- dissi ridendo.
Rise pure ei, ma una voce ci fece girare.
-Chi ha il cane uguale al padrone?- chiese James con un sorriso mentre mi appoggiava una mano sulla spalla per salutarmi.
Gli sorrisi pure io mentre si sedeva vicino alla sua ragazza e le metteva un braccio attorno alle spalle.
-Io e te. Quel pastore tedesco che sta giocando con il tuo Fox, e' il mio cane.- dissi semplicemente.
Lui rise -In questo caso hai proprio ragione. Di solito si spaventa dei cani piu' grandi di lui.-.
-Nello stesso modo in cui il suo padrone si spaventa di mio fratello.-
mormoro' April con un sorriso divertito, facendomi scoppiare a ridere.
James era uno di quei ragazzi che temeva, o, almeno spaventava, di davvero poca gente, e mi sembro' strano sentire che aveva paura di Leo, il fratello di April. L'avevo conosciuto e mi era sembrato un ragazzo simpatico e dolce... ma io ero un'amica di April, e James era il suo ragazzo.... ero curiosa di sapere come gli si era presentato.
Ed esso che mi arriva la spiegazione.
-Hey, non c'e' nulla di divertente! E' un omone di due metri, di cento chili, a occhio e croce, che fa kickboxing!- esclamo' allargando il braccio sinistro, come a sottolineare il fatto sconvolgente, ma abbasso' il tono abbozzando un sorrisino quando April lo guardo' male -Ma e' dolce come una fetta di crostata.- aggiunse.
Io risi sotto i baffi, ma, infondo, aveva ragione: alla prima impressione spaventava un po', ma poi era dolce come il miele... almeno lo deduco da quelle quattro ore in cui ci ho parlato.
April annui' con un sorriso, poi gi diede un bacio sulla guancia -Non ti ha dato il benvenuto in modo... piacevole, considerato che ha minacciato di romperti la testa in cinque se mi farai soffrire, ma se lo conosci bene, e' un bravo ragazzo. Se rompete il ghiaccio, secondo me, andrete davvero d'accordo.-
Sorrisi guardandoli, mentre in mente mi si focalizzava l'immagine di Leo che, sovrastando James di circa venti centimetri, lo minacciava di morte se avesse fatto soffrire la sua dolce e piccola sorellina.
Scossi la testa e mi girai verso James -Allora, tornando al discorso originale, da quanto Fox  sta con te?-
Lui ci penso' un po', guardo' l'orologio del cellulare e si decise a rispondermi -Precisamente da...- sembro' fare un ultimo veloce calcolo -.. quattro mesi, tre giorni, due ore, venticinque minuti e venti.. ventuno.. ventidue secondi.- disse rimettendo il cellulare in tasca.
Lo guardai con un sopracciglio alzato e la bocca semi aperta, ma appena le loro espressioni diventarono divertite, mi affrettai a chiudere la bocca, cercando di riacquistare un po' di dignita'.
-Come sei stato, ehm, preciso! Una cosa incredibile!- esclamai.
Lui rise -E tu? Da quanto hai Sonic?-.
Ci pensai un attimo...  Papa' e mamma me lo avevano regalato all'inizio del quarto anno, quindi lo avevo da circa un anno e nove mesi.
-Un anno e nove mesi, circa. I miei me l'avevano regalato all'inizio del quarto anno.- spiegai.
Lui annui' -Quindi e' abbastanza giovane! Nel senso che non e' ancora entrato nella fase dell' "adolescenza".- disse facendo le virgolette.
Risi e scossi la testa -No, ancora no. Il tuo, invece, e' ancora un bambino!- dissi io.
Lui annui' -Si, e' ancora tutto da crescere ed educare.- disse con un sorriso e con lo sguardo puntato su Fox.
Sorrisi anch'io, imitandolo, senza accorgermi che April ci guardava con un sorriso.
L'occhio mi cadde sull'orario del mio cellulare che avevo in mano e mi resi conto che il tempo con loro due era volato alla velocita' della luce e ne sono sicura, papa' si sta chiedendo dove diavolo fossi finita, considerato che fossero le diciasette e mezza.
Mi alzai di fretta, afferrando il guinzaglio -Scusatemi ragazzi, ma si e' fatto tardi. Mio padre mi dara' per dispersa se non torno entro i prossimi venti minuti.- dissi, fischiando subito dopo per richiamare Sonic.
Anche la coppia si alzo' sorridente -Credo che andiamo anche noi... due ore e mezza bastano.- disse April mentre James annuiva -Vuoi che ti diamo un passaggio?- aggiunse proprio quest'ultimo, dopo aver richiamato Fox.
Sorrisi e scossi la testa mentre mettevo il guinzaglio a Sonic, che poi li ando' a salutare -No, grazie davvero. Non mi fara' male camminare per altri dieci minuti- dissi mentre Fox si nascondeva dietro le gambe del padrone, intimorito alla mia vista.
Sorrisi e mi inginocchiai, mentre James incoraggiava Fox ad avvicinarsi a me.
Lentamente, a piccoli passi, si avvicino' e annuso' la mano che gli tendevo, prima di farsi accarezzare e tornare orgoglioso e a muso alto verso il prorpio padrone.
Risi leggermente, alzandomi -Bel cagnolino, James.-
Anche lui sorrise -Tanto quanto il tuo.-
Salutai tutti e tre con una mano e nello stesso tempo Sonic camminava scodinzolando accanto a me, e, ogni tanto, si votava per lanciare delle ultime occhiate al suo nuovo amichetto.
Sorrisi mettendomi una mano in tasca, dirigendomi fuori dal parco.

Aprii di nuovo la porta di casa, slacciando subito dopo il guinzaglio al cagnolone che ando' subito a bere.
-Papa', sono a casa.- gridai.
La sua testa spunto' dalla porta della cucina.
-Eccoti finalmente! Stavo per chiamare "Chi l'ha visto".- disse con un sorrisone.
Entrai in cucina, sospetta, e mi sedetti all'isola.
-Cos'hai papa'? Cosa devo fare?- chiesi subito.
-Perche' queste domande?- domando' stupito.
-Semplicemente perche' fino a ieri sera eri arrabbiato nero con me.- spiegai lentamente.
Lui sorrise porgendomi un piatto con due pezzi di torta ai mirtilli -Sono felice perche' alla fine hai deciso di giocare la finale. Visto che alla fine lo volevi anche tu?-
Alzai gli occhi al cielo -Ecco cosa c'era sotto.- mormorai -Io vado a fare i compiti papa', e credo che non scendero' per cena.- dissi mentre mi alzavo con il piatto in mano
Mi diressi verso l'ingresso per recuperare lo zaino e mettermelo sulla spalla e dirigermi al piano di sopra.
Poco prima di entrare in camera, sentii papa' urlare -Tanto so che eri la prima a voler giocare quella finale!-.
Alzai di nuovo gli occhi al cielo, entrando poi in camera, sbattendomi la porta alle spalle.
Sospirai e mi avvicinai alla scrivania, buttai lo zaino accanto alla sedia, spazzai con un braccio intero la moltitudine di scartoffie che avevo accumuato in due settimane e, finalmente mi scaraventai sulla sedia, nello stesso modo in cui si scaraventa un sacco di patate per terra.
Afferrai i libri e li poggiai sulla scrivania,, ma mi resi conto che non avevo la minima idea di cosa ci fosse per il giorno dopo.
Sbuffai e presi il cellulare dalla tasca, componendo il numero di Logan visto che quel giorno avevo avuto tutte le lezioni con me e che dopo gli allenamenti aveva avuto la premura di andare in segreteria a chiedere i compiti, cosa che io non ho nemmeno pensato di fare.
-Pronto?-
-Hey Logan, sono Jennifer. Scusa il disturbo, ma hai per caso i compiti a portata di mano?-
chiesi giocando con una penna.
-Certo! Aspetta un attimo che salgo in camera e cerco i libri.- ma subito sentii lui che si scusava con qualcuno, la portiera di una macchina che sbatteva, il rombo del motore che si accendeva e alla fine la sua voce -Cavolo, dove diavolo ho messo lo zaino!- esclamo', ma non mi convinse.
Alzai il sopracciglio e mi alzai, andando verso una delle due finestre, quella che dava sulla strada e mi appoggiai al muro con una spalla, aspettando pazientemente.
Dopo circa cinque minuti, come sospettavo, vidi arrivare la sua macchina a tutta velocita' e inchiodare davanti casa sua.
Scesi in fretta ed entro' trafelato in casa e sentii dal cellulare varie porte che sbattevano.
-Ma dove sono andati a finire?- chiese fra se con un leggero fiatone, mentre mi spostavo verso l'altra finestra proprio mentre la porta di camera sua si apriva e lui afferrava lo zaino da sotto la scrivania.
-Eccoli!- disse lui al cellulare con un sorrisone.
-Bene, grazie.- dissi come se non fossi al corrente di tutto.
Tiro' fuori un foglio da un libro e comincio' a dettare, mentre io mi scrivevo tutto su una pagina di un quaderno qualsiasi.
-Allora... Di storia da pagina 542 a 546. Matematica pagina 620 esercizi 163-164-179-180-185. Inglese il testo pagina 226 con tutte le proposte di lavoro e chimica da ripetere gli ultimi due capitoli.- disse e lo vidi rimettere il foglio nel libro -E' tutto.- aggiunse.
-Okay, grazie. Adesso...- dissi avvicinandomi di nuovo alla finestra da cui potevo guardarlo -spiegami perche' sei arrivato in fretta a casa da una parte sconosciuta solo per darmi i compiti.- dissi.
Mi parve di vederlo arrossire, poi balbettare un po'. Alla fine si mise una mano dietro al collo -Beh, ecco.... stavo con Cloe e.. Aspetta, come fai a sapere che non stavo a casa?- chiese con un sopracciglio alzato.
Risi piano -Guarda dalla finestra vicino al tuo letto.-.
Lui lo fece e incontro' il mio sguardo, scoppiando poi a ridere -Scoperto.- mormoro' semplicemente.
Lo salutai con una mano e un sorriso e lui ricambio' -Allora, come mai hai lasciato Cloe al suo destino per accorrere in mio aiuto?- chiesi.
Sorrise -Beh, con Cloe e' sempre una noia: o mi trascina dalle sue amichette oche o in centri commerciali.. Molto meglio stare in camera mia, davanti alla finestra a conversare con te.- e alla mia risata aggiunse -No, dico sul serio.-
Come e' bello illudersi che lui si interessasse piu' a me che a Cloe.
Gli sorrisi -E' cosi terribile stare con lei?- chiesi con finta comprensione.
Lui annui' -Oh si. Non e' proprio una favola stare con lei.-
Risi piano -E allora perche' continui a stare con lei?- domandai curiosa.
Lo vidi agitarsi di nuovo al di la' della finestra. Inizio' a passarsi nervosamente la mano dietro al collo, gesto che venne seguito du un balbettare imbarazzato, interrotto da un'altra mia risata.
-Beh, ehm, ecco... perche' ormai ci sto d'abitudine. E poi, visto che la ragazza che mi piace e' troppo per me, tanto vale non rovinarmi la carriera da puttaniere, giusto?- mi fece l'occhialino con un sorriso triste sulle labbra.
Ma che diavolo...? Lui non era abbastanza per quella maledetta ragazza? Ma si e' fatto di crack o di allucinogeni?
-Hey, hey, hey, ma che diavolo dici? Quella ragazza e' troppo per te? Ma sei fuori?!- quasi gridai per lo sconcerto -Logan- continuai calmando il tono -tu sei un bravo ragazzo, uno dei migliori che io conosca e non credo che quella ragazza sia migliore di te. Secondo me dovresti lasciare Cloe e provarci... E soprattutto fregartene dell'immagine che ti sei creato in questi anni- conclusi provocandogli un sorriso piu' aperto -E adesso, dopo aver consumato quasi tutta la mia ricarica, che ne dici se vieni a casa mia cosi' facciamo i compiti insieme?- aggiunsi.
-Certo, con molto piacere! Arrivo subito!-.
Detto fatto, ci trovammo a fare i compiti insieme per tutto il pomeriggio, tra discorsi seri e risate stratosferiche.
Peccato che quel pomeriggio non mi resi conto che Logan, da quel giorno, comincio' a riolgermi sorrisi piu' doci, il tocco delle sue mani divento' ancora piu' delicato e il suo sguardo inizio' ad avere una luce diversa dal solito, piu' dolce, piu' desiderosa, piu' tenera.
Peccato che non me ne accorsi, magari avrei sventato una catastrofe che stava per accadere alla mia insaputa.

-Siete pronti ragazzi?- urlo' il coach negli spogliatoi, in piedi davanti a noi che stavamo seduti su delle panche, frementi, con la nostra divisa da football addosso.
Si, era il giorno della finale. Dopo gli ultimi tre giorni di estenuanti allenamenti e' arrivato il gran giorno e tutti noi eravamo gasatissimi e svegli al cento per cento.
-Si, signor capitano!- urlammo in risposta noi, nello stesso stile di "Spongebob".
-Non ho sen.. Ehy, aspetta, avete sbagliato cartone.- disse lui ridendo -Riproviamoci- aggiunse facendo ridere noi -Siete pronti raazzi?-
-Si coach!-
urlammo insieme prima che lui annuisse felice.
-Bene ragazzi, oggi ci sono degli osservatori li' fuori. Non voglio che voi vi facciate fregare le opportunita' da Manor e non voglio che quelli ci sbattano in faccia un'altra loro vittoria. Quindi... dateci dentro ragazzi.- riusci' a dire prima che un ragazzo della nostra scuola che faceva il cronista annuncio' il nostro nome, seguito da un fracasso di grida e applausi, facendoci allargare il sorriso sulle labbra.
-Su, su, su! E date il meglio!- urlo' ancora il coach, battendo le mani e incitandoci ad uscire dagli spogliatoi.
Lo facemmo e, dopo la consueta presentazione delle cheerleader e noi, prendemmo posizione in campo, davanti alla mia vecchia squadra. E, caso della sorte, finii proprio davanti Greg.
Mi sorrise e mi fece l'occhiolino togliendosi il paradenti per sussurrare con la sua voce profonda e bassa che, infondo, mi era mancata -Buona fortuna Jen.-
Sorrisi pure io -Anche a te, Greg.- mormorai.
Poi la partita inizio' e lo persi di vista.

Logan, afferra quella fottuta palla che ti ho lanciato.
Era l'unica cosa a cui pensavo mentre vedevo come al rallentatore la palla abbassarsi lentamente, perdendo quota, almeno un centinaio di metri al di la' di Logan. E la cosa era poco cnfortevole, considerato che mancavano pochi secondi e stavamo sotto di un punto.
Ancora un po' e la palla avrebbe superato la linea di fine campo senza qualcuno che la tenesse e Manor avrrebe vinto.
Ma, quando persi la speranza, Logan, con le ultime forze credo, spicco' un salto impressionante, afferrando la palla al volo prima che oltrepassasse la linea.
Avevamo vinto!
Vittoria!
Poi non ricordo molto, c'era una confusione tremenda.
Mi ricordo solo che  un ragazzo della nostra scuola, Jhonny, avrebbe dato una festa la settimana seguente in nostro onore e che festeggiammo a lungo, molto a lungo.

Parcheggiai fiera la mia macchina nel parcheggio che si era creato davanti casa Miller.
Si, avevo una macchina. E si, anche la patente. Avevo fatto l'esame giusto il mese prima e la macchina era di mamma. E devo dire che la mia BMW bianca sportiva faceva la sua porca figura in quel parcheggio!
Sospirai e scesi dalla macchina, tirando su le maniche della giacca da football della nostra squadra, considerato che faceva un caldo tremendo quella sera. Ma, infondo, cosa mi aspettavo: e' il ventiquattro giugno!
Mi guardai intorno per cercare le macchine dei ragazzi, ma non c'erano, per questo decisi di aspettarli fuori.
Dopo qualche minuto, quasi in contemporanea (manco si fossero messi d'accordo), arrivarono, tutti e tre con le giacche da football e jeans, come ci era stato ordinato dall'organizzatore.
Si, ho detto tre e non quattro perche' Kendall se ne stava con altri, noi eravamo un vecchio e caro ricordo. Credo che, sotto sotto, ce l'avesse ancora con Logan e, di conseguenza, con noi che l'avevamo riammesso nel nostro gruppo di amici stretti, e questo gli dava enormemente fastidio, ma non ci potevo fare niente, ormai il danno era stato fatto. 
Comunque, tornando a noi.
I ragazzi scesero dalle loro macchine con un sorrisone sui volti e con gli occhi che brillavano.
Mi avvicinai a loro ricambiando i sorrisi.
Abbracciai James e lasciai  un bacio sulla guancia a Carlos, ma quando attivai davanti Logan sorrisi imbarazzata, non sapendo bene cosa fare. Anche  lui mi sorrise, abbracciandomi con disinvotura e lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.
Sentii tutta la faccia bruciarmi come se avessi la febbre a quaranta e passa.
Mi staccai e li guardai bene.
Era solo una settimana che non li vedevo e mi erano gia' mancati. Cosa avrei fatto dopo le vacanze, quando ci saremmo tutti divisi per prendere college diversi?
Non volevo neanche pensarci in quel momento.
James mise un braccio attorno alle spalle di Carlos -Che ne dite, entriamo o restiamo qui a scambiarci sorrisi?-.
Ridemmo -Entriamo, entriamo.- disse Logan energicamente.
Annuii e ci avviammo per il vialetto, ognuno con la testa persa nei propri pensieri.
-Allora ragazzi...- cominciai mentre entravamo -cosa intendete faaa...- mi interruppi perche' la mia mandibola era arrivata  a toccare terra.
Un enorme sala, che sembrava quella di una piccola discoteca privata, era piena di gente gia' mezza ubriaca e fatta.
Le luci soffuse e colorate creavano penombra. In un angolo c'era l'attrezzatura professionale da Dj, nell'altro un karaoke e in mezzo almeno tre tavoli con il cibo e le bevande. Un po' piu' spostato verso la parte de karaoke c'era una specie di piccolo palco.
Cercai di ricompormi mentre notavo con la coda dell'occhio che anche i ragazzi avevano la mia stessa espressione.
-Ragazzi, sicuri che siamo ne posto giusto?- chiese Logan.
La sua risposta si materializzo' dal nulla: una mora lucente, alta e poco vestia: Cloe.
-Amoruccio! Finalmente sei qui! Vieni con me!- e detto questo se lo trascino' dietro come se fosse un pupazzo di pezza.
Lo guardammo sconcertati un attimo, ma poi James addocchio' April.
-Scusate ragazzi, vado dalla mia dama che si sta annoiando.- e se ne ando' anche lui.
Lo guardai darle un dolce bacio e sorrisi. Ho gia' detto che io amo quei due insieme?
-E cosi' siamo restati da soli.- disse Carlos sospirando.
Sorrisi -Tu adesso vai a cercarti una bella ragazza li' in mezzo alla pista da ballo, mentre io vado a prendermi da bere.- dissi, ma lui stava per ribattere -E non si discute. Sbrigati!- lo zittii spingendolo verso la mischia.
Mi diressi verso il tavolo delle bevande e mi versai un bicchiere di punch. Poi un altro. E un altro. E un altro ancora, finche' non mi capito' in mano un bicchiere di birra.
Ma aveva un qualcosa di strano, un sapore un po' modificato, ma non ci badai troppo, e continuai a bere indisturbata su quel divano rosso che mi fece compagnia per mezza serata.

Stavo vagando per il piano superiore della casa di... come e' che si chiamava quel ragazzo? Ah, si, Jhonny.
Non so nemmeno come ci ero finita li' sopra.
Ero un po' brilla... Ok, forse e' meglio se tolgo "un po' ".
Ero completamente brilla, lo notavo dallo strano movimento che avevano assunto le pareti.
I ragazzi avevano gia cominciato a pomiciare con le ragazze, attaccati alle pareti oppure nelle camere da letto.
La testa mi comincio' a girare ancora piu' forte, facendomi capire sempre di meno di quel che mi accadeva intorno.
No, non avrei bevuto mai piu' tre bicchieri di birra in vita mia, soprattutto se si trattava di feste come questa.
Chissa' cosa ci avevano messo per farmi stare cosi' male.
Mi appoggiai alla parete che avevo alla mia destra, cercando di regolarizzare il mio respiro.
Chiusi gli occhi per un attimo, riordinando quei pochi pensieri che avevo per la testa, poi li riaprii.
Mi guardai intorno, soffermandomi in particolare su una coppietta: Logan e Cloe, attaccati come polipi al muro che si baciavano.
Anzi, avevo l'impressione che Cloe volesse mangiare le labbra del moro.
Storsi il naso e spostai lo sguardo sul ragazzo che si avvicinava a me con passo spavaldo.
Appoggio' le mani sul muro ai late delle mie spalle, intrappolandomi.
Sentivo una forte puzza di whisky arrivare da lui.
Lo guardai bene: non era brutto, e l'acool nel mio organismo prese il sopravvento quando si avvicino' a me per baciarmi.
Ricambiai il bacio, stringendogli i capelli.
Una parte del mio cervello, ancora non contagiato dall'alcol, arrivo' a pensare che fosse una cosa davvero squallida non sapere nemmeno come si chiamava quel ragazzo.
Non avevo la piu' pallida idea di cosa stessi facendo, ne di chi avessi davanti e neppure dove stessero gli altri ragazzi, in caso avessi bisogno di aiuto.
Le mani dello sconosciuto si facevano sempre meno timide di quel che erano, facendo diventare i suoi movimenti rudi. Tanto rudi da farmi abbastanza male da farmi passare, sicuramente, un'espressione di dolore sul volto.
Dalle labbra mi uscii un lamento abbastanza forte e dopo pochi secondi il contatto del ragazzo scomparve, come per magia.
Aprii gli occhi, meravigliata.
Logan era dritto in piedi davanti a me, con l'espressione infuriata e un pugno steso ancora davanti a se, rigido, in segno che avesse dato un cazzotto al ragazzo.
Aveva il respiro veloce, i muscoli contratti, in stato d'allerta.
Spostai lo sguardo stupito da lui alla sua ragazza che mi guardava truce: non so, ma un mio sesto senso mi diceva che il mio amico l'avesse abbandonata su un.. ehm, interessante punto.
-Non toccarla piu', capito?- ruggi' Logan, abbassando il suo braccio muscoloso.
Il ragazzo si alzo' con il naso sanguinante e un ghigno sulle labbra, mentre notavo Cloe lanciarmi un'altra saetta con gli occhi e poi scendere al piano di sotto.
-Perche', e' la tua ragazza? Non dovresti lasciarla andare cosi..E se non lo e', che t'importa?- chiese avvicinandosi a Logan, cercando di ricambiare il pugno, ma venne fermato dal mio amico, che gli storse il braccio dietro la schiena, avvicinando poi il volto al suo orecchio.
-Si, e' la mia ragazza.- ringhio'.
Il mio stomaco fece festa, invitando tutti gli animali possibili ed immaginabili a scorrazzare e a saltare.
-E tu non la devi toccare, intesi?- continuo' ringhiando e stringendo di piu' la presa sul braccio, mettendo piu' in evidenza i muscoli.
Non potevo vedere l'espressione del ragazzo perche' era girato di spalle, ma lo intravidi annuire leggermente.
Logan annui' e mollo' la prese, osservando poi intensamente il ragazzo, ancora senza nome, che si allontanava.
Appena scomparve giu' per le scale, il mio amico si giro' verso di me, con un'espressione preoccupata sul volto.
-Stai bene?- chieso con la voce tento preoccupata quanto l'espressione, con entrambe le mani appoggiate sulle mie spalle.
Annuii lentamente, facendo passare i miei occhi dal suo sguardo alle sue labbra, che in quel momento erano piu' invitanti del solito.
Ok, forse era l'effetto delle tre birre che avevo bevuto, o forse ero proprio io, il fatto sta  che le stavo pensando davvero queste cose e non era affatto un bene, non in questa situazione.
Scossi la testa. Dovevo smetterla di pensarci.
-C'e' qualcosa che non va?- chiese, riferendosi al mio gesto, senza muoversi di un millimetro.
Scossi nuovamente la testa -La tua ragazza se n'e' appena andata.- lo informai, guardando oltre la sua spalla.
Ma non appena notai con la coda dell'occhio un vero sorriso increspargli le labbra, non potei fare a meno di riconcentrarmi su di lui che prese a scuotere lentamente la testa con gli occhi bassi.
-Non importa, tanto si sentiva male.- mormoro', anche se non del tutto convinto.
Piu' lo fissavo e piu' avevo voglia di baciarlo.
-Su, andiamo, ti riporto a casa e domani ti riporto anche la macchina.- mormoro' nuovamente.
Fece per spostarsi, ma una mia pazzia lo fece rimanere sul suo posto.
Lo afferrai per i fianchi, impedendogli di spostarsi mentre mi guardava stupito.
Basto' un momento per farmi premere le labbra sulle sue, come se fosse stato un riflesso involontario.
In quel momento non m'importava del fatto che lui avesse  gia' una ragazza e che gliene piaceva un'altra, non m'importava il fatto che non provasse nulla per me..
Mi bastava sentire le sue labbra sulle mie, anche per pochi secondi, che bastarono per farmi innamorare del suo dolce sapore, quello che avevano le vecchie cicche alla menta, non troppo forte ma nemmeno troppo leggero.
Ricambio' per un attimo il bacio, poi pero' mi stacco'.
-Lentiggini, sei ubriaca, non sai quello che fai.- sussurro' sorridendo leggermente, accarezzandomi il braccio destro.
Gli sorrisi di rimando -Ma io non sono ubriaca, sono solo brilla.... e sai, molti dicono che e' proprio quando si e' brilli che si ha il coraggio di fare  davvero quello che vuoi- conclusi, mettendo la mia mano sulla sua.
Degluti' rumorosamente, socchiudendo gli occhi.
-Ti prego, smettila.- sussurro' appena, tanto che feci fatica a capirlo.
-Smettila, cosa?- chiesi con tono innocente.
Si allontano' di poco, sospirando lentamente -Di comportarti cosi'. Sei brilla, io ho bevuto qualche birra, posso pure non rispondere alle mie azioni.-.
Alzai un sopracciglio -E chi ti dice di farlo?-.
Mi fisso' intensamente.
Sposto' lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e infine alla mia mano.
Si avvicino' lentamente, senza staccare i suoi occhi dai miei, che socchiusi dopo pochi istanti.
Sentii nuovamente il suo sapore sulle labbra che pian piano cominciava a scomparire.
Aprii gli occhi, trovandomelo di fronte, con gli occhi chiusi e il respiro ancora abbastanza affannato.
Sorrisi e gli posai una mano sulla guancia ruvida per colpa della leggera barba incolta.
Anche lui sorrise, posando la sua grande mano sulla mia.
-Baciami di nuovo.- mormoro'.
Credetti di aver capito male -Scusami, non ho capito.-.
Lui allargo' il sorriso e apri' gli occhi -Invece si. Ho aspettato questo momento da molto tempo, quindi, fallo.- concluse, accarezzandomi la mano col pollice.
Non so cosa mi diede il coraggio di farlo davvero, forse l'alcool che avevo in circolazione, o forse il suo sorriso, oppure i suoi occhi magnetici, ma lo feci.
Ricambio'. Con foga, dovrei aggiungere.
Mi appoggio' delicatemente al muro, poggiando poi le mani sui miei finahci, mentre le mie andatono fra i suoi capelli, stringendoli.
Dopo un po' feci scivolare le mie mani sotto la sua maglietta e la giacca da football che indossava.
Non sapevo quello che facevo, non controllavo totalmente le mie azioni, seguivo semplicemente quello che mi diceva il cuore.
-Jen..- mormoro' staccandosi di un millimetro - Non sei in te, non e' il posto...- disse e volle aggiungere qualcos'altro, ma lo interruppi.
-Tu... parli sempre poco e niente, ma poi parti a macchinetta nei momenti meno opportuni.- dissi ridendo e contagiando anche lui.
Questa volta le sue labbra si muovevano dolcemente, in totale sincronia con le mie.
Lentamente cominciammo a spostarci, fino ad entrare in una camera da letto.
A quel punto Logan si stacco' nuovamente, questa volta allantanandosi anche.
Lo guardai confusa mentre si appoggiava alla porta, osservandomi.
-Jen, sul serio.- comincio' abbassando la testa per guardare le punte bianche delle sue Nike -Tu sei una ragazza fantastica, mentre io... Io sono solo uno povero squilibrato a cui servirebbe una bella dritta. Non sono il ragazzo giusto per te, anzi, non lo sono per nessuno. Nessuno sarebbe felice con me, non saprei renderlo felice.- concluse rialzando lo sguardo, gli occhi un po' lucidi.
Sorrisi rassicurante, avvicinandomi lentamente.
Gli misi le mani sulle guance -Allora vuol dire che io sono quel "nessuno".-.
Ricominciai nuovamente ad avvicinarmi senza staccarmi dai suoi occhi.
Poi successe tutto velocemente, ma allo stesso tempo in modo dolce.
Era bello, anzi, che dico, fantastico, meraviglioso sentire le sue calde e grandi mani sul mio corpo, mentre sentivo scosse di piacere pervadermi.
Le sue labbra, morbide e leggere che si posavano si di me.
I suoi ansimi accanto al mio orecchio mi facevano venire i brividi, mentre i suoi gemiti soffocati mi facevano sorridere mentre tenevo gli occhi chiusi.
Quando ormai eravano allo stremo, mi strinsi a lui, passandogli le braccia attorno alle sue larghe spalle.
Mi ricordo che udii un suo sussurro quando eravamo stretti uno all'altra sotto le coperte, con ancora il respiro poco regolare.
-Ti amo.- lo sentii sussurrarmi all'orecchio, lasciandomi infine un leggero bacio sulla fronte.
Mi addormentai cosi', con la testa appoggiata sul suo bollente petto, le sue braccia strette in modo protettivo attorno a me, il battito regolare del suo cuore che faceva da ninna-nanna e l'incertezza se quelle due parole fossero reali o solo frutto della mia fervida immaginazione.

Mi riscossi dal sonno, ma non aprii gli occhi.
Sorrisi e mi beai del ricordo della notta precedente e mi girai alla mia destra con il braccio disteso per abbracciare Logan "nel sonno", ma tutto quello che trovai fu una superficie liscia e scricchiolante di un foglio.
Aprii immediatamente gli occhi, allarmata e realizzai di trovarmi in camera mia, da sola, con il mio "pigiama" addosso.
Il problema era che non mi ricordavo minimamente di essere tornata a casa e di essermi cambiata. No, non lo ricordavo proprio.
Poi spostai la mia attenzione verso il foglio che stava sotto la mia mano. Lo presi e me lo misi davanti al naso, mentre con l'altra mano testavo la parte del letto libera. Era ancora calda. Non deve essersene andato via da cosi' tanto tempo.
Sospirai e iniziai a leggere. L'aveva sicuramente scritto Logan, lo potevo dedurre dalla calligrafia minuta ma elegante.

"Ciao Lentiggini,
lo so, sono stato un gran bastardo e vigliacco ad andare a letto con te e farti illudere proprio il giorno prima di dover partire per il Texas, dove mi hanno offerto il ruolo di secondo quarterback.
Lo so e me ne pento amaramente, non avrei dovuto lasciare libero sfogo alla tentazione. Ma non posso nemmeno dire che me ne pento o che mi dispiace, perche' e' stata la notte piu' bella ed emozionante della mia vita. Spero che sia stato lo stesso per te. Anzi, no, spero che tu non ricorda niente di tutto quello che e' successo, cosi' non soffrirai piu' del dovuto. Perche' io non voglio che soffra, soprattutto per uno come me, poi. 
Io te l'avevo detto che non sapevo rendere felice nessuno, che non ero adatto a nessuno, ma tu non mi hai creduto. E io il deficiente che non mi sono fermato. Avrei limitato i danni.
Non fare caso alle macchie piu' scure, i miei occhi hanno deciso di avere un attacco accudo di sudocosi proprio adesso.
La tua macchina e' a posto, non ti preoccupare, e' nel vialetto di casa tua. Sono tornato proprio adesso da casa di Jhonny.
Okay, non so bene come continuare. Sai che sono una frana in cose del genere, che non riesco a mettere nemmeno due parole di fila che abbiano un senso.
Ti guardo mentre dormi. Sembra che tu sorrida nel sonno. Chissa' cosa stai sognando di bello. Ma qualunque cosa sogni, spero che io sono in mezzo a quel sogno, almeno come comparsa.
Lo so che e' impossibile, ma spero che ti ricorderai di me con un sorriso sulle labbra, ripensando ai bei pomeriggi che abbiamo passato insieme.
No, okay, chi voglio prendere per il culo. Mi ricorderai come lo stronzo piu' grande del mondo, che prima ti ha incantata e poi ti ha portata a letto, per lasciarti da sola la mattina seguente con un bigliettino di scuse.
Beh, la prima parte magari e' vera, ma la seconda, te lo giuro e rigiuro, non lo e'.
Io ti amo.
E non lo dico per circostanza o per togliermi un po' di colpa. No.
Ti ricordi quando ti ho detto che c'era un'altra ragazza che mi piaceva sul serio e che era troppo per me in tutti i sensi? Bene, stavo parlando di te. Solo e unicamente di te.
Mi ricordo la prima volta che ti ho visto: assomigliavi tremendamente a Erin la prima volta che era entrata nella scuola. Eri tale e quale a lei e ammetto che forse, all'inizio, mi piacevi o, almeno, provavo attrazione per te perche' assomigliavi a lei, ma dopo che ti ho conosciuta per bene, mi sono reso conto che ero innamorato proprio di te.
E le tre settimane a casa tua, dopo che sono tornato dall'ospedale? Li' la cosa si e' intensificata.
A tua insaputa, quando tu e Jason dormivate, io mi intrufolavo in camera tua e ti osservavo dormire con un sorriso sulle labbra. Poi mi addormentavo sulla tua poltrona e mi svegliavo alle cinque, giusto dieci minuti prima di tuo padre e tornavo in camera.
E sai perche' mi sono messo con Cloe? Non perche' mi piacesse, ma perche' ti volevo dimenticare. Ti volevo dimenticare perche' non riuscivo a vedere te e Carlos scambiarvi dolci effusioni in mia presenza, quindi ho cercato di sopprimere i sentimenti per te con un'altra relazione, ma non ha funzionato.
Poi siamo arrivati a ieri. Non riesco a spiegarti cosa ho provato. Non ne avevo mai abbastanza, volevo continuare, ma tu ti eri gia' addormentata.
Ti ho portata a casa in braccio mentre stavi accoccolata al mio petto. 
Non ti preoccupare, tuo padre non sa niente. Gli ho raccontato che ti sei addormentata sul divano mentre parlavamo.
Cavolo, si e' fatto tardi. Alle otto e quaranta ho l'aereo. Mi devo sbrigare se non voglio perderlo.
Adesso ti saluto, cosi' posso mettermi altri cinque minuti accanto a te.
Ti amo Lentiggini e, anche se e' squallido dirlo con una lettera, ti amo sul serio.
Spero che non mi odierai.
-L.Henderson"


Guardai imbambolata la lettera per un attimo, poi guardai l'orologio: le sette.
Ci voleva un'ora e mezza per arrivare all'aereoporto. Dovevo sbrigarmi se volevo ancora rivederlo, almeno per dirgli che lo amavo anch'io.
Provai a chiamarlo al cellulare, ma mi diceva che il numero era spento o inesistente.
Mi cambiai al volo, letteralmente, e afferrai le chiavi della macchina, fiondandomici.
Sfortunatamente trovai traffico. Molto traffico.
Imprecavo come uno scaricatore di porto al volante, ma non aiutava molto, quindi, alla prima occasione, parcheggiai la macchina in un parcheggio.
Scesi e chiusi a chiave, poi mi misi a correre come non avevo corso nemmeno alla finale. Correvo come il coach ci faceva correre nell'ultimo allenamento.
Sentivo i polmoni iniziare a scoppiarmi, la gola bruciare e i polpacci iniziare a farsi molli, con qualche crampo qui e li', ma non avevo nessunissima intenzione di fermarmi o di rallentare.
Guardai l'orologio digitale di una farmacia: otto e trenta.
Dieci minuti. Dieci fottuti minuti per arrivare all'aereoporto che si trovava ad almeno altri dieci isolati di distanza.
Fare dieci isolati in cinque minuti, per averne altri cinque per parlare con Logan? Matematicamente impossibile. E lo dico io che di matematica ci capisco poco e niente.
Aumentai ancora di piu' il ritmo, anche se il mio cuore, i polmoni, i muscoli e il cervello mi stavano mandando liberamente a quel paese.
Finalmente arrivai e mi misi a cercare il volo di Logan sul tabellone.
Lo individuai: in fase di imbarcaggio.
Mi misi a cercare disperatamente il gate dell'aereo e quando lo trovai il mondo mi crollo' addosso.
Le porte ormai erano chiuse e non c'era nessuno ad attendere fuori, dopo aver cambiato idea.
Logan non sarebbe spuntato dietro la mia schiena dicendomi un doce e smielato "Vedi, sono rimasto. Ci ho ripensato. Sono rimasto per te e faro' il lava bagni della scuola.". No, non sarebbe successo.
Non siamo in una di quelle soap opera messicane o spagnole, dove andava a finire tutto bene.
Sentii una lacrima mercorrermi la guancia, poi un'altra e un'altra ancora.
Schiaccia la mia fronte contro il vetro che dava sulla pista di partenza, dove l'aereo di Logan si stava gia' alzando in volo.
Guardai l'orologio: otto e quarantatre.
Tre fottuti minuti mi avevano impedito di fermarlo. Tre fottutissimi minuti.
Perche' Logan non e' rimasto,  facendo come in quelle soap opera citate prima. Per quanto smielate e dolci fossero, le preferivo di gran lunga.
Perche' Logan mi aveva fatto questo?


To Be Continue....?






P.S. angolo autore.
Ok, dite che mi dovrei dileguare per un po' per avervi lasciato cosi', sulle spine, per eivare che voi mi uccidiate?
Vi voglio bene lo stesso.
Questa volta sul serio alla prossima.
Wiky
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush / Vai alla pagina dell'autore: HeyFox