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Autore: allsecrets    30/03/2008    7 recensioni
In una guerra tra clan Sasuke Uchiha, giovane lord della potente casata dovrá sopravivere alle battaglie e all'amore incerto per un giovane...
Genere: Romantico, Erotico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Odio, paura, ormai era da un mese che Naruto passava tutte le notti insieme a quel essere a farsi torturare in modo disumano...Molti ormai lo chiamavano il suo “amante” ma Naruto non sapeva se lo si poteva definire così il loro rapporto, infondo essere il suo amante vorrebbe dire farlo volontariamente e non era quello che lui faceva.

 

Cioè, non che lui nn facesse niente, aveva tentato piú di una volta di fuggire, ma sua madre lo aveva rintracciato più di una volta e per quanto lui fosse veloce non poteva certo competere con sua madre che aveva oltre cinquemila anni d’esperienza alle sue spalle!

 

Ormai aveva completamente perso la speranza, sopportava tutto quello che succedeva con passività, spesso beveva per sopportare il dolore e quando sua madre gli diceva che era troppo giovane per bere lui le ricordava che era anche troppo giovane per fare la puttana.

 

Per distrarsi passava giornate intere a suonare, leggere, imparare a ballare, per distrarsi dai suoi pensieri, che gli ricordavano che la sua vita stava diventando vuota e fredda, senza gioia, sneza felicità, senza alcuno scopo se non quello di ritrovarsi tutte le notti sotto quel maledetto sporco pedofilo a farsi prendere senza pietà contro la sua volontà.

 

C’era un’altra via che Naruto aveva tentato di prendere. Il suicidio.

 

Quella notte era entrato in camera sua, aveva preso una katana e se l’era posizionata sulla gola. Stava piangendo, aveva bevuto molto per farsi coraggio, un taglio netto e sarebbe tutto finito, niente più notti insonni, niente più “doveri”, solo un riposo eterno. Prospettiva molto allettante.

 

Chiuse gli occhi deciso di farla finita. Posò la lama sulla pelle, chiuse gli occhi. 1-2-3! Con un colpo scaraventò via l’arma, dio non ci riusciva... frose era meglio provare con il veleneo, sarebbe stato più facile, il veleno faceva sembrare la cosa naturale, non c’era ne il freddo della lama, ne il fatto che dovessi essere tu a dare lo stopo definitivo alla tua vita, era come dire più pulito.

 

Certo, sarebbe stato meglio usare il veleno, ma doveva essere un veleno potente, uno Yoko non poteva venire ucciso da un veleno qualunque, doveva essere talmente potente da uccidere almeno una mandria d’elefanti. Per esempio un litro di veleno del cobra reale. Ma non poteva bere un litro intero di un veleno, ci voleva troppo tempo, in quel poco tempo che passava avrebbe potuto avere un attacco di panico oppure il suo ridicolo istinto di sopravivenza poteva avere la meglio, non doveva trovare qualcosa di rapido.

 

Andò da sua madre.

 

“Ditemi madre, quanti modi esistono per uccidere uno Yoko?”

“Per quale motivo lo vuoi sapere Naruto-chan?”

“Semplice, voglio diventare più forte e uccidervi, per poi uccidere Orochimaru, per essere libero.”

La volpe guardò il ragazzo dall’alto con quegli occhi di fiamme che avrebbero fatto rabbrividire chiunque altro, ma non Naruto, che rimase impassibile.

“Bene, ti dirò quello che vuoi sapere.”

 

Il veleno del cobra nero delle lande di cristallo era l’unico veleno in grado di uccidere in giro di pochi minuti uno Yoko, perfetto, ora l’unico problema era trovare il veleno che era maledettamente raro ed estremamente costoso.

 

Trovò un ottimo alleato in Sai il nipote del lord Kutoshi, si comportava in modo estremamente gentile con lui, certo non si illudeva che volesse semplice amicizia, non era così stupido da non notare i suoi sguardi, i suoi tocchi falsamente innocenti e Naruto sapeva benissimo che avrebbe potuto usarlo, certo si sentiva una merda, ma decise che per una volta doveva pensare un pò a quello che voleva lui.

 

Aveva solo dieci anni e giá pensava e ragionava come molti adulti non erano in grado di fare e certi pensieri avrebbero fatto rabbrividire anche l’adulto più maturo.

 

*

 

Un giorno Orochimaru portò Naruto a fare una passeggiata al di fuori delle mura del palazzo. Passeggiata così per dire, vennero trasportati per tutto il tempo su una portatina.

Orochimaru parlava e parlava, parlava della bellezza dei paesaggi, dei monumenti, dei templi, il biondo non ascoltò niente, più che altro si concentrò sulla popolazione.

 

Vide molta gente povera, affamata, ammalata, bambini sporchi, vestiti di soli stracci, magri fino all’inverosimile, infortunati. Troppa gente che aveva conosciuto glis tenti di una vita piena di privazioni, troppi bambini che sarebbero cresciuti conoscendo sollo quella...

Vide sguardi di disprezzo, verso di lui, che era ricco, ma sopratutto verso il lord, che regnava con prepotenza, nella ricchezza e nel lusso, senza interessarsi per i bisogni di chi non fosse lui stesso.

Naruto capì inoltre che l’unico motivo per cui continuava a regnare era la sua forza.

 

Era ancora immerso nei suoi pensieri quando un bambino giocando cadde davanti ai cavalli, bloccando così il loro cammino.

Il lord si arrabbiò molto per quella piccola interruzione, ordinò di trattenere il bambino, Naruto incominciò a capire cosa Orochimaru volesse fare quando prese il bastone di una delle sue guardie e scese dalla portantina, il biondo lo seguì: “Mi signore, non vedo motivo per cui dovremmo perdere tempo con un moccioso come lui.” Tentò di fermarlo.

 

L’uomo si fermò davanti al bambino, non si curava delle suppliche della madre che chiedeva pietà, ne dello sguardo spaventato del bambino che avrebbe fatto impietosire persino la madre di Naruto, famosa per la sua crudeltà.

“Così imparerai mocciosetto a guardare dove metti i piedi.” Alzò il bastone, pronto a colpire e Naruto reagì senza pensare.

 

Si mise davanti al bambino, guardò il suo signore negli occhi, poi cadde sulle ginocchia e si inchinò profondamente, toccando con la fronte il terreno: “La supplico, lo perdoni, è solo uno stupido bambino, non l’ha fatto apposta. Sii clemente.” Poi alzò lo sguardo tentando di far sembrare il suo sguardo il più irresistibile possibile.

Orochimaru sbuffò e disse: “Va bene, vattene mocciosetto, ma non farti più vedere.”

 

I due si diressero di nuovo verso al portatina.

Una ragazzina corse verso Naruto, in mano teneva un piccolo tulipano bianco. Il ragazzo prese il fiore e vedendo il sorriso sulle labbra della bambina non potè fare a meno di ricambiarlo.

 

*

 

Era notte fonda, era appena tornato dalla sua solita serata con Orochimaru, indossava uno semplice yukata bianco, era seduto sulla soglia della porta e stava osservando il paesaggio quando sentì dei passi e una voce: “Ciao Naachan.”

“Ciao Sai-chan.”

 

Il moro sorrise e disse: “Ho quello che volevi.” Infilò la mano nel suo yukata nero ed estrasse una pillola.

Naruto sorrise, allungò le mani e ringraziando Sai la prese appoggiandola davanti a se: “Sei stato molto gentile.”

Sai annuì e si sedette vicino a lui: “Posso sapere per cosa ti serve?”

“Cosa?” chiese fingendosi ingenuo Naruto.

“Il veleno. Non vorrai mica uccidere mio zio!”

Naruto fissò un attimo Sai e poi sorrise: “No, non ti preoccupare, non oserei mai ucciderlo prima che ti abbia confermato l’eredità.”

Sai arrossì leggermente, colto sul fatto: “Okay, ma me lo puoi dire no? Te l’ho procurato quel veleno infondo. Mi devi qualcosa.”

 

Il figlio di Kyubi alzò le ciglia, Sai non era proprio così stupido come credeva, doveva trovare il modo per distrarlo. S’avvicinò a lui, gli appoggiò la mano sulla guancia e disse: “Sai, sei sicuro di volerlo sapere?”

Il moro spalancò gli occhi, non riuscì a dire niente.

“Sono sicuro che tu non lo voglia sapere.” Continuò Naruto.

Sai fece segno di non con la testa.

“Bene, visto? Ora sono stanco, potresti andare? Ci vediamo domani.”

Il moro s’alzò deluso e se ne andò.

 

Naruto sospirò, prese dell’acqua, alzò la pastiglia e se la portò alle labbra, quando i suoi occhi caddero sul tulipano bianco appoggiato sul tavolo, che gli aveva regalato la bambina in cittá. Pensò a tutta quella gente povera a tutto il loro dolore e come lui avrebbe potuto aiutarla, abbassò la pastiglia, andò verso la sua scatola dei gioielli e ci mise dentro la pastiglia. Non non l’avrebbe fatta finita. Avrebbe continuato ad esistere, per aiutare quella gente, certo, alla prima occasione se ne sarebbe andato, ma finchè aveva solo la scelta tra Orochimaru e la morte, avrebbe scelto Orochimaru per poter aiutare tutta quella gente.

 

Aveva trovato la sua ragione d’esistenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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