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Autore: zokmo    02/10/2013    0 recensioni
Questa è la storia di tante persone, buone e cattive, del male e del bene, dell’arte, della conoscenza, dell’amore, del potere, dell’odio… QUESTA E’ LA STORIA DEL VENTIDUESIMO UNIVERSO, DEL NOSTRO UNIVERSO
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Facendosi largo tra i rami verticali della quercia, Lucy riuscì a raggiungere il lato opposto dell’albero, di fronte a lei c’era un intero bosco di questi alberi fino ad un ruscello e infondo, e infondo alla valle era tutto deserto. La ragazza si buttò in avanti atterrando in maniera mediocre su un ramo più basso in una quercia più a valle, poi, sospirando si lanciò dall’altezza di quasi 3 metri per atterrare su un mucchietto di neve ghiacciata. Si alzò. Il sottobosco ricoperto di foglie marroncine emanava quasi calore, ma il freddo vento di fine inverno ci faceva contrasto. Trotterellando trai querci, non ci mise molto a raggiungere il ruscello, questo continuava fino a sparire in una valle paludosa a un centinaio di metri sopra il deserto, lì avrebbe trovato di sicuro qualche uccello acquatico o qualche animale giunto per abbeverarsi, ma col giungere dell’imbrunire, non era caso di arrivare così a valle e Lucy saltò agilmente il fiumiciattolo per imboccare un sentiero verso su. Dopo pochi minuti di cammino nel vento freddo, giunse finalmente ad uno schiarimento nel bosco, ma invece di trovare quello che cercava, si trovò un branco di 3 tigri che si dividevano un cervo appena sbranato. La ragazza indietreggiò cercando di non fare rumore, ma inciampò finendo col piede in un pungitopo –Ahhhh – in non molto stava facendo slalom tra gli alberi  in discesa seguita dalla tigre più grande del branco. Si buttò nel laghetto alla fine del ruscello, ma l’animale le stava ancora alle calcagna. L’acqua era gelida e pezzetti di ghiaccio ci galleggiavano dentro. Facendosi strada tra gli scheletri delle piante acqutiche, nuotava con tutta la forza che aveva, ma a un certo punto si fermò. Chiuse gli occhi e iniziò ad affondare.
Ma giusto in tempo sentì il calore delle mani del fratello prenderla per le ascelle e tirandola fuori – Oliver che ci fai qui – chiese Lucy tra le braccia del fratello sputando acqua fredda- Mi hai salvato -  Oliver sospirò – La pietra! – Lucy fece una faccia strana – E’ stata la pietra, mi ha mostrato tu rincorsa da un felino, mi ha detto di venire – la sorella aprì gli occhi –Ah, cambio di piani, si parte ora… un pezzo del ghiacciaio si è staccato, dobbiamo partire, dov’è la tua fionda? –
 
 
 
-buona notte Oliver, oggi mi hai salvato veramente la vita – Buona notte –
I due erano in una casa abbandonata ai margini del deserto, avevano camminato per un paio di ore ed erano ormai le 10 passate. Ci sarebbero voluti una decina di giorni per arrivare alla capitale. La capitale era nel cantone del Bosforo, un cantone di classe A. Ogni canone aveva una classe: A, B o X, se era di classe A vi potevano abitare solo persone che alla nascita avevano preso più di 70 al test, al test di Kalamir che si basa sulla famiglia di provenienza e sullo stato di salute del neonato; il paese dove vivevano Lucy e Oliver non faceva parte di alcun cantone poiché quella che un tempo era la penisola italiana era ora considerata terra disabitata.  La capitale era una città enorme costruita sull’acqua del mar Nero, a pochi chilometri a sud del centro c’era una diga enorme che, insieme a quella di Gibilterra e a quella di Suez, impediva di far entrare acqua nel deserto Mediterraneo.

Su un’asse di legno coperta da sabbia d’oro appoggiata sul terriccio nell’abitazione tra i due ragazzi c’era la pietra, emanava una luce azzurra, molto forte come il giorno prima e riempiva di forme l’intera casetta. Quella era la materia della conoscenza, doveva andare nella boccetta della conoscenza che fu donata al nostro popolo da quello dell’universo 20 quasi un milione di anni fa, noi la custodimmo, insieme alle due sorelle e ci costruimmo tre piramidi attorno per proteggerle. Solo strofinando la pietra si può rispondere a qualsiasi quesito di quest’universo, ma il suo vero scopo è quello di essere unita alla conoscenza di altri universi per formare la conoscenza assoluta.

  
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