Capitolo
uno: The Right Thing
“Arriva
il
giorno in cui devi prendere una decisione: può essere una
scelta professionale
o una scelta personale, ma è sempre una questione di
integrità. Si tratta di
seguire ciò che vuoi veramente, anche se devi dimostrare che
c'è qualcuno a cui
tieni...e a volte devi
fare solo ciò che è giusto per gli amici, anche
se vuol
dire sacrificare la propria felicità. Alla fine
conta solo essere orgogliosi
della decisione presa.
J.D,
Scrubs"
1
Settembre
1997, ore 10.50
Il
binario nove e tre quarti pullulava di maghi e
streghe pronti per raggiungere la scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts.
C’era chi strepitava, poiché troppo piccolo per
poter salire sull'espresso, chi
dava gli ultimi saluti affettuosi dai finestrini del treno o chi si
accingeva
frettolosamente a mettere i propri bauli nell'apposito vagone. E
c’era anche
chi se ne stava in silenzio e da sola, seduta comodamente in uno degli
scompartimenti. La ragazza aveva tra le mani un libro dall'aria assai
consunta
e logora. Leggeva le sue pagine con avidità, scorrendo
velocemente quelle
righe, quasi a divorarle.
“In tutti
questi anni, in tutta la mia vita, la lunga strada aspra e accidentata
doveva
condurmi a questo preciso instante. Io l’ho seguita alla
cieca, inciampando qua
e là, graffiata e stanca, senza sapere dove conducesse,
senza mai rendermi
conto che a ogni passo mi avvicinavo alla luce in fondo a quel tunnel
così
lungo e buio. E ora che l’ho raggiunta, ora che sono qui,
voglio stringerlo tra
le mani, aggrapparmici con forza per riviverlo in eterno:
l’attimo esatto in
cui è iniziata la mia nuova vita.Tutto ciò che ho
sempre desiderato è
racchiuso in quest’unico momento, qui, adesso. Le risa, la
gioia, la vastità
dell’amore tra noi. Questa è l’alba
della felicità. Tutto comincia adesso.” [*1]
Sospirò,
chiudendo il libro con cura e ponendolo sul
sedile di fianco a lei. Per quanto lo amasse, per quanto riuscisse a
smuoverla
nel profondo ogni volta, in quel momento niente sembrava riuscire a
calmarla.
Spostò la sua attenzione all'esterno, osservando il binario
affollato dal
finestrino appena aperto. Una mano a tenerle la testa, mentre i suoi
occhi, di
un verde chiaro e intenso, scrutavano attentamente ogni mago o strega,
come se
fosse alla ricerca di qualcuno.
E
in effetti lo era.
Aveva aspettato così tanto tempo e l’idea di poter rivedere finalmente i suoi amici rendeva gioiosa ogni singola molecola del suo corpo. Era stanca e frustrata ma almeno, si disse, avrebbe potuto passare quell'anno con loro. Aveva trascorso un’estate all'insegna del “divertimento” e ripensandoci ebbe una voglia matta di ridurre in cenere quei maledetti bastardi. L’avrebbero pagata cara per tutto quello che aveva subito e che, probabilmente, avrebbe provato spesso in seguito.
Il pensiero dei suoi migliori amici, della sua famiglia, riuscì a tranquillizzarla. Le mancavano terribilmente! Aver dovuto interrompere gli studi appena a marzo per cause “importanti”, le aveva impedito anche lo sperare di poter restare in contatto con loro. Così, infine, era stata costretta a conseguire gli esami G.U.F.O. in separata sede, con il consenso del caro vecchio preside. Ne era uscita con quasi tutti “Eccellente”, eccetto per tre “Oltre Ogni Previsione”. Non era mai riuscita ad arrivare alla perfezione, suo malgrado, a differenza però della sua migliore amica so-tutto-io. Ridacchiò, ripensando a quel nomignolo che le avevano affibbiato.
Il
suo interesse fu attirato da una coppia di coniugi di
mezza età, in procinto di salutare e raccomandare
affettuosamente i propri due figli,
presumibilmente primini. Si costrinse a distogliere lo sguardo
velocemente, ma
questo non riuscì a fermare l’ondata di ricordi
che le invase la mente. Si
scostò una ciocca di capelli corvini, portandosela dietro
l’orecchio con distrazione. Non aveva
mai conosciuto i suoi genitori biologici e quelli adottivi erano morti
da otto
anni. Era stata adottata già da quando era in fasce, da una
famiglia di babbani
altolocata e nobile. Gli voleva bene e vederli morire davanti ai propri
occhi
era stato un trauma enorme per lei. Ma ne era uscita.
- Reading
my eyes will say it in many ways, losing my pride will save it in many
days...[*2]
Poi, improvvisamente, parve riscuotersi
e un dolce sorriso appena accennato le increspò le labbra,
leggermente carnose.
Li aveva visti, i suoi amici; era impossibile non poter notare quella
macchia
pel di carota tra la folla! Camminavano, anzi, quasi correvano,
spingendo i
loro carrelli con sopra i bauli. Erano in ritardo…come al
solito, insomma. Una
signora paffuta li seguiva raccomandandoli severamente, ma nessuno di
loro
sembrava dargli davvero ascolto. Si mordicchiò leggermente
un labbro, per poi
far cadere i propri occhi su tre ragazzi dietro di loro; anch'essi
sembravano
in ritardo ma, a differenza dei suoi amici, erano tranquilli e
camminavano
scherzando tra loro, incuranti della mancanza di puntualità.
Si fermarono
proprio sotto al finestrino di lei; sembravano impegnati in una
conversazione
fitta, interrotta ogni tanto da qualche risa contenuta. Incuriosita, la
mora, spalancò
la finestrella con cautela, cercando di cogliere qualche squarcio della
loro
conversazione.
-
Non posso crederci, Drà! Quel bastardo maledetto!
-
Beh, pensiamo al lato positivo!
-
Quale, Nott?
-
Le ragazze adorano i ragazzi cattivi!
-
Abbassa la voce!
La
ragazza nello scompartimento alzò gli occhi al
cielo, esasperata dalla stupidità di quelle tre serpi. Il
biondo scoccò
un’occhiataccia al moro di fronte a lui, il quale ridacchiava
sommessamente.
-
Ehi, guardate, c’è Ally!
-
ALLY!
“Merda!”
La
mora deglutì, sorridendo nervosamente mentre
contraccambiava il saluto di Neville Paciock, Seamus Finnigan e Dean
Thomas,
suoi compagni di casa.
-
Ehy!
Li
salutò, maledicendoli mentalmente. L’avevano fatta
scoprire dalle serpi, dannati! Ai Serpeverde in questione,
bastò alzare lo
sguardo per accorgersi della spia. Lei li guardò
direttamente negli occhi,
ritornando impassibile.
-
Ben tornata, Reed!
Fece
Blaise Zabini sorridendole.
-
Ci sei mancata tanto, lo sai?
Esclamò
con sarcasmo Theodore Nott, mentre lei
sbuffava.
-
Vi ringrazio per il caloroso benvenuto, serpi! Non
dovevate!
Disse
con un misto di irritazione, imitando il tono di
Theodore. Zabini ridacchiò mentre Nott sbuffò.
Allyson guardò il biondo,
l’unico rimasto in silenzio. L’aveva praticamente
ignorata e questo le aveva
dato un leggero fastidio.
-
Datevi una mossa se non volete perdere
l’espresso,
idioti! Ci si becca a scuola!
Li
salutò, scomparendo dalla loro vista, non prima di
essersi scambiata un’occhiata di puro odio con il biondo
Draco Lucius Malfoy.
Lo odiava con tutta se stessa! Seccata, strinse a sé le
gambe poggiando il
mento sulle ginocchia.
-
Lo odio, ora anche lui ci si deve mettere!
Borbottò
con sguardo assente, mentre restava per
alcuni minuti immobile a fissare il vuoto, persa nei suoi pensieri.
Aver
rivisto Malfoy, le aveva fatto ricordare nuovamente ciò che
il bastardo le
aveva ordinato e ciò, non fece altro che seccarla
ulteriormente.
-
Ehi, non credi che Tu-Sai-Chi abbia già
rotto abbastanza? Non solo abbiamo dovuto fare tutto quel lavoraccio,
ci ha pure affibbiato il furetto!
Una
voce, presente
esclusivamente nella sua testa, le parlò come succedeva
molto spesso negli
ultimi tempi. Poteva sembrare una cosa da pazzi, ma a volte, dopo aver
conversato con sé stessa, risultava essere molto
più calma.
-
Come se non lo sapessi…
Mormorò,
chiudendo le
palpebre lentamente. Con un gesto lento ed elegante si
massaggiò le tempie per
alcuni istanti.
-
E con questo, cosa vorresti fare,
eh? Non possiamo ribellarci, tanto meno in questo periodo!
Fece
una seconda voce, con
tono di rimprovero. La sua coscienza ci si impegnava a farla impazzire!
Figuriamoci che le aveva dato un nome: la prima voce era stata
soprannominata
Black, la seconda Snow. Esse rappresentavano le idee contrastanti e i
sentimenti confusi che Allyson aveva dentro di sé.
-
Si, ok, ma nemmeno possiamo essere trattate come una
merda!
Replicò
Black, mentre la
ragazza sospirava, evidentemente arrivata al suo limite di
sopportazione.
-
Lo
faccio solo per loro, è la cosa giusta da fare. E poi, ne
sono
sicura, in un modo o nell'altro Harry lo farà fuori e noi
potremo essere libere!
-
Potrei anche darti ragione ma…cazzo! Malfoy è un
problema!
Snow
si fece sentire subito
dopo, mentre Ally lasciava che quelle voci concludessero le loro
“storie”.
-
Può tenerlo d’occhio in questo modo; se scoprisse
che anche Allyson è una mangiamorte come lui, lei sarebbe
fottuta! Semmai
Lord Voldemort rovistasse nella testa di Malfoy, per Allyson sarebbe
morte certa!
Lui non deve assolutamente scoprirlo, il Signore Oscuro è
stato chiaro… se lui o un
qualsiasi altro essere lo scopre, Ally muore!
-
Ecco, ora che avete
finito…
-
Sì?
-
Potreste levarvi dalle
palle?!
Sbottò,
mentre quelle due
voci sparivano in fretta, onde evitare che lei s’infuriasse
più del dovuto.
Alla Reed scoppiava la testa; da quella mattina un dolore acuto la
prendeva a
fitte continue. Era stata tranquilla fino ad un attimo prima, ma in
quel momento
le fitte erano ricominciate più forti. Sbuffò e,
cautamente, si distese,
poggiando la testa sul sedile accanto a lei e stringendo a
sé il consunto libro
scritto dall'autrice Suzuma Tabitha, “Proibito”.
Chiuse gli occhi; le
bastarono alcuni istanti affinché le braccia di Morfeo la
circondassero, mentre
l’espresso partiva alla volta di Hogwarts.
**
Nel
contempo, un gruppo di ragazzi stavano
chiacchierando allegramente in uno degli scompartimenti
dell’espresso diretto
alla scuola. In quello spazio di pochi metri quadri, erano presenti
più di sei
persone, le quali schiamazzavano e urlavano senza alcun contegno.
-
Quest’anno la coppa sarà nostra, senza
ombra di
dubbio!
-
Si, ci riusciremo! Potter farà un ottimo lavoro
anche questa volta!
-
Stracceremo tutti!
Le
voci si sovrapposero, per poi scoppiare in un urlo
d’approvazione. L’eccitazione era palpabile anche a
chilometri di distanza. Una
ragazza, l’unica nota che stonava in quell'aria allegra, se
ne stava in un
angolo a leggere un tomo dalle grosse dimensioni con preoccupazione e
irritazione palesi sul viso. Si scostò nervosamente una
ciocca riccioluta,
caduta in quel momento davanti ai suoi grandi e profondi occhi marroni.
-
Accidenti, ma è possibile che non riuscite a
pensare ad altro che
non sia il quidditch?
Sputò
con acidità, voltando una pagina del tomo
poggiato sulle sue esili gambe. Sette paia di occhi la osservarono
perplessi.
La riccia incrociò quelli dei suoi amici.
-
Che c’è?
-
Hermione, stai bene?
Le
chiese con apprensione il giovane Harry Potter,
scrutandola con quegli occhi verdi e intensi, da dietro i suoi occhiali
a fondo
di bottiglia. Lei abbassò lo sguardo, scuotendo la testa e
abbassando le
palpebre.
-
Nulla, Harry. Sono solo preoccupata per…per
Allyson,
ecco.
Lo
guardò. In quegli occhi vi lesse la sua stessa
identica preoccupazione e questo non poté fare altro che
rincuorarla.
-
Ally? Oh, noi l’abbiamo vista prima! Era
già sul
treno e…
-
Voi cosa?
Era
stato Ronald Weasley a parlare ora. Guardò Neville
Paciock, che aveva parlato, quasi con rabbia, seguito dal resto del
trio.
Furono Dean Thomas e Seamus Finnigan a tirarlo fuori dai guai
-
Si, c’eravamo anche noi! L’abbiamo
salutata e
sembrava stesse bene!
I
tre amici si guardarono per qualche istante, dritti
negli occhi. La loro amica era lì e stava bene. Un sollievo,
misto ad un'ira
del tutto fondata, s'impossessò di loro. Come aveva potuto
non farsi sentire
per tutto quel tempo? Nessuna lettera, né un bigliettino,
niente di niente! La
tensione prese il posto dell’entusiasmo che, fino a poco
tempo prima, era stato
presente in quello scompartimento. I minuti di completo silenzio che
seguirono
furono interrotti solo dal rumore incessante delle rotaie che
camminavano sui
binari. Hermione si alzò, posando con cura il tomo dove
prima era seduta.
-
Vado a cercarla.
Disse,
con una calma che sorprese sia Harry che Ron.
Entrambi fecero per alzarsi, ma furono interrotti da una vivace chioma
rossa
che si fiondò nel loro scompartimento, con una gioia sui
lineamenti del viso
pallido, del tutto inaspettata.
-
È qui!
Due
parole bastarono a far cedere la riccia. Anche lei
sorrise, felice e sollevata.
-
Aspettateci qui, voi due!
Intimò
Ginevra Weasley a suo fratello e al suo
migliore amico, afferrando poi la mano di Hermione per trascinarla
fuori dallo
scompartimento, sotto gli sguardi esterrefatti dei presenti. Harry e
Ron si
guardarono, alquanto perplessi, per poi sospirare esasperati,
constatando che
fosse meglio seguire l’ordine della rossa, onde
evitare spiacevoli fatture
orcovolanti eseguite alla perfezione.
Ginny
ed Hermione si erano fermate dinanzi ad uno
degli scompartimenti, molto distante da quello in cui si trovavano poco
prima.
Avevano il fiatone e cercavano di darsi un contegno, per poter mostrare
un
aspetto presentabile e tranquillo. Dietro di loro, una voce gentile le
distrasse.
-
Qualcosa dal carrello, care?
La
donna anziana sorrise ad entrambe.
-
No, grazie, non abbiamo fame.
Rispose
con risolutezza ed educazione la riccia.
L’anziana non abbandonò il suo sorriso,
salutandole e proseguendo per la sua
strada. Entrambe si lanciarono uno sguardo. Hermione
sospirò, e stava per dire
qualcosa ma un urlo le spaventò.
-
Bastardo, me la pagherai testa di cazzo! Non te lo
permetterò, non li toccherai, mi hai capito?!
Spalancarono
la porta dello scompartimento, con il
cuore in gola, mentre davanti a loro si presentava la scena di una
ragazza che
urlava nel sonno, con ferocia, agitandosi. Si avvicinarono con
rapidità,
preoccupate. Ginny cercò di bloccarla, mentre Hermione
chiamava il suo nome,
per svegliarla.Dopo vari tentativi, la ragazza aprì gli
occhi, bloccandosi e
irrigidendosi tutto d’un tratto. Le due tirarono un sospiro
di sollievo, mentre
la rossa chiudeva la porta e insonorizzava lo scomparto,in modo da
poter parlare
senza che nessuno avesse la possibilità di origliare.
Allyson Reed si alzò,
stando a debita distanza dalle due ragazze, per quanto quel minuscolo
scompartimento glielo permettesse. Le scrutò, con falsa
freddezza, per dei
secondi. La sua espressione indecifrabile, però, non
riuscì di certo ad
intimorirle.
-
Beh…non hai niente da
dire?
La
prima a rompere quel silenzio fu Ginny. Allyson
alzò gli angoli della bocca, in un sorrisetto impercettibile.
-
Cosa volete che dica?
Lo
disse con tono piatto e disinteressato, cosa che
fece infuriare ulteriormente le due.
-
Non posso crederci, Allyson! E’ da marzo che non
abbiamo tue notizie! Nemmeno una lettera, capisci? Ti rendi conto di
come ci
siamo sentite?
Iniziò
con durezza Hermione, con le lacrime agli
occhi. Quell'immagine fece smuovere qualcosa all'interno della mora, ma
non lo
diede a vedere.
-
E con questo?
Fredda
e lapidaria. Non aveva alcuna voglia di
discuterne proprio in quel momento.
-
E con questo? Per favore, sii sincera! Ci siamo
preoccupati, siamo stati male per tutto il tempo e tu non ti sei
neanche presa
la briga di avvertirci del fatto che te ne saresti andata via! Abbiamo
il
diritto di sapere almeno il motivo della tua improvvisa sparizione, o
no?
Sbuffò,
apparentemente annoiata dalle parole della rossa.
Non era stata colpa sua, non c'era stato nulla da fare! Aveva avuto le
mani
legate e quella situazione le aveva fatto più male di quanto
ne
avesse fatto sicuramente
a loro. Ma era la cosa giusta da fare, soprattutto e
solamente per loro, le persone a cui teneva di più.
A
volte bisogna fare delle scelte ed Allyson l'aveva fatta già
molto tempo prima; avrebbe fatto qualsiasi cosa per
proteggere i
propri amici, la propria famiglia. Sarebbe morta, piuttosto che fargli
del male o tradirli.
-
Questioni…questioni burocratiche.
Hermione
scosse la testa, visibilmente delusa dal
comportamento dell’amica.
-
Sei una pessima bugiarda.
Constatò,
riprendendosi e guardandola dritta negli
occhi. Allyson deglutì e con un’altra occhiata
alle due, cedette. Chiuse gli
occhi, mentre una risata spontanea si delineava sul suo viso, sotto lo
sguardo
perplesso di entrambe.
-
Siete due idiote, e ora venite qui prima che cambi
idea!
Si
buttò letteralmente su di loro, abbracciandole
strette. La Weasley e la Granger si guardarono, quasi divertite,
dimenticandosi
per un attimo che fossero arrabbiate con lei. Concluse quelle rare
manifestazioni d’affetto da parte della mora, si sedettero di
fronte a lei, con
espressione seria in volto.
-
Sei la persona più irresponsabile ed egoista che
conosca, Ally, lo sai questo?
-
Sei una stronza, senza mezzi termini.
Cominciò
Hermione, seguita da una Ginny leggermente
più divertita.
-
Grazie per i complimenti, amiche mie!
Commentò
sarcasticamente, mentre i suoi occhi verdi
rivolgevano lo sguardo al paesaggio che sfrecciava rapidamente,
confondendosi
in una macchia indistinta.
-
Non sai quante maledizioni senza perdono sarei
capace di lanciarti in questo momento!
Continuò
Hermione con un tono piuttosto minaccioso.
-
Non credevo fossi diventata così violenta, forse
l’influenza di Weasley ti fa troppo male!
Hermione,
in tutta risposta, arrossì leggermente.
-
Basta scherzare, Ally. Ora devi spiegarci ogni cosa.
Intervenne
Ginny, dopo alcuni istanti di silenzio.
- E
se io non volessi parlarne?
Esclamò
Allyson annoiata e fredda, trafiggendola con
lo sguardo…o almeno cercando di farlo, con scarsi risultati.
Non riusciva a
fingere di fare la “ragazza cattiva” con le sue due
migliori amiche. Entrambe
le lanciarono uno sguardo d’ammonimento, mentre Ally
sbuffò.
-
Non ora, perlomeno, vorrei respirare almeno un po', sempre
che voi me lo permettiate!
Disse,
con una punta di acidità nel suo tono
palesemente sarcastico, ritornando a rivolgere la sua attenzione
all’ambiente
esterno. Ginny ed Hermione si lanciarono giusto un’occhiata,
comprendendosi
all’istante. Convennero che fosse meglio cominciare con
qualcosa di “leggero”,
per il momento. Un pesante silenzio
calò attorno a loro. Era una strana
situazione, quella, e tutte e tre avvertivano che qualcosa, durante i
mesi di
lontananza, era palesemente cambiato. Se in meglio o in peggio, non
avrebbero
saputo dirlo.
-
E quindi…
Iniziò
la rossa, con qualcosa di strano nella voce.
Hermione si schiarì la gola, innervosita dalla situazione.
Altro silenzio.
-
Emh…
Allyson
non riuscì a sopportare altro. Sbuffò,
evidentemente seccata, ed estrasse dalla sua tasca una tavoletta di
cioccolato,
scartando l’involucro e cominciando a mangiucchiare per il
nervosismo. Odiava
quando quelle due si comportavano in quel modo per farle sputare la
cioccorana!
Abbassò le palpebre, gustando la cosa che preferiva di
più al mondo, per poi
riaprire gli occhi, percependo un senso di calma improvvisa.
-
Che diavolo volete sapere?
-
Semplicemente, cosa è successo!
La
mora addentò la sua tavoletta, meditando sulle
parole che avrebbe dovuto scegliere per spiegargli la situazione.
-
Lord Voldemort aveva richiesto la mia presenza, e mi ha
mandato in missione in giro per l’Inghilterra.
Ginny
ed Hermione rabbrividirono leggermente a quel
nome, ma non vi si soffermarono. La squadrarono più
attentamente, notando solo
allora i graffi e i lividi che la loro amica possedeva in
più punti, nelle
parti scoperte del suo corpo.
-
Avevi detto che non ti avrebbe più mandato in
missione e invece guardati…come diavolo hai fatto a
combinarti in questo modo?
Le
chiese, con un velo di preoccupazione, la riccia,
quasi rimproverandola con lo sguardo. Ally fece spallucce, continuando
a
mangiare la sua cioccolata.
-
Se fosse stato per me, non mi troverei nemmeno in
questa situazione.
Commentò
con tranquillità.
-
Mi sorprende il fatto che tu sia così calma,
Allyson.
-
E’ tutta una vostra impressione. Al contrario, sono
più agitata di quanto voi crediate.
Sincera
e diretta, come lo era sempre stata.
-
Cosa devi fare questa volta?
Allyson
la guardò, per poi sospirare. Mangiò
l’ultimo
pezzetto rimasto di quel nettare che tanto adorava e poi
cominciò a
raccontargli ogni cosa: dal momento in cui aveva lasciato la scuola,
fino a
qualche settimana prima. Delle sue punizioni, del suo inutile tentativo
di scappare,
della sua presenza all'assassinio di Sirius Black e del suo dolore per
ciò;
dell’uccisione da lei stessa compiuta di due donne che
lavoravano al Ministero
della Magia, del rapimento di Olivander e, infine, della sua nuova
missione.
L’unica cosa che omise, per quel momento, fu il nome del
giovane aiutante
mangiamorte, appena reclutato da Colui-che-non-deve-essere-nominato.
Sia
Ginny che Hermione erano rimaste esterrefatte
dinanzi alle sue parole: non potevano credere che potesse davvero
esistere tutta
quella crudeltà gratuita. Non avrebbero mai voluto che la
loro amica corresse
tutti quei rischi, ma era l’unica soluzione per…
beh riuscire a salvare tutti,
soprattutto lei stessa. Hermione, però, pensò
bene di cambiare argomento.
Nemmeno lei aveva voglia di ascoltare altro, desiderava solo che la sua
amica
potesse avere un po' di serenità. Senza farsi notare diede
un colpetto a Ginny,
per poi schiarirsi la gola e sorridere.
-
Allora, con i G.U.F.O. come farai?
-
Grazie a Silente li ho conseguiti in separata sede,
negli stessi vostri giorni, e ne sono uscita con quasi tutti
Eccellente!
Dovresti essere fiera di me, secchiona!
Le rispose, con sarcasmo marcato sull'ultima parte, facendo scoppiare a ridere entrambe. Sorrise anche lei, ridacchiando più cautamente. Era insensato andarci piano, lo sapeva. Ma era più forte di lei. Non aveva previsto, però, che presto si sarebbe lasciata andare completamente, proprio come se nulla fosse accaduto.
ANGOLO AUTRICE:
[*1] Il pezzo citato è preso interamente dal libro "Proibito" di Suzuma Tabitha. E' davvero un buon libro e mi è piaciuto tantissimo.
[*2] Le parole che canticchia Allyson sono il ritornello di Reading My Eyes dei Linkin Park; è una delle loro prime canzoni, tratta dal loro primissimo demo registrato tra il 1996 e il 1997. Ho scelto questa canzone anche per essere coerente con il "tempo", per cui ho preferito far coincidere le due cose. Comunque, i Linkin Parl sono una band che adoro e vi consiglio di ascoltare le loro canzoni che sono un qualcosa di meraviglioso!
Ed eccomi qui, puntuale, con il il primo capitolo! Come avrete sicuramente notato, il capitolo è molto più corto rispetto alla fic precdente e ho cambiato radicalmente il modo di scrivere poichè narrare in terza persona mi riesce molto meglio. I prossimi capitoli avranno più o meno tutti la stessa lunghezza e spero che questi abbiano una lettura più scorrevole ma, soprattutto, più piacevole! Beh, come vedete abbiamo un'Ally più restia nel raccontare ciò che le è successo, anche se alla fine cede ugualmente. Il capitolo si conclude con quella frase, anche se il viaggio sull'Hogwarts Express non finisce qui ma continuerà nel prossimo capitolo!
Con
questo, vi lascio! Spero che via sia piaciuto e che vi abbia suscitato
più interesse. Fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola
(
anche minuscola, sapete mi accontento di poco v.v) recensione; che sia
positiva o negativa a me va bene uguale perché mi fa piacere
conoscere le vostre impressioni!
Alla prossima settimana con il secondo capitolo!
BlackStar vi saluta! ^_^