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Autore: Hono    02/10/2013    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1

Capitolo uno: The Right Thing

 

“Arriva il giorno in cui devi prendere una decisione: può essere una scelta professionale o una scelta personale, ma è sempre una questione di integrità. Si tratta di seguire ciò che vuoi veramente, anche se devi dimostrare che c'è qualcuno a cui tieni...e a volte devi fare solo ciò che è giusto per gli amici, anche se vuol dire sacrificare la propria felicità. Alla fine conta solo essere orgogliosi della decisione presa.

J.D, Scrubs"

 

 

1 Settembre 1997, ore 10.50

Il binario nove e tre quarti pullulava di maghi e streghe pronti per raggiungere la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. C’era chi strepitava, poiché troppo piccolo per poter salire sull'espresso, chi dava gli ultimi saluti affettuosi dai finestrini del treno o chi si accingeva frettolosamente a mettere i propri bauli nell'apposito vagone. E c’era anche chi se ne stava in silenzio e da sola, seduta comodamente in uno degli scompartimenti. La ragazza aveva tra le mani un libro dall'aria assai consunta e logora. Leggeva le sue pagine con avidità, scorrendo velocemente quelle righe, quasi a divorarle.

“In tutti questi anni, in tutta la mia vita, la lunga strada aspra e accidentata doveva condurmi a questo preciso instante. Io l’ho seguita alla cieca, inciampando qua e là, graffiata e stanca, senza sapere dove conducesse, senza mai rendermi 
conto che a ogni passo mi avvicinavo alla luce in fondo a quel tunnel così lungo e buio. E ora che l’ho raggiunta, ora che sono qui, voglio stringerlo tra le mani, aggrapparmici con forza per riviverlo in eterno: l’attimo esatto in cui è iniziata la mia nuova vita.Tutto ciò che ho sempre desiderato è racchiuso in quest’unico momento, qui, adesso. Le risa, la gioia, la vastità dell’amore tra noi. Questa è l’alba della felicità. Tutto comincia adesso.” [*1]

Sospirò, chiudendo il libro con cura e ponendolo sul sedile di fianco a lei. Per quanto lo amasse, per quanto riuscisse a smuoverla nel profondo ogni volta, in quel momento niente sembrava riuscire a calmarla. Spostò la sua attenzione all'esterno, osservando il binario affollato dal finestrino appena aperto. Una mano a tenerle la testa, mentre i suoi occhi, di un verde chiaro e intenso, scrutavano attentamente ogni mago o strega, come se fosse alla ricerca di qualcuno.

E in effetti lo era.

Aveva aspettato così tanto tempo e l’idea di poter rivedere finalmente i suoi amici rendeva gioiosa ogni singola molecola del suo corpo. Era stanca e frustrata ma almeno, si disse, avrebbe potuto passare quell'anno con loro. Aveva trascorso un’estate all'insegna del “divertimento” e ripensandoci ebbe una voglia matta di ridurre in cenere quei maledetti bastardi. L’avrebbero pagata cara per tutto quello che aveva subito e che, probabilmente, avrebbe provato spesso in seguito. 

Il pensiero dei suoi migliori amici, della sua famiglia, riuscì a tranquillizzarla. Le mancavano terribilmente! Aver dovuto interrompere gli studi appena a marzo per cause “importanti”, le aveva impedito anche lo sperare di poter restare in contatto con loro. Così, infine, era stata costretta a conseguire gli esami G.U.F.O. in separata sede, con il consenso del caro vecchio preside. Ne era uscita con quasi tutti “Eccellente”, eccetto per tre “Oltre Ogni Previsione”. Non era mai riuscita ad arrivare alla perfezione, suo malgrado, a differenza però della sua migliore amica so-tutto-io. Ridacchiò, ripensando a quel nomignolo che le avevano affibbiato. 

Il suo interesse fu attirato da una coppia di coniugi di mezza età, in procinto di salutare e raccomandare affettuosamente i propri due figli, presumibilmente primini. Si costrinse a distogliere lo sguardo velocemente, ma questo non riuscì a fermare l’ondata di ricordi che le invase la mente. Si scostò una ciocca di capelli corvini, portandosela dietro l’orecchio con distrazione. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori biologici e quelli adottivi erano morti da otto anni. Era stata adottata già da quando era in fasce, da una famiglia di babbani altolocata e nobile. Gli voleva bene e vederli morire davanti ai propri occhi era stato un trauma enorme per lei. Ma ne era uscita.

- Reading my eyes will say it in many ways, losing my pride will save it in many days...[*2] - Canticchiò a bassa voce, mentre il suo sguardo si perdeva ancora fuori, quasi in attesa.

Poi, improvvisamente, parve riscuotersi e un dolce sorriso appena accennato le increspò le labbra, leggermente carnose. Li aveva visti, i suoi amici; era impossibile non poter notare quella macchia pel di carota tra la folla! Camminavano, anzi, quasi correvano, spingendo i loro carrelli con sopra i bauli. Erano in ritardo…come al solito, insomma. Una signora paffuta li seguiva raccomandandoli severamente, ma nessuno di loro sembrava dargli davvero ascolto. Si mordicchiò leggermente un labbro, per poi far cadere i propri occhi su tre ragazzi dietro di loro; anch'essi sembravano in ritardo ma, a differenza dei suoi amici, erano tranquilli e camminavano scherzando tra loro, incuranti della mancanza di puntualità. Si fermarono proprio sotto al finestrino di lei; sembravano impegnati in una conversazione fitta, interrotta ogni tanto da qualche risa contenuta. Incuriosita, la mora, spalancò la finestrella con cautela, cercando di cogliere qualche squarcio della loro conversazione.

- Non posso crederci, Drà! Quel bastardo maledetto!

- Beh, pensiamo al lato positivo!

- Quale, Nott?

- Le ragazze adorano i ragazzi cattivi!

- Abbassa la voce!

La ragazza nello scompartimento alzò gli occhi al cielo, esasperata dalla stupidità di quelle tre serpi. Il biondo scoccò un’occhiataccia al moro di fronte a lui, il quale ridacchiava sommessamente.

- Ehi, guardate, c’è Ally!

- ALLY!

“Merda!”

La mora deglutì, sorridendo nervosamente mentre contraccambiava il saluto di Neville Paciock, Seamus Finnigan e Dean Thomas, suoi compagni di casa.

- Ehy!

Li salutò, maledicendoli mentalmente. L’avevano fatta scoprire dalle serpi, dannati! Ai Serpeverde in questione, bastò alzare lo sguardo per accorgersi della spia. Lei li guardò direttamente negli occhi, ritornando impassibile.

- Ben tornata, Reed!

Fece Blaise Zabini sorridendole.

- Ci sei mancata tanto, lo sai?

Esclamò con sarcasmo Theodore Nott, mentre lei sbuffava.

- Vi ringrazio per il caloroso benvenuto, serpi! Non dovevate!

Disse con un misto di irritazione, imitando il tono di Theodore. Zabini ridacchiò mentre Nott sbuffò. Allyson guardò il biondo, l’unico rimasto in silenzio. L’aveva praticamente ignorata e questo le aveva dato un leggero fastidio.

- Datevi una mossa se non volete perdere l’espresso, idioti! Ci si becca a scuola!

Li salutò, scomparendo dalla loro vista, non prima di essersi scambiata un’occhiata di puro odio con il biondo Draco Lucius Malfoy. Lo odiava con tutta se stessa! Seccata, strinse a sé le gambe poggiando il mento sulle ginocchia.

- Lo odio, ora anche lui ci si deve mettere!

Borbottò con sguardo assente, mentre restava per alcuni minuti immobile a fissare il vuoto, persa nei suoi pensieri. Aver rivisto Malfoy, le aveva fatto ricordare nuovamente ciò che il bastardo le aveva ordinato e ciò, non fece altro che seccarla ulteriormente.

- Ehi, non credi che Tu-Sai-Chi abbia già rotto abbastanza? Non solo abbiamo dovuto fare tutto quel lavoraccio, ci ha pure affibbiato il furetto!

Una voce, presente esclusivamente nella sua testa, le parlò come succedeva molto spesso negli ultimi tempi. Poteva sembrare una cosa da pazzi, ma a volte, dopo aver conversato con sé stessa, risultava essere molto più calma.

- Come se non lo sapessi…

Mormorò, chiudendo le palpebre lentamente. Con un gesto lento ed elegante si massaggiò le tempie per alcuni istanti.

- E con questo, cosa vorresti fare, eh? Non possiamo ribellarci, tanto meno in questo periodo!

Fece una seconda voce, con tono di rimprovero. La sua coscienza ci si impegnava a farla impazzire! Figuriamoci che le aveva dato un nome: la prima voce era stata soprannominata Black, la seconda Snow. Esse rappresentavano le idee contrastanti e i sentimenti confusi che Allyson aveva dentro di sé.

- Si, ok, ma nemmeno possiamo essere trattate come una merda!

Replicò Black, mentre la ragazza sospirava, evidentemente arrivata al suo limite di sopportazione.

- Lo faccio solo per loro, è la cosa giusta da fare. E poi, ne sono sicura, in un modo o nell'altro Harry lo farà fuori e noi potremo essere libere!

- Potrei anche darti ragione ma…cazzo! Malfoy è un problema!

Snow si fece sentire subito dopo, mentre Ally lasciava che quelle voci concludessero le loro “storie”.

- Può tenerlo d’occhio in questo modo; se scoprisse che anche Allyson è una mangiamorte come lui, lei sarebbe fottuta! Semmai Lord Voldemort rovistasse nella testa di Malfoy, per Allyson sarebbe morte certa! Lui non deve assolutamente scoprirlo, il Signore Oscuro è stato chiaro… se lui o un qualsiasi altro essere lo scopre, Ally muore!

- Ecco, ora che avete finito…

- Sì?

- Potreste levarvi dalle palle?!

Sbottò, mentre quelle due voci sparivano in fretta, onde evitare che lei s’infuriasse più del dovuto. Alla Reed scoppiava la testa; da quella mattina un dolore acuto la prendeva a fitte continue. Era stata tranquilla fino ad un attimo prima, ma in quel momento le fitte erano ricominciate più forti. Sbuffò e, cautamente, si distese, poggiando la testa sul sedile accanto a lei e stringendo a sé il consunto libro scritto dall'autrice Suzuma Tabitha, “Proibito”. Chiuse gli occhi; le bastarono alcuni istanti affinché le braccia di Morfeo la circondassero, mentre l’espresso partiva alla volta di Hogwarts.

**

Nel contempo, un gruppo di ragazzi stavano chiacchierando allegramente in uno degli scompartimenti dell’espresso diretto alla scuola. In quello spazio di pochi metri quadri, erano presenti più di sei persone, le quali schiamazzavano e urlavano senza alcun contegno.

- Quest’anno la coppa sarà nostra, senza ombra di dubbio!

- Si, ci riusciremo! Potter farà un ottimo lavoro anche questa volta!

- Stracceremo tutti!

Le voci si sovrapposero, per poi scoppiare in un urlo d’approvazione. L’eccitazione era palpabile anche a chilometri di distanza. Una ragazza, l’unica nota che stonava in quell'aria allegra, se ne stava in un angolo a leggere un tomo dalle grosse dimensioni con preoccupazione e irritazione palesi sul viso. Si scostò nervosamente una ciocca riccioluta, caduta in quel momento davanti ai suoi grandi e profondi occhi marroni.

- Accidenti, ma è possibile che non riuscite a pensare ad altro che non sia il quidditch?

Sputò con acidità, voltando una pagina del tomo poggiato sulle sue esili gambe. Sette paia di occhi la osservarono perplessi. La riccia incrociò quelli dei suoi amici.

- Che c’è?

- Hermione, stai bene?

Le chiese con apprensione il giovane Harry Potter, scrutandola con quegli occhi verdi e intensi, da dietro i suoi occhiali a fondo di bottiglia. Lei abbassò lo sguardo, scuotendo la testa e abbassando le palpebre.

- Nulla, Harry. Sono solo preoccupata per…per Allyson, ecco.

Lo guardò. In quegli occhi vi lesse la sua stessa identica preoccupazione e questo non poté fare altro che rincuorarla.

- Ally? Oh, noi l’abbiamo vista prima! Era già sul treno e…

- Voi cosa?

Era stato Ronald Weasley a parlare ora. Guardò Neville Paciock, che aveva parlato, quasi con rabbia, seguito dal resto del trio. Furono Dean Thomas e Seamus Finnigan a tirarlo fuori dai guai

- Si, c’eravamo anche noi! L’abbiamo salutata e sembrava stesse bene!

I tre amici si guardarono per qualche istante, dritti negli occhi. La loro amica era lì e stava bene. Un sollievo, misto ad un'ira del tutto fondata, s'impossessò di loro. Come aveva potuto non farsi sentire per tutto quel tempo? Nessuna lettera, né un bigliettino, niente di niente! La tensione prese il posto dell’entusiasmo che, fino a poco tempo prima, era stato presente in quello scompartimento. I minuti di completo silenzio che seguirono furono interrotti solo dal rumore incessante delle rotaie che camminavano sui binari. Hermione si alzò, posando con cura il tomo dove prima era seduta.

- Vado a cercarla.

Disse, con una calma che sorprese sia Harry che Ron. Entrambi fecero per alzarsi, ma furono interrotti da una vivace chioma rossa che si fiondò nel loro scompartimento, con una gioia sui lineamenti del viso pallido, del tutto inaspettata.

- È qui!

Due parole bastarono a far cedere la riccia. Anche lei sorrise, felice e sollevata.

- Aspettateci qui, voi due!

Intimò Ginevra Weasley a suo fratello e al suo migliore amico, afferrando poi la mano di Hermione per trascinarla fuori dallo scompartimento, sotto gli sguardi esterrefatti dei presenti. Harry e Ron si guardarono, alquanto perplessi, per poi sospirare esasperati, constatando che fosse meglio seguire l’ordine della rossa, onde evitare spiacevoli fatture orcovolanti eseguite alla perfezione.

Ginny ed Hermione si erano fermate dinanzi ad uno degli scompartimenti, molto distante da quello in cui si trovavano poco prima. Avevano il fiatone e cercavano di darsi un contegno, per poter mostrare un aspetto presentabile e tranquillo. Dietro di loro, una voce gentile le distrasse.

- Qualcosa dal carrello, care?

La donna anziana sorrise ad entrambe.

- No, grazie, non abbiamo fame.

Rispose con risolutezza ed educazione la riccia. L’anziana non abbandonò il suo sorriso, salutandole e proseguendo per la sua strada. Entrambe si lanciarono uno sguardo. Hermione sospirò, e stava per dire qualcosa ma un urlo le spaventò.

- Bastardo, me la pagherai testa di cazzo! Non te lo permetterò, non li toccherai, mi hai capito?!

Spalancarono la porta dello scompartimento, con il cuore in gola, mentre davanti a loro si presentava la scena di una ragazza che urlava nel sonno, con ferocia, agitandosi. Si avvicinarono con rapidità, preoccupate. Ginny cercò di bloccarla, mentre Hermione chiamava il suo nome, per svegliarla.Dopo vari tentativi, la ragazza aprì gli occhi, bloccandosi e irrigidendosi tutto d’un tratto. Le due tirarono un sospiro di sollievo, mentre la rossa chiudeva la porta e insonorizzava lo scomparto,in modo da poter parlare senza che nessuno avesse la possibilità di origliare. Allyson Reed si alzò, stando a debita distanza dalle due ragazze, per quanto quel minuscolo scompartimento glielo permettesse. Le scrutò, con falsa freddezza, per dei secondi. La sua espressione indecifrabile, però, non riuscì di certo ad intimorirle.

- Beh…non hai niente da dire?

La prima a rompere quel silenzio fu Ginny. Allyson alzò gli angoli della bocca, in un sorrisetto impercettibile.

- Cosa volete che dica?

Lo disse con tono piatto e disinteressato, cosa che fece infuriare ulteriormente le due.

- Non posso crederci, Allyson! E’ da marzo che non abbiamo tue notizie! Nemmeno una lettera, capisci? Ti rendi conto di come ci siamo sentite?

Iniziò con durezza Hermione, con le lacrime agli occhi. Quell'immagine fece smuovere qualcosa all'interno della mora, ma non lo diede a vedere.

- E con questo?

Fredda e lapidaria. Non aveva alcuna voglia di discuterne proprio in quel momento.

- E con questo? Per favore, sii sincera! Ci siamo preoccupati, siamo stati male per tutto il tempo e tu non ti sei neanche presa la briga di avvertirci del fatto che te ne saresti andata via! Abbiamo il diritto di sapere almeno il motivo della tua improvvisa sparizione, o no?

Sbuffò, apparentemente annoiata dalle parole della rossa. Non era stata colpa sua, non c'era stato nulla da fare! Aveva avuto le mani legate e quella situazione le aveva fatto più male di quanto ne avesse fatto sicuramente a loro.  Ma era la cosa giusta da fare, soprattutto e solamente per loro, le persone a cui teneva di più.  A volte bisogna fare delle scelte ed Allyson l'aveva fatta già molto tempo prima;  avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere i propri amici, la propria famiglia. Sarebbe morta, piuttosto che fargli del male o tradirli. 

- Questioni…questioni burocratiche.

Hermione scosse la testa, visibilmente delusa dal comportamento dell’amica.

- Sei una pessima bugiarda.

Constatò, riprendendosi e guardandola dritta negli occhi. Allyson deglutì e con un’altra occhiata alle due, cedette. Chiuse gli occhi, mentre una risata spontanea si delineava sul suo viso, sotto lo sguardo perplesso di entrambe.

- Siete due idiote, e ora venite qui prima che cambi idea!

Si buttò letteralmente su di loro, abbracciandole strette. La Weasley e la Granger si guardarono, quasi divertite, dimenticandosi per un attimo che fossero arrabbiate con lei. Concluse quelle rare manifestazioni d’affetto da parte della mora, si sedettero di fronte a lei, con espressione seria in volto.

- Sei la persona più irresponsabile ed egoista che conosca, Ally, lo sai questo?

- Sei una stronza, senza mezzi termini.

Cominciò Hermione, seguita da una Ginny leggermente più divertita.

- Grazie per i complimenti, amiche mie!

Commentò sarcasticamente, mentre i suoi occhi verdi rivolgevano lo sguardo al paesaggio che sfrecciava rapidamente, confondendosi in una macchia indistinta.

- Non sai quante maledizioni senza perdono sarei capace di lanciarti in questo momento!

Continuò Hermione con un tono piuttosto minaccioso.

- Non credevo fossi diventata così violenta, forse l’influenza di Weasley ti fa troppo male!

Hermione, in tutta risposta, arrossì leggermente.

- Basta scherzare, Ally. Ora devi spiegarci ogni cosa.

Intervenne Ginny, dopo alcuni istanti di silenzio.

- E se io non volessi parlarne?

Esclamò Allyson annoiata e fredda, trafiggendola con lo sguardo…o almeno cercando di farlo, con scarsi risultati. Non riusciva a fingere di fare la “ragazza cattiva” con le sue due migliori amiche. Entrambe le lanciarono uno sguardo d’ammonimento, mentre Ally sbuffò.

- Non ora, perlomeno, vorrei respirare almeno un po', sempre che voi me lo permettiate!

Disse, con una punta di acidità nel suo tono palesemente sarcastico, ritornando a rivolgere la sua attenzione all’ambiente esterno. Ginny ed Hermione si lanciarono giusto un’occhiata, comprendendosi all’istante. Convennero che fosse meglio cominciare con qualcosa di “leggero”, per il momento. Un pesante silenzio calò attorno a loro. Era una strana situazione, quella, e tutte e tre avvertivano che qualcosa, durante i mesi di lontananza, era palesemente cambiato. Se in meglio o in peggio, non avrebbero saputo dirlo.

- E quindi…

Iniziò la rossa, con qualcosa di strano nella voce. Hermione si schiarì la gola, innervosita dalla situazione. Altro silenzio.

- Emh…

Allyson non riuscì a sopportare altro. Sbuffò, evidentemente seccata, ed estrasse dalla sua tasca una tavoletta di cioccolato, scartando l’involucro e cominciando a mangiucchiare per il nervosismo. Odiava quando quelle due si comportavano in quel modo per farle sputare la cioccorana! Abbassò le palpebre, gustando la cosa che preferiva di più al mondo, per poi riaprire gli occhi, percependo un senso di calma improvvisa.

- Che diavolo volete sapere?

- Semplicemente, cosa è successo!

La mora addentò la sua tavoletta, meditando sulle parole che avrebbe dovuto scegliere per spiegargli la situazione.

- Lord Voldemort aveva richiesto la mia presenza, e mi ha mandato in missione in giro per l’Inghilterra.

Ginny ed Hermione rabbrividirono leggermente a quel nome, ma non vi si soffermarono. La squadrarono più attentamente, notando solo allora i graffi e i lividi che la loro amica possedeva in più punti, nelle parti scoperte del suo corpo.

- Avevi detto che non ti avrebbe più mandato in missione e invece guardati…come diavolo hai fatto a combinarti in questo modo?

Le chiese, con un velo di preoccupazione, la riccia, quasi rimproverandola con lo sguardo. Ally fece spallucce, continuando a mangiare la sua cioccolata.

- Se fosse stato per me, non mi troverei nemmeno in questa situazione.

Commentò con tranquillità.

- Mi sorprende il fatto che tu sia così calma, Allyson.

- E’ tutta una vostra impressione. Al contrario, sono più agitata di quanto voi crediate.

Sincera e diretta, come lo era sempre stata. La rossa incrociò le braccia sotto il petto, scrutando l’amica con intensità.

- Cosa devi fare questa volta?

Allyson la guardò, per poi sospirare. Mangiò l’ultimo pezzetto rimasto di quel nettare che tanto adorava e poi cominciò a raccontargli ogni cosa: dal momento in cui aveva lasciato la scuola, fino a qualche settimana prima. Delle sue punizioni, del suo inutile tentativo di scappare, della sua presenza all'assassinio di Sirius Black e del suo dolore per ciò; dell’uccisione da lei stessa compiuta di due donne che lavoravano al Ministero della Magia, del rapimento di Olivander e, infine, della sua nuova missione. L’unica cosa che omise, per quel momento, fu il nome del giovane aiutante mangiamorte, appena reclutato da Colui-che-non-deve-essere-nominato.

Sia Ginny che Hermione erano rimaste esterrefatte dinanzi alle sue parole: non potevano credere che potesse davvero esistere tutta quella crudeltà gratuita. Non avrebbero mai voluto che la loro amica corresse tutti quei rischi, ma era l’unica soluzione per… beh riuscire a salvare tutti, soprattutto lei stessa. Hermione, però, pensò bene di cambiare argomento. Nemmeno lei aveva voglia di ascoltare altro, desiderava solo che la sua amica potesse avere un po' di serenità. Senza farsi notare diede un colpetto a Ginny, per poi schiarirsi la gola e sorridere.

- Allora, con i G.U.F.O. come farai?

- Grazie a Silente li ho conseguiti in separata sede, negli stessi vostri giorni, e ne sono uscita con quasi tutti Eccellente! Dovresti essere fiera di me, secchiona!

Le rispose, con sarcasmo marcato sull'ultima parte, facendo scoppiare a ridere entrambe. Sorrise anche lei, ridacchiando più cautamente. Era insensato andarci piano, lo sapeva. Ma era più forte di lei. Non aveva previsto, però, che presto si sarebbe lasciata andare completamente, proprio come se nulla fosse accaduto.

ANGOLO AUTRICE:

[*1] Il pezzo citato è preso interamente dal libro "Proibito" di Suzuma Tabitha. E' davvero un buon libro e mi è piaciuto tantissimo.

[*2] Le parole che canticchia Allyson sono il ritornello di Reading My Eyes dei Linkin Park; è una delle loro prime canzoni, tratta dal loro primissimo demo registrato tra il 1996 e il 1997. Ho scelto questa canzone anche per essere coerente con il "tempo", per cui ho preferito far coincidere le due cose. Comunque, i Linkin Parl sono una band che adoro e vi consiglio di ascoltare le loro canzoni che sono un qualcosa di meraviglioso!

Ed eccomi qui, puntuale, con il il primo capitolo! Come avrete sicuramente notato, il capitolo è molto più corto rispetto alla fic precdente e ho cambiato radicalmente il modo di scrivere poichè narrare in terza persona mi riesce molto meglio. I prossimi capitoli avranno più o meno tutti la stessa lunghezza e spero che questi abbiano una lettura più scorrevole ma, soprattutto, più piacevole! Beh, come vedete abbiamo un'Ally più restia nel raccontare ciò che le è successo, anche se alla fine cede ugualmente. Il capitolo si conclude con quella frase, anche se il viaggio sull'Hogwarts Express non finisce qui ma continuerà nel prossimo capitolo!

Con questo, vi lascio! Spero che via sia piaciuto e che vi abbia suscitato più interesse. Fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola ( anche minuscola, sapete mi accontento di poco v.v) recensione; che sia positiva o negativa a me va bene uguale perché mi fa piacere conoscere le vostre impressioni!
Alla prossima settimana con il secondo capitolo!   
BlackStar vi saluta! ^_^

 

  
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