Buongiorno ragazze...
Eccoci qua con l'ultimo capitolo di questa storia...
A seguirmi siete State Tante...Per questo non smetterò mai di ringraziarvi...
 

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 Detto questo vi lascio all'ultimo capitolo di questa storia...
Bacioni Lucy <3

Bella


Era passato un mese da quando Carmen e Eleazar era partiti.
I lavori per il mio nuovo studio, qui a Forks, procedevano davvero bene.

Kristen cresceva giorno dopo giorno, come cresceva l’amore tra Kristen ed Edward.
Si amavano come se fossero davvero padre e figlia.
E questo loro rapporto, mi rendeva felice ogni giorno. Mi riempiva il cuore ogni giorno di più.
Tra me ed Edward le cose andavano davvero bene.
Ci amavano ogni sera in un modo che solo due innamorati potevano fare.

Sapevo di amare ancora Jake. Lui rimaneva comunque il mio primo amore e lo avrei portato nel cuore fino all’ultimo mio respiro.

Ma ora nel cuore avevo anche Edward.

Lo amavo davvero. Amavo tutto di lui.
Amavo il suo modo di dimostrarci quanto ci amava.
Amavo sui modo di prendersi cura di noi.
Amavo il suo preoccuparsi anche solo per un raffreddore.
Amavo il suo difenderci se ce n’era bisogno.
Amavo lui e il suo modo di amarci.
E ora sapevo di amarlo ancora di più.

Erano venti minuti che era seduta sul pavimento del bagno di camera nostra.
Con un “bastoncino” in mano ad osservare quelle due lineette rosa.

Il test era positivo.

Ero incinta quindi…

In quel momento emozioni diverse si impossessarono di me.
Sorpresa. Tristezza. Speranza. Preoccupazione. Amore per quel piccolo fagottino che iniziava a crescere dentro di me.
Sul mio viso scendevano anche lacrime, ma lacrime di gioia.

Speravo soltanto che Edward e Kristen l’avrebbero presa bene.

Riuscii ad alzarmi dal quel pavimento.
Andai in camera e mi preparai per uscire.
Sarei subito andata da Edward a dargli la notizia.
Misi il test nel suo scatolo, mettendolo in borsa, per poi uscire.

Arrivai all’asilo molto agitata.
Ero uscita di casa tranquilla, ma man mano che mi avvicinavo alla mia destinazione l’ansia si impossessava di me un po’ alla volta.

Parcheggiai, presi la mia borsa e scesi dalla macchina.
Entrai nell’edificio, la signoria Maria mi accolse con un gran sorriso.
Ormai tutti sapevano che era la fidanzata di Edward, e quando arrivo sapevano che andavo da lui. Maria mi fermava soltanto quando Edward aveva qualche paziente, ma quella mattina fortunatamente non c’era nessuno.

Salii al secondo piano, dove si trovava lo studio di Edward, arrivando davanti alla sua porta.
Presi un lungo respiro, forse ne presi più di uno, e aprii la porta con il sorriso.
Che purtroppo si spense subito quando mi ritrovai una donna troppo vicino ad Edward che gli diceva

«Lo abbiamo senza fatto. Io sono tua come tu sei mio. Prendimi ora, qui!».

Entrambi si girarono verso di me.
Edward era sconvolto, mentre quella donna aveva un sorrisetto soddisfatto sul viso.
Edward mi tradiva!

Non avevo la forza di reagire o dire qualcosa.
Mi sentii soltanto morire.
Senza pensarci più su, girai i tacchi e andai via da lui.

Tornai a casa in lacrime. Piangevo da quando avevo lasciato il suo ufficio.
Andai in camera da letto.

Ero arrabbiata con lui.

Ma ero, anche, arrabbiato con me stessa perché avevo permesso ad un uomo di entrare nelle nostre vite troppo facilmente.
E questa volta a soffrire non sarei stata l’unica.
Avrebbe sofferto anche mia figlia. E il bambino/a che portavo in grembo.
Buttai la borsa sul pavimento della ex-nostra stanza. Il suo contenuto si sparse sul pavimento, ma non ci badai.
Arrivai all’armadio, aprendolo, e buttando a terra tutto i suoi vestiti.
Lo stesso feci per la scarpiera e il cassetti del comò.
Quando finii mi accasciai sul pavimento. Piansi e urlai fino allo sfinimento.
Rimasi li, nella stessa posizione, finché non sentii la sua macchina entrare nel viale di casa.
 
Edward

Bella era appena andata via.
Allontanai Ketty bruscamente.

«BELLA» urlai rincorrendola, ma era già partita.
Quando tornai nel mio ufficio, Ketty era seduta alla mia poltrona
«Và via!» le ringhiai contro. Aveva sempre rovinato la mia vita.
Prima aveva tentato di allontanarmi dai miei genitori, perché non l’accettavano.
Ora invece stava cercando di allontanare Bella e Kristen da me.
«Lo sai che io e te siamo destinati a …»
«STARE LONTANI! Tu mi devi stare lontana! Da me e dalla mia famiglia!» dissi facendola alzare dalla mia poltrona
«Tu non vuoi davvero una donna con una bambina non tua!» disse ridendo
«LORO SONO LA MIA DONNA E LA MIA BAMBINA!» urlai sdegnato!
Ero al limite della sopportazione!
«Ma dici sul serio? Edward tu non eri quello che non voleva una famiglia?» mi chiese allungando una mano verso di me, ma l’allontanai bruscamente.
«Avevo 18’anni quando pensavo queste cose!» sbottai «Senti vai via da qui! Sparisci dalla mia vita e da quella della mia famiglia. Ma per sempre! Ti odio per averla allontanata da me!»
«Lo sai che tornerò!» disse con un sorriso
«Tu torna ed io non esiterò a denunciarti!»
«Non lo farai» disse sicura di se
«Tu credi? Ho lo sceriffo di questa città dalla mia parte, mi aiuterà senz’altro» le dissi sorridendo.
Prese le sue cose e andò via.

Provai a chiamare Bella ma il suo cellulare risultava spento.
Mancava poco all’uscita dall’asilo, per fortuna.
Dovevo tornare assolutamente da Bella e spiegarle tutto.

Uscii dall’asilo e aspettai Kris all’uscita.
«PAPINO!» urlò quando mi vide, le sorrisi prendendola in braccio e riempirla di baci.
Speravo che quella non era l’ultima volta che avrei potuto farlo.
«Tesoro che ne dici di andare a mangiare dai nonni? Papà e mamma devono parlare tanto» le dissi
«Si, ma poi mi vieni a prendere con la mamma?» mi chiese mentre le allacciavo le cinture del seggiolino
«Certo amore di papà» le dissi sorridendole e sperando di farle capire che ero sincero.
Quando arrivai a casa Swan, lasciai la bambina, dicendo a Charlie che era successo un malinteso, e che poi gli avrei spiegato tutto.

Tornai a casa con l’ansia e la preoccupazione, parcheggiando dietro la macchina di Bella.
Non volevo perderle, per nessuna ragione al mondo.

Entrai in casa.
Era tutto buio, per via delle veneziane chiuse.
Andai al piano di sopra, entrando in camera da letto.

Era un casino quella stanza. Tutti i miei vestiti era buttati a terra, e sul letto c’era una valigia aperta, con qualcosa di mio dentro.
Ma di Bella neanche l’ombra.

Entrai in camera ma calpestai qualcosa. Guardai in basso, e vidi un test di gravidanza.
Lo presi e subito vidi le due lineette rosa.
Bella era incinta?

«Ero venuta per dirti questo» alzai lo sguardo su di lei, che si stava asciugando gli occhi dalle lacrime.
«Bella posso spiegarti tutto» le dissi
«Mi tradisci Edward! Cosa c’è da spiegare?» mi chiese ricominciando a piangere «Voglio che te ne vai da questa casa! Voglio che ci lasci in pace per sempre!»
Il mio cuore si spense, per poi iniziare a battere molto più forte di prima.
«Che cosa? Io non ti ho mai tradita! Quella era una mia ex! Non ha mai capito che per lei non ho mai provato niente! Ci ho scopato, questo si! Ma questo molti anni prima di conoscere te, non ti ho mai tradita con lei»
«E che cazzo ci faceva nel tuo ufficio questa mattina? Avvinghiata al tuo collo?» mi urlò contro
«Non so come ha fatto a sapere dov’ero. Ha sempre fatto così, appare e scompare quando vuole lei. E questa volta sapeva anche di voi, di noi! Bella con quella donna questa mattina non è successo niente, devi credermi» le dissi avvicinandomi
«Non mi hai tradita? Mai?» mi chiese tra le lacrime
«Mai amore mio» dissi prendendo il suo viso tra le mie mani per asciugarle le lacrime
«Mi sentivo morire!» disse stringendo la mia camicia tra le mani
«Lo so amore, ma credimi non è mai successo niente da quando stiamo insieme. Ti amo, ti amo davvero» dissi baciandola a stampo
«Aspetto un bambino» sorrise debolmente
«Aspetti un bambino» dissi sorridendo e baciandola ancora
«Aspettiamo un bambino» disse ridendo felice.
«Sposami amore mio. Sposami e rendimi l’uomo più felice di questo mondo. Rendimi padre dei tuoi, dei nostri figli» le dissi
«Si amore ti sposo!» rispose buttandomi le braccia al collo.
«Ti amo Bella» le dissi
«Ti amo Edward» rispose.
Non c’era bisogno di un anello, in quel momento. C’eravamo noi.
E quello era importante.
 
Cinque mesi dopo

Bella

«Mamma sei bellissima» disse mia figlia quando mi vide in abito da sposa.
Sorrisi, abbassandomi per darle un bacio.
«Anche tu sei bellissima amore di mamma» le dissi.
Mia madre, Esme, Alice e Rosalie, mi avevano aiutato ad indossare il mio abito da sposa. Non ce l’avrei mai fatta da sola.
Il mio ventre, ormai, era ben visibile.
Ero di sei mesi.  Quando lo scoprii ero già di un mese.
«Bells? Tesoro? Sei bellissima» disse mio padre venendomi ad abbracciare
«Grazie papà» gli risposi facendomi abbracciare.
«Signore siete pronte?» chiese Carlisle entrando in camera sua.
Avevamo deciso di celebrare il nostro matrimonio a casa Cullen.
Una cerimonia intima, e con pochi invitati.
Eleazar e Carmen non sarebbero venuti, perché il loro primo bambino era nato il giorno prima. Ma sapevo che, nonostante, lontani, c’erano.
«Oh Bella, sei davvero incantevole» mi disse Carlisle venendomi ad abbracciare
«Grazie Carlisle» gli risposi
«Sei pronta vero? Perché c’è mio figlio giù che sta scavando la terra con i piedi tanto che è nervoso» mi disse, sorrisi all’idea di lui che stava andando avanti e indietro.
«Certo, sono pronta» dissi.
Uscimmo tutti dalla stanza.
Io e mio padre aspettammo che Kristen e Ashley iniziarono a camminare davanti a noi gettando a terra petali di rosa bianchi. Li avevo scelti io bianchi.
Bianchi come la purezza. Puro come il nostro amore.
Iniziai a camminare con mio padre per tutta la “navata”, dove alla fine l’uomo della mia vita, e padre dei miei figli, mi stava aspettando.
Sorrisi quando i nostri occhi si incontrarono, ricevendo un bellissimo sorriso come risposta.
Sapevo che stavo facendo la scelta giusta.
Stavo sposando l’uomo che amavo.
Mio padre mi consegnò a lui, sussurrandogli qualcosa che non compresi, ma Edward sorrise annuendo.
Quei due non me la contavano mai giusta.
Il prete che celebrava la nostra unione iniziò a parlare.
«Vuoi tu, Edward Cullen, prendere la qui presente, Isabella Swan, come tua sposa, onorandola e rispettandola finché morte non vi separi?»
«Lo voglio» rispose Edward sorridendomi
«Vuoi tu, Isabella Swan, prendere il qui presente, Edward Cullen, come tuo sposo, onorandolo e rispettandolo finché morte non vi separi?»
«Lo voglio» risposi sorridendogli
«Dal potere conferitomi dalla Chiesa, vi dichiaro Marito e Moglie. Lo Sposo può baciare la Sposa» disse il prete.
Edward sorrise, baciandomi.
In quel momento, il mondo sparì. C’ero io, e c’era lui.
Nessun altro.
«Ti amo Signora Cullen» mi disse quando ci staccammo
«Ti amo Signor Cullen» gli risposi sorridendo.
 
Tre mesi dopo

«Edward! Giuro su chi vuoi che se mi rimetti incinta ti castro a vita!!!» sbottai quando un’altra contrazione mi mandò in crisi il sistema nervoso!
Camminavo avanti e indietro per la stanza, dicevano che aiutava!
Aiutava un corno!
Stavo soffrendo troppo per i miei gusti!
«Amore calmati, andrà tutto bene!» cercò di tranquillizzarmi Edward, ma mi fece arrabbiare ancora di più.
«Tu non hai la vagina che non si sta dilatando! E non hai un bambino dentro che vorrebbe uscire! Quindi non sto calma!!!» sbottai contro di lui.

Quindici minuti dopo la dilatazione era perfetta, ed io mi ritrovavo a stringere la mano di Edward, e a spingere come potevo, in sala parto.
«Al mio tre Bella. Uno. Due. Tre!»
«AAAAAAAAAAAAAAAA» urlai stringendo la mano di Edward.

Poverino lo stavo facendo male!
Il pianto di un bambino/a, del/la mio/a bambino/a, mi fece sorridere
«Signora Cullen, Signor Cullen, ecco a voi un bel maschietto» disse la dottoressa.
Edward mi baciò
«Ti amo amore mio» gli dissi piangendo
«Ti amo anch’io amore mio. Vi amo tutti e tre più della mia vita» mi rispose baciandomi ancora.
«Devi scegliere il nome Edward» gli ricordai.

Avevamo fatto un patto durante la gravidanza.
Prima di tutto non avevamo saputo il sesso del bambino, fino a quel momento.
Se fosse stata femmina avrei scelto io.
Se fosse stato maschio, come in quel caso, avrebbe scelto Edward.

Ci fecero vedere il bambino prima di ripulirlo, appoggiandolo sul mio petto per potergli far sentire il mio contatto.

Edward mi sorrise, «Jake Cullen» disse quando portarono via nostro figlio, lo guardai per poi sorridergli, e scoppiare in lacrime.
Aveva scelto il nome di nostro figlio.
Aveva scelto il nome del mio primo marito.
Aveva scelto il nome del padre di nostra figlia.
«Ti amo Edward. Ti amo più della mia vita» gli dissi baciandolo
«Ti amo Bella. Ti amo!»
 
Tre anni dopo

«MAMMA! Kristen non vuole giocare con me!» si lamentò Jake, entrando in cucina. Il mio ometto dai capelli castani e occhi verdi come il padre.
«Amore Kris sta facendo i compiti, lei va a scuola, lo sai, no?» gli ricordai
«E chi gioca con me?» si lamentò ancora
«Perché non vai a chiamare tuo padre? È in ufficio» gli dissi. Avevo fatto costruire un piccolo “edificio”, collegato alla casa, dove Edward poteva lavorare tranquillamente con i suoi paziente.
Aveva la sua entrata, con una porta blindata. E un’entrata  che collegava alla nostra casa.
«Vuoi giocare anche tu?» mi chiese Jake
«Amore io sto facendo mangiare Renesmee, vedi?» gli feci notare.

Eh si!
Renesmee era la nostra terza figlia.
Aveva un anno, ed era tutta sua padre.

Capelli ramati, sorriso come il padre. Bellissima come il padre. Di mio aveva soltanto gli occhi.
«Va bene, vado da papà» disse scappando.
«Papà!» disse sorridendo la mia piccola Renesmee.
«Si amore, ora anche tu vai da papà» le dissi dandole l’ultimo cucchiaino, le pulii il musetto e la feci scendere dal seggiolone.

Iniziò a camminare piano per raggiungere il papà e il fratellino.

Finimmo tutti in giardino a giocare con la palla, compresa Kristen che finì i suoi compiti.
Eravamo una famiglia unita.
I nostri figli si volevano bene, e non litigavano quasi mai…appunto quasi!
Quella sera crollarono tutti e tre sul divano del soggiorno mentre guardavano i cartoni.
Sorridemmo vedendoli stesi, sovrastandosi uno con l’altra.
Jake stava steso con la testa sul pancino di Kristen, e lei teneva una gamba sulla sua schiena. Mentre Renesmee era completamente stesa in braccio a Kristen.
«Sono la mia gioia di vita» disse Edward abbracciandomi da dietro
«Sono bellissimi» gli dissi «Ma ora portiamoli a letto».

Prendemmo prima Renesmee e Jake, portandoli ognuno nelle loro camerette, e poi Edward andò a prendere Kristen, portandola in camera sua.
Infine anche io e Edward, stremati, ci mettemmo a letto.

Mi feci stringere da lui come ogni sera, lo baciai prima di sganciare la bomba
«Credo di essere incinta amore» Edward si mise a ridere, forse credendo fosse uno scherzo.
Ma quando mi guardò, capì che non era uno scherzo
«Tu…tu dici davvero?» mi chiese timoroso.
«Si» risposi.
«Bene. Allora domani chiami la ginecologa e vediamo se è davvero così».
«Ti amo» gli dissi baciandolo e accoccolarmi ancora più vicino a lui
«Ti amo» mi rispose.

Il giorno dopo scoprimmo che ero davvero incinta, di quasi un mese.
E ben otto mesi dopo, nacquero Diane e Ryan Cullen.

Quando tornammo a casa, Edward mi “impose” la pillola.
Cinque figli erano davvero tanti da gestire. Risi quando lo vidi tremendamente agitato. Ma acconsentii a prendere la pillola.
 
Due anni dopo

«Abbiamo una bellissima e numerosissima famiglia» mi fece notare Edward. Quella sera nel letto eravamo davvero in tanti. Noi due più i nostri 5 figli.
«Si hai ragione amore. Ma ti amo. Vi amo. Siete la mia ragione di vita!» gli risposi
«Vi amo anch’io amore mio. Siete tutta la mia vita.»
«Per sempre» gli dissi accoccolandomi a lui
«Per sempre» mi rispose stringendomi a lui come se fossi il suo bene più prezioso.
«Potremmo fare un altro figlio, che ne pensi?» gli chiesi
«Non ci entreremo più in questo letto dopo» mi fece notare, ridemmo.
«Shhh» ci sgridarono i nostri figli.
«Scusate» dicemmo io e Edward, prima di sorridere e baciarci, per poi addormentarci.

Eravamo davvero felici.
Noi due e i nostri 5 figli.
Per sempre.