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Autore: Rurue    03/10/2013    1 recensioni
Akemi è un'infermiera giovane, ma sveglia. Resa tale da una famiglia di maghi purosangue che la disprezza per il suo essere Maganò e da una società in piena Seconda Guerra Mondiale che la evita per la sua lontana, ma abbastanza evidente, discendenza giapponese.
La ragazza si incontrerà con un Tom Riddle giovane, ma già prepotente. Instaurerà con lui un rapporto particolare; visto da fuori parrebbe solo astioso ma, per lei, è molto profondo.
Che ruolo potrebbe avere una semplice maganò nel passato del Signore Oscuro?
Akemi, grazie al suo lavoro, incontrerà anche i fratelli Pevensie, che riusciranno a sconvolgerle completamente la vita scaraventandola affettuosamente ma con prepotenza nella loro famiglia particolare e mostrandole un mondo diverso da quello a cui è abituata.
Attenzione: la storia seguirà, in gran parte, il filo della storia presente nei libri di Lewis, per questo potrebbero esserci possibli spoiler per chi ha visto solo i film.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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Oh, sweet Christabel.
Share with me your poem.
For I know now,
I’m a puppet on this silent stage show.
I’m but a poet
who failed his best play.
A Dead Boy,
who failed to write an ending
To each of his poems.
               - Beauty of the Beast; Nightwish -

 
 


                           Capitolo Nono




 Il viaggio fu, come al solito, estremamente lungo, nonostante avessi dormito per quasi metà del tempo.

Arrivai al castello che era buio, ed era ora di cena. Non ebbi bisogno di controllare l'orologio, la mia pancia parlava da sola.
Fu abbastanza triste scendere dal treno e, guardandomi intorno, vedere solo me sulla banchina ferroviaria.

A venirmi a prendere alla stazione ed accompagnarmi al castello fu Argus: Argus Gazza era un ragazzo che doveva avere poco piú di vent'anni, ma che ne dimostrava almeno dieci in più.

Era un magonó come me, ed era stato accolto comunque nella scuola, dove aveva poi iniziato a lavorare un po' come tuttofare.
Io, come Argus, avrei potuto frequentare la scuola e viverci, ma non avevo intenzione di chiedere loro alcun favore. Quel poco di lavoro sporco, lo lasciavo fare a mia madre.

Ritornando a Gazza, aveva modi di fare discutibili, ma con me era sempre carino, cosa che sucitava l'invidia degli alunni, con cui invece era estremamente acido e.. beh, perfido.

Gli affidai le mie valige ed entrai nella Sala grande.

La prima cosa che feci fu lanciare un'attenta occhiata alla tavolata degli insegnanti, infatti il professor Silente alzò di poco una mano, in cenno di saluto. Gli risposi con un sorriso e piegando la testa.

Arrivai in fondo, al tavolo dei Serpeverde e cercai Tom con lo sguardo.

Lo trovai all'estremitá del tavolo vicino al portone. Al suo fianco destro erano seduti Cygnus Black ed Edgar Rosier, alla sua sinistra la sorella di Edgar, Druella e di fronte a lei una ragazza che non avevo mai visto. Cercai anche Olivia Bulstrode, ma non la trovai. Immaginai si dovesse essere imboscata da qualche parte; era sempre in giro per il castello.

La tavolata era quasi del tutto vuota, erano quasi una decina di persone, quelle sedute.

Mi attorcigliali svogliatamente una ciocca di frangetta e la sistemai dietro l'orecchio, appuntandomi mentalmente di tagliarla. Stava diventando davvero troppo lunga.

Mi avvicinai , sedendomi poi sulla panca, di fronte a Tom.

La ragazza al mio fianco, quella che non avevo mai visto, mi lanciò un'occhiata inquisitoria, quasi seccata. Druella, invece, mi salutò con un largo sorriso.

Tom non alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, non lo disturbai: sapevo che avrebbe fatto da solo dopo, probabilmente voleva arrivare a fine paragrafo o qualcosa del genere. Facevo così anche io, ogni tanto.

<< Ehi Cygnus! >> esclamò Rosier dando una violenta gomitata all'amico, che gemette contrariato << È arrivata la ragazza del capo! >>

Sbuffai a quell'appellativo. Me lo aveva affibiato Edgar alla fine del secondo anno, alla stazione, quando mi aveva visto aspettare Tom al binario nove e tre quarti. Non perché pensasse che fossi la sua ragazza, ma perché era un idiota e gli piaceva farlo, poi anche Black aveva preso l'abitudine di farlo. Conseguenza: un sacco di persone erano convite che io e Tom stessimo insieme.

Tom invece veniva chiamato 'capo' perché con gli anni aveva cominciato a raggrupparsi attorno qualche persona, che era la cosa più vicina a poter considerare amici, anche se lui non ci pensava nemmeno.

<< Ehi! >> li salutai senza protestare, avevo perso le speranze e la voglia di farlo << Mi siete mancati...? >>

Black sghignazzò << Cos'era quella nota interrogativa, Lady! Ovvio che ti siamo mancati, come abbiamo fatto a non mancarti? >>

"Lady".. Era nato immediatamente dopo il "la ragazza del capo", visto che lui era il 'capo'.

Gli sorrisi di sbieco, ironicamente. Spostai poi la mia attenzione sulla ragazza al mio fianco, che non aveva smesso di osservarmi. Lanciai una rapida occhiata a Druella, che stava rigirandosi la forchetta tra le mani nervosamente.

Riposai il mio sguardo sulla mia vicina, il cui atteggiamento si fece ancora più irritato

<< Che c'è? >> fece. Alzai un sopracciglio

Ah, io "che c'è"?

<< Tu sei.. >>


<< Esther Dorsey.. >> assottigliò lo sguardo << e te.. >> chiese idirettamente spostando lo sguardo su Tom.

<< Io sono Akemi, la figlia di Mrs Hole. Non ti ho mai vista in questi cinque anni. >>

<< No, direi. >> disse solo, continuandoma guardarmi.

Mi feci bastare la risposta, non che mi interessasse, dopotutto. Però mi dava fastidio essere guardata con tanta insistenza.

<< Dorsey, questa volta temo che debba essere io a chiedere 'Che c'è'? >>

<< Non dovresti sederti lì. Non senza l'autorizzazione di Riddle. >>

Aggrottai la fronte, capendo un secondo dopo. Era una regola non detta: se possibile, si evitava di sedersi di fronte al Capo.

<< Ma io ce l'ho, l'autorizzazione. >>

<< Non mi sembra che l'abbia chiesta. >>

<< Non ne ho bisogno. >> mi riempii il piatto, chiudendo lì la discussione. Ma alla Dorsey evidentemente, tutta quella storia non andò giù.

Così riaprì la bocca per protestare << Ma.. >>

<< Basta, Dorsey. >> fu il laconico e annoiato ordine di Tom, riemerso chissà quando dalla lettura.

Arricciai le labbra << Toh, salve Tom. Come mai da queste parti? Hai finito il paragrafo? >> lo sfottei. Lui non mutò espressione

<< In realtà avrei finito il capitolo, se non mi aveste interrotto. >>

<< Per quanto mi riguarda avresti potuto anche finire il libro: sei tanto carino quando stai zitto, Tom.. >> lui non disse nulla, chiuse il libro e si mise in bocca un pezzo di carne.

<< Non chiamarlo per nome! >> fu lo stizzito commento della ragazza accanto a me, che stavo cominciando a voler affogare nel piatto di porridge lì di fianco.

Tom non la guardò neanche << Esther, ho detto basta. >> la ragazza arrossì, probabilmente perché lui l'aveva chiamata per nome, e ricominciò a mangiare silenziosamente.

<< Non ti dirò 'mi sei mancata' perchè non sarebbe vero, Akemi. Quindi direi che possiamo anche saltare queste sciocche formalità. >>

<< E quando mai? >> ridacchiai << Tu invece mi sei mancato, quindi aspettati un Natale infernale, tesoro. >>

uomo avvisato, mezzo salvato, no?


<< Non vedo novità in tutto questo. >> fu il suo commento atono. Druella sogghignò.

<< Vedo che il tempo non ha intaccato la tua simpatia. >> feci, ironica << Secondo me sei nato con il mestruo, non è possibile che ti girano perennemente le scatole. >> borbottai contrariata.

<< Non vedo novità neanche in questo. >>

Sospirai << Il paziente paralitico del corridoio cinque è più attivo di te. >>

<< Ahi, questa non me la sarei lasciata dire. >> fu il divertito commento di Edgar Rosier. Tom si limitò ad arricciare imperteccibilmente le labbra << Rosier, non dovresti dare troppa importanza a quello che dice Akemi. Da solo sfogo alla sua frustrazione con commenti acidi, ne ha per tutti. >>

Aggrottai la fronte << Ovvio che ne ho per tutti. Chi è che diceva "a tutti o a nessuno"? >> Tom si astenne dal commentare e il discorso cadde lì.

<< Che leggi? >> domandai al ragazzo, lui voltò il libro verso di me, in modo che potessi leggerne il titolo.

<< Ti piacciono i rettili? >> domandai

<< Mi interessano. >> specificò.

<< Stai sempre a puntualizzare.. >> mi lamentai

<< Evidentemente è necessario. >>

<< No, sei tu che sei un rompiballe. >>

<< Lo sai. >>

<< Si, è vero lo so. Ma spero ogni volta di ricordare male. >>

Il mago mi lanciò un'occhiata divertita << Però il rompiballe sono io. >>

Lo guardai con falsa innocenza e gli feci il verso << Lo sai! >>

Lui non rise, ma capii che, se fosse stato una persona normale, lo avrebbe fatto.

Edgar e Black,  che avevano assistito al nostro scambio di battute con interesse decisero di integrarsi.

<< Che ci racconti, Lady? >>

<< Mah, non so. Cosa vuoi che ti racconti? >>

<< Cosa mi hai portato per Natale? >> domandò Rosier con gli occhi che gli brillavano. Scoppiai a ridere; presi un piatto e lo riempii di dolci. Dopo averlo osservato per bene, glielo porsi.

<< Tieni il tuo regalo di Natale, dividilo con l'amico tuo. >>

I due ragazzi espressero il loro disappunto.

<< Comunque siete voi quelli che hanno da raccontarmi qualcosa! Sono successi una marea di casini qui, mi pare! >>

Cygnus fece un gesto vago con la mano << Ti avrà già raccontato tutto Riddle. E poi sei tu quella delle storielle divertente. Cosa vuoi che ti raccontiamo, noi, siamo in una scuola! >>

<< Non vorrei farti tornare con i piedi per terra, Black, ma mi pare che qui ci si diverta non poco. >> replicai. Alla fine però mi obbligarono a dover tirare fuori qualche aneddoto assurdo. Ad esempio quello di quando ero con Lucy e Susan; stavamo chiacchiearndo tranquillamente nel giardino di casa loro, di sera, e vicino alla ringhiera una coppietta di fidanzatini si sbaciucchiava. Lucy aveva visto, casualmente, un corvo beccare le ortensie che la madre curava tanto per portarle all'ospedale dal padre. Si era alzata all'improvviso, brandendo una scarpa e correndo verso quella direzione che, disgraziatamente, era la medesima di quella della coppia. Infatti i due erano fuggiti terrorizzati e convinti che la bambina ce l'avesse con loro, mentre il corvo l'aveva bellamente ignorata, continuando a fare quello che stava facendo.

Io e Sue avevamo riso come ossesse per minuti interi, mentre Lucy era diventata tutta rossa dalla vergona. Poi però si era lasciata andare e era scoppiata a ridere insieme a noi.

Dopo quasi un'ora i due ragazzi si congedarono per andare in sala comune. Io e Tom, invece, andammo in camera mia.

Una delle cose belle di quel posto era quella: avevo una grande stanza tutta per me, con un comodissimo letto a baldacchino e la doccia e vasca con tutta l'acqua calda di cui necessitavo. All'ospedale, invece, vigeva la regola "chi primo arriva meglio alloggia" tutti gli altri.. si arrangiavano con l'acqua fredda e rischiavano la broncopolmonite.

<< Come va? >> mi domandò più per riempire il silenzio che per altro.

<< Potrebbe andare meglio. >> risposi con sincerità << Le cose vanno come sempre, tra l'altro ho scoperto una cosa che avrei preferito non scoprire. >>

Lui mi guardò interrogativo. Presi la borsa e tirai fuori il libro con gli alberi genealogici. Presi la busta bianca e gliela lanciai, poi chiusi il libro e lo poggiai sul letto.

Lo osservai mentre arrivava rapidamente a capire il problema. Fece cadere la sacca con dentro i libri di scuola e si sedette sul letto, vicino al libro, ma rimase in silenzio.

Mi sistemai anche io accanto a lui, a gambe incrociate e, quando capii che non mi avrebbe spiegati niente di sua sponte, lo incalzai.

<< Tom, perchè non mi hai detto nulla? >>

<< Da quando ti importa di quello che faccio? >> domandò a sua volta seccato.

Gli diedi una spinta sulla spalla << Piantala di dire assurdità! E non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. >>

<< Tanto non mi avresti aiutato. >>

Lo spinsi di nuovo, stavolta con più forza e lui finì steso sul materasso.

<< Forse, probabilmente ti avrei anche detto che sarebbe stato inutile. Ma sai, mi piacerebbe se almeno una volta nella tua vita mi mettessi al corrente di quello che fai! >>

Lui fece una smorfia ed io sospirai.

Inutile, come sempre. La prossima volta ci metterà ancora più impegno a fare sotterfugi.


<< Comunque. >> cominciai << che hai scoperto? >>

Sbuffò di nuovo, stavolta per una ragione diversa << Sai, era mio padre il babbano, a quanto pare. >> mi rivelò, con amarezza.

<< Non è detto, magari non hai cercato abbastanza affondo. >> gli dissi. La sua occhiata fu più che eloquente: aveva cercato, come un disperato.

<< Comunque non capisco dove sia il problema. >> in realtà lo sapevo. perfettamente.

<< Una strega - purosangue tra l'altro - non dovrebbe morire per uno stupido parto. >>

<< Tom!! >> esclamai, esasperata << era una strega, non Dio onnipotente! >>

Mi lanciò un'occhiataccia << Ma che ne vuoi sapere, tu. >> mi sforzai di non sferrargli un cazzotto nello stomaco.

<< Oddio, sei serio? Ne voglio sapere che sono femmina e anche infermiera, so come funziona un parto! La magia può poco. >> dissi, oltraggiata << E comunque è inutile che svii, lo so che la cosa che ti da fastidio è avere il cognome di un babbano. >>

<< Ma dai, quindi non scherzi quando dici di conoscermi. >>

<< Cretino, io ho il problema contrario. E tu passi il sessanta per cento del tempo ad insultarmi perchè sono una babbana. >> stavolta fui io, a sbuffare.

Restammo qualche minuto in silenzio.

<< Che mi dici di Esther? Perchè non l'ho mai vista da queste parti? >> domandai imorovvisamente.

<< Ti dico che mi ha ampiamente rotto le scatole. Mi sta sempre intorno, non riesco a fare quello che devo. E non l'hai mai vista perchè sono le prime vacanze che passa a scuola. Gli altri anni era tornata a casa. >>

<< Non mi è parso di starle molto simpatica. >>

<< Infatti non le stai simpatica. >>

Lo guardai interrogativa.

<< Sei o non sei la Lady? >> mi fece, scocciato dal dovermelo spiegare << per quanto ne sa lei in questo momento potremmo anche star facendo.. Altro. >>

Scoppiai a ridere di gusto << Poverina >> commentai senza pensarlo << si starà rosolando ben bene nell'invidia. >> fu il mio seguente cattivo commento.

<< Sai essere proprio bastarda quando vuoi. >> mi disse, ma non come rimprovero.

<< Non sei il primo che lo dice. Ciò che mi preoccupa è che la cara Esther Dorsey ha decisamente cominciato col piede sbagliato. >>

<< Questo rumore di ingranaggi è il tuo cervello che lavora? >> domandò con interesse. Mi fece ricordare la faccia soddisfatta che aveva fatto quando, durante una chiacchierata col cappello parlante nello studio del preside, avevamo scoperto che se avessi frequentato la scuola sarebbe stato indeciso tra Corvonero e Serpeverde. Aveva preso la stessa espressione di un genitore fiero del figlio.

<< Mh, no.. La poveretta non mi ha fatto nulla di male. >>

<< Le conviene contiuare allora. Chiunque sa che la roba mia non si tocca. >>

<< Okay, okay. >> sospirai, rassegnata. Mi distesi sul letto, al suo fianco << Sei proprio un coglione. >> lo insultai, riferendomi al suo perenne appellarsi a me come ad un oggetto.

Lui non rispose e si alzò.

<< Buonanotte, Emy. >> mi disse, prima di uscire dalla stanza.




****Angolo Autore
Salve a tutti! 
Eccomi qui con il nono capitolo. A proposito: chiedo scusa se ci è voluto più del solito ad aggiornare, ma come dire, ormai è pieno periodo scolastico, il tempo si riduce >.< Infatti credo che i tempi saranno un po' più lunghi rispetto a quest'estate.
Che vi posso dire? 
Siete contenti che è tornato il caro Tom? Vi era mancato? 
Beh, a me no.   ...Dai Tommy, scherzo! Non fare quella faccia, dio quanto sei permaloso.
Comunque, comunque, comunque.. passo col ringraziare infinitamente GJ, il cui supporto morale è fondamentale u.u e Kirlia per le sue fantastiche (e kilometriche) recensioni. Le vostre critiche e osservazioni sono utilissime sia nel migliorarmi nella scrittura sia a farmi venire idee per la storia.
Quindi se per caso anche qualcun'altro volesse recensirmi, siete i benvenuti ;)
Detto ciò, vi saluto.

Un bacio e alla prossima,
Rue :)

  
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