For Good

Primo Capitolo
nel quale due artisti fanno conoscenza

Quella giornata gli era andata piuttosto bene, si ritrovò a pensare il ragazzo. Era scampato a tutte le interrogazioni e non avevano avuto verifiche scritte. Uscendo non si era neanche preso troppi insulti e spintoni. Sì, quella era stata davvero una buona giornata. Sorrise e si strinse un po' di più nella sciarpa per difendersi dal gelo di dicembre, mentre si avviava verso la fermata dell'autobus. Ma non aveva intenzione di tornare a casa, no. Certo, quella sera si sarebbe preso una bella sgridata da suo padre, ma ne valeva la pena. La sua destinazione era la biblioteca. Ma doveva sbrigarsi se non voleva perdere l'autobus, altrimenti avrebbe dovuto aspettare quello dopo per una mezz'oretta al freddo. O sennò andarci a piedi, ma aveva iniziato a nevicare e lui non aveva un ombrello.

***

Ovviamente l'autobus aveva deciso di arrivare in anticipo proprio quel giorno, quindi quando Hiccup varcò la soglia della biblioteca comunale era completamente fradicio. Restò un po' all'ingresso, cercando di asciugarsi alla bell'e meglio. Quanto gli piaceva quel posto. Era enorme, silenzioso e c'era odore di carta dappertutto. Andò a sedersi ad un grosso tavolo con tante lampade, poggiò lo zaino per terra e andò nella sezione fantasy a prendere una bella pila di libri. Tuttavia, non aveva intenzione di leggerli, ma di disegnare le creature descritte. Specialmente draghi. Ne andava pazzo. Adorava disegnare ogni singola squametta, i denti affilati, le ali maestose e gli occhi felini. E la biblioteca era il posto adatto per disegnare senza che nessuno ti venisse a disturbare. Anche perché suo padre non avrebbe sicuramente apprezzato le sue tendenze artistiche, e gli avrebbe detto che un ragazzo della sua età doveva pensare a fare sport o comunque attività più virili invece che "fare quegli stupidi schizzi tutto il giorno".
« Wow... Fantastico...»
Ad Hiccup per poco non venne un infarto. Si voltò di scatto e si trovò davanti una ragazza, probabilmente una sua coetanea a giudicare dall'aspetto, con una lunga treccia bionda e tante ciocche di capelli di diversi colori. Aveva una matita appoggiata all'orecchio e lo guardava sorridendo.
« Il drago. È veramente stupendo.» Indicò il disegno di Hiccup, il quale arrossì e si sistemò meglio gli occhiali sul naso lentigginoso.
«Q-questo? È solo uno schizzo, niente di che...»
«Sciocchezze- la ragazza prese una sedia e gli si sedette accanto- Disegno anche io e secondo me tu hai talento!» Detto ciò si mise a guardare tutti i fogli su cui aveva disegnato il ragazzo e ogni volta aveva qualche particolare da lodare, qualche apprezzamento sull'uso del colore da fare e qualche esclamazione di meraviglia sfuggiva alle sue labbra. Sembrava quasi una bambina.
«Oh, sì! Io mi chiamo Rapunzel! È un piacere incontrare un altro spirito artistico!» esclamò la ragazza porgendogli la mano.
«Hiccup» mentre ricambiava la stretta di mano era un po' titubante, ma quella ragazza sembrava simpatica. Perlomeno, non riteneva il disegno un'attività stupida e non aveva iniziato a prenderlo in giro ancora prima di conoscerlo (come facevano tutti).Passarono tutto il pomeriggio a chiacchierare e a disegnare fino a quando Rapunzel controllò l'orologio per poi alzarsi di scatto.
«Accidenti! È tardissimo! Mi aspettano a casa!» iniziò a raccogliere velocemente le sue cose e a metterle nella sacca, mentre Hiccup la guardava un po' spaesato. Perché quando ci si diverte il tempo passa così in fretta? Ma a pensarci bene, era davvero tardi. Fuori si era già fatto buio e la nevicata era finita da un po'.
«Ehi, senti, ma tu che scuola frequenti? Se sei vicino, magari ci vediamo di tanto in tanto.»
«Vado alla Royal, e tu?» chiese speranzoso.
«Che coincidenza! Anch'io! Beh, allora, ci vediamo, Hic!» la ragazza accennò un buffo inchino e corse via.
Nonostante sembrasse un po' schizzata, con tutti quei ciuffetti colorati che spuntavano un po' da tutte le parti, era veramente una brava ragazza e, chissà, magari entro la fine dell'anno sarebbero diventati amici.

***

Finalmente era arrivato a casa. Iniziava a far davvero troppo freddo per i suoi gusti. Aprì la porta d'ingresso cercando di essere il più silenzioso possibile. Vide suo padre seduto sul divano intento a leggere il giornale. Bene, forse questa volta avrebbe evitato la ramanzina.
Piano, piano... Era quasi arrivato in cima alle scale, poi si sarebbe semplicemente chiuso in camera sua fino al mattino seguente.
«Heath!»
E ti pareva. Il cielo non gliene poteva mandare mai una giusta, eh? A volte si chiedeva se suo padre avesse una specie di radar o qualcosa di simile. Vai, Hic, ce la puoi fare, fatti forza.
«Mh, sì, papà?»

L'angolino di _Hidila:
Ed eccomi quaaaaaa! I'm back! (?) Non è che sia passato tantissimo, ma vabbé. Allora, prima di tutto, mi scuso. Perché è decisamente troppo corto, il capitolo. Inaccettabile ~~ma posso giustificarmi dicendovi che ho la febbre alta, che è pura una cosa vera~~. La cosa triste è che ho in mente un sacco di particolari che non posso inserire nella storia perché hanno poco a che fare con la trama principale çAç Ma credo che quando l'avrò finita, farò una raccolta di "specials". Insomma, i piccoli episodi che non ho potuto scrivere qui. Tipo da cosa è nato il soprannome Hiccup per quel povero nerd e simili.
Mh, allora, voglio sconvolgervi per bene. Per me, Hiccup moderno porta gli occhiali, già. Di quelli con la montatura enorme nera, un po' da hipster o da gamer. Di quelli che se sei già magrolino di tuo sembrano ancora più grossi. E Punzie ha tutte le ciocche di vari colori. Punto e basta. Boh, spero che il capitolo non risulti noioso. Non sono abituata a scrivere long e a dividere in vari capitoli. Ma credo che i primi saranno tutti un po' lenti perché voglio presentare bene i personaggi e le loro situazioni. Anyway, spero vi sia piaciuto quello che ufficialmente il primo capitolo della mia prima long-fic! °D° *feeling excited*
Un bacione e al prossimo capitolo,
_Hidila