Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: JohnLemon    04/10/2013    3 recensioni
Come (quasi) ogni Mclennoner sa, in Oh! Darling si sente dire "Oh! Johnny!", molto chiaramente al minuto 1.40 circa.
Ho voluto immaginare i vari possibili retroscena di questa gaffe, voluta o no!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Paul era chiuso da ormai mezz'ora nel bagno della sala di registrazione, piangendo in silenzio.
Piangendo lacrime di rabbia, ma soprattutto di dolore.
Come se piangendo potesse risolvere qualcosa; come se piangendo potesse ottenere quello che desiderava: il ritorno del passato.
Come se attraverso le lacrime potesse cacciare fuori tutta quella rabbia e quel dolore.
Come quando aveva perso la sua amata Mamma. 
Paul piangeva, anche se nessuno lo sapeva. E piangeva anche per ora.
Perché piangi, Paul? Non ti ridarà indietro chi hai perso, né ti aiuterà a stare meglio. 
Era offuscato da questi pensieri, e da chissà quanti altri.
Perché stava succedendo tutto questo? Perché doveva perdere anche lui?
Non riusciva ad accettarlo, mentre Ringo bussava alla porta.
"Paul... amico... che succede? va tutto bene?"
No, Ringo. Non andava tutto bene e tu lo sapevi, non è così? Tu sapevi benissimo cos'aveva Paul.
"S...Sì, Ringo... perdonami, sto arrivando." Paul aveva tirato su, rumorosamente col naso e si era lavato il viso. 
Era uscito poco dopo, cercando di nascondere cosa l'aveva trattenuto in bagno: la propria tristezza.
Ma non poteva .
Non poteva nasconderlo, non a George e Ringo.
Non sembrando un piccolo fantasma, bianco cadaverico, con gli occhi cerchiati di rosso e le labbra carnose torturate dai denti, fino a romperle un po'.
I suoi due amici, compagni, fratelli, l'avevano guardato, pensierosi. Non sapevano cosa dirgli, cosa fare.
Ed a rompere il silenzio era arrivato John, sbattendo la porta ed imprecando.
Paul era scattato, come un felino. L'aveva guardato di sottecchi, cercando di non piangere di nuovo.
E John? John era troppo impegnato ad imprecare contro chi aveva scatenato il casino.

Erano da poco arrivati in sala registrazione, e John si era portato dietro quell'irritante essere che rispondeva al nome di Yoko Ono.
Lei aveva cominciato, come di consueto, a dettare ordini. John doveva cantare questo e quello, con tale tono, e doveva cambiare la frase di quella canzone, e doveva cantare quello che lei aveva scritto.
Paul la guardava, con gli occhi stretti a fessura e stringendo i pugni. Non la sopportava, non sopportava quella donna.
Gli stava portando via l'Amore della sua vita, e oltretutto era una persona davvero orribile. Dittatrice, tutti dovevano sottostare ai suoi maledetti ordini. Ed era maledettamente gelosa di Paul. Perché? Perché sapeva benissimo cosa c'era tra i due, e sapeva che Paul aveva un grosso ascendente su John.
Almeno prima che quella strega gli facesse un incantesimo.
Paul ringhiava in silenzio, lanciando occhiate cariche di rabbia e disperazione a George e Ringo: nemmeno loro la sopportavano.
I tre ragazzi si guardavano, senza sapere cosa fare o dire.
Stavano per mettersi a registrare, quando qualcuno chiama " Principessa di John!" 
Yoko aveva sorriso con vanità, e si era voltata. Non le ci era voluto troppo tempo per realizzare che non era lei la principessa di John.
E che, anzi, stessero chiamando Paul.

Paul, il quale aveva fatto un ghigno malefico gustandosi la scena.
Yoko, offesa, aveva lasciato cadere i fogli, raccattato la borsa ed aveva attraversato velocemente la stanza, per poi uscirne.
Pochi secondi di gelo, il mondo sembrava essersi fermato agli occhi di Paul. Aveva cambiato espressione. Era ora preoccupato.
E quando il mondo aveva ripreso a girare, John aveva seguito quella dannata scimmia.

L'aveva seguita.




Paul, nel vedere John così preoccupato, ancora, per quella stupida, non aveva retto. Aveva chinato il viso e stretto i pugni con rabbia.
Sentiva gli occhi bagnarsi, e il cuore stringersi e fare male nel petto.
Ma... che senso avrebbe avuto piangere di nuovo? E per giunta, davanti a lui?
Nessuno. 
Quindi Paul l'aveva sorpassato con rabbia, con la quale cercava di nascondere il dolore, ed era andato a registrare. Aveva chiesto di registrarlo mentre cantava "Oh! Darling!"
La registrazione era partita.

"Oh! Darling, please believe me
I'll never do you no harm
Believe me when I tell you
I'll never do you no harm!"
Paul stava cantando con tutto sé stesso, mettendo l'anima in quello che usciva dalle sue labbra martoriate.
Stava cantando con il suo maledetto cuore in mano.
Quel cuore calpestato, distrutto, picchiato, graffiato, morso.
Cantava senza pensare al testo, le parole uscivano automaticamente dalla sua bocca mentre teneva gli occhi chiusi.
Teneva gli occhi chiusi e cantava come se cantasse per il suo John, e basta
Come se avesse fatto un fioretto, del tipo: "Se canterò bene e trasmetterò tutto quello che sto provando, lui non mi abbandonerà."
"Oh! Darling, if you leave me
I'll never make it alone
believe me when I tell you
Don't evere leave me alone"
Paul stava tremando, cantando quelle parole. Nella sua mente stava stringendo John, come una volta, nel letto singolo.
Lo stava stringendo, come tutte le volte.
Ma stavolta stava piangendo, stava stringendo tra le dita la maglia del ragazzo e lo stava implorando.
Per favore, non lasciarmi. Io non posso farcela senza di te.
Era tutto quello che Paul riusciva a pensare, da giorni. 
Era quello che riusciva a pensare quando avrebbe dovuto mangiare, dormire, sorridere.
Infatti, non faceva più nessuna delle tre cose.
George lo stava guardando, attraverso il vetro. Era sinceramente preoccupato per lui, non l'aveva mai visto in quello stato.
"When you told me
you didn't need me anymore
Well, you know I nearly broke down and cried
When you told me
you didn't need me anymore
Well, you know I nearly broke down and died."
Paul stava ormai stringendo le cuffie che portava, aveva le nocche bianche. Stava cantando con un sentimento ed un trasporto che non aveva nemmeno nelle sue più belle canzoni. C'era sofferenza nei suoi occhi, che aveva aperto nell'ultima frase. 
Con quegli occhi sofferenti aveva cercato subito il motivo di tutto quel dolore, ma anche di tutte le sue risate negli ultimi 12 anni.
E... l'aveva trovato. Era lì, fermo, a fissarlo.
Paul non aveva smesso di tremare, probabilmente lo faceva con ancora più forza.
"Oh! Johnny! If you leave me...
I'll never make it alone
Believe me when I tell you
I'll never do you no harm!"
Ormai per Paul quella non era una registrazione, ma una maledetta dichiarazione - o serenata, non importa come la si chiami- per John.
Lo guardava, pieno di sofferenza ma soprattuto Amore. Lo guardava e cantava, e non si preoccupava di far sentire a tutti quel "oh! Johnny". 
Ormai John era davvero scemo, e Paul non poteva far altro che sbattergli in faccia questa dichiarazione, questa proposta, o chissà come poteva definirla.
Una supplica, probabilmente. Una stupida supplica da ragazzina.
Nelle ultime due strofe Paul non aveva staccato gli occhi da Johh.
John aveva però abbassato lo sguardo, non riuscendo a sostenere il peso degli occhi di Paul.
Quegli occhi che gli chiedevano di non lasciarlo solo, di non andarsene. Di rimanere con lui, che non l'avrebbe mai fatto soffrire.
Di rimanere con lui, che l'avrebbe protetto ed amato.
Quegli occhi, che gli dicevano che era crollato, e si era sentito morto quando John gli aveva fatto capire che non aveva bisogno di lui.
Quegli occhi che davano un messaggio che John non era pronto a recepire: stava sbagliando, aveva maledettamente bisogno di Paul. Era stregato, come assuefatto. Ma non era pronto, non per sopportare quella verità. Era arrossito ed aveva abbassato lo sguardo, rialzandolo solo qualche volta, timidamente.
La registrazione era da poco finita, Paul era uscito.
Tutti gli erano andati incontro, cercando di congratularsi con lui. 
Di dirgli che quella registrazione era perfetta, che aveva interpretato da Dio.
Ma Paul si era limitato ad infilarsi la giacca, con un gesto di stizza. Poi, aveva guardato con quegli occhi cerchiati di rosso, John.

"Oh, Johnny. If you leave me, I'll never make it alone. Believe me when I tell you, I'll never do you no harm"
Ed era uscito, sotto la pioggia battente.
Lasciando John con i suoi dubbi.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: JohnLemon