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Autore: _Astrea7469_    04/10/2013    3 recensioni
Delilah è un'adolescente americana fin troppo comune, assolutamente nella media. Certo, è cinica, intelligente, sagace, con qualche pungente battutina sempre sulle labbra, ma niente di che. Una come tante, insomma. Ma ritrovarsi a doversi districare in una fitta rete di messaggi segreti e privi di mittente che sembrano voler fare da cupido, ma che riescono solo a gettare zizzania non è cosa da tutti.
Tra intrighi d'amore, liti da adolescenti, familiari dalla dubbia utilità, considerazioni acide e figure da dimenticare, riuscirà Delilah a scoprire chi diamine si sta facendo in 4 per trovarsi un compagno di vita?
Genere: Commedia, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Che collegamento può esserci tra l'aver appena concretizzato l'impulso intestino di veder chiaro in merito ad una serie di messaggi anonimi e l'arrancare svogliatamente in giro per un Mall? Nessun collegamento.

O, perlomeno, nella norma non sussite nessun file rouge a collegare questi due eventi. Nella realtà, però, o, perlomeno, nella realtà della sottoscritta Delilah Thucker, il collegamento è fornito dal fatto che la mia mente curiosa più di una scimmia, porta tragicamente con sé un patrimonio genetico e che, la sorte, ha voluto che io condividessi tale DNA con un individuo virtualmente perfetto e venerato più di un santone Malesiano, quale è mia sorella Lana, la pupilla dei nostri occhioni, insomma.

Ebbene sì, alla fine, Mater ha riportato la vittoria del pugno di ferro e io, da dignitosa perdente, ho scelto di provvedere al mio pegno piuttosto che buttarmi giù da una delle bianche scogliere di Dover.

-Spiegami ancora perché devo essere io a farti da valletta per il tuo tanto ispirato ritorno alle origini?-

-Ma perché siamo sorelle, ovvio!- e Lana, fornendomi un sorriso a 42 denti, crede di poter scappottare in questo modo una conversazione che necessita di risposte immediate e logiche.

-Pff, ti prego! Tanto valeva dirmi che sei qui con me perché hai testimoniato contro un padrino della mafia e fai parte del programma protezione testimoni! Voglio la verità e la voglio subito, a che gioco stai giocando, sorella?-

-Io? A nessun gioco!-

Credo che Lana non abbia ancora compreso lo scarso ascendente che le sue palesi balle hanno sul mio intelletto, ma il mio sguardo sembra descriverlo molto bene, a quanto sembra, visto che si toglie dalla faccia il suo falso sorrisone e ricomincia a parlare -Niente, la verità è che sono tornata e ho bisogno di tranquillità, tutto qui. Non riuscirei a reggere un'altra onta di felicitazioni per il mio ritorno-

-Oh, sì, certo, come no. Ora viene fuori che sei un animo timido e fragile. Strano che in tutti questi decenni spesi a fare da Reginetta di tutte le feste di tutte le ricorrenze di questo merdoso angolo di pianeta tu non lo abbia mai dimostrato. Molto, molto strano...-

-Non fare ironia con me, carina! Ti vanti tanto del tuo cervellino, ma non comprendi neppure le cose più semplici: non sto certamente dicendo che io sia venuta qui per sottrarmi dallo sguardo del mondo come una vecchia ballerina fuori forma, ho solo bisogno di una tranquillità differente da quella di Boston e difficilmente riuscirò a trovarla se tutti quelli che incontro non fanno altro che insistere per farmi fare un giro della città o farmi partecipare a qualche festa. E tutto ciò non accadrà certamente se una come te è in mia compagnia-

-Fammi capire bene, mi stai usando come repellente anti-ammiratori?-

-Oh, ma che brava, anche tu hai sviluppato la logica-

-Divertente. Comunque potrei potenzialmente offendermi per la considerazione che hai di me, ma non lo farò: preferisco essere ostracizzata dai giri cool e fashion della città piuttosto che diventare un'amabile battona facente parte di questi circoli-

-Potrei offendermi anch'io, sai? Ma non lo farò: a volte, avere sempre lo sguardo altrui puntato addosso, può diventare molto più scocciante di quanto non sembri- Istintivamente ripenso alla sera in cui Lana tornò dal college, quando percepii uno sguardo piantato sulla mia nuca nel tragitto di ritorno da casa. Reprimo un brivido e continuo -Anche i mostri hanno un cuore, dunque?-

-Non lo so, tu ce l'hai, Delih cara?-

Ah, l'amabile Lana. Indovinate un po'? Non mi era mancata per niente.

Continuiamo a trascinarci in giro per il Mall spilucchiando occhiate da vetrine qua e là e salutando conoscenti a ritmi più o meno regolari (cioè, Lana saluta i suoi conoscenti e io mi limito ad un cenno del capo più che altro per buona educazione, che per altro). Le uscite con mia sorella sono sempre state fonti di noia mista ad esasperazione, per la sottoscritta. Mi ricordano un po' la Legge di Murphy: se lei si diverte, io mi annoio, se lei si annoia, io finisco incastrata in qualche metal detector, se io mi diverto e lei si annoia, posso star certa che, da un momento all'altro, la situazione si ribalterà e io finirò col deprimermi in un angolino mentre lei, inspiegabilmente, si ritroverà circondata da qualche adulatore particolarmente piacente e particolarmente attratto da lei e il suo bel faccino.

Principio scientificamente dimosrato, badate bene.

Aspettando, quindi, il rituale momento in cui io finisca di testa in un cestino della spazzatura, decido di farlo un paio di domade che mi premerebbe porgerle da questa mattina -Lana, hai ricevuto posta, in questi giorni?-

-Perché me lo chiedi?-

-Tu rispondimi e basta, non è niente di grave, tranquilla, non voglio intraprendere la carriera da stalker-

-Peccato, ti vedrei bene in questi panni. Comunque no, non che mi ricordi, perché?-

-Oh, niente, stavo facendo un sondaggio per la scuola...Cose noiose, lascia stare. Ma...non hai visto alcuni movimenti di fronte casa, ieri o stamattina?-

-Se per sospetti intendi la signora Philling intenta a fare jogging col suo cagnetto di fronte casa nostra, sono ben felice di dirti di no.-

-No, non mi riferivo a quello...Per caso hai visto chi ha consegnato la posta, in questi giorni?-

-No, non ho visto quella mitologica figura sconosciuta che i più sono soliti chiamare "postino"- e si mette a ridere. La cosa che caratterizza realmente Lana è la sua predisposizione al comportarsi da stronza e il suo talento naturale all'essere stronza. Tutta una questione di stronzaggine, quindi.

-Sei divertente e spiritosa quanto una puzzola nel cassetto della biancheria intima. Per una benedettissima volta, puoi dirmi se hi visto qualcosa di anomalo in rapport con la posta?-

-Ehi, nervosetta, eh? Comunque no, Miss Argutezza, non c'è niente di strano in una semplice cassetta della posta, non che io ricordi, per lo meno...comunque, perché ti interessa così tanto? Cos'è, aspetti la lettera del tuo ragazzo?-

Fantastico, mia sorella fa le stesse considerazioni del mio vicino di casa cerebroleso.

Affascinante, non so se urlare "LO SAPEVO!" o scoppiare in lacrime.

Sto per prendere una decissione definita, passante per una risposta particolarmente piccata alla sua considerazione da bimba della scuola elementare che crede di dimostrare la propria intelligenza sbandierando i sentimenti altrui, quando le parole mi muoiono in bocca. O, per meglio dire, le parole vengono sommerse di saliva, nella mia bocca.

E' un attimo, un istante assolutamente fugevole in cui mi ritrovo con una lingua estranea che fa dei giri di corsa campestre nel mio apparato orale, mentre sommerge tutto con dosi spropositate di saliva umidiccia che mi provoca nausea e che non agevola di certo la condizione della mia povera lingua, talmente tanto spiaccicata contro il palato molle da rischiare di finire ingoiata pur di evitare un contatto con l'oggetto non identificato che mi sta facendo il controllo delle otturazioni. Lo so, sarebbe stato molto più poetico dire che un bacio mi ha colto completamente alla sprovvista, ma non credo che avrebbe impersonato al meglio il senso di quanto accaduto: un bacio, nel suo significato principe, è un qualcosa di non sempre positivo, ma di necessariamente voluto da ambo le parti interessate. In questo caso, invece, è chiaro che, oltre a risultarmi quantomeno disgustoso, tutto ciò non è chiaramente voluto dalla sottoscritta.

Il periodo di latenza della mia coscienza, dunque, dura all'incirca 5 secondi, il tempo di farmi un'idea della piovra che si struscia sulle mie gengive, prima di sdoganare il lato più repressivo di me e tirare un morso con i contro-cazzi alla lingua di Mr. Sbaciucchione. Sento il sapore metallico del suo sangue nella mia bocca (e, cazzo, spero vivamente che lui non sia affetto da nesuno virus legato al rapporto ematico) e, allontanandomi di scatto, oltre al prendere coscienza di come la mia unica sorella si sia rivelata utile in una situazione potenzialmente sfociabile in stupro tanto quanto uno zerbino di sughero, prendo atto anche del possessore della lingua che ho morso: Roger Prince, il ragazzo spostato che ho conosciuto il giorno prima...alle cui spalle, sulla testata di una panchina, campeggia la scritta in vernice spray rosso fuoco "CERCASI PARTNER DISPERATAMENTE! LO SAI CHE TI AMO, NO?"

 

 

 

*il Mall altri non è che il centro commerciale americano.

  
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