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Autore: Fantfree    05/10/2013    3 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
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Eccomi di nuovo qui, siete pronti a riprendere la storia da dove eravamo rimasti? Ma prima una piccola premessa: questo capitolo contiene tante informazioni che ci faranno avvicinare ulteriormente alla verità. Di che si tratta? Vi dico solo questo: gli indizi ce li abbiamo quasi tutti ormai e quindi è giunto il momento di svelare le prime carte in tavola... Siete impazienti di sapere? E allora, buona lettura!

Blake si voltò di scatto: c'era qualcuno dietro di lui.

E appena lo vide, i suoi occhi si riempirono di orrore. Un ragazzo alto, moro e dagli occhi azzurri si accasciava a terra pieno di sangue invocando il suo aiuto. Disperatamente e con tutte le sue forze si alzò e con le lacrime agli occhi lo guardò pieno di dolore.

<< Clark! >> Urlò Blake terrorizzato.

<< Sono io. Ti supplico, aiutami! >> Gli urlò accasciando il volto sulla sua spalla.

Tutto quel sangue si stava lentamente cospargendo sulla sua maglia, macchiandola di rosso. Il ragazzo sentì come un brivido percorrergli la schiena ed il cuore battere a mille. Aveva paura. Doveva scappare, ma Clark era suo amico.

<< Che cosa devo fare? >> Gli domandò.

Con le sue ultime forze, il ragazzo disse: << Indaga, indaga su che cosa sia questa realtà. Non ti arrendere, non fare come gli altri. La verità potrebbe essere vicina. >>

<< Lo farò, Clark. >> Si ricordò delle parole della donna: lo avrebbe rivisto. << Ma dimmi una cosa: quando potremo riabbracciarci? >>

<< Avverrà. >> Rispose il ragazzo affannosamente. << Ma quando sarà il momento non potrai più... >> Il ragazzo si interruppe. Le forze lo abbandonarono e cadde di peso su Blake.

<< No! Clark! Che cosa non potrò più? Ti prego, spiegami! Clark, Clark! >> Troppo tardi. Clark non rispondeva. Cercò di svegliarlo. Tutto inutile. Non rispondeva. Se solo avesse dato un segno di sé, qualcosa, un respiro! Nulla. In effetti qualcosa si mosse. Proveniva da dietro la sua schiena. Blake si voltò ancora una volta e... Se la vide lì. I denti della belva erano a qualche centimetro dalla sua faccia. “Addio,” Pensò. “è finita.” Il grosso giaguaro aprì le sue fauci e...

<< Aiuto! >> Urlò il ragazzo alzandosi di scatto.

<< Ahia, mi hai fatto un male pazzesco! >> Protestò Mya ritrovandosi un suo piede dritto in pancia.

<< Stai più attento! >> Intervenne Dean in sua difesa.

Blake si guardò intorno: era nella sala del palazzo reale di Thera. Era stato tutto un incubo. Tirò un sospiro di sollievo.

<< Hai avuto incubi? >> Gli domandò Cora.

<< Sì. >> Rispose lui ma non volle aggiungere altro.

<< Stai tranquillo, oggi andiamo a visitare Thera insieme al principe. >>

<< Che onore! >> Urlò Mya entusiasta di un fatto del genere.

<< Ragazzi, qualsiasi cosa accadrà io non mi stupirò. >> Disse Dean interrompendo il discorso.

<< Non più. >> Aggiunse Mya con sguardo ammiccante.

Eppure Blake taceva, immerso nel terribile ricordo di quel sogno. Che cosa voleva mai significare?

<< Ehi! >> Gli diede una pacca Cora. << Vedi di rallegrarti! >>

Il ragazzo, caduto improvvisamente dalle nuvole sorrise imbarazzato. << Meglio andare. >> Disse mettendosi una mano sullo stomaco. Aveva una gran fame e lo si può capire: non aveva più mangiato molto in quel periodo.

<< Prepariamoci prima. >> Lo fermò Mya. << Sennò il principe non ci guarda. >>

“E che cosa vuoi che me ne interessi?” Si domandò fra sé e sé. “E poi quello non sai mai dove guarda per via della sua maschera. Come puoi capire se davvero ti sta osservando?”

Immerso si nuovo nei pensieri più profondi, non si accorse che gli altri si erano già preparati. La loro roba era tutta lavata e pulita e Blake era l'unico (unico dei due ragazzi, ovviamente) ad essere rimasto a torso nudo.

“Meglio muoversi!” Disse squadrandosi. Conciato così non poteva andare da nessuna parte.

E così fu: una volta cambiato, i ragazzi si diressero nella sala del trono, sperando di trovarvi il principe (ed un sontuoso banchetto da parte di Mya e Blake).

Camminarono finchè non arrivarono al luogo stabilito ma purtroppo non vi trovarono nessuno.

<< E adesso? Dove lo troviamo il principe? >> Domandò Mya.

<< Sempre con questo principe! >> Disse Dean ironicamente.

<< Sei geloso? >> Gli domandò la ragazza, approfittandosene del fatto che non erano ancora fidanzati.

<< Io? Ma certo che no! >> Rispose il più naturalmente possibile, ma chiaro che lo era.

<< Proviamo a cercarlo. >> Disse Cora.

<< Dove, miss “So tutto io”? Questo palazzo è pienissimo di sale, dimmi dove possiamo trovarlo! >>

<< Magari sul terrazzo dove siamo stati ieri sera! >>

<< Dovevi informarti del luogo e dell'ora. Siamo nei pasticci. >>

<< Stai calma, stai calma. >>

<< Va bene. >> Irruppe Blake. << Facciamo come dici tu Cora e se non lo troviamo chiediamo a qualcuno. >>

E così fecero. Camminarono verso il terrazzo senza speranze di poter trovare qualcuno. Si guardarono intorno: il palazzo era davvero molto bello. Ovunque regnavano colori intensi accostati armoniosamente con forme eleganti e vivaci, che conferivano al palazzo un senso di bagliore e finezza: era davvero un posto bellissimo!

Abbagliati da quella bellissima immagine, a tutti venne il desiderio di non andarsene più, poiché tutto quello che cercavano era lì dentro. Tutti tranne Blake, ovviamente. Nella sua testa continuava ad echeggiare la voce stremata di Clark che lo supplicava di non arrendersi. E lui non lo avrebbe fatto.

Cora si fermò ad ammirare un arco imponente e bellissimo, che raffigurava dei draghi attorcigliati tra di loro con dei leoni e delle aquile. Era dipinto di verde smeraldo, d'oro e di rubino ed era contornato con tantissime pietre preziose. Si ricordò la corona: in un certo senso si assomigliavano, ma il fatto era che alla regina quello stile piaceva moltissimo, adorava i gioielli e la corona, anche se non l'aveva creata lei, era l'oggetto che la rappresentava di più.

Da un corridoio buio Blake notò la faccia di un felino che si stava avvicinando. Inizialmente rimase immobile perchè confuso sul da farsi e poi toccò la spalla di Dean che era intento a contemplare l'arco. Anche l'altro ragazzo si voltò e dopo un attimo di esitazione lo vide. Ma anche lui rimase in silenzio, spiazzato. Decise di toccare entrambe le ragazze, distratte davanti allo splendore che si erano trovate davanti. Entrambe si girarono e lo videro ma neanche loro dissero nulla, come paralizzate, sperando che l'animale non le notasse.

Eppure questo si avvicinava sempre di più e la sua testa diventava sempre più chiara avvicinandosi alla luce. Dean, Blake e Mya si allontanarono di qualche passo mentre Cora decise di rimanere dov'era. Aveva troppa paura. La sua precedente esperienza col giuaguaro l'aveva segnata. Aveva visto morire Clark davanti ai suoi occhi, senza poter fare nulla. Eppure il felino continuava ad avvicinarsi sempre di più, con il suo sguardo fisso ed immobile, circondato da uno strano bagliore.

La ragazza chiuse gli occhi e se lo sentì vicino, vicinissimo. “Forse stavolta è davvero finita.” Pensò. Così aspettò. Ma non successe nulla. Niente si mosse, tutto rimase così com'era. Non un sospiro, non un rumore. Silenzio più totale.

La ragazza aprì gli occhi e se lo vide davanti. Ce l'aveva lì a pochissimi centimetri dalla faccia. Non disse nulla, non fece nulla. Voleva piangere ma la troppa paura glielo impediva.

E così il felino parlò: << Cora, vi stavo aspettando! >>

La ragazza si rese conto che quella voce l'aveva già sentita da qualche parte... Era una voce inconfondibile... Era quella del principe! Si decise a squadrarlo dalla testa ai piedi: sì, era lui e quella era “solo” la sua maschera!

<< C'è qualcosa che non va? >> Le chiese vedendola impallidire.

<< N-no, tutto bene. Sto molto meglio, grazie. >> Rispose la ragazza tirando un sospiro di sollievo e ritornando al suo colore naturale. E così fecero anche gli altri tre.

<< Come promesso, vi porterò a vedere Thera. >>

<< Sì, ma si può mangiare? >> Domandò Mya presa dai fragori dello stomaco. Aveva fame.

<< Principe. >> Disse Cora. << Devo chiedervi un immenso favore: io e i miei umani vorremmo mangiare prima di partire. >>

<< Certamente, perchè no? >> Rispose il principe felicementte. << Prego, seguitemi. >>

Tutti ancora un po' colpiti da tale sorpresa, lo seguirono barcollando come ubriachi perchè la paura aveva inflitto loro un duro colpo. E pensare che avevano avuto paura di qualcosa che non esisteva!

Tutto il palazzo era completamente ornato di tantissimi particolari tavolta di marmo, talvolta di lapislazzuli o anche di pietre preziose e (perchè no) anche di cristallo. Pure quella era una tecnica che gli abitanti di Atlantide avevano appreso solo grazie allo studio sull'uomo ed avevano imparato così a sfruttarne alcune caratteristiche, le più necessarie.

I ragazzi entrarono in una sala sontuosissima, ricca di tende rosse e dorate, adornata di foglie e di draghi qua e là. Quella era la sala da pranzo. Quella di ricevimento era da tutt'altra parte.

Tutti ne rimasero estremamente colpiti, sia per la sua immensità, sia per la bellezza e l'imponenza che infondeva sul visitatore. Quel palazzo era quasi perfetto, da qualsiasi parte lo si guardasse.

<< Che cosa desiderate? >> Domandò il principe curioso sulla risposta che avrebbe dato quella ragazza così stranamente vestita ma elegante e fine nei modi di fare.

<< Quello che volete voi, basta che riusciate a saziarci l'appetito. >> Rispose lei.

<< E va bene, lascerò che sia il cuoco a decidere. >> Impartì degli ordini ai suoi camerieri che si misero subito all'opera.

<< Che ha detto? >> Domandò Mya.

<< Che lascia fare al cuoco. >> Rispose Cora.

<< Sapete, se ci cucinassero un t-rex non me ne stupirei. >> Disse Dean.

<< Perchè mai? >> Chiese Blake sorpreso del commento.

<< Dobbiamo aspettarci di tutto. Ma io lo mangerei. >> A quelle parole Mya si mise a ridacchiare per non far rumore. Sapeva dove si trovava e sapeva che doveva mantenere l'assoluta calma se non voleva vedersela brutta.

Il principe la notò e così disse a Cora: << Lasciate molta libertà ai vostri schiavi umani, io non mi fiderei. >>

<< E perchè mai? >> Domandò la ragazza. << Che male potrebbero fare? >>

<< Ce ne hanno già fatto molto, Cora. Loro sono traditori. Si dimenticarono già una volta di noi ma ci tradirono comunque. Adesso potrebbero fare lo stesso. >>

La ragazza rimase allibita da tali parole: perchè ce l'aveva così tanto con gli umani? Che cosa gli avevano fatto?

<< Perchè dite così, principe? >>

<< A mio parere vi fidate troppo. Ve la ricordate la leggenda? >>

La ragazza non sapeva che cosa rispondere: sapeva benissimo che sbagliare avrebbe messo a repentaglio la sorte di tutti loro. Era confusa, non sapeva che cosa fare, ma alla fine rispose: << Sì. >>

<< Ebbene. >> Puntualizzò il principe. << Siccome loro rinunciarono alla magia moltissimo tempo fa perchè la ritenevano troppo pericolosa, persero la memoria di averla posseduta. Eppure qualcosa in loro continuava a vivere, era come se in realtà continuassero a ricordare. Questo li portò alla creazione della tecnologia ma essa non ha mai potuto competere con la nostra potenza. Amplificammo l'impero rendendolo più vasto. Tutti ci temevano. >> Cora rabbrividì per due motivi: il primo era perchè quella leggenda l'aveva già in parte sentita da Ydatos ed il secondo era perchè, a suo parere, il principe nascondesse un animo vendicativo e crudele. Ma quei pensieri vennero smentiti subito. << Un impero non dev'essere governato da un sovrano temuto ma da un sovrano apprezzato e fedele a tutto il suo popolo. Alcuni sovrani furono molto apprezzati da entrambi nonostante le condizioni di vita diverse, altri furono molto amati solo dagli abitanti di Atlantide perchè favoriti ma i casi furono pochi. >> La ragazza ascoltava in silenzio ciò che il principe le stava dicendo, eppure la verità era ancora un po' lontana, ma molto meno rispetto a prima, nonostante questo fosse un solido punto di partenza.<< Riuscimmo a stabilire con loro dei buoni rapporti ed un impero solido, basato sugli scambi commerciali e culturali. Dopo il primo periodo di crisi tra abitanti di Atlantide e umani nessuno lo disprezzò più, anzi! Sempre più persone volevano entrare a farvi parte. E la notizia si stava diffondendo velocemente. Il nostro popolo non era più visto come crudele e conquistatore ma come punto di riferimento per tutti. >> A quel punto si interruppe. << Scusatemi se vi ho detto tutte queste cose che già sapete, se volete mi fermo. >>

<< No, no. Continuate. >> Lo incitò Cora molto presa dal discorso. In quel momento arrivarono delle pietanze deliziose degne d'un re.

<< Si mangia! >> Urlò Mya felice di potersi ingozzare dopo così tanto tempo.

Sentendosi ascoltato (cosa che accadeva molto di rado) il principe continuò: << Come sapete, un impero così amato da tutti i suoi sudditi dove la magia era ormai stata accettata da tutti gli umani che stavano diffondendo la notizia, sebbene non potessero farne uso, elogiandola come cosa magnifica ed incomprensibile è sempre in cerca di nuove idee o di qualcosa da scoprire, per migliorare la realtà che ci circonda. >>

Cora ingoiò un pezzo di frutta molto buono ed una domanda le venne subito spontanea: “Io sono umana?”. Lo era, ma lo avrebbe scoperto man mano. La ragazza si fece avanti: << E così vennero scoperti la luna ed il sole e la rotondità della terra e con essa gli altri pianeti. >>

<< Esattamente. >> Rispose il principe felice di poter finalmente dialogare con qualcuno alla sua altezza. Quella ragazza si stava facendo sempre più affascinante. << Ma come ben sapete, non ci fu mai possibile riuscire a capire che cosa sono realmente le stelle nonostante tutta quella magia che fu utilizzata per arrivarvi e fu quella la causa dello sprofondamento dell'intero continente e del crollo dell'intero impero. Solo molto dopo scoprimmo grazie agli uomini che queste stelle erano palle di aria calda a moltissimi anni di distanza da noi, irraggiungibili, inafferrabili. Tutta quella magia non sarebbe servita neanche a coprire un decimo di tutta la distanza da fare! >> Battè una mano sul tavolo. << Il bello è che gli uomini che erano diventati così fedeli in men che non si dica ci tradirono. Il nostro popolo venne identificato come malvagio perchè avente una magia capace di causare danni molto gravi al mondo ed alle sue genti e ci dimenticarono. La nostra divenne solo una leggenda. Quando tornammo per vedere che cosa ne era rimasto di noi, scoprimmo che ormai era tutto finito. Di quel progetto che avevamo stabilito insieme nei secoli non era rimasto più nulla, niente! >> Urlò il principe. Poi si accorse di avere ecceduto e si calmò porgendo le sue scuse alla ragazza. << Quel che vi trovammo fu una civiltà che usava stranissimi strumenti per fare cose degne della più potente delle magie e lo facevano con una facilità assurda: si erano totalmente dimenticati di noi! Anche il mare era ormai tutto in loro possesso, ogni angolo del pianeta da loro conosciuto. Decidemmo così di riconquistarci la parte mancante della Terra, quella antica e adesso popolata da uomini, per fondare un nuovo impero. Ma non fu così facile e come sapete scoppiò una guerra. Dopo molto tempo vincemmo e gli uomini sparirono quasi tutti. I pochi che rimasero vennero schiavizzati e la loro memoria fu cancellata. Prima o poi si ribelleranno. >>

<< Come? >> Domandò Cora. << Se sono in minoranza rispetto a noi, non potranno vincere. >> Queste parole pesarono molto alla ragazza. Sentire tutta quella verità pesava tantissimo ma quelle parole l'avevano convinta a tornare a credere che ci fosse ancora qualcosa dietro. Ed aveva ragione.

<< Sono molti più di quello che credete, vi dico solo questo. >> Il principe si bloccò. Sapeva troppo. Tutto quello che avrebbe detto da lì in poi sarebbe potuto essergli molto pesante e quindi decise di tacere. Perchè quella era solo una parte di tutta la verità. Cora l'avrebbe scoperta in un modo molto inaspettato, quando non avrebbe più voluto saperne nulla. Ma non anticipiamoci nulla e riprendiamo da dove eravamo rimasti...

La ragazza guardò Mya, Dean e Blake mangiare e scherzare felici dopo così tanto tempo. Eppure quest'ultimo si era accorto del cambio di umore della ragazza ed aveva smesso di scherzare, guardandola seriamente.

<< No! >> Disse Cora al principe. << Loro sono innocui, vi potete fidare. >>

<< Credetemi, Cora. Loro sono innocui finchè non accadrà qualcosa, me lo sento. La silfide è ricomparsa ed a voi quella misteriosa donna che vi ha detto di venire qui. >> Già, pensò la ragazza, perchè lì avrebbero trovato la verità. Eppure tante cose ancora non coincidevano, forse loro erano lì per un preciso motivo o forse perchè era stato il caso o forse entrambi, chi lo sa! Per questo fatto però si dovrà attendere ancora un po' prima di saperlo.

La ragazza sorrise. << Vi ringrazio davvero per la vostra ospitalità, principe. >>

<< Resterete a palazzo finchè non avremo scoperto qualcosa su questa donna. Là fuori oltre ai confini di Thera non è più sicuro, è meglio che stiate qui. >>

La ragazza sorrise. Era esattamente quello che la donna le aveva previsto. Eppure iniziava a farsi sentire il desiderio di non voler più tornare, di non voler più andarsene da lì. Thera ed il palazzo reale erano così belle e quel principe mascherato era così affascinante!

<< Abbiamo finito! >> Urlò Mya sazia.

<< Hanno finito anche loro, principe. Quando volete possiamo andare. >> Disse Cora.

<< Sapete, è stato un piacere vedervi mangiare ed ascoltare quello che io dicevo, di solito non lo fa mai nessuno: sono tutti così impegnati nelle loro faccende! >>

<< E voi che cosa fate? >>

<< Io studio e basta. >> Rispose il principe con aria un po' seccata. << Studio per essere sovrano un giorno e per comportarmi correttamente con il mio popolo, come da generazioni fanno i miei antenati. >>

<< Sapete già come vi comporterete? >> Domandò la ragazza presa dal discorso.

<< Ci sto riflettendo molto. Devo dire che per il momento ho le idee molto confuse e ci devo davvero pensare. Di una cosa però sono certo: non voglio essere come gli altri. >> Sotto la maschera i suoi occhi si illuminarono di una strana luce, quella della determinazione. << Voglio essere un re che verrà ricordato per essere passato alla storia per qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno ha mai fatto. >> E poi, orgogliosamente aggiunse: << Io non sono come gli altri, io sono diverso! >> A quel punto si bloccò. Non era mai arrivato a tanto. Non si era mai vantato di sé e adesso lo stava facendo. Una grande confusione lo pervase dalla testa ai piedi: perchè lo aveva detto? Quello era un suo segreto che custodiva da moltissimo tempo solo per sè e adesso lo aveva rivelato. Si sentiva uno stupido e per la prima volta in vita sua ringraziò il fatto di essere interamente vestito, nessuna parte del corpo esclusa.

<< Tutti volgiamo eccellere. >> Rispose Cora non prendendosela. Non aveva reagito pensando che il principe fosse uno stupido ma una persona del tutto normale, con i suoi desideri e le sue ambizioni. << Ma sei disposto davvero a sacrificare tutto quello che hai per raggiungere il tuo obiettivo? >>

Quella domanda turbò moltissimo il principe: non ci aveva mai pensato. Voleva eccedere, questo lo sapeva ma non riusciva a comprendere in che cosa e quindi che mezzi utilizzare per arrivarci. Se non si sa dove si sta andando, è difficile capire a che cosa possano servirci gli occhi tranne quella di evitare gli ostacoli. E così lui non aveva un obiettivo. Sapeva di voler diventare re e di voler vedere il mondo ma non sapeva che cosa fare per la sua gente. Voleva diventare conosciuto e che la sua faccia ispirasse fiducia nel prossimo, i suoi discorsi riflessione e le sue decisioni condivisione con il resto del popolo. Voleva questo ma non sapeva dove andare a mirare e soprattutto in quali aspetti: se i commerci, se la magia, se i valori delle persone.

<< Non lo so. >> Rispose sinceramente. << Io non ho esperienza in merito e credo che per raggiungere il mio obiettivo dovrò farmela. >>

Cora si accorse che il discorso era diventato molto pesante sia per lei che per il principe e decise di cambiarlo. Adesso sarebbero andati a visitare Thera ed iniziò a mostrarsi interessata.

 

A quel punto non c'era più motivo di restare seduti al tavolo: tutti si alzarono e seguirono il principe, chi più entusiasta, chi meno per via dello spuntino appena fatto. E da lì a poco si sarebbero ritrovati nella città più bella che l'uomo abbia mai costruito.

Come avrete potuto leggere, la storia lo esplicita: questa non è tutta la verità. Ma tenetela a mente, ritornerà presto. E riguardo ai capitoli precedenti, ve lo avevo detto di non scordare nulla, tutto torna! Se vi ricordate la leggenda che Ydatos ha raccontato a Cora è stata ripetuta in modo più chiaro dal principe, facendoci capire che c'è stata anche una dura guerra tra gli uomini, uomini tecnologicamente avanzati e gli abitanti di Atlantide intenti a riprendersi il loro vecchio dominio. Tenete a mente un altro indizio: in questo capitolo è citato da Cora ed è solo una "ripresa" di quello che era stato detto nei precedenti. Per il momento vi lascio con il dubbio, più avanti so che capirete! 
Adesso vado, vi devo lasciare nonostante la storia stia iniziando ad avere un senso... Prometto di tornare non appena possibile, non temete! Ciaoooo ;)

  
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