Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Michaelis Ashley Warblers    05/10/2013    1 recensioni
Non tutte le storie d'amore sono rose e fiori. Spesso ci si illude di conoscere la persona che si ha accanto, ma rimaniamo bruciati.
L'amore ha deciso di tirare un brutto scherzo al cuore di Sebastian Smythe, a quel cuore che ci ha messo anni prima di battere davvero per qualcuno.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3. Maria Venoso
 
Otto mesi, sette giorni, tredici ore, cinquantacinque minuti e ventisette secondi esatti sono passati dall’ultima volta che l’ho visto. Mai una telefonata, mai una cartolina, ma i una lettera, mai un sms, mai niente.
 
“ Sono davvero contato qualcosa per te oppure ero solo il ripiego delle tue solitarie notti senza Kurt, caro Blaine? ” Sì, voglio chiederglielo dal giorno in cui mi ha lasciato solo come un deficiente, ma mi risulta impossibile farlo, se solo provassi ad avvicinarmi a lui cadrei di nuovo in quel nero baratro chiamato disperazione.
 
Ho avuto molte avventure dopo Chad, il farmacista. I sentimenti non fanno per me e non sono mai stai parte integrante di me, l’unico con cui riuscivo a sentirne l’esistenza dentro di me era lui, ma adesso non è più parte della mia vita quindi non ho più bisogno di sentirli, di mostrarli. Non mi renderò mai più ridicolo per nessuno, i miei principi morali sono tornati quelli del diciassettenne Sebastian studente della Dalton Accademy: sesso, sesso e ancora sesso.
 
Da quando ho deciso di ridurre le sedute dal dottor  Finnerback mi sono concesso di nuovo il lusso di bere alcool, mi ha sempre aiutato a divertirmi, a dimenticare.. E’ sempre stato un buon amico, l’alcool, quando avevo bisogno di lui c’era. Blaine mi proibiva sempre di bere troppo: diceva che quando mi ubriacavo ero ridicolo e senza controllo. Adesso lui non è qui, posso bere, posso farlo. Mi è mancata in un certo senso questa libertà.
 
Ho deciso di tornare a lavoro, per vivere servono soldi. Erano mesi che non mettevo mano ad un caso quindi decisi di cominciare con qualcosa di veramente leggero, ma in ufficio non c’era niente di facile. Il telefono squillò e come sempre aspettaì  il terzo squillo per rispondere, dovevo raccogliere le forze prima di pronunciare qualsiasi cosa, speravo  ancora che lui mi chiamasse anche solo per errore.
 
“ Studio Legale Associato Dempore&Destrot, parla Sebastian Smythe.” Mi ricordavo ancora la frase di rito, era come andare in bicicletta: una volta imparato non si dimentica più. “Sono il tenente Barrett” e così cominciò il lungo monologo del poliziotto all’altro lato del telefono. Stava cercando un avvocato d’ufficio per una ragazza che non poteva permettersi la difesa. Ero iscritto alle liste per colpa di Blaine e del suo buonismo, “ fare del bene agli altri aiuta “, diceva, “tutti hanno diritto ad una difesa, anche chi non può permetterselo “ ripeteva.
 
Maria Venoso, ventunenne barista italiana denunciata per rissa in un bar, nel suo stesso bar per la precisione, la ragazza sosteneva di essersi solo difesa e di non aver cominciato la rissa. Il mio compito? Dimostrare la legittima difesa. Decisi di accettare il caso senza troppi indugi, non mi sarebbe potuto capitare niente di più facile, in quanto penalista.
 
Comunicai ai soci anziani dello studio del mio caso e alle 12.30 in punto mi presentai in commissariato per conoscere la mia cliente e per studiare una strategia difensiva. Era una ragazza davvero insolita: era molto bassa (alta più o meno come Blaine), con degli occhi azzurri quasi inquietanti e dei lunghi capelli castani. Inizialmente mi sentivo a disagio, qualcosa in lei mi trasmetteva ansia, ma non sapevo cosa. Da bravo avvocato quale sono, celai questo mio disagio e cominciai con le domande di rito. Intorno alle 16,30 avevamo già pronta la strategia difensiva per evitare il processo e per dimostrare la sua innocenza.
 
La settimana dopo, quando fummo convocati dal giudice per discutere il caso la mia strategia funzionò, evitammo il processo e Maria dimostrò la sua innocenza. Era una ragazza fortunata, con i pochi elementi a disposizione era difficile dimostrare la legittima difesa, ma fortunatamente avevo risposto io alla sua chiamata.
 
Essendo un caso d’ufficio, la ragazza non pagò la mia parcella (ci avrebbe pensato lo stato prima o poi ), ma voleva comunque sdebitarsi in qualche modo. Mi diede l’indirizzo del suo bar e mi disse che finché fosse stata lei a gestire il posto avrei avuto bevute gratis a vita. Solo un pazzo non ne avrebbe approfittato.
 
Decisi che era giunto il momento di riprendere in mano la situazione, essere tornato il vecchio Sebastian mi era piaciuto, adesso dovevo solo trovare la prossima vittima. Quale luogo migliore se non il bar in cui avevo bevute gratis a vita?
 
Un Sabato sera, mi recai al bar, dove la mia ex cliente, Maria fu felice di vedermi, anche troppo. Cominciai a bere senza mai alzarmi dal bancone, non ne avevo voglia. Parlai a raffica, raccontai a quella ragazza tutti i problemi che mi affliggevano, strano ma vero riuscivo a parlare meglio con lei che con il mio strizzacervelli. Stette in silenzio tutto il tempo ad ascoltare la mia storia, poi con tutta la sincerità possibile, cosa che di solito nessuno fa in queste circostanze, mi disse che era giunta l’ora di smettere di piangermi addosso, avevo tutta la vita davanti e dovevo viverla. Non so perché quelle parole mi provocarono un brivido lungo la schiena.  Il mio psicanalista me le aveva ripetute all’infinito, ma senza alcun risultato, adesso una ragazzina di  ventuno anni mi dava i brividi solo parlando. Ero evidentemente ubriaco, non c’era altra spiegazione.
 
Verso le due del mattino mi avviai alla macchina per andare verso casa, ma una voce abbastanza autoritaria mi disse che ubriaco come ero non avrei guidato. Era la voce di Maria. Mi prese le chiavi dalla tasca della giacca, mi chiese l’indirizzo e mi portò fino a casa dove mi mise a letto. Fu strano perché nessuna donna, eccetto mia madre in rare occasioni, si era premurata di me. Ancora l’eccesso di alcool pensai.
 
La settimana dopo decisi di tornare di nuovo al bar di Maria, ma non la trovai. Era malata e un senso di delusione cominciò a crescere dentro di me. Decisi che non aveva senso rimanere lì, allora me ne tornai a casa, accesi la tv e guardai una partita di basket, i Lakers contro i Chicago Bulls per la precisione.
 
Durante la partita il telefono squillò, ma io non ebbi il solito sussulto e la solita esitazione, stavo guarendo. Quando risposi, con mia grande sorpresa, riconobbi subito la voce di Maria all’altro capo del telefono. Mi chiese come mai non fossi passato al bar e scambiammo qualche parola. La cosa cominciava a piacermi. Parlare con lei mi faceva davvero bene. Ero un altro da quando la conoscevo.
 
Dopo due mesi che la conoscevo cominciammo ad uscire insieme come amici ovviamente, date le mie tendenze sessuali, andavamo spesso al cinema e al teatro. Mi sorpresi quando un Venerdì sera, poco prima di Natale, mi invitò a bere in un bar. Lo credevo un paradosso: un barista che beve in un bar che non era il suo, trovavo la cosa divertente.
 
Devo ammettere che quella sera bevemmo tanto e che la ragazza reggeva bene l’alcool. Eravamo entrambi ubriachi quindi decidemmo di chiamare un taxi e di tornare la mattina seguente a recuperare le rispettive auto. La invitai a dormire a casa mia, avevo tre stanze tutte per gli ospiti, quelle stanze che non diventarono mai le stanze dei figli che Blaine tanto desiderava.
 
Non sottovalutate mai l’alcool ha un ascendente ed un potere davvero smisurato sulle persone. Non so come, ma dopo aver chiacchierato a lungo mi ritrovai a baciare e spogliare una donna. Era davvero strana come cosa, ma devo ammettere che in quel periodo mi piacque davvero. Lei sapeva le mie tendenze sessuali e le accettava e io semplicemente sperimentavo, forse.
 
La mattina dopo non mi svegliai da solo, nel posto dove dormiva Blaine c’era una donna, anzi una ragazza di ventuno anni, un’amica.
 
La storia, puramente sessuale e senza implicazioni sentimentali, con Maria andò avanti per mesi. Fin quando non trovai la mia preda successiva e lei non trovò un fidanzato. Devo rettificare, la storia non durò mesi, durò un anno. Non mi ero mai sentito a mio agio con una donna come con lei. Fu e resterà sempre l’unica donna della mia vita, in molti sensi. Oltre ad essere la mia migliore amica, l’unica donna con cui abbia mai avuto una relazione, l’unica donna per cui ho segretamente provato qualcosa, era anche la madre di mio figlio Gioele.
 
Ebbene sì, Sebastian Smythe ha un figlio. È l’ora di diventare responsabile. Il bambino è bellissimo e trovo che mi assomigli molto, spero che prenda solo il meglio da me, se qualcosa di buono in me è rimasto.

 


Angolo delle note.
Rieccomi qui,
si potrebbe dire che c'è un drastico cambio della personalità di Bas, ma noi lo amiamo anche così, giusto?
Comunque siamo quasi a metà della storia e il poveretto non ha ancora trovato la sua "luce in fondo al tunnel" ce la farà?
Io lo so :)

Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono, scrivono, recensiscono, preferiscono, seguono e ricordano.
Vorrei ringraziare un po' meno quella pigrona della mia beta, ma le voglio bene e la ringrazio lo stesso. KlaineItachi.
Per tutto quello che volete, curiosità, insulti, ecc.. Mi trovate sulla mia pagina Facebook, qui  :)
Alla prossima <3

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Michaelis Ashley Warblers