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Autore: inochan    01/04/2008    1 recensioni
I due giovani, per evitare di rimanere ancora immersi nel buio del bosco che li circondava, partirono a razzo contro la schiena dell’uomo, nascondendosi dietro di essa in attesa di qualche barlume di vita all’interno di quel mini parco degli orrori. Improvvisamente la porta si aprì inspiegabilmente, spinta dal vento pensarono i due ragazzi, ma una figura apparve dietro di essa e in mano stringeva qualcosa che luccicò alla luce della luna: un macete inzuppato di sangue!
Direttamente da "Spiderwrick - Le cronache", ecco a voi la parodia del film in stile Naruto!
Potrebbero esserci dei piccoli spoiler per quanto riguarda il film, ammesso che riusciate a capire quali siano!
Spero di avervi intrigato e allora non mi resta che augurarvi una buona lettura!
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Narawrick
Le cronache

 

 

 

Prima parte: Larrivo alla residenza

 

 

-“Che qualcuno mi salvi da questo inferno, non voglio assolutamente scendere!!!”-

 

Dall’interno di una macchina color verde spento s’udirono le urla da banshee di una adolescente dai capelli biondi con qualche grave problema di nervi.

Infatti la suddetta era dall’inizio del viaggio, che l’aveva strappata alla soleggiata cittadina dove viveva per buttarla in una landa deserta circondata dal nulla, che non la smetteva di scalciare e urlare frasi senza senso e/o bestemmie in tutte le lingue che conosceva (una.), sotto lo sguardo disperato del padre oramai prossimo al suicidio e di un ragazzo “leggermente” soprappeso…

 

-“Noto una vena d’ironia in quelle virgolette,sa?”-

 

Non rompere Chouji, se ti dico grassone non va bene, se ti dico robusto storci il naso e basta su!!!

 

Dicevo, mentre i due cercavano d’ignorare la voce squillante e fastidiosa della ragazza, impresa difficilissima, la macchina accostò proprio davanti a una strana casa dall’aspetto lugubre.

Un misto tra la villa della famiglia Addams e il castello del conte Dracula, potete immaginare la gioia dei due ragazzi quando, non si sa per quale motivo era improvvisamente calata la notte, si ritrovarono a dover scendere dalla macchina a fissare quella specie di mattatoio formato bifamiliare.

Anche l’uomo scese dalla macchina e bussò alla porta della catapecchia, senza produrre alcun effetto sperato.

I due giovani, per evitare di rimanere ancora immersi nel buio del bosco che li circondava, partirono a razzo contro la schiena dell’uomo, nascondendosi dietro di essa in attesa di qualche barlume di vita all’interno di quel mini parco degli orrori.

Improvvisamente la porta si aprì inspiegabilmente, spinta dal vento pensarono i due ragazzi, ma una figura apparve dietro di essa e in mano stringeva qualcosa che luccicò alla luce della luna: un macete inzuppato di sangue!

 

-“AAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!”- Urlarono i due strappando le chiavi della macchina dalle mani dell’uomo e rientrando di corsa all’interno di essa.

 

-“Ragazzi! Ma insomma che diavolo vi prende?!”- Li ammonì lui, non capendo cosa gli avesse messo così tanta agitazione, incurante della figura alle sue spalle che impugnava in mano quel macete e che infine si rivelò essere una donna di mezza età dai capelli corvini.

 

-“Inoichi! Allora siete arrivati, scusa se non ho subito aperto ma stavo tagliando la carne per la cena!”- Disse mostrando con un sorriso il macete sporco di liquido rosso e facendo rabbrividire per l’ennesima volta i due con la ragazza che aveva già messo la macchina in moto, non sapendo nemmeno guidarla, pronta a svignarsela.

 

-“Coraggio, venite a salutare la zia Yoshino!”- Disse nuovamente mentre i due, chi stringeva le chiavi come se fossero un pugnale e chi con le gambe più tremolanti di una gelatina durante una scossa sismica, si avvicinavano timidamente alla donna.

 

-“Buo-Buonasera io sono Ino Yamanaka…”- Si presentò timidamente la ragazza, senza voler mollare le chiavi nonostante i tentativi del padre di toglierle dalle mani.

 

-“I-Io Chouji Akimichi…”- Disse altrettanto timidamente il ragazzo mentre cercava con le mani di porre fine al tremolio delle sue gambe grassocce (EHI!!! Nd. Chou)…

 

La donna, dopo avergli sorriso, li abbracciò alla sprovvista con ancora il macete in mano e il grembiule di una vaga reminescenza di color bianco oramai completamente rosso.

Chouji era diventato bianco cadaverico e prossimo allo svenimento mentre Ino sentì ogni pelo del suo corpo rizzarsi per i brividi ma entrambi sapevano una cosa: i loro genitori sicuramente li detestavano per lasciargli lì in quella casa per un mese con quella pazza psicopatica!

 

-“Papà…Perché non potevo rimanere con te e la mamma a casa?”- Domandò la ragazza dopo che la donna la lasciò andare (lasciando Chouji libero di svenire in pace).

 

-“Tesoro, io e la mamma abbiamo delle faccende in “sospeso”, dei conti da “far tornare”, dei-…”-

 

-“Papà taglia corto, dì che dovete far sesso e non mi volete tra i piedi…”- Rispose bruscamente la ragazza facendo diventare paonazzo il genitore e facendo vomitare l’anima al povero Chouji, che si era appena ripreso dallo shock dell’ abbraccio del serial killer”, per essersi immaginato i genitori della ragazza fare sesso.

 

-“Insomma Ino, poi lo sai che cosa ha detto il mio psicanalista…devo stare lontano per un mese dalle fonti di stress e-…”-

 

-“Fammi indovinare, io sono una di quelle vero?”- Disse nuovamente lei storcendo il naso in direzione del padre che si limitò a voltare la testa nella direzione opposta e a fischiettare come se non avesse sentito nulla.

 

-“Coraggio ragazzi, nonostante mio marito sia fuori per lavoro e ci siamo trasferiti da poco, c’è la natura che vi circonda e poi potreste far amicizia con mio figlio…”- Disse la donna in soccorso dell’uomo che non sapeva più come evitare la furia della figlia.

 

Chouji vide un barlume di speranza in tutta quella situazione disperata, almeno avrebbe avuto una persona con cui parlare di cose diverse dai trucchi e i ragazzi.

Ino, d’altro canto, cadde nella disperazione più totale scoprendo che per un mese si sarebbe dovuta sorbire gli squallidi discorsi da maschi di due adolescenti in pieno “tsunami ormonale”.

Quanto avrebbe voluto rimanersene a casa sua o per lo meno andarsene al mare con la sua migliore amica, ma i genitori erano tanto fissati con la solita balla del “passare le vacanze in famiglia” che l’avevano letteralmente legata come un salame per caricarla in macchina.

 

-“Coraggio entrate, avrete freddo…”- Disse amorevolmente la donna, se quello potesse chiamarsi amorevole sfoderare come fosse una bandiera quel macete insanguinato.

 

-“Allora Ino, ci vediamo tra un mese ok?”- Disse il padre della ragazza, ricevendo come risposta solo uno sbuffo contrariato della suddetta che non gli degnò neanche di un saluto.

 

Chouji d’altro canto conosceva bene la ragazza, essendo una delle sue migliori amiche, e preferiva non mettere becco tra i battibecchi di famiglia Yamanaka, famosi per la propria irascibilità.

Certo, nemmeno lui era al settimo cielo di essere stato catapultato nel bel mezzo del nulla dove il più vicino supermercato distava tre miglia di distanza, si perché la sua più grande preoccupazione era quella di morire di fame ma da quando aveva incontrato la zia Yoshino, gli era inspiegabilmente passata la fame.

 

Una volta entrati i due si disperarono per l’ennesima volta notando che l’interno della casa era anche peggio.

Una scala si stagliava davanti all’ingresso e sotto di esse vi erano delle porte, probabilmente erano le stanze degli ospiti o i ripostigli ma allora perché erano del tutto buie?

Che quella famiglia avesse il gusto del macabro?

A guardar la donna di casa si direbbe di si.

 

-“SHIKAMARU! RAZZA DI SCANSAFATICHE SCENDI IMMEDIATAMENTE A SALUTARE GLI OSPITI!!!”- Urlò improvvisamente la donna, facendo diventare sorda la ragazza e facendo svenire per l’ennesima il povero Chouji che era certo di aver avuto un infarto quadruplo alla Homer Simpson.

 

Dalle scale si udirono dei passi e davanti alla loro vista comparve un ragazzo dai capelli corvini come al donna legati una buffa coda di cavallo e l’aria visibilmente assonnata.

La ragazza se lo squadrò con sguardo deluso, non era di certo uno di quei bei ragazzi che si trovavano per le strade della sua città, anzi a dirla tutta gli sembrava uno sfigato secchione socialmente emarginato a scuola( Nient’altro?! Nd. Shika)…

Chouji, da canto suo, era sollevato per due motivi: il primo era che non sembrava uno di quei bulli che aveva a scuola che lo prendevano costantemente in giro e gli rubavano spesso e volentieri la merenda( ma i quali non erano sopravvissuti abbastanza per raccontarlo…) e il secondo era che gli sembrava piuttosto magrolino e quindi non avrebbe mangiato molto così ci sarebbe stato più cibo per lui!

 

Il ragazzo, con tutta la finezza di questo mondo, sbadigliò sonoramente e si grattò il sedere con fare annoiato, sistemandosi anche le mutande da sotto i pantaloni.

Ino lo fulminò con lo sguardo, oltre che sfigato era anche cafone ed era sicura che non avrebbe resistito una settimana a contatto con quella bestia a forma di ananas, magari puzzava anche!

 

-“Mamma…cosa c’è da urlare?”- Chiese svogliatamente, probabilmente il suo neurone dormiente non gli aveva permesso di capire cosa stava succedendo e così la madre pensò bene di mollargli un pugno in testa giusto per svegliare sia lui che il neurone.

 

-“Maleducato, loro sono i figli di Chouza e Inoichi salutali come si deve!”- Lo ammonì la madre.

 

-“Ahi…piacere Shikamaru…”- Disse il ragazzo rivolto ai due mentre si massaggiava la testa dolorante.

 

Oramai i due ne avevano la certezza: quella donna era una psicopatica, il figlio era un decelerato mentale e questo mese sarebbe stato incredibilmente lungo.

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

Angolino dell’autrice

 

Mi prendo una pausa dalle mie fic per scrivere questa parodia sul film “Spiderwrick – Le cronache”, lo feci tempo fa con “Le cronache di Narnia” ed ebbi un discreto successo ora vediamo come esce fuori questa XD!!!

 

A presto!

  
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