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Autore: AxelKyo    06/10/2013    3 recensioni
Vi è mai capitato di immaginare i nostri forti e valorosi pirati in versione mocciosi buffi e adorabili? A me sì, eccome! Ecco il risultato delle mie strambe fantasticherie!
1- Rufy
2- Zoro
3- Ace
4- Nami
5- Kidd
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Portuguese D. Ace, Supernova, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo

Roronoa Zoro

Una testa verde, per la precisione una testa verde con un diavolo per capello, fa capolino nella foresta …

Regia, ampliare il campo visivo, grazie.

L’essere umano al quale presumibilmente appartiene la testa (non si sa mai che strani scherzi possa giocare madre natura) è un soggetto quantomeno originale: un fanciullo, evidentemente imbizzarrito, occhi neri profondi e corrucciati, labbra arricciate in una smorfia sdegnosa, pugni serrati a tenaglia e passo pesante e strascicato. Al fianco tre katane (praticamente più grandi e pesanti di lui), una delle quali con una particolare elsa bianca.                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Il soggetto vaga (più o meno) serenamente, inghiottito dalla lussureggiante foresta … le fronde sono accarezzate da una leggera brezza, che diffonde nell’aria dei deliziosi effluvi (non di pediluvi, eh). Un magico concerto è eseguito per noi privilegiati spettatori: il lieve trillare degli insetti, lo squillante canto degli uccellini, lo scrosciare giocoso di un fiumiciattolo nelle vicinanze … ma il capolavoro sublime è il sommesso borbottio iracondo, arricchito da una lunga serie di imprecazioni non proprio ripetibili, generato dal ragazzino! Il sottofondo ideale per rendere ancor più pura e fatata la quiete boschiva e … no, un momento, qualcosa non quadra.

Regia, zoomare sulla zazzera verde. No, non l’albero. No, nemmeno quel cespuglio. Lo so anch’io che le ortiche sono meno urticanti del moccioso, ma al momento non mi interessano. No, le alghe non parlano. Ho capito anch’io che c’assomigliano, ma non è possibile che delle alghe geneticamente modificate prendano vita … oh, finalmente ci siamo, ecco il diavoletto!
Grazie al grande vantaggio d’essere il narratore, sono dotata di onnipotenza, onniscienza e pure onniscemenza … ehm … quindi, possiamo vedere che cavolo tormenti quest’anima in pena, così magari l’aiutiamo e finisce ‘sto strazio, eh cari spettatori?
Ecco a voi quel che è successo: era mattina. Il ragazzino era tranquillo, nei pressi del dojo dove si allenava nell’arte di samurai, intento a tranciare di netto una masso grande quanto una casa. Insomma, roba da niente no? Quale spada può rompersi a contatto con una roccia durissima e resistente? Nessuna, mi pare ovvio. Il ragazzo-alga pareva piuttosto soddisfatto dei risultati ottenuti, ma si sa, il destino è imprevedibile, incombe dritto dritto sulla testa della gente come una gigantesca botte piena di sakè (ah, l’ironia del destino) … Difatti, un pestifero mocciosetto, zero bravura e tutta invidia, gli volle fare un dispetto: sfidò lo spadaccino, altrimenti chiamato il-miglior-gps-umano-al-mondo, in una gara d’orientamento. Il giovane samurai avrebbe dovuto raggiungere, senza aiuto da parte di altri, una particolare grotta, ricca di cristalli verdi, che era lontana dal dojo e molto difficile da trovare, prendere un pezzetto di cristallo e tornare indietro entro la notte. Un gioco da ragazzi. Il ragazzino, armato di orgoglio, coraggio e anche con qualche invocazione al protettore di spadaccini, samurai e affini (ci sarà pure da qualche parte, no?) partì per compiere la sua missione.
Ritorniamo al presente: è pomeriggio inoltrato, e il povero malcapitato non ha la più pallida idea di dove caspiterina si trovi. Ormai è preda di un forte dissidio interiore: tornare indietro, ammettendo la sconfitta e sottoponendosi con la coda tra le gambe alla vergogna (per carità, non ci pensa proprio, che disonore!) oppure scappare lontano, frequentare un altro dojo e cancellare dalla storia quest’avvenimento disdicevole (assolutamente no, che grande gesto di vigliaccheria!) …                                                                                                                                                                                                                                Attanagliato fin nel profondo dal dilemma, non si accorge nemmeno di essere arrivato esattamente davanti a uno strapiombo semi-ricoperto di vegetazione. Fa un altro passo e vi cade dentro come un fessacchiotto, continuando a rotolare giù a gran velocità e cozzando infine con la zucca contro una parete rocciosa. Dopo qualche istante di suspense, durante il quale temiamo che la storia del nostro beneamato eroe si sia conclusa prematuramente e tragicamente (io lo temo, voi non lo so), il nostro beniamino si rialza, illeso (magari gli effetti della botta si vedranno in futuro, chissà). Il caso vuole (oppure una fortuna sfacciata, non l’ho ancora capito) che quella fosse proprio l’entrata della sua grotta! Esultando come un tifoso sfegatato la cui squadra segna un gol importante all’ultimo minuto della partita, entra nella grotta fischiettando allegramente. Si addentra nella caverna, osservando rapito il riflesso dei raggi del sole sui cristalli. In un angolo più nascosto, nota un pezzo di cristallo rotto, quindi si avvicina e lo raccoglie, pronto a ritornare al dojo vittorioso, e immaginandosi gongolando la schiacciante sconfitta del suo avversario.  Si blocca un attimo, perplesso. Gli sembra di distinguere dei particolari giochi di luce, simili a cappelli di paglia, cosciotti di carne e boccali stracolmi di sakè, ma reputa le immagini a delle visioni dovute alla stanchezza … eppure, sotto ai riflessi, nota un’ombra scura. Nascosto tra le rocce trova un piccolo sacchetto di tessuto scuro, che scosso tintinna come un campanello. Lo apre, e trova al suo interno tre pregiati orecchini d’oro a pendente, lucenti come le sue katane. Una rivelazione scuote la sua mente come un lampo sfolgorante: lui, il futuro miglior spadaccino al mondo, non sarà un samurai come tutti gli altri. Nossignore, non intende conformarsi alla massa! Lui sarà l’unico essere umano nell’intero universo a combattere con tre spade! Questa è la sua strada! E i tre orecchini saranno il suo simbolo, un terribile ammonimento per chiunque voglia sfidarlo! Stringendo nel pugno il sacchetto e il suo prezioso contenuto, e con una nuova consapevolezza nel cuore, esce dalla grotta e si dirige a testa alta e con lo sguardo fiero verso la sua meta. E chissà, forse stavolta la raggiungerà, rapido e inarrestabile come un fendente di spada.                                            
 



Angolo dell’autrice
Belle fanciulle / aitanti fanciulli, ecco a voi il secondo capitolo. Ci ho messo un po’ a pubblicarlo, ma meglio tardi che mai, no? Sono sempre stata curiosa sull’origine dei tre orecchini di Zoro, così la loro storia me la sono inventata io. Forse tutta l’allegria di Roronoa nell’ultima parte della storia è un po’ eccessiva per un tipo musone come lui, ma almeno da bambino sarà stato irruento, spero!
Se volete che io scriva qualcosa su qualche personaggio in particolare, scrivetemelo pure, io cercherò di scrivere il prima possibile, ultimo anno di superiori e patente permettendo. Come sempre, se avete qualcosa da dire, positiva o negativa, io sono qui!
Ringrazio  
Monkey D_Chopper e Kate_fu_panda per le recensioni,
D_ann e Monkey D_Chopper per aver preferito la storia   
carol96,  Ikki,  Kate_fu_panda,  Kimberly D Crystal e sakura alexia per averla seguita!

A presto!
 
Disclaimer:
I personaggi e le vicende di One Piece appartengono a Oda
  
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