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Autore: taisha    06/10/2013    3 recensioni
Nella 4x18 Katherine ha mostrato un barlume di umanità,di speranza,ha dimostrato di non aver più voglia di fuggire,vuole solamente essere libera di vivere come meglio crede,non ha più voglia di vivere all'ombra,non vuole più aver paura di Klaus.
Vuole vivere con Elijah,essere la sua compagna.
Lei vuole essere se stessa,specchiandosi nei suoi occhi scuri.
Quegli stessi occhi scuri,che più di cinquecento anni fa,le hanno forse mostrato per primi il vero affetto.
L'amore puro e semplice.
La storia si dirama tra New Orleans e New York intrecciando le vite dei due e di altri personaggi.
Potranno ritornare ad amarsi dopo tante difficoltà?
Genere: Dark, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Katherine Pierce, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aveva appena voltato l'angolo della strada, l'aveva lasciata da sola e in lacrime. 

L'aveva vista sgretolarsi come un castello di sabbia in meno di un minuto, la sua reazione non aveva fatto altro che confermare i suoi pensieri. Katerina soffriva ancora, soffriva ed era una donna innamorata.

Gli era stato dato un compito e lui l'avrebbe portato a termine, doveva solo trovare un posto in città e trasferirsi. Solo così avrebbe potuto spiarla meglio, essere la sua ombra e proteggerla, se ce ne fosse stato bisogno.

Si trovava poco distante dall'entrata di Central Park. Attraversò l'entrata del parco e si guardò intorno, c'era gente che correva, ragazzi distesi sul prato e altri ancora che seduti leggevano il libro del momento.

Camminò per alcuni mentri prima di afferrare dalla tasca del giubbotto di pelle il cellulare, digitò il numero e lo portò all'orecchio attendendo la risposta del suo interlecutore.

"Pronto." Una voce maschile ed incolore rispose dopo pochi secondi.

Un sorrisetto strafottente si formò sul viso del vampiro che rispose. "Missione compiuta!" Rise leggermente.

"Dov'è, Andrew?" Elijah sussurrò appena quelle parole.

"Nella Big City, amico." Andrew sorrise malizioso ad una ragazza che sorpassandolo gli aveva sorriso, sfilò il pacchetto di Marlboro dalla tasca dei jeans stretti e si accomodò su di una panchina. " Prima che tu me lo chieda, sta bene e in salute ma non è affatto cambiata. E' la solita bambina spocchiosa e irritante ma pur sempre bellissima. Non è cambiata, avevi ragione." Afferrò una sigaretta dal pacchetto portandola alle labbra. " Devo farti un piccolo appunto però,devi averla fatta proprio arrabbiare come si deve per reagire come ha fatto,  quando gli ho detto della tua preoccupazione, caro." Sorrise accendendosi una sigaretta con la mano libera.

Sentì il vecchio vampiro originale sospirare leggermente. "Non posso darle torto, Andrew." 

Andrew soffiò fuori il fumo creando una piccola nuvola dinanzi a se. Sorrise. "Non preoccuparti, boss. Farò in modo che non faccia nulla di preoccupante. O che si suicidi impalettandosi con una delle assi del suo letto a baldacchino." Rise leggermente prendendo un altra boccata.
"Tienimi informato, Andrew." Fu la lapidaria risposta dell'originale.

"Agli ordini." Dopo poco ci fu solo il vuoto e il rumore del telefono. Elijah aveva riagganciato.

Osservò la schermata home del suo cellulare per alcuni secondi prima di riporlo di nuovo nella tasca interna del giubbotto di pelle. Il vampiro sospirò stando per un pò in silenzio e con lo sguardo fisso dinanzi a se. 

Erano secoli che conosceva quell'uomo dall'apparente calma interiore, dallo charme innato e dall'orgoglio sconfinato eppure non l'aveva mai visto ridotto a pezzi per una donna.

Tranne che per lei.

Sempre e solo lei era stata l'unica a poter scalfire le mura salde e glaciali dell'uomo di ferro che era Elijah Mikaelson.

Katerina Petrova era stata l'unica a farlo dannare per amore. Una dannazione lunga un eternità.

Ricordava benissimo i tempi passati in cui lui era l'unico a sapere, l'unico uomo fidato di Elijah. Quante volte li aveva coperti, nascosti e fatti fuggire un attimo prima che il potente Klaus entrasse nelle stanze di suo fratello in quel ormai lontano 1489. 

"Katerina." Sussurrò appena il suo nome.

 Ma quella che aveva visto non era più la giovane e ingenua Katerina, quella che con sguardo timido e con una delicatezza ed eleganza innata raccoglieva i fiori nel giardino del castello medievale del grande e potente Lord Klaus. Quella era una vampira centenaria, fredda ed egoista. 
In più cosa c'è di più funesto di una donna in collera per amore?

Rise leggermente del suo stesso pensiero e si sistemò meglio sulla panchina. L'avrebbe protetta. Aveva fatto un giuramento di eterna fedeltà e lui era un uomo d'onore. Proprio come il suo lord. 

A lui doveva tutto.

Gli sarebbe stato fedele in eterno.








Inghilterra, Londra 1348




La prostituta rise volgarmente all'ennesima battuta del suo cliente, sedutagli sulle gambe in modo poco signorile continuava ad accarezzargli l'interno coscia.

L'alcool avrebbe fatto tutto il resto, lei aveva bisogno di soldi e quell'uomo sembrava essere disposto a darglieli.

Andrew Thomas Wood era un uomo completamente finito. Sua moglie l'aveva lasciato incolpandolo di essere un ubriacone perso e cosa più grave , l'aveva accusato di essere l'unico colpevole della morte del loro bambino. 

Il piccolo Harry.

L'epidemia di peste nera era calata sull'Inghilterra come un enorme e pesante velo scuro che copre ogni cosa, non aveva badato ne all'età, ne al ceto sociale e ne tantomeno al sesso. Era stata una vera e propria carneficina e il suo piccolo Harry non era stato altro che un altra delle piccole vittime che adesso riempivano le fosse comuni poco fuori da Londra.

Non poteva darle torto, era stato lui a voler rimanere in città, per non abbandonare il suo lavoro a corte. Aveva fatto un giuramento, era un soldato, avrebbe dovuto proteggere il suo sovrano a costo della vita. Ma a conti fatti cosa ne aveva recepito? Un bel nulla. Tutta la corte aveva abbandonato la città, i grandi signori erano scappati via da quella signora nera e avevano lasciato la popolazione al proprio destino.
La peste nera aveva raso al suolo quasi metà della popolazione inglese e nonostante ciò non si attenuava, ogni giorno si scopriva un nuovo contagio, ogni giorno morivano delle persone.

Uomini. Donne. Bambini.

Non aveva più nulla per cui vivere, tanto valeva sperperare i suoi soldi in quel lurido bordello e aspettare che la peste prendesse anche lui. 
Non aveva più nulla per cui vivere.

Afferrò stancamente l'ennesimo boccale di birra e trangugiò giù tutto l'intero contenuto. Aveva indosso ancora la divisa della guardia reale, era il capo delle guardie reali e la sua ricompensa per proteggere le chiappe reali del suo re era abbastanza alto. Forse era anche per questo che quella puttana non gli si scollava di dosso.

Sospirò scuotendo la testa e osservò la donna seduta sulle sue ginocchia, non aveva nulla della sua Lucy, non aveva i suoi capelli scuri e i suoi occhi ghiaccio. Quella donna era brutta, ma a lui non sembrava importare più di tanto. 

Si trovava patetico eppure non poteva fare a meno di pensare che quella era la sua ricompensa. Morire in uno squallido bordello di terza classe senza che nessuno sapesse nemmeno il suo nome.

"Ehy amico." Improvvisamente si sentì tirare su per il bevero della camicia ormai lurida. Occhi negli occhi con un energumeno senza denti. "Quella è la mia donna. Cosa pensi di fare?!" 


Andrew sollevò semplicemente le spalle ridendo di gusto. "Scoparmela. E' una troia, amico. Se non l'hai notato." Rise ancora. "Siamo in un bordello!" Rise sguaiatamente allargando le braccia ma l'altro, di fronte a se, evidentemente non trovava tanto divertente la scena.


Si ritrovò scaraventato al suolo, il pavimento era bagnato e l'aria era più fredda. Aprì gli occhi ancora dolorante per il colpo appena incassato e si accorse di essere fuori da quella bettola.

Quell'energumeno era ancora dinanzi a se e rideva di gusto per la scena che si parava dinanzi, evidentemente gli aveva dato un pugno sul labbro poichè sentì il sapore ferruginoso e pungente del sangue raggiungergli le papille gustative.

Sputò saliva e sangue e fece per rialzarsi ma un ennesimo pugno lo colpì alla pancia. Inevitabilmente si piegò in due dal dolore per l'ennesima volta.

Morire in un vicolo, per mano di un energumeno analfabeta ed essere buttato poi via come un sacco di patate nel Tamigi. 
Meglio della peste, almeno si sarebbe risparmiato l'agonia, no?

Rise leggermente del suo pensiero, ancora piegato in due con le sole mani a sorreggerlo. Sentì un conato di vomito salire su per la gola a causa del sangue e dovette stringere forte gli occhi per ricacciarlo giù.

Si sollevò in fretta e appoggiandosi al muro aspettò l'ennesimo colpo del suo avversario. Era stanco e voleva farla finita.

Chiuse gli occhi e sussurrò. "Avanti amico, non metterci così tanto!" 

Silenzio.

Improvvisamente le urla di incitamento e le risa sguaiate cessarono.

Un silenzio irreale era calato in quel vicolo scuro e umido. Nessuna voce, nemmeno un sussurro. Andrew riaprì a fatica gli occhi scuri e quello che gli si parò dinanzi gli fece rizzare letteralmente tutti i peli sulle braccia.

Spalancò gli occhi e osservò la macchia vermiglia poco distante dai suoi piedi. Una grossa pozza di sangue si espandeva intorno al corpo ormai senza vita di quell'energumeno rossiccio.









Velocemente ipotizzò che sicuramente non poteva esser stato lui, non l'aveva nemmeno sfiorato quel colosso, come poteva avergli inferto una ferita talmente grave?!

Chi era stato? Quale stupido uomo aveva salvato la sua miserabile vita?

Aveva un occhio gonfio e un labbro decisamente messo male , il pugno di poco prima iniziava a mostrare i suoi effetti collaterali. Portò la manica sinistra ad asciugare il rivolo di sangue vermiglio dal suo labbro e sospirò.


"Non ho mai visto nessuno che provasse a morire con tanta tenacia." Un fazzoletto bianco scivolò al suolo, in netto contrasto con il suolo lurido e sporco. 









Andrew sollevò stancamente il viso tumefatto verso quella figura che troppo sfocata per i suoi occhi, l'uomo lo osservava con un espressione quasi divertita sul volto. 

Doveva essere un uomo di spicco, gli abiti lo dimostravano. Il portamento. Cosa voleva da lui?

"Non so chi siete, mio signore ma non credo nemmeno che mi interessi granchè." Appoggiò la mano al muro per sorreggersi e sorrise beffardo. "Dovreste essere al vostro castello, potreste beccarvi la peste. Dopo finireste per deturpare il vostro viso di orrende pustole." 


"Non mi interessa." L'uomo si fece più vicino e fu solo allora che Andrew potè osservare il suo viso. Spigoloso e serio, lo osservava dall'alto della sua regale eleganza, gli abiti completamente puliti e la sola mano sporca di sangue.


Impossibile. Non poteva essere stato lui, quelli erano in cinque e lui era da solo.


Improvvisamente si sentì schiacciare contro il muro. "Tu vuoi morire non è così?" Finalmente riuscì ad osservare i suoi occhi. Scuri e profondi come due pozze di petrolio lo osservavano curiosi, in attesa di risposta.

Il vecchio soldato raccimolò tutte le forze rimastogli e scansò via le mani del lord dal suo bevero. "Lasciatemi in pace. Sono affari miei se voglio o non voglio lasciare questo squallido mondo!" Gli aveva letteralmente urlato contro con tutto il fiato che aveva in gola.

L'altro rise leggermente e spostatosi lo osservò arrancare verso l'uscita del vicolo. "Ho mandato io quell'energumeno a picchiarti a sangue, tu non ti sei nemmeno degnato di difenderti. Vuoi proprio lasciare questo mondo. "Sorrise enigmatico osservandolo da capo a piedi. "Io però, potrei farti una proposta più allettante della morte, Andrew." 

L'uomo spalancò gli occhi, non gli aveva detto il suo nome eppure quel lord dall'aria fi troppo aristocratica l'aveva chiamato per nome.

"A me servono degli uomini fidati. Dei soldati." 

Scosse la testa poggiandosi ancora una volta al muro, era poco distante da lui, uno o due metri forse. "Non sono l'uomo che cercate, mio lord. Ho lasciato l'esercito." Rise leggermente e lo osservò.









In meno di un secondo si ritrovò sollevato da terra e con lui faccia a faccia. "Sei messo abbastanza male, non riuscirai nemmeno ad uscire dal vicolo, morirai tra si e no una settimana." 

Andrew deglutì a vuoto e sospirò, il ventre iniziava a dolergli e conati di vomito e sangue salivano sempre più spesso alla gola. Aveva ragione. Sarebbe morto per strada come un cane. 

Ottimo.

"Non importa, meglio così." 

"Non siate sciocco. Nessuno vuole abbandonare questo mondo come volete farlo voi, in un vicolo squallido e ammazzato di botte da un ubriacone analfabeta." 

Andrew lo vide porgergli un fazzoletto bianco, l'anello d'oro al suo medio brillava come un faro nella notte. Sollevò lo sguardo su di lui e sussurrò piano, senza forze. "Ditemi chi siete, cosa volete da me?" 

"Siete stato uno dei migliori Andrew Thomas Wood. Adesso non avete più nulla. Io sono quì per farvi un offerta, come vi ho detto poc'anzi." Lo osservò attentamente, senza alcuna espressione del viso.

L'uomo afferrò il fazzoletto e si asciugò la fronte ormai mandida di sudore, sentiva le forze farsi sempre più lontane, il suo corpo stava crollando e quell'uomo non sembrava intenzionato affatto ad aiutarlo.

O forse si?


"Di che offerta parlate." Socchiuse gli occhi.

Un sorriso beffardo comparve sul volto dell'uomo. "Vivere in eterno ed essere a capo del mio esercito personale."

Andrew rise piano. Vivere in eterno? Quell'uomo era pazzo. "Voi siete pazzo, nessuno vive in eterno." Sollevò gli occhi su di lui e lo vide sorridere, quello però non era un sorriso divertito nè tantomeno di derisione. Era diverso, quasi enigmatico.

Rughe nere iniziarono a formarsi intorno agli occhi scuri di quell'uomo ben vestito e dai modi scostanti, solo quando egli fissò gli occhi in quelli scuri di Andrew l'uomo ebbe un tonfo al cuore.

Occhi iniettati di sangue. Denti appuntiti. 

Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata, per la prima volta, lui il grande Wood aveva paura.


Una fottuta paura.


Che diavolo era quell'uomo? Chi poteva trasformarsi in un tale mostro?!


"Che diavolo siete?!" Si schiacciò contro il muro il più possibile.

"Non importa chi io sia. Voi state per morire e per quanto voi lo desideriate, non lo meritate. Siete un uomo dal cuore buono Andrew, vi ho osservato parecchio in questi anni, siete un ottimo soldato e uomo d'onore. Sono quì per salvarvi e darvi la vita che meritate. La vita che avete sempre desiderato." 

Andrew non fece in tempo a ribattere che sentì l'uomo spingere contro le sue labbra il proprio polso, era sangue quello che si stava riversando nella propria bocca? Cercò di divoncolarsi dalla stretta forte e decisa ma quell'uomo era troppo forte.


Che razza di mostro era?

Gli occhi ormai erano diventati troppo pesanti per restare aperti, li chiuse abbandonandosi completamente contro quella parete squallida, sorretto in parte da quell'uomo.



Tutto quello che vide poi fu solo buio. Buio pesto.







Un profumo di lavanda arrivò lieve alle sue narici, aveva ancora gli occhi chiusi ma poteva benissimo sentire quel profumo dolce e delicato. 
Anche la sua Lucy adorava quel profumo. 

Forse era stato tutto un brutto sogno. Forse quando avrebbe aperto gli occhi si sarebbe ritrovato nella sua camera da letto, avvolto nelle lenzuola fresche di bucato, con Lucy al suo fianco e con Harry che saltellava felice sul loro letto.

Forse non era tutto perduto.

Aprì piano gli occhi specchiandosi in quelli grandi e da cerbiatto di una ragazza, non erano quelli verdi e profondi di Lucy, erano diversi. Questi erano scuri come l'ebano e velati di malinconia. 

"Si è svegliato." Un sorriso dolce comparve su quelle labbra rosso ciliegia.

L'uomo alle spalle della ragazza si voltò appena verso di loro.

Andrew fece scorrere lo sguardo prima su di lui e poi ancora una volta si fermò ad osservare quella ragazza che gli sorrideva dolce e premurosa. 

"No. Non vi affaticate. Il medico ha detto che dovete far piano." La donna le sorrise ancora una volta.

"Dove sono?" 

"Siete al castello di Lord Elijah. Io sono Mary. L'infermiera del dottor Robbins." Sorrise.

Andrew spalancò gli occhi e osservò meglio l'uomo alle spalle della ragazza. Era l'uomo del vicolo. "Che mi avete fatto?!"

Elijah si avvicinò alla ragazza e la invitò ad uscire. "Grazie Mary. Puoi andare." 



Andrew osservò la ragazza uscire e poi osservò ancora quell'uomo, aveva timore di lui.

"Non dovresti avere paura di me Andrew." Elijah sorrise.

"Ah no? Mi avete fatto bere del sangue! Sangue! Ma che razza di mostro siete voi?!" 

"Siamo."

"Cosa?! Che volete dire?! Io non sono un mostro!"

"Tutti gli uomini sono mostri, amico mio.*" La calma e la lentezza con cui disse quella frase, provocarono in Andrew un brivido freddo che attraversò completamente la sua schiena. 

Quell'uomo era sinistro ed inquietante. 

Improvvisamente lo vide spalancare le grosse tende di velluto rosso e chiuse istintivamente gli occhi, quel sole gli bruciava gli occhi più degli altri giorni. Era fastidioso, quasi insopportabile.

"Vi prego, richiudetele!" Andrew si rifugiò nell'angolo più buio di quella stanza.

Elijah si voltò verso di lui e sorrise. "Vi ho fatto un regalo, Andrew. Spero che lo accettiate. Serve soprattuto a concludere la transizione." 

L'uomo portò una mano a strofinarsi gli occhi e soffiò verso l'altro. "Transizione? Che vuol dire?" 

L'originale si avviicnò all'uomo e lo attirò verso la luce solare. "Siete destinato ad altro. Ad essere più forte, veloce, scaltro. Siete destinato a vivere in eterno. Consideratelo un regalo da parte mia." Sorrise osservando negli occhi scuri dell'uomo la paura per quelle parole.

"Che mi avete fatto?" Sentì la porta richiudersi alle spalle dell'uomo, un odore pungente attirò subito la sua attenzione, sentì qualcosa di fastidioso pungere le sue labbra inferiori e si sporse subito oltre le spalle di Elijah.

Una ragazza, con indosso solo una veste bianca era in piedi dietro di loro. Il collo completamente squarciato e il sangue che colava piano fino al suo seno. Ma quello che colpì maggiormente l'uomo furono gli occhi cerulei e spenti di quella ragazza. Sembrava quasi senz'anima.
Sollevò gli occhi verso Elijah. "Lei chi è?"

"E' il tuo regalo, Andrew." Si spostò da lui e la indicò con la mano. "Vieni bambina, non ti faremo del male." La ragazza lo raggiunse afferrando saldamente la mano dell'originario.

"E'..E'.. ferita. Insanguinata." Senza volerlo Andrew portò una mano alla ferita. "Morirà." Osservò le dita sporche di sangue e non volendo ingoiò a vuoto.

Qualcosa di se stesso gli urlava di assaggiare quelle dita, di assaggiare quel sangue, quel liquido che lo richiamava quasi come un canto di sirena.

Elijah rimaneva in silenzio quasi tombale, osservava il suo nuovo allievo con la curiosità di un bambino. Vedere i nuovi vampiri provare le prime cose senzasione per la prima volta lo divertiva come nessun'altra cosa al mondo.

Andrew portò le dita alla bocca e chiuse gli occhi, era un sapore nuovo, acre e ferroso eppure ne era già dipendente. Ne voleva ancora.
Aprì gli occhi e osservò la ferita della ragazza, si avvicinò a lei e la afferrò saldamente. 

I loro corpi aderirono completamente e senza volerlo Andrew chiuse gli acchi, beandosi del profumo incantevole del sangue, era qualcosa che creava subito dipendenza. Ne era già ossessionato. Si avvicinò al collo della ragazza e inspirò ancora per un pò quel prufumo sublime.

Seguendo solo l'istinto affondò poi i canini appuntiti nel collo tenero e candido della ragazza, la strinse forte a se e richiuse gli occhi.

Sentiva quel liquido scendere giù per la gola in modo quasi afrodisiaco, si sentiva vivo, pieno di adrenalina e infinitamente forte. Si sentiva una persona completamente diversa.

 Lasciò cadere il corpo ormai completamente senza vita della ragazza al suolo con un tonfo sordo. Aveva ancora gli occhi chiusi e l'adrenalina a mille. 

Pochi minuti dopo aprì gli occhi e respirò a pieni polmoni, doveva sapere cos'era quella magnifica sensazione che provava. Che lo faceva sentire vivo e forte.

Osservò l'uomo al suo fianco e sorrise. Era improvvisamente attraversato da un senso di ilarità e leggerezza che lo faceva sentire bene, dopo tanti mesi passati nell'oscuità si sentiva finalmente vivo. "Che cos'è?" Sussurrò appena. 

Elijah strinse una mano sulla sua spalla e sorrise. "Benvenuto nell'immortalità, Andrew." Sorrise e lo lasciò nella stanza. "Datti una ripulita, poi ti spiegherò tutto." 

Andrew sorrise e annuì, osservò le mani ancora piene di sangue e la ragazza al suolo. Perchè non provava rimorso? Eppure aveva ucciso una persona. Sollevò gli occhi e incontrò la sua figura nel grande specchio di quella camera.

Era sporco di sangue, gli occhi iniettati di rosso e aveva dei grossi canini in bella vista. Si avvicinò a quello specchio e si toccò il viso. Era un mostro.

Appoggiò entrambi le mani al mobile e chiuse gli occhi abbassando la testa. Quando la risollevò aprendo gli occhi, era ritornato l'uomo di sempre. 

Elijah gli doveva molte spiegazioni. Troppe.





La domestica camminava velocemente dinanzi a se, quasi faceva fatica a tenerle il passo, sembrava volasse.

Sospirò pesantemente e si aggiustò per l'ennesima volta la casacca bianca e profumata di bucato. Da quanto non indossava qualcosa di pulito? 

"Siamo arrivati Sir Andrew." La domestica gli sorrise indicandogli una grossa porta di mogano scuro. " Lord Elijah la sta aspettando." Spalancò la porta e attese che lui entrasse.

Andrew la osservò per alcuni secondi prima di attraversare la porta e ritrovarsi in una grossa stanza illuminata appena, le grosse tende erano chiuse e non permettevano alla luce di poter entrare, le candele erano accese e un leggero odore di bruciato si espandeva nell'aria. La grossa porta si richiuse velocemente alle sue spalle e Andrew sobbalzò appena. Sentiva una strana sensazione, era inquietante quella stanza, il silenzio poi di certo non aiutava.

Deglutì a vuoto e sospirò in attesa, senza mai abassare la guardia camminò fino al centro della stanza.

"Hai paura Andrew?" La voce bassa e roca di Elijah arrivò alle sue orecchie improvvisamente.

Andrew si voltò appena e individuò la sua figura, era seduto accanto al camino, su di una grossa poltrona di velluto rosso sangue. Come aveva potuto non accorgersi della sua presenza?

"N-No." Esitante Andrew soffiò fuori la risposta.

"Non si direbbe." Un ghigno divertito si dipinse sulle labbra del vampiro.

L'uomo sollevò lo sguardo fiero sulla figura dell'altro e scosse la testa. "Smettetela di giocare con me, ditemi chi siete, che volete." Abbassò inconsapevolmente la voce. "Ditemi che mi avete fatto." Improvvisamente tutta l'adrenalina e l'ilarità che aveva provato fino a pochi minuti prima era scomparsa, completamente.

Elijah lo osservò assottigliando gli occhi e sorrise. "Tu non ti ricordi proprio di avermi incontrato in precedenza vero?"

Andrew scosse la testa ascoltando con attenzione le sue parole.

"Come immaginavo." Rise leggermente sollevandosi dalla poltrona e avvicinandosi a lui. "Ci siamo conosciuti a corte Andrew. Tu eri ancora il capitano delle guardie reali e io ero solamente uno degli ambasciatori del nord Europa per te. Eri un uomo orgoglioso, fedele, leale e forte. Un ottimo soldato eppure dopo la tragedia che ti ha coinvolto, sei cambiato. Ti ho osservato molto in questi mesi, in queste settimane ti ho visto consumarti, lasciarti andare." Lo osservò negli occhi. "Nei tuoi occhi ho visto la voglia di morire."

L'uomo spalancò leggermente gli occhi, ancora non riusciva a comprendere il motivo del suo interessamento nei propri confronti.

L'originale sorrise. "Volevi morire, no? Io ti ho solo accontentato Andrew." Gli voltò le spalle.

Andrew fece due passi verso di lui e urlò letteralmente. "Ma io non sono morto!"

"Oh si invece." Elijah si voltò ad osservarlo. "Sei morto eccome, Andrew." Lo indicò. "Ma non come voi umani concepite la morte, hai lasciato questo mondo da umano e l'hai ritrovato da vampiro. Ti ho dato una nuova opportunità, hai troppo potenziale per poter lasciare questo mondo."

Il vecchio soldato scosse la testa, si sentiva strano, confuso. Che stava farneticando quell'uomo? In quale girone infernale era finito!? Era la reincarnazione del diavolo quella che gli parlava?

"Io, io non capisco." Lo osservò. "Un vampiro!?Cos'è un vampiro. Che cosa mi avete fatto?!" Quasi inconsapevolmente si ritrovò ad inginocchiarsi, sentiva il cuore a mille, le emozioni stravolgergli l'anima e i pensieri bombardargli la testa. Che gli stava succedendo.

"Ti sei trasformato, Andrew. In qualcosa di migliore. Al mio fianco potrai vivere in eterno e al meglio. Spegni tutto Andrew smetti di sentire dolore, rimpianto e paura. Spegni tutto."

Elijah sollevò di forza lo sguardo dell'altro e annuì. "Spegni." 

Andrew chiuse per un attimo gli occhi e ricacciò indietro le lacrime. Sentiva le sue membra ardere, l'adrenalina improvvisamente riprese a scorrere velocemente nelle sue vene, sentiva una nuova forza impossessarsi del suo corpo, si sentiva meglio e soprattuto si sentiva più forte. Inoltre tutti i pensieri pesanti di prima, erano magicamente scomparsi.

Aprì gli occhi e lo osservò. 

"Come ti senti, Andrew?" Elijah lo osservava con uno sguardo divertito.

Ogni traccia di paura o disperaizone era scomparsa dal viso del neo vampiro. "Bene. Fin troppo." 

"Bene." Sussurrò Elijah. "Vieni, ti mostrerò tutto quello che può derivare dal dono oscuro. Sei uno di noi adesso." Elijah gli afferò una spalla sorridendo. "Sei un membro della famiglia." 





Molti mesi dopo, Andrew capì davvero cosa volesse significare essere un vampiro, aver ricevuto il dono oscuro. Elijah inconsapevolmente l'aveva salvato da una vita fatta di sbronze e risse, l'aveva reso forte e oroglioso di se stesso. 

L'aveva reso un uomo completamente diverso.

Dopo mesi passati completamente alla mercè delle sete,del sangue e delle stragi di fanciulle Elijah era entrato nella sua stanza e gli aveva sorriso osservando quello che gli si mostrava agli occhi. 

Corpi di fanciulle senza vita. Vino. Sangue. 

"Adesso basta Andrew, ti sei divertito abbastanza, sai cosa significa avere la vita di un altra persona tra le mani, adesso è ora di riprendere il controllo." 

Andrew sorrise e annuì. " Non l'ho mai perso Elijah. Ho solamente ascoltato il nuovo me. E questo solo grazie a te, amico mio." Lo guardò per un attimo sedendosi su di una panca e afferrando il bicchiere di vino dal tavolino difronte a se, aveva ancora la camicia sporca del sangue della fanciulla bionda che riversava in malo modo ai piedi del suo letto.

"Grazie."










Elijah sorrise e scosse la testa. "Ci siamo divertiti insieme Andrew. Sei un fratello adesso." 

Quello sarebbe stato solo l'inizio. La loro amicizia sarebbe durata in eterno anche dopo la storia di Katerina, dell'abbandono di Klaus, della storia di Mystic Falls e della nuova doppleganger.

Nel corso della propria lunghissima vita, Andrew era giunto a credere al fatto che si è eternamente legati a coloro con cui si divide il sangue, quando non si può scegliere la propria famiglia, il legame di quelle persone può diventare la forza interiore più grande.**

Elijah era la sua nuova famiglia, i ragazzi del castello erano la sua famiglia. La sua forza.


Per l'eternità.






New York, 2013


"Per l'eternità." Sussurrò piano con gli occhi fissi dinanzi a se. Quanti secoli erano passati da quella promessa di amicizia, fratellanza e rispetto? 

Troppi secoli.

Per quanto fossero stati separati in tutti questi secoli, lui ed Elijah c'erano sempre stati l'uno per l'altro. Aveva smesso di impugnare le armi per lui, di difenderlo e renderlo il padrone di nazioni e colonie ma restava sempre suo fratello.

Sorrise a quel pensiero e sospirò, dal giubbotto tirò fuori i ray ban scuri e si alzò dalla panchina. Si era immerso fin troppo tempo nei meandri dei ricordi. Erano passati secoli e adesso aveva una nuova missione, se così poteva essere definita.

Afferrò dal pacchetto una nuova sigaretta e dopo essersi alzato dalla panchina, la accese soffiando fuori il fumo.








Doveva riportare Katerina Petrova a casa. E ci sarebbe riuscito.


Con le buone o con le cattive.








Katherine sbattè la porta alle sue spalle e vi scivolò contro. 

Le lacrime iniziarono a bagnargli le guancie colorate scivolando fin giù fino al collo. Portò una mano a fermarle e vi affondò completamente il viso contro. 

Lui tornava sempre.

Per quanto lei si sforzasse di dimenticarlo, di voltare pagina, di cambiare. Lui le rovinava tutto.

Anche se non di persona lui ribadiva la sua presenza nella sua vita abbattendo tutte le fortezze che si era costruita. 

Sospirò di stizza e scosse la testa. Le lacrime erano implacabili e per una volta forse, avrebbe dovuo farle scendere, avrebbe dovuto lasciarsi andare perchè per quanto si sforzasse, lei rimaneva pur sempre una donna innamorata.
















Angolo Autrice! ^__^

Salve ragazzeee!! Non ve l'aspettavate eh!? Eheh Nel giorno del mio compleanno ho voluto fare un "regalo" io a voi!Eheh Nei giorni scorsi sono stata molto ispirata e così non ci ho messo molto a buttare giù questo capitolo, ho perso più tempo a trovare gif e html giusto...-.-'' Che palle!
Maaaaa comunque, spero che vi piaccia il fatto che abbia voluto dedicare un capitolo al nuovo pg! Andrew mi sta molto a cuore e ho voluto farvelp conoscere meglio, ho voluto approfondire la sua storia e farvi capire che legame ha con il nostro originario preferito! =) 
Elijah gli ha voluto dare una seconda chance, non farlo morire così un pò come fa Lestat con Louis de "Intervista col Vampiro" duuunque un altro piccolo tributo!Eheh 
Inoltre ho immaginato che a quel tempo Elijah sia ancora solo al castello, risultato dell'ennesimo litigio tra fratelli originali e che spinto dalla noia ma anche dalla voglia di un nuovo adepto punti la sua attenzione su Andrew, peccato che poi questo non si riveli un semplice lacchè ma un amico di vita eterna. Un fratello appunto!
Il legame con Katerina verrà poi approfondito in un flashbacks più in là se vi fa piacere, mi farebbe molto piacere sapere infatti cosa ne pensate. Flashback si o Flashback no??
La prima frase che ho appuntato con l'asterisco è una frase che ho sentito in "American Horror Story" =)
Nentre la seconda che ho appuntato con il secondo asterisco è una sorta di piccolo tributo alla prima puntata di "The Originals" è un riadattamento della frase che Elijah dice all'inizio! Eheh 
Ok, dopo avervi assillato di parole e promesse vi lascio alle recensioni, se volete e ad un parere, bello o brutto che sia! 
Vi saluto belle!Un abbraccio forteeeee!! Pagina Fb ----> https://www.facebook.com/taisha.efp.1 

Tay

   
 
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