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Autore: EDVIGE86    02/04/2008    9 recensioni
James Potter è coinvolto in una rissa a scuola con un Serpeverde per difendere una sua compagna accusta di essere una "viscida mezzosangue" Neville,pofessore di Erbologia,è costretto a chiamare Ron per l'assenza del padre del ragazzo. Riuscirà Ron a far capire al nipote ciò che è giusto?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Neville Paciock, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano quasi le tre del pomeriggio “incriminato” e due giovani Grifoni stavano camminando a passo spedito verso l’ufficio del

Erano quasi le tre  del pomeriggio “incriminato” e due giovani Grifoni stavano camminando a passo spedito verso l’ufficio del professor Paciock.

“Tuo fratello non la smetterà mai di stupirmi!!!….Come si fa a essere così irresponsabili!!” Tuonò la prima, una ragazza di 12 anni con lunghi capelli ricci e due occhi azzurro mare.

“Ti ricordo che è anche tuo cugino…..” Le rispose il secondo, un giovanotto dagli occhi verdi smeraldo.

“E comunque non chiedermelo…..sono anni che dico a mamma e papà che James è un caso grave,  ma non mi danno retta!”

“Forse perché poi iniziate a litigare Al” Lo ripresa immediatamente la brunetta.

Albus Potter si fermò mettendo le mani sui fianchi, tipico comportamento adottato anche da sua madre quando era il momento di una ramanzina.

“Tanto per cominciare Rosi, è sempre quel cretino a iniziare! Solo perché è più grande si crede di poter comandare sulla mia vita per qualunque cosa! Ma si sbaglia di grosso!!!”

“Lo sai com’è fatto James, Al……te lo dico sempre di non dargli corda.”Gli sorrise la cugina affettuosamente. “James è fatto così, ma lo sai che ti vuole un gran bene….se ti succedesse qualche cosa farebbe il diavolo a quattro contro tutto e tutti pur di difenderti.”

Al guardò Rose Weasley in maniera molto scettica  arrossendo sulle gote “Non ne sono così sicuro Rose”

Il sorriso di Rosi si ingrandì ancora di più vedendo Albus così imbarazzato. “Tutti i fratelli litigano Al…..guarda me e Hugo. Ci sono volte che, sono certa, mi vorrebbe strozzare e…”

“E grazie Rose! Hugo fa sempre comunella con James, lo credo bene!!!”

“Mamma mia Al, quando fai così mi pari proprio zio Harry!!” Disse con tono deciso Rose ponendo anche lei le mani sui fianchi, somigliando in maniera incredibile a sua madre.

“Avete il brutto vizio di non fare mai parlare nessuno quando partite in quarta!” Respirò profondamente. “Volevo dire…che si, certe volte litighiamo ma altre….si comporta come se fosse papà….è molto protettivo e geloso di me….mi vuole bene. Così come James ne vuole a te.”

Al sorrise lievemente e ricominciò a camminare verso lo studio di Neville.

“Resta il fatto che questa volta ha veramente esagerato!”Riprese  Rose con tono severo. “Fare a botte a scuola, poteva farsi male…..o peggio, essere espulso!”

Al non osò contraddire la cugina su questa ultima affermazione e continuò a seguirla; si limitò a sorridere fra se e se.

 

Giunti davanti all’ufficio di Neville bussarono alla porta ed aspettarono il consenso del professore per entrare, il quale non tardò ad arrivare.

“Avanti”

Rose entrò per prima seguita da Al.

“Ci scusi professore….” Disse timidamente la ragazza.

“Prego ragazzi…..posso aiutarvi?”

“Ecco…” I due avanzarono verso la scrivania “Siamo qui per James, signore” continuò Rosi.

“Sappiamo che ha sbagliato ma, l’ha fatto solo per aiutare Clara…..è una cosa orribile venire alle mani lo so  però…..James è sicuramente pentito e non lo rifarà più ne sono certa”

Neville osservava divertito Rose prendere le difese del cugino in maniera così convinta; quando si comportava in quel modo gli pareva di trovarsi di fronte sua madre, Hermione Granger.

“La prego professore,  faccia in modo che non lo espellino! James vuole fare l’Auror da grande e un espulsione sarebbe…..”

“Rose!” la interruppe Neville. “Stai tranquilla…..nessuno verrà espulso” Disse con un sorriso.

“Veramente?” Disserò in coro i due ragazzi.

“Veramente” confermò Neville. “Però…..ovviamente occorre prendere dei provvedimenti perché, non posso tollerare episodi di violenza e di discriminazioni nella scuola.”

Rose e Albus annuirono col capo.

“ Ho mandato a chiamare tuo padre Rose….fra poco sarà qui.”

“Mio padre?…..Signore…non capisco”

“Harry è fuori città, e per questo ho pensato che Ron fosse la persona più indicata per parlare con James.”

“E’ vero, mio padre si trova fuori Londra per una conferenza oggi.”Confermò Albus.

Neville annuì. “Comunque se ti fa piacere Rosi, puoi aspettare tuo padre qui con me.

Gli ho scritto diverse ore fa…..quindi presumo sia questione di poco ormai.

Ovviamente puoi restare anche tu Albus”

Albus e Rose si accomodarono davanti a Neville.

“Intanto che aspettiamo potreste tenermi informato di come stà andando il campionato….è un sacco che non lo vedo!”.

Neville fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta.

“Ecco, mi sa che è arrivato tuo padre” disse sorridente. “Prego, avanti”

Dalla porta fece capolino una testa bionda.

“Signor Malfoy! Che ci fa qui?”

Sotto lo sguardo incredulo di Rose e Al, Scorpius Malfoy entrò nel ufficio chiudendosi la porta alla spalle.

“Mi scusi se la disturbo signore ma….le volevo dire che questa mattina c’ero anche io in giardino quando Potter e Gordon hanno fatto a botte e ci tenevo a dirle che Potter ha agito solo per difendere la signorina Troy.”

Albus strabuzzò gli occhi mentre Rose sorrideva felice in direzione del giovane Malfoy.

Anche Neville pareva sorpreso.

“Ah…..bene….bè la ringrazio signor Malfoy….comunque non si preoccupi per il signor Potter, credo di sapere  come comportarmi”

“Non ero propriamente preoccupato per Potter, signore” disse freddo il giovane.

“Ma conoscendo Gordon immaginavo potesse mentirle in merito all’accaduto…..e questo non è giusto”

Neville annuì compiaciuto. “Vuole rimanere qui  con noi Malfoy?” Lo invitò.

Scorpius scambiò un veloce sguardo a Rose e Albus per poi ritornare su Neville.

“No la ringrazio professore…..buona sera”

Prima che il ragazzo uscisse, Al potè  distinguere chiaramente un sorriso affettuoso fra sua cugina e il giovane Serpeverde.

“La tua vicinanza lo stà contagiando Rosi.” Le disse piano,in modo che solo lei potesse sentirlo.

 

 

Ron era appena giunto a Hogwarts quando immediatamente Robin, lo aveva accolto davanti al grande portone principale e ora gli stava facendo strada verso l’ufficio di Neville.

“E’ stato il professor Paciock a mandarmi ad attenderla signor Weasley” Si sbrigò a spiegare Robin. “Non capita tutti i giorni di avere un Auror qui a scuola…..gli studenti potevano infastidirla”

“Lei è stato molto gentile” Riuscì finalmente a rispondere Ron che, da quando era stato accolto da quel uomo, era stato sommerso da una miriade di parole.

“Comunque ci avevo pensato ed è per questo che sono venuto in borghese” disse facendo notare a Robin che in quel momento portava un paio di jeans, una maglietta e il giubbotto sopra.

“ahahahah!!…..Già, che stupido che sono” Rise l’uomo in imbarazzo; era stato così attento a cercare di eseguire al meglio il suo compito, per accontentare Neville, che non si era neppure accorto che Ron non era in divisa.

Mentre camminavano, Ron non poteva fare a meno di guardarsi attorno.

Non era certamente la prima volta che tornava a Hogwarts dopo la battaglia, ma ogni angolo di quella scuola rimandava la sua mente a spasso nel tempo  fra i ricordi.

Dopo la morte di Fred era trascorso diverso tempo prima che Ron trovasse la forza di rimetterci piede.

 Vi era stato però costretto da Hermione che, a differenza di lui e Harry, aveva deciso di frequentare l’ultimo anno e di diplomarsi; per questo, appena gli era possibile, andava a trovarla.

Camminarono ancora per un po’ in silenzio, fino a quando non giunsero davanti a quello che Ron ricordava essere l’ufficio della professoressa Sprite.

Robin stava per bussare alla porta.

“No, lasci stare….”lo fermò Ron che riteneva esagerato essere anche annunciato come se stesse per entrare il re d’Inghilterra.

“Lei è stato anche troppo gentile…ora posso fare da me”

“Ne è sicuro?..Perché se preferisce io potrei…”

“No, no grazie….”

Con un sorriso Robin tornò sui suoi passi e Ron, dopo aver tirato un sospiro si solievo, bussò alla porta.

 

Quando entrò nell’ufficio ci trovò Neville e, con sua grande sorpresa, anche Rose e Albus.

“Ciao Neville…..”Lo salutò subito. “Ragazzi, e voi che ci fate qui?….Non avrete picchiato qualcuno anche voi spero?…”

“Ma che dici papà!” Rispose indignata Rosi.

Ron le sorrise e andò ad abbracciare la figlia e il nipote.

“Non l’ha fatto apposta zio” Disse Albus. “Si è vero papà…..ha difeso una nostra compagna” Lo sostenne Rose.

“Adesso ragazzi fatemi parlare con Neville e voi aspettate fuori….poi vediamo eh…”Rispose Ron facendo una carezza alla figlia e dando un buffetto al nipote.

 

“Scusa il ritardo Neville, sono passato  da casa per  portare Hugo da mia madre perché Hermione lavora fino a tardi stà sera.”

Iniziò il rosso non appena i due ragazzi furono usciti lasciandolo solo con il moro.

“Non ti preoccupate Ron….anzi dispiace a me averti chiamato ma, come ti ho scritto nella lettera, ho ritenuto fosse la soluzione migliore.”

“Certo, hai fatto benissimo….ma ti prego…fammi un quadro della situazione.”

“Questa mattina James e una ragazzo di Serpeverde sono venuti alle mani perché,Leo Gordnon, ha insultato una ragazza babbana….e James ha reagito”

Ron annuì con la testa. “Ho capito…..posso parlaci?”

Neville si alzò dalla sedia. “Certo…..te lo mando subito….io devo andare ad aspettare i signori Gordon, ammesso che vengano.”

“Ah Neville…” Ron fermo l’amico prima che uscisse. “grazie per avermi chiamato”

“l’ho ritenuto un dovere…” gli rispose facendogli l’occhiolino.

 

Dopo pochi minuti Neville ritornò portando James e ora lui e  zio si trovavano soli faccia a faccia.

“Ciao Zi..”

“Siediti James” lo interruppe Ron con tono molto serio; il ragazzo non fece storie e si sedette.

“Dimmi se questo è vero” proseguì Ron estraendo dalla tasca dei jeans la lettere di Neville.

“Mi trovavo al lavoro quando mi arriva una lettere nella quale un tuo professore mi informa…..che avevi fatto a botte con un ragazzo” Marcò bene la parola “botte”.

“E mi prega di venire qui….”Così dicendo sbattè la lettera sulla scrivania e mise le mani suoi fianchi osservando il nipote con aria truce, e essere guardati male da un uomo alto quanto Ron metteva un certo timore.

“Allora James…..è la verità?…..hai fatto a botte?”

“Sai già che è così…perché me lo chiedi?” Rispose James con un finto tono di sfida,  tradito però dai suoi occhi  tenuti bassi.

“Innanzi tutto evita questo tono perché ti assicuro che non c’è nulla di cui essere fieri nel tuo comportamento…..e punto secondo, te lo chiedo perché mi rifiuto di pensare che mio nipote abbia messo le mani addosso a un’altra persona”

“Ma se non sai perché l’ho fatto come fai a sapere che ho sbagliato!” disse il ragazzo, questa volta però guardando lo zio negli occhi.

“ Partendo dal presupposto che la violenza è sbagliata a priori, James……spiegami….sono qui

per questo”

James prese un bel respiro e poi iniziò il suo racconto.

“Leo Gordon è vero idiota, zio….sempre pronto a umiliare le persone” disse incrociando lo sguardo serio di Ron.

“Oggi però ha esagerato…..l’ha chiamata viscida mezzosangue capisci?….viscida!!”

Mentre parlava Ron potè  distinguere nitidamente la rabbia farsi strada dentro il nipote.

“Non si può offendere così una persona solo perché nata babbana!!Quei tempi sono finiti!!”

“Continua….”lo incitò Ron.

“Non ci ho visto più…..l’ho colpito” ammise.

“E ti senti fiero di quello che hai fatto?”

“Senti zio, so quello che pensate…..” affermò con tono canzonatorio.

“E cioè? Illuminami”

“Che picchiare un’altra persona è sbagliato ecc ecc….lo so ok?….Ma qui è diverso! Nemmeno tu saresti stato fermo a guardare!”

“No,forse non lo avrei fatto…..e avrei sbagliato pure io”

“Gordon non poteva passarla liscia!! I Serpeverde pensano di poter fare e dire tutto quello che vogliono solo perché la maggior parte di loro è purosangue ma quel periodo è finito da un pezzo!!”

“Si….è vero…ma ciò che avete fatto mostra il contrario James” Disse Ron calmo ma deciso.

“Cosa vuoi dire?”

“Che se usi la violenza per punire un comportamento sbagliato, come quello di Gordon, non sei diverso da lui…..”

“Ma io volevo solo difenderla”

“Si certo….non dubito che il tuo fine fosse buono ma hai usato i metodo sbagliati. Quando io,tua zia e i tuoi genitori eravamo ragazzi, episodi come quelli di Gordon e Clara erano all’ordine del giorno.

C’erano famiglie di maghi che si credevano superiori ad altri…tanto da volerli sottometterli al loro potere…..fino a sterminarli.

C’è stata una guerra James, per fermare tutto questo….una guerra che abbiamo combattuto proprio per dare a te, ai tuoi fratelli e amici un mondo diverso…migliore…..e se ora voi fate questo, vanificate tutti i nostri sforzi.”

“Non esagerare zio….è stata solo una rissa”

Ron si sedette davanti al nipote per poterlo guardare negli occhi.

“Si, oggi è stata solo una rissa….domani cosa sarà?…..Un’altra rissa?…E poi un’altra e un’altra ancora….la violenza genera altra violenza ragazzo mio.

Purtroppo è un circolo vizioso dal quale è molto difficile uscire una volta dentro….e tu non vuoi essere così vero?”

“No….ma sinceramente non trovo quello che è accaduto questa mattina una cosa così grave….può succedere”

“Sono certo anche io che una rissa non sia una cosa così catastrofica, fra ragazzi della tua età…..quello che mi preoccupa è il perché è successa.

Se fosse stata a causa di una ragazza o di una partita andata male, non penso che Neville mi avrebbe fatto venire qui….ti avrebbe punito e avrebbe avvertito i tuoi.

Quello che invece preme a noi è farti capire”

“Guarda che ho capito benissimo, non sono stupido!” s’infervorò il ragazzo che, per quanto potesse comprendere di aver fatto una cosa sbagliata, non riusciva a sentirsi colpevole.

Gordon meritava quel trattamento…..era certo che chiunque l’avrebbe fatto al suo posto, e lui aveva agito a fin di bene.

“Non sei stato proprio tu poco fa ad ammettere che avresti fatto lo stesso zio?” Continuò il ragazzo. “Perché se l’avessi fatto tu andava bene mentre per me no!! O meglio ancora….se l’avesse fatto mio padre, tutti l’avrebbero acclamato da eroe  per aver difeso Clara, mentre io sono quello che sbaglia!!”

“L’hai fatto per questo James?…Per essere considerato un eroe come tuo padre?”

“No…..Non sono così scemo…non sono come i Serpeverde che si credono superiori solo per il loro nome!!”

“Questo già mi consola” Rispose Ron, continuando a osservare attentamente il ragazzino.

“Comunque, mi dispiace dirtelo, ma nelle tue convinzioni ci sono delle pecche.

Tanto per cominciare se io o tuo padre avessimo fatto una cosa del genere saremmo stati puniti esattamente come te o come chiunque altro….se un’azione è sbagliata lo è PUNTO!….Non è che diventa “buona” solo perché viene fatta da me o da tuo padre”

Ron capiva benissimo dove stava il problema: James era un ragazzino molto caparbio, intelligente ed estremamente sensibile, anche se a volte giocava a fare il duro, che mai e poi mai avrebbe potuto tollerare un comportamento come quello di Leo.

Fin da piccolo era stato circondato di storie sulla guerra, su Harry , sulle sue imprese e chiaramente ne era stato contagiato.

Vedeva, giustamente, suo padre come un eroe…..ma purtroppo era ancora troppo giovane per capire cosa aveva comportato quella guerra per tutti loro; di come suo padre aveva vissuto la sua adolescenza, di tutto quello che la guerra aveva cambiato  e distrutto.

Loro stessi erano cambiati, dopo aver affrontato prove troppo dure per dei ragazzi.

Forse James, nella sua giovane età e nella sua poca esperienza, aveva un po’ idealizzato  il tutto…..del resto chi non aveva vissuto quel terribili incubo, non poteva sapere cosa realmente fosse.

Ron sorrise tristemente fra se e se per poi alzarsi dalla sedia e prendere il giubbotto.

“Andiamo” disse al nipote che ora lo guardava con sguardo interrogativo.

“Dove?”

“Ti porto a casa….c’è una cosa che voglio che tu veda” Gli rispose dolcemente.

“Come a casa?”Ora James lo fissava come se fosse impazzito. “Zio, va bene che da piccolo non eri un esempio di studente perfetto ma….ti ricorderai vero che io non posso andarmene così da Hogwarts”

Ron gli fece una smorfia prima di rispondere. “Intanto, senti chi parla…..e poi….si certo che lo so….ma oggi è Venerdì e domani tu non hai lezione. Ti faremo rientrare prima di Lunedì….non credo che Neville avrà dei problemi a parlare con il preside per spiegargli la situazione”

Ron fece cenno a James di avviarsi verso la porta.

“Va a prendere il mantello….io ti aspetto fuori”

“Quindi andiamo a casa mia?”

“No….a casa mia”.

 

 

Una volta giunti a casa Weasley, Ron si incamminò su per la scala seguito da James, che ancora non riusciva a capire la situazione.

“Hugo non c’è?” domandò.

“No, è dai nonni…..”

Giunti in camera da letto Ron fece cenno a James di togliersi il mantello e di sedersi sul letto, mentre lui stava trafficando dentro un comò di legno accanto proprio li accanto.

“Cosa cerchi zio?”

“Tua zia, James, ha quelle che io chiamo “tantissime manie”. Disse facendo sorridere il ragazzo che non potè che essere d’accordo con lui….sua zia Hermione era veramente fissata per certe cose.

“Alcune di queste mi fanno letteralmente diventare matto”Continuò Ron. “Ma invece ce ne è una che mi piace molto”

Dicendo così prese in mano quello che pareva essere un grande libro e lo porse al nipote.

“Che cos’è?”

“Aprilo”

James aprì quello che si rivelò essere un grande album di foto.

“Che bello…..”sorrise contemplando le prime foto. “Questi siete voi vero?….”

“Si, era il primo anno a Hogwarts….tua zia ci faceva sempre tante foto,quando poteva, e poi le metteva tutte in album come questo…..a Rosi e Hugo piace molto guardarli”

“Hai ragione zio…questa “mania” della zia, piace anche a  me” sorrise nuovamente continuando a sfogliarlo.

Mano a mano che sfogliava le pagine, James poneva a Ron un sacco di domande, alle quali il rosso fu ben felice di rispondere  fino a quando, voltando l’ennesima pagina, non furono di fronte a una pagina vuota.

Il sorriso scomparve sulle labbra di James e Ron gli mise una mano sulla spalla.

“Questo è il nostro settimo anno….” Disse con molta amarezza.

“ Come vedi è vuoto….”

James alzò lo sguardo su suo zio e vi lesse tanta tristezza.

“Hermione tiene un altro album con dentro le foto del suo settimo anno….questo ha deciso di concluderlo così”

“Perché?”

“Perché effettivamente è così che si è concluso…..il nostro periodo a Hogwarts tutti insieme.”

Ron sfogliò l’album per tornare a qualche pagina precedente.

“Li vedi tutti questi ragazzi James?….erano nostri amici…molto di loro oggi non ci sono più.

La pagina che doveva contenere le loro foto, è una foglio bianco.”

Gli occhi di James si inumidirono.

“La vedi questa ragazza qui” Disse segnando con il dito una biondina. “Questa è Lavanda….è stata la mia ragazza prima che mi mettessi con la zia.”

“Che le è successo?”

“E’ stata aggredita da un lupo mannaro…..”

James fu percorso da un brivido lungo la schiena, mentre Ron proseguiva nello sfogliare l’album soffermandosi su certe foto.

“Colin…Cedric….il padre di Teddy, Remus….ce ne sono tantissimi che hanno perso la vita”

Sfogliò l’ennesima pagina. “Tuo zio Fred….”

“Sono tutti morti durante la guerra vero?”

“Si….quello che volevo farti capire James è che ci sono state tante persone che hanno lottato e che non sono mai ricordate, ad esempio dai giornali, ma ci sono state.

Sono tutte vittime della guerra….una guerra nata per il potere e che ha trovato le sue radici più forti nelle discriminazioni di sangue. Io lo so che tu hai agito per difendere la tua amica….e so che non centri nulla con queste persone, ma voglio che tu capisca che se si continua a usare la violenza per placare certe idee sbagliate il risultato, prima o poi, sarà molto grave.

E’ così che tutto è iniziato……prima i maghi erano perseguitati perché ritenuti dei mostri e così per difendersi hanno iniziato a uccidere e perseguitare a loro volta i babbani….e alla fine Voldemort ne ha approfittato per tentare di distruggere tutto ciò che di bello c’èra nel nostro mondo.”

Dentro di se James iniziava a capire cosa suo zio gli stesse dicendo.

“Ora tuo padre,tua madre,zia  e io stiamo cercando di fare del nostro meglio per far si che si possa vivere tutti insieme  senza distinzioni di nessun tipo…e siete anche voi a doverci aiutare.”

“Capendo profondamente quello che è stato e impedire che succeda ancora vero?”

“Si……ora sei giovane James ma sono certo che un domani capirai bene tutto e sarei un ottimo Auror.”

“Lo pensi veramente?” Chiese sorridendo.

“Si…..” Gli sorrise a sua volta Ron, scompigliandogli i capelli.

“Ora ti lascio solo” Disse il rosso alzandosi dal letto. “Rifletti un po’ su quello che ci siamo detti e quando vorrai dimmi se sei ancora convinto di quello che hai fatto”

“No zio!!Io veramente lo so già…..”

“Non importa…..non voglio che le mie parole a caldo ti condizionino…..devi essere convinto di quello che mi dirai….io ho molta fiducia in te”.

Con un ultimo sorriso Ron lasciò la camera, mentre James rimase ancora li a sfogliare l’album.

Sceso al piano di sotto, Ron andò verso il divano dove aveva abbandonato la sua giacca, ed estrasse dalla tasca una specie di pietra colorata.

Con il pollice ci premette sopra facendola illuminare e poi se la portò vicino alla bocca.

“Harry?…..Harry mi senti?”

“Si Ron……dimmi è successo qualche cosa?”

“Tranquillo, nulla di serio……ora ti spiego. Dovresti raggiungermi a casa mia perché……………”

 

 

 

Quando James aprì gli occhi si stupì d’intravedere, dai vetri della finestra, la luna splendere nel cielo.

Scattò a sedere sul letto e guardò la sveglia posta sul comodino, le otto……cavoli! Doveva essersi addormentato.

Aveva fatto aspettare suo zio di sotto, in attesa di una risposta sincera da parte sua, per troppo tempo.

Sapeva benissimo cosa doveva dirgli e mai come in quel momento si sentì convinto di ciò che pensava.

 

 

Ron si trovava in cucina con Hermione, tornata da poco dal lavoro, e con Harry, appena giunto anche lui.

Non appena saputo quello che era successo e i provvedimenti che Neville aveva pensato di adottare, Harry aveva mollato tutto ed era corso subito a casa di Ron.

La conferenza era importante certo, e Harry ci aveva speso molto tempo per prepararla…..ma nulla era importante come suo figlio per cui, il capo del dipartimento Auror, aveva mandato tutti a quel paese e si era catapultato a Londra.

“Hai fatto bene a chiamarmi subito” Disse il moro, una volta che Ron ebbe finito di raccontare l’accaduto.

“Neville ha dovuto chiamare me….ma era chiaro che appena possibile ti avrei avvertito.

Solo una cosa Harry….non essere troppo duro con lui, ha sbagliato lo so e sicuramente farai bene a parlarci ecc ecc…però…..sono certo che adesso ha capito pure lui il suo errore”.

Harry sorrise all’amico. “Sono contento che mia assenza, Neville abbia chiamato te…..sono certo che James abbia capito perfettamente…..ti ringrazio Ron”

“E di che?….Dopo tutto è mio nipote e diciamocelo amico…..pure noi gli avremmo rotto il naso”

“Ron!!” Lo riprese indignata Hermione, mentre Harry se la rideva sotto i baffi. “Non hai appena finito di dire che è una cosa sbagliata!”

“A quell’età lo avrei steso, tesoro…..” Gli rispose il marito con un sorriso. “E comunque…..mia cara” Proseguì guardando Hermione con un sopracciglio inarcato. “Non sono stato io, al terzo anno, a dare un pugno a Malfoy”

Hermione diventò paonazza. “Bè….mi dovevo sfogare….” Aggiunse dando poi le spalle a Ron e Harry che se la stavano ridendo della grossa.

“Ginny?…” Chiese poi la bruna per distogliere i due dall’argomento.

“Ha portato Lily a casa…..era molto stanca.”

“Bene, uno di meno da affrontare……”.

James entrò in quel momento nella cucina.

“Ciao papa”. Disse timidamente.

“Coraggio James, prendi il mantello e andiamo a casa….così parliamo un attimo”.Gli rispose il padre con tono fermo ma non troppo severo.

Harry si rendeva conto che la situazione era grave ma non voleva essere troppo duro con il figlio.

Aveva già avuto una ramanzina, e inoltre era certo che Ron avesse fatto un ottimo lavoro con lui.

Gli avrebbe parlato da padre a figlio, avrebbe risposto alle sue domande se ne avesse avute e colmato i suoi dubbi.

James si infilò il mantello e seguì il padre verso l’ingresso della casa.

“Grazie di tutto Ron.” Disse Harry. “Ci vediamo domani in ufficio….ciao Hermione”

“Ciao Harry…”Lo salutò Hermione mente Ron fece il saluto militare sorridendo.

“Ah zio….” Lo chiamò James prima di uscire.

“Volevo dirti delle cose…..”

Ron si abbassò verso il nipote e gli mise una mano sulla spalla.

“Dille a papà…..sono certo che gli farà piacere”.

James sorrise. “Ok…..comunque ti volevo dire che….ho capito”

Soddisfatto di avere un nipote così in gamba, Ron con un ultimo sorriso vide scomparire dal vialetto di casa, Harry e James.

“Andiamo a prendere Hugo?….Vorrei stare un po’ con voi” Gli chiese Hermione dandogli un bacio sulla guancia.

“Si….ottima idea amore”.

 

 

 

 

Fine…….so che non è nulla di speciale,e nemmeno penso di poter scrivere una ff che lo sia…..però vorrei ringraziare tutti quelli che leggeranno questo mio piccolo scritto e tutti quelli che recensiranno.

Lo vorrei dedicare a tutta la mia magica famiglia Drunk e ad Alessandra, per essere sempre tanto gentile con me!!

Grazie mille!!!!!!!!!!!!!!!!Sei veramente speciale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Un bacio a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

  
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