Beth Davies non aveva mai rubato nulla.
Non aveva mai indossato qualcosa di giallo, mai mangiato cibo indiano e nemmeno la zuppa ai funghi.
Non era mai scappata di casa e sicuramente non si era mai sentita in imbarazzo, almeno mai così tanto. 
Seduta dietro ad uno dei tanti tavoli in legno pesante, in un pub pieno di gente, dal pavimento unto e l'aria puzzolente lei e il suo cappotto di Burberry -da più di 1500 £- non c'entrano proprio nulla.
«Dove diavolo mi avete portato?» chiede Beth con il viso dipinto da un'espressione di puro orrore.
Jordan ride fragorosamente scuotendo la testa e facendo tintinnare i grandi orecchini pendenti.
«Beth dobbiamo festeggiare! Porca troia sei finita in punizione»
 Jordan Evans, 17 anni di parolacce e disubbidienza rinchiusi in un caschetto biondo e in un corpo esile abbigliato con vestiti alla moda e ricchi di borchie.
«Vorrei ricordarvi che domani abbiamo un test di matematica. Quindi niente alcool.»
Ethan Buster, il 17enne più affemminato che il mondo avesse visto, -"gay fino al midollo", com'era solito dire- , dal sarcasmo spietato, dalla media scolastica quasi irraggiungibile e dall'amorevolezza infinita sbuffa teatramente all'occhiata minatoria di Jordan.
Beth ridacchia rassegnata e si lascia sfuggire un «Idioti» dalle labbra dipinte di rosa.
Il locale è affollato, la gente ride, scherza e chiacchiera ai tavoli, ma basta un roco «Buonasera» di un ragazzo al microfono e il casino affievolisce.
I'm gonna pick of the pieces,
and build a Lego House
when things go wrong we can know it down
Le sue corde vocali vibravano delicate e decise come le corde della chitarra che stringeva tra le mani.
A Beth manca davvero poco prima che la birra che ha davanti le vada di traverso quando si rende conto che il ragazzo che è su quel palchetto infondo alla sala e che tutti ascoltano attenti è Luke Hemmings.

Il fastidioso masticare della rossa nella prima fila fa da sottofondo da più di 40 minuti.
Beth è seduta in ultima fila, ha dei fogli scarabocchiati sparsi nel banco e un mal di testa pulsante che non ha intenzione d'andarsene.
Si passa una mano tra i lunghi capelli biondi e guarda per l'ennesima volta Luke Hemmings seduto a due banchi di distanza da lei.
Non è mai stata una di quelle persone che giudicano senza conoscere, ma cosa ci si può aspettare dal ragazzo che -dicevano- aveva il numero più alto di punizioni nella storia del King's college?
Luke forse proprio sentendo su di sè lo sguardo azzurro della bionda si gira e la guarda con le sopracciglia aggrottate provocandole un leggero rossore sulle guancie.
Luke sorride sornione, gli piacciono le ragazze carine che arrossiscono, o meglio gli piace essere la causa del rossore nelle guancie delle ragazze carine.

 

---

SCUSATE! Scusate, scusate, scusate, scusate e ancora scusate!
So benissimo che è da una vita che non aggiorno e la colpa è tutta di quel maledetto computer che ha deciso di abbandonarmi proprio nel momento di bisogno, purtroppo con l'inizio della scuola il tempo e la mia ispirazione sono al limite.
In questo momento sto aggiornando con l'IPhone (meglio di niente direi ahah).
Cooomunque eccoci qui con il primo capitolo di questa ff sul bellissimo Hemmo, (a cui io sono particolarmente attaccata). Per qualsiasi cosa io sono qui.
Vi prometto che il prossimo capitolo arriverà a breve, se Dio vuole anche mercoledì.
Un bacio
Benedetta <33