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Autore: unsteady    06/10/2013    1 recensioni
Era una mattina come tutte le altre. Il sole splendeva e tirava una leggera arietta. Scesi a una delle tante fermate del centro. Mi aspettava l'ennesima mattina passata a cercare lavoro. Un lavoro che mi avrebbe concesso di realizzare i miei sogni. Purtroppo come le altre mattine, si era rivelata deludente.
Ma come un miracolo, piombò nella mia vita una stella, una stella che era lì apposta per me.
Come dimenticare il modo in cui i suoi occhi verdi mi guardavano. Come dimenticare il modo in cui capitò nella mia giornata così, senza preavviso, come un vero e proprio miracolo. Avevo la felicità davanti.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sai, ieri ero seduto sul divano e ascoltavo vecchie canzoni di Stevie Wonder e pensavo 'Ma è mai possibile che a 27 anni ancora non ho trovato l'amore?!'. Beh, è ora no? Nel senso... Ne ho voglia, cioè ho voglia di innamorarmi. Sai quella sensazione straordinaria che si prova quando ti dimentichi di te stesso e improvvisamente metti sempre al primo posto un'altra persona?! Che però non è la tua sorellina più piccola?"
Lo capivo benissimo. Era come se fosse entrato nella mia testa e avesse detto quelle cose solo per fare colpo. Peccato che lui non sia entrato nella mia testa. E che non ne avrebbe avuto bisogno per fare colpo. Lui era lì, davanti ai miei occhi. Parlava a vanvera dei suoi pensieri, delle sue idee. E io lo ascoltavo. Era come se i miei sogni da ragazzina si fossero avverati nel giro di una velocissima giornata. Ma il bello è che era tutto come me lo ero immaginato quando da ragazzina mi sdraiavo sul letto e pensavo e ripensavo se un giorno, un normalissimo giorno di primavera, incontrassi Harry Styles per strada e ci saremmo innamorati, poi sposati e morti insieme. Beh, in realtà non mi aspettavo proprio niente da quell'appuntamento. Non speravo neanche che io e Harry avremmo avuto un secondo, terzo o quarto appuntamento. Ma ero e sono una donna. Una donna scrittrice. Una donna scrittrice a cui piace giocare con l'immaginazione.
Comunque, tornando alla chiacchierata spensierata e sdolcinata che Harry conduceva tutto da solo senza mai fermarsi per respirare. Avrei voluto soltanto dirgli "Sai, Harry visto che penso esattamente la stessa cosa che stai ripetendo da più di dieci minuti, facciamola finita con le salsicce e purè e diamoci dentro con i limonamenti!", ma sarebbe stato troppo affrettato, e per di più non sarebbe stato da me dire una cosa del genere, quindi Amy tenne la bocca chiusa a quel tempo. E per fortuna fu la cosa giusta, perchè improvvisamente Harry interruppe i miei pensieri che avevano completamente preso il sopravvento e mi avevano allontanato da tutto e da tutti:
"Amy, che dici? E' normale... che..."
"Sì, più che normale. Sai, io penso che ognuno di noi abbia un'anima gemella da aspettare. Credo che tu abbia fatto bene ad aspettare e ad essere arrivato fino ad oggi, senza buttarti come un cretino in una relazione senza buon fine. Tranquillo, arriverà il giorno in cui ti dimenticherai di te stesso e incontrerai la persona che metterai sempre al primo posto, ma che non sia la tua sorellina più piccola."
Udite le mie parole, Harry sorrise. Sembrò soddisfatto della mia risposta. Io lo guardavo tutta contenta e dentro di me pensavo "Oh yeah, oh yeah! Mi ha sorriso Harry Styles! Oh yeah, oh yeah!".
Poi riprese e mi chiese:
"E tu, hai qualcuno che ti metta sempre al primo posto?... Cioè, hai un ragazzo?"
"Uhmmm, no. Purtroppo no. Per ora non c'è nessuno che mi stia dimostrando di amarmi come un principe ama la sua principessa. E poi i ragazzi dicono che sono una lagnosa bisbetica"
"Bisbetica no, ma forse lagnosa sì"
"Ah ah, che divertente!"
"No, sul serio. Sei mai stata innamorata? Per davvero?"
POV.HARRY
Alla mia domanda, cadde in un buco nero. Il suo sguardo si rattristò e si fermò a pensare un attimo prima di rispondere:
"Emmm... Sì, lo sono stata. Una volta"
"E quando è stato?" Forse fui troppo curioso? Speravo di tirargli fuori una bella storia, ma avevo paura di immischiarmi troppo o riportarla a brutti ricordi.
"Emmm, tempo fa. Scusa, ma non mi va di parlarne" come immaginavo
"No, tranquilla. E' stata colpa mia" la tranquillizai
"E' che...è stato un brutto periodo per me e non mi va di rovinarti la serata con le mie tragedie"
"Ti pare? Mi piace ascoltare. Ma tranquilla, se non ti va di parlarne, meglio cambiare discorso"
"Ok, grazie. Sei molto gentile" lei arrossì. In quel momento pensavo a quanto fosse carina. Non era perfetta, ma era davvero carina. I suoi occhi che non avevano niente di speciale, per me erano stupendi. Aveva labbra sottili ma rosee, un sorriso bellissimo e capelli castani, quasi rossi. Quel vestito bianco cullava benissimo i suoi fianchi. E tutto sommato era una bella ragazza: alta, non magra e non robusta, bella postura e per fortuna del santissimo non aveva le gambe storte!
POV.AMY
Era così gentile. Sotto sotto non mi sarebbe dispiaciuto parlarne e sfogarmi con qualcuno. Era da tanto tempo che non ci ritornavo sù e me ne ero quasi dimenticata. Mi avrebbe fatto bene. Ma non volevo cambiare il clima della serata raccontandogli delle mie tragiche storie d'amore passate. Allora lui riprese a parlare:
"Cos'hai in programma per il fine settimana?"
"Mah, assolutamente niente. Forse mi darò alla scrittura. Chissà se dopo oggi, con tutte queste emozioni, mi verrà qualche idea per continuare a scrivere"
"Blocco dello scrittore?"
"Una cosa del genere. E tu che fai questo weekend?"
"Emm, niente. Se non trovo di meglio da fare, credo che uscirò con Louis"
"Invece, fra lui ed Eleonor come vanno le cose?"
"Non lo so. Sicuramente non sono sull'orlo del matrimonio, e di certo non hanno intenzione di lasciarsi. Ma credo abbiano bisogno di un colpo di scena, una svegliata... come dire, una doccia ghiaccia gli farebbe bene!"
"Mi dispiace. Ma prima o poi succede in tutti i rapporti"
"Già"
Per qualche istante ci fu silenzio. Era normale. No, non era un silenzio imbarazzante, era solo una pausa. Intanto io finii il mio piatto. Allora Harry riprese a parlare e propose:
"Ti va se ce ne andiamo da qui?"
"Emmm..Sì,certo! E dove andremo?"
Lui di fretta mi rispose "Ti porto in un posto speciale"
Intanto si era già alzato e aveva chiamato Rosanna.
Lei arrivò di fretta e mi chiese "Ti imbusto le frittelle di mais?"
"Oh, sì grazie mille! Rosanna, siete stati gentilissimi e il cibo era delizioso!"
"Ma di niente, cara. Grazie a voi di essere passati! Buona serata, tesoro! Buona serata Harry!" Poi avvicinandosi ad Harry lo abbracciò con forza e gli sussurrò in un'orecchio "Hey, giovanotto, è stato bello rivederti! Oh mamma, come sei cresciuto! Mi sembri Roger ai tempi dei concepimenti! Hey, hey, è carina la ragazza èè. Trattala bene che con questi tempi è difficile trovarne di così!" E mentre ci avvicinammo alla porta per uscire, arrivò Roger e salutò Harry anche lui con un'abbraccio e disse "Stammi bene, figliolo!" e rivolgendosi a me "Buona serata signorina".
Uscimmo di fretta e ci incamminammo sempre più lontani dal centro.
"Hey, è stato divertente! Conoscere Roger e Rosanna mi ha fatto piacere. Avevi ragione, sono due persone bellissime"
"Già, peccato che non li vedo tanto spesso. Mi dispiace però perchè sono miei cari amici e mi sento come se li stessi deludendo"
"Scherzi? Non li potresti rendere più fieri!"
Lui mi sorrise e intanto ci avvicinammo ad un palazzo.
"Che cos'è?"
"Un condominio, una casa popolare"
"Che ci facciamo qui?"
"Tranquilla, è che devo farti vedere una cosa!"
Entrammo dalla porta principale, salimmo le scale per almeno 4 o 5 piani. Ero così curiosa di dove mi avrebbe portato che non mi preoccupai neanche di essere nervosa o fare domande sul perchè di quel posto o se ci abitasse ancora qualcuno.
Finalmente arrivammo all'ultimo piano e Harry si fermò davanti ad una porta. Mi fece segno di entrare e io ci metti un po' per prendere iniziativa, ma alla fine aprii la porta, salii quei due o tre scalini che mi separavano dalla mia meta e nel giro di un'istante mi ritrovai davanti l'intera Londra, tutta illuminata. Si vedevano le automobili che passavano fra le strette vie del mio quartiere, il municipio tutto illuminato, i tanti centri commerciali affollati di auto parcheggiate intorno ad essi, l'Hyde Park pieno di gente che passeggiava. Era una vista spettacolare. Ci trovammo sul tetto di quel misterioso palazzo. Ci sdraiammo su delle brandine che trovammo a lato della terrazza. E ci misimo a guardare il cielo. Quella sera era molto sereno ed era pieno di stelle perchè eravamo lontani dal centro e non c'erano un gran che di lampioni e luci.
"Ci venni con i miei genitori la stessa sera che vidi Mick Jagger nel ristorante di Roger. Venimmo qui a dormire perchè una mia lontana zia ci viveva e ha voluto ospitarci. Quella sera, mamma mi portò quassù e mi raccontò storie sulle stelle"
"Bene, raccontamene qualcuna!"
"Emm..Ahahah, sicura di volermi ascoltare?"
"Certo, dai!"
"Ok...allora. C'era una volta una stella! Si chiamava Lumina e un giorno decise di andare in cerca del suo grande amore! Allora... Ahahahah non ce la faccio se mi guardi così!"
"Ahahahah come ti sto guardando?!"
"Allora! Quindi lei quel bel giorno, si mise a camminare. Passò sopra il Giappone, diede un'occhiata alla Statua della Libertà, toccò la cima della Torre Eifel, e in poco tempo fece il giro del mondo!"
"Wow, dev'essere stato emozionante!"
"Sì tanto!" riprese con un sorriso "Un giorno arrivò nella parte di cielo sopra la Turchia. Vide una piccola piccola stellina e gli chiese 'Ciao, stellina! Dove sono i tuoi genitori! Non possono lasciarti da sola a quest'età!' e la stellina rispose seccata 'Guarda che io non sono un bambino! Sono un uomo grande e grosso oramai e ho più di 1900 anni! Che pensavi?!' e la stellina imbarazzata rispose 'Tranquillo, non volevo offenderti. E' che ti ho visto e sei così piccolo che mi sei sembrato un bimbo! Ma sei comunque un bel ragazzoccio! Vuoi provare a darmi un bacetto, così capisco se sei o no il grande amore che sto cercando?' e la stellina ancora più imbarazzata rispose 'Ok, ma non so neanche il tuo nome! E poi la mia mamma mi ha insegnato che non devo dare baci alle stelle di cui non conosco il nome di battesimo della madre!', Lumina rispose confusa 'Beh, se è questo il problema, io mi chiamo Lumina e la mia mamma si chiama Josephine! E tu come ti chiami?' lui rispose 'Io mi chiamo Gerardino e la mia mamma si chiama Hayley. Ora possiamo darci un bacio' lei 'Sì, ora sì' allora le due stelline si avvicinarono piano piano e si diedero un bacetto. Ahahahah per fortuna Lumina non dovette usare una seconda volta il suo metodo di rilevamento amoroso, perchè quella sera Lumina e Gerardino si innamorarono e qualche tempo dopo fecero tante belle stelline! Fine della storia!"
"Ahaahhahahahahaha è la storiella più carina e romantica che abbia mai sentito!"
"E il bello è che io presi sul serio la regola del nome di battesimo! Infatti ho usato questa regola con tutte quelle con cui sono stato"
"Beh, è una buona tecnica. Ti tiene alla larga dalle persone sbagliate"
"Già. Quindi prima che mi innamori di te ahahahaha, mi diresti come si chiama la persona che ha fatto la bella ragazza che è davanti a me e che sta ascoltando le mie stupide storielle?" Mi aveva fatto un complimento e nel giro di due attimi l'atmosfera era cambiata da così a così. Io intanto arrossii. Ero così nervosa e imbarazzata! Ma dannatamente lusingata. Nella mia testa urlavo "Oddio, oddio, oddio. Non ce la posso fare ad arrivare a casa questa sera! Oddiooooooo!", in quel momento avrei voluto alzarmi e iniziare a correre e a saltellare per tutta la terrazza canticchiando "You are beautiful, you're beautiful, you're beutiful, it's you". Ma cercai di limitarmi e risposi con tono lusingato:
"Ahahaha primo: non è assolutamente detto che tu ti innamori di me o che io ricambi; secondo: le tue storielle non sono affatto stupide; e terzo..." sospirai e vedendo Harry che mi guardava dritto negli occhi così attento e divertito, sorrisi e proseguii "Janelle"
"è un nome bellissimo"
Non feci altro che sorridere. Nient'altro. Non dissi una parola. Guardai i suoi occhi verdi e mi limitai a osservarlo e a sorridere come un'ebete che ha appena scoperto di piacere al figo della scuola, a cui va dietro da ormai una vita. Ma questo bastò a presentare la mia emozione. Lui sembrò capirmi e prese la mia mano, la strinse alla sua, i nostri palmi erano in un'attimo perfettamente spiaccicati. Entrambi distolsimo lo sguardo l'uno dagli occhi dell'altro e ripresimo a guardare il cielo. Era tutto così impossibilmente perfetto. E quella sera, mi resi davvero conto di quanto una persona possa essere diversa da come la gente la veda da fuori. Giurai a me stessa, di tenere da conto i ricordi di quell'interminabile e fantastica sera. Ma ovviamente non ce n'è stato bisogno. Ogni giorno che passava ricordavo quella sera sotto le stelle come se fosse ieri.
  
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